Hog and warts

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    Non avevo idea di che cosa avessi combinato per meritarmi una convocazione da parte del professor McCormac. Insomma davvero non mi veniva in mente niente niente, mi trasformavo nel castello, a quanto ne sapevo erano trasformazioni tranquille, inibite dalla pozione Antilupo, avevo ritirato tutte le partite... mi morsi l'interno della guancia, scuotendo la testa, come a confermare a me stessa che no, non c'era memoria in archivio di cose sbagliate che avessi fatto... certo se toglievamo l'aver smaterializzato karen nelle stalle e tirato quel sasso in faccia allo studente nuovo. Eppure McCormac non mi sembrava il tipo di persona che ti veniva a sgridare per aver tirato un sasso addosso a un tizio con la barba. E comunque gli avevo chiesto scusa!
    Fu quindi con una certa esitazione che bussai alla porta della Vicepresidenza aspettando l'invito ad entrare. Il professore mi incuteva sempre una certa dose di timore e inquietudine, non perché si fosse mai dimostrato temibile o particolarmente severo ma nella sua voce profonda e nell'espressione rugosa e perennemente accigliata rivedevo l'inquadratura di qualche condottiero sanguinario poco prima che alzasse la spada esibendosi in un discorso motivazionale sull'affrontare la morte con onore combattendo contro un nemico al di fuori della nostra portata. Sì, esatto, tutto questo da un uomo vecchio seduto dietro ad una scrivania.
    Buongiorno Prof..
    Richiusa la porta dietro di me mi accomodai sulla sedia, rimanendo bene sul bordo come al solito, come pronta per la fuga. Mi esibii tuttavia in un sorrisetto tirato facendo schioccare ad una ad una le dita. Non erano passati che un paio di secondi ma già mi sentivo scrutata nell'anima come se fossi sotto interrogatorio sotto lo sguardo da terminator dell'auror irlandese.
    ...se è per la storia del sasso è stato un incidente e le assicuro che il tizio parlava già da vecchio prima del mio intervento...
    Avevo finito le dita da schioccare.. potevo passare a tirare le pellicine attorno alle unghie...e se non c'erano le avrei create. L'inquisizione irlandese avanzava...
    .. e nelle cucine non ci vado sempre.. solo quando è vicina la luna piena perché la carne che servono in Sala Grande è troppo cotta e.. beh... lo so che è vietato.. ma agli elfi non dispiace, davvero!
    Mio dio ti prego dimmi cosa ho fatto!!!

     
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    La convocazione è fissata ad un'ora precisa, motivo per cui deciso di farmi trovare seduto alla scrivania e pronto al confronto che mi attenderà di qui a breve con almeno sette minuti di anticipo.
    Dopotutto è cosa risaputa, tra i più, di come la precisione non sia mai troppa in questa vita.
    Da un po' di tempo a questa parte, grazie ai progressi fatti da Enit nelle sue ricerche riguardo la maledizione che mi affligge, sto decisamente meglio. Sono più smagliante di qualche settimana fa, oggettivamente meno annebbiato nel giudizio da quei dannati dolori spinali, e decisamente più lucido. Calibrato nel pensiero come un maledetto orologio svizzero e pragmatico fino quasi all'indecenza, questa è la mia condizione attuale.
    Tanto che alla giovane Tassorosso non occorre nemmeno bussare una volta giunta nei pressi del mio ufficio, poiché la invito ad entrare con voce decisa non appena scorgo la sua ombra scivolare sotto la porta e odo i suoi passi sull'uscio.
    Non può essere che lei, non sto aspettando nessun'altro.
    "Daisy.", il tono è cordiale ma definitivo come di consueto, un saluto che al tempo stesso le sta dicendo di prendere posto e prepararsi ad una conversazione. Tanto che immagino sia superfluo perfino il cenno del capo che, in ogni caso, le offro comunque a mo' di invito.
    La fisso picchiettando con le nocche sulla scrivania per un paio di secondi, piegando si le labbra in un mezzo sorriso ma mantenendo al contempo anche una compostezza militare del tutto mia.
    Essa mi appartiene definendomi per quello che sono ed io, che mi piaccia o meno, non posso far nulla per cambiarla. Ne voglio che ciò accada.
    "Non sei qui per aver lanciato un sasso Daisy. Sai bene, immagino, che non sarebbe da me convocare chiunque compia un'azione simile e lo faccia, come si suol dire, senza poi nascondere la mano."
    Un mezzo sorriso appena più pronunciato e le indico, con tranquillità nei movimenti, l'armadio ove tengo alcune fra le poche cose non definibili "professionali" in questa stanza: cibo e bevande.
    "Se hai appetito o sete serviti pure, a patto che tu stia lontana dal mio personale incendiario; temo che Baggins non sarebbe affatto felice qualora ti permettersi di servirtene, e la sua parola è legge. Perlomeno tra queste mura."
    Un occhiolino confidenziale cerca di mettere la ragazza il più possibile a proprio agio, gli argomenti di cui discuteremo a breve necessitano d'essere introdotti con una generesa dose di tatto. Non sarà facile per lei parlarne.
    "Le cucine eh...non sono certo se la vecchia Winky sia ancora tra i nostri, è un po' che non scendo laggiù, ma per i tagli migliori chiedi di lei. Non esiste essere vivente che sappia trattare un pezzo di carne meglio di quell'elfa, parola mia."
    Ed anche qui, la ragazza con un minimo d'attenzione al mio tono di voce potrà capire di non trovare in me un ostacolo alle sue azioni. Io stesso mi intrufolavo la sotto durante i miei anni da studente, e dopotutto non è mio compito diretto accertarmi che tutti gli studenti rispettino maniacalmente il regolamento scolastico ventiquattro ore su ventiquattro, per quello abbiamo appositamente prefetti e caposcuola.
    "Tu non hai fatto nulla.", i suoi occhi lo stavano praticamente chiedendo pertanto ho immaginato fosse giusto specificarlo fin da subito.
    "Sei qui per aiutarmi a ricostruire passo per passo delle dinamiche.
    Nel dettaglio, quelle che hanno portato questa..."
    , la mano sinistra sfiora il dorso della destra ed ecco che la sua bacchetta, mantenuta alta dal sottoscritto con presa su le due estremità della stessa, prende il posto che le spetta nella nostra conversazione, "...a finire in mio possesso tramite un giovane serpeverde approdato da poco nella nostra scuola."
    So che è una ragazza sveglia. Ho avuto modo di scoprirlo sia durante l'anno passato che in circostanze extrascolastiche, pertanto non perdo nemmeno tempo a chiederle di non mentirmi.
    Capirà da sola di non poterlo fare poiché la storia - seppur raccontata da una singola campana - è già di mia conoscenza, le sarà sufficiente guardarmi in faccia per capirlo da sé.
     
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    Ok allora non era per via della sassata e neanche per le cucine.. ottimo, perfetto. Annuii, più come un automatismo che per un reale assenso. Quando poi mi disse che non avevo fatto niente la mia schiena si curvò leggermente in avanti, assecondando un espirazione più forte delle precedenti. Ero lì solo perchè voleva delle informazioni.. beh, bene no? Insomma figo, tipo collaborazione con gli agenti segreti. Magari sarei diventata tipo che ne so.. un segugio umano... anche se il mio fiuto non funzionava così bene. A dirla tutta al momento l'unica modifica che il mio olfatto aveva ricevuto con il morso era fissare di più nella memoria alcuni odori e trovarne molto fastidiosi altri. Però io avevo visto un sacco di serie tv sulle indagini di polizia e su quelle forensi quindi..
    Oh..
    La mia esaltazione tuttavia si bloccò presto quando il Preside estrasse la mia bacchetta dal cassetto della scrivania, tenendola tra gli indici, sospesa a mezz'aria per qualche secondo. La curva della mia schiena si accentuò per qualche momento, mentre mi guardavo le punte delle dita, tormentandomi le pellicine. Quindi Oliver gli aveva portato la mia bacchetta... si era autodenunciato? Chi altro altrimenti? L'ultima volta che avevo visto la mia bacchetta l'aveva lui. Alzai gli occhi per incrociare quelli dell'auror irlandese davanti a me, come per cercare di capire che idea si fosse fatta della situazione e soprattutto, del serpeverde. Ma l'espressione dell'uomo era criptica e non lasciava trasparire assolutamente niente al riguardo. Il mio timore era che il ragazzo avesse agito in via preventiva, presentandosi prima di me e dimostrando così buonafede, magari inventandosi una storia plausibile che lo scagionasse da ogni colpa e che il Preside gli avesse creduto.
    Sì beh.. io sarei venuta prima o poi..
    risposi alla fine, quasi a giustificarmi dall'essere stata preceduta nel farlo... e anche perché mi sentivo in difetto, una codarda, a non averlo fatto subito, la sera stessa come aveva suggerito Karen. Sapevo di non essere una persona coraggiosa e non ne andavo fiera. Essere messa davanti all'evidenza di ciò era quasi mortificante..
    Stavo solo..
    Non riuscivo nemmeno a trovare una scusa.. non c'era, nessuna che fosse sensata e ragionevole almeno e lo sapevo anche io.
    Ci ho parlato.. un paio di giorni fa.. e ha detto che i suoi compagni gli hanno fatto bere una pozione a tradimento.
    Se era venuto a consegnargli la bacchetta sicuramente aveva tirato fuori la storia della Starnutaria così come aveva fatto con me. Le sue non erano state scuse, era ovvio. Non gli importava niente di scusarsi.. adesso era chiarissimo: voleva solo assicurarsi che non lo facessi espellere e che lo "difendessi" con il Preside. E fu in quel momento che raddrizzai la schiena e alzai il mento.
    Io non so che storia le abbia raccontato Barnes.. ma non credo che lui sia poi tanto diverso senza pozioni.
    Non si era comportato in modo poi tanto diverso nelle Serre.. certo era riuscito a contenersi di più, eppure quel modo di fare gli apparteneva e non dipendeva da nient'altro.
     
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    "Nono.", la blocco comprensivamente con un cenno tranquillo della mano, "Non c'è alcun motivo per perdere tempo a spiegarmi il motivo per cui non hai ritenuto di venire da me prima, dico sul serio.
    Tuttavia, ora che ci siamo, ti chiederei gentilmente d' essere il più chiara possibile nell'esposizione dei fatti, grazie."

    Qualora anche solo la metà delle parole pronunciate dall'ex studente di Durmstrang, proprio qui dentro, si rivelassero vere, la mia reazione dovrà essere esemplare e lo sarà. Tempestiva.
    Atta a rendere ben comprensibile a tutti gli altri studenti che comportamenti simili, non soltanto verrano puniti entro le mura scolastiche ma anche, ove sarà possibile, perseguiti oltre i confini della scuola stessa e nelle sedi opportune. Magari dal sottoscritto stesso.
    Soprusi del genere non avranmo modo di passare in sordina, non con me alla guida di questa scuola almeno.
    Ascolto dunque con particolare attenzione la campana della giovane Tassorosso, sicuro di poterla ritenere, in toto, la più affidabile fra tutte.
    D'altronde è un fatto comprovato che chi subisce, per ragioni psico-logiche, non ha quasi mai ragione di mentire. Certe cose funzionano in questo modo, punto e basta.
    È però evidente fin da subito alla mie orecchie che, con ogni probabilità, dev'esserci stata una piccola incomprensione tra noi due. Nulla di particolarmente influente. È solo evidente come la ragazza sia convinta che il Barnes - perché è di lui stiamo trattando - abbia già avuto modo di raccontare la sua versione ed io, per ora, scelgo di lasciarglielo credere. Non ritengo opportuno interromperla, non prima che sia lei stessa a fermarsi almeno.
    Mi piace l'idea di lasciarla andare a routa libera, d'impulso, poiché, come per tutte le altri merci di valore, una verità troppo regionata finirebbe soltanto con il venire contraffatta.
    Solo quando ritengo opportuno farlo, quindi, le faccio un cenno di comprensione con il capo e mi permetto di riprendere la parola.
    "A questo punto Daisy, ritengo sia giusto metterti al corrente di un dettaglio prima di continuare: non è stato Burnes a portarmi la tua bacchetta. Sono stato messo a conoscenza di questa situazione, dopo una serie di circostanze che lui stesso mi ha accuratamente snocciolato, da Rick O'Connel."
    Dettaglio che può essere tranquillamente classificato come "di poco conto", se inserito entro il quadro completo. Non ha poi così importanza, dopotutto, se la certezza di turno derivi da un sospetto o una rivelazione fortuita, poiché sempre di una certezza si tratterà alla fine.
    Ad esempio, volendo prendere in esame il caso in questione, la certezza di turno risiede nel fatto che la ragazza seduta di fronte a me, di dritto o rovescio che sia, ha subito un qualcosa di meschino e ingiustificabile. Fine del discorso.
    Scambio ancora un'espressione bonaria con la Locke allora, aprendo poi il primo casssetto della mia scrivania per estrarre da esso un rotolo di pergamena sulla cui sommità spicca il sigillo di Hogwarts; iniziando da subito a scriverci sopra.
    "Dimmi ragazza...", riprendo con ostentata disinvoltura senza distogliere lo sguardo della parole che mi sto apprestando a imprimere sul foglio, "Per quale motivo pensi che Barnes adotterebbe comunque gli stessi comportamenti qualora non si trovasse sotto l'ipotetico, e poco credibile, effetto di una pozione? C'è forse altro che dovrei sapere?"

    -...In qualità di Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, con la presente, per i motivi che verrano elencati in calce, si comunica che lo studente in esame sarà...-



    Edited by Battlin' Jack - 10/11/2022, 11:23
     
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    Beh.. di fatto.. non ha fatto niente. Però..
    Come facevo a spiegarlo? Alla fine, oggettivamente, non mi aveva fatto nulla. Non avrei potuto accusarlo di qualcosa che aveva davvero fatto.
    Ecco.. qualcuno, non so chi, mi ha scambiato con un manico di scopa ma Oliver pensava che io fossi quel manico di scopa e.. ecco lo so che di fatto è le cose sono state fatte al manico ma comunque.. nella sua mente quello non era una scopa.
    Mi sentivo a disagio a raccontare la storia: mi faceva sentire stupida, come se avessi dovuto prevedere in qualche modo come era andata o saper reagire. E invece non l'avevo fatto.
    Ha.. fatto andar via tutte le ragazze che erano alla festa e sono rimasti solo.. tutti i serpeverde e hanno iniziato a.. beh spingere il manico di scopa che però dovevo essere io e cercato di farlo bere a forza versandogli addosso della birra.
    Era relativamente più semplice parlare del manico di scopa. Ma si poteva far espellere qualcuno per aver versato della birra addosso ad un oggetto?
    L'hanno accerchiato tutti e lì sono andata via.. non ho visto altro.
    Non avevo visto altro, preferendo andar via prima che si accorgessero dell'incantesimo, senza farmi troppe domande su chi mi avesse aiutato. Mi rendevo conto che messa a quel modo non sembrasse nulla di grave, eppure, la sensazione che suscitava in chi riceveva trattamenti simili era ben più che intimidatoria. La sensazione di essere in trappola e di non poterci far niente, come quella sera ad Hogsmeade con il lupo mannaro.
    Mi sorprese tuttavia sapere che non era stato Barnes stesso a rivolgersi al preside e riconsegnare la mia bacchetta, bensì il ragazzo che avevo preso a sassate al lago temendo fosse Mordekai o un altro dei serpeverde. Perchè lo aveva fatto..?
    E la seconda domanda del preside non era meno difficile per la sua risposta. Anche in questo caso non c'era un vero e proprio atto da denunciare, nessun fatto tangibile. Motivo per cui mi ritrovai a essere leggermente imbarazzata, rendendomi conto solo allora, che forse non avrei dovuto parlarne.
    Anche qui non c'è.. qualcosa è più una sensazione, il modo che ha di fare. Vede qualcuno di più debole e si sente in diritto di schiacciarlo. Sia a livello verbale, che psicologico, che fisico.
    ll modo in cui ostruiva il passo, imponeva la sua presenza anche quando era chiaro che non fosse gradita, solo perché voleva farlo.. solo perchè poteva farlo. Mi misi i capelli dietro l'orecchio: non amavo essere in quella posizione. Mi sentivo piuttosto meschina a voler spingere il Preside a cacciarlo o a prendere provvedimenti nei suoi confronti. Ma non riuscivo a sentirmi sicura con gente in quel modo. E in un certo senso, del tutto irrazionalmente, farlo era come pareggiare i conti con la mia coscienza per non essermi mossa per Marsilda per cose ben peggiori. Per una persona che forse non lo meritava..
    Non penso sia abituato ai no. E.. fa dei discorsi abbastanza inquietanti. Su..
    Un'occhiata al preside che disolsi subito. Non potevo mica dirglielo.. come glielo dicevo..??
    ..intimofemminil..
    farugliai a denti stretti tra un finto colpo di tosse e l'altro, nella speranza di togliermi da quel concetto il prima possibile.
    ..che colleziona.. e.. insomma.. cioè magari non è vero.. il punto è che.. è inquietante. E non penso gli importi di rispettare i limiti altrui.. in nessun senso. Stava per aprire il mio pacco con le pozioni antilupo. Anche se gli avevo detto chiaramente di non farlo e che non lo volevo tra i piedi.
    Lo sentivo anche io che suonava molto stupido.. me ne rendevo conto. Il che si tradusse in una smorfia.
    E non c'è altro..
     
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    -... Immediatamente espulso e allontanato dal castello.
    Sotto, i dettagli.-


    Seguito ad aggiungere motivazioni e dinamiche che hanno portato a tale provvedimento, ascoltando nel mentre la Tassorosso la quale, ora, fornisce altri dettagli utili. Nonchè pessimi da udire.
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    "Ottimo, immagino che sia il caso di aggiungere quantomeno delle severe punizioni anche per coloro che hanno pensato bene di aggiungersi al coglioncello."
    Così dicendo, in un dettagliato post-scritto, fornisco indicazioni a chi di dovere affinché ciò accada.
    Piego il rotolo di pergamena e, scaldando la ceralacca, lo sigillo con il timbro ufficiale della scuola dopo averlo firmato sul fondo.
    A prescindere da ciò che la ragazza stia aggiungendo, e sia chiaro si tratta comunque di dettagli a dir poco irritanti, la decisione è già stata presa. Ed è incontrovertibile.
    Inoltre, considerando che non tollero l'insorgere di tali comportamenti sotto la mia responsabilità, dovrò accertarmi di fare in modo che ciò non accada più. E sarà mia premura far sapere a tutti gli studenti di Hogwarts che, d'ora in poi, tali situazioni saranno trattate con mano pesante e fulminea.
    E non si tratta di cattiveria o eccessiva rigidità, tutt'altro: non ho intenzione di gettare nel mondo esterno, un domani, piccoli criminali ottimamente istruiti nell'uso delle arti magiche. Non sarei in pace con me stesso se lo facessi.
    "Daisy, respira ragazza.", la incalzo in tono gentile con un sorriso, "Non hai nessuna ragione per sentirti a disagio di fronte a me."
    Con un colpo di bacchetta apro la finestra per offrirle una boccata d'aria fresca, e un secondo le pone dinnanzi un bicchiere d'acqua fresca utile per sciogliere il groppo in gola che pare la stia cogliendo.
    Lo scostarsi i capelli, i colpetti di tosse, la fonetica a tratti indecisa...sono tutti comportamenti tipici di chi, per qualche motivo, non si sente a proprio agio in una determinata conversazione. Tuttavia, per lei, non deve essere così. Non mentre sta compiendo qualcosa di oggettivamente giusto, men che mai davanti al sottoscritto. E mi preme che lo capisca.
    "È la seconda volta che ti convoco per parlare a quattr'occhi, nonché la terza che ciò accede, e tutte le volte mi sorprendo di quanto tu sia straordinariamente d'animo gentile."
    Faccio scivolare la lettare di marca sulla scrivania in sua direzione, lasciandola a metà tra me e lei.
    "Voglio che ti sia chiaro: per qualunque cosa, a qualsiasi orario, io sono qui per voi.", le schiaccio un occhio e tento di metterla su toni vagamente più leggeri, "Oh bhe, ammesso che non mi trovi in qualche postaccio intento a schiantare il mago oscuro di turno, si capisce. In tal caso, mandami un gufo. Puoi fidarti di me. Ora..."Con un cenno del capo le indico di prendere con sé la pergamena sul tavolo, per poi alzarmi e indossare il soprabito d'ordinanza - che per abitudine e scelta indosso anche a scuola - traendolo giù dall'attaccapanni.
    "Ti chiedo di consegnare quella missiva personalmente al professor Korczak, si occuperà lui di tutto il resto."
    In fin dei conti lo studente in questione appartiene alla sua casata, e i ruoli vanno rispettati.
    "È quasi ora di cena, se ti va di accompagnarmi per un pezzo di strada, sarei felice di mostrarti una "scorciatoia" tra questo piano e un corridoio vicino alla alla sala grande. Da lì, sono certo che sarai in grado di raggiungere i sotterranei e tornare in un paio di minuti."
    La accompagno alla porta tendendogliela aperta, fermandomi però sulla soglia per comunicarle, sotto voce e dopo essermi guardato per bene attorno, un'ultima cosa. Piuttosto importante, per giunta.
    "Riguardo la pozione di qui parlavi prima...", le dico con tono sufficentemente allusivo da farle intendere perfettamente a cosa mi riferisco, "Proprio oggi ne ho fatta recapitare una scorta nel tuo dormitorio, in scatola sigillata e da un elfo fidato.
    La troverai nel tuo baule."

    Offro un colpetto sulla spalla alla ragazza e, una volta in più, le sorrido apertamente. Chiudendoci poi la porta alle spalle con un tonfo neanche troppo sordo.
    "Coraggio, andiamo."
     
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5 replies since 7/9/2022, 18:11   150 views
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