Need for lightness

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    Stavo facendo l'errore di mettermi sulle spalle troppi problemi. Non che fosse una novità in realtà, tendevo molto spesso a farlo, ma con quale arroganza pensavo di essere salvatore di chiunque adesso? Praticamente se mi capitava davanti qualcuno che mi faceva i lacrimoni io correvo come un disperato per aiutarlo? Piano, non esattamente dai.
    Insomma...con Marsilda più o meno si, ma October? Kain? Karen? Mia sorella?
    Sarah stava ancora metabolizzando ciò che aveva scoperto sulla sua famiglia e nemmeno quello era semplice.
    A conti fatti, come se io fossi una persona sempre equilibrata e integra mi stavo prendendo l'onere di portare tutti quanti nella strada che volevo io. Era questo il punto.
    Quindi anche se in una nuova veste più tranquilla, ero ancora uno stronzo arrogante? Era questo il riassunto?
    Quel giorno dovevo essermi svegliato male, perché la mia testa aveva scelto di ingarbugliarsi in questi pensieri facendomi pure distrarre sul lavoro.
    La fortuna era che oggi avevo solo lavoro d'ufficio, fatto stava che mi ero fatto ripetere le cose più volte, avevo redatto male dei documenti, in pratica oggi era meglio se mi prendevo un giorno libero, non volevo accidentalmente firmare il permesso di portare degli Alpaca dentro al Ministero.
    No, non c'era nessuna richiesta del genere, ma nemmeno mi sarei stupito se ci fosse stata dato che, se non fosse stato per i miei categorici no, il mio reparto sarebbe diventato facilmente uno zoo.
    Tutto questo per dire cosa alla fine? Che preso alla sprovvista e dalla mia distrazione avevo detto "Si" per andare a bere qualcosa al Paiolo magico con alcuni colleghi.
    AJ mi aveva trascinato letteralmente, ma avevo detto "si" anche perché Christian era dai nonni e Sarah aveva il turno serale, che poi magari ci avrebbe anche raggiunto dopo, non lo sapevo, un messaggio gliel'avevo lasciato.
    Fatto stava che ora stavo seduto sulla panca a bere la quarta burrobirra, si la quarta, mentre AJ si divertiva con il karaoke magico del Paiolo e io ridevo come un pirla per quanto era stonato.
    Ero un grandissimo pirla, perché per come stavo oggi, bere doveva essere una delle ultime cose che avrei dovuto fare, ma ormai ero qui e seduta proprio davanti a me c'era October.
    "AH October, non pensavo che avresti accettato di venire!...Ah no, quello sono io di solito, credo."
    E via giù di sorsi, che poi mica sapevo cosa volevo dirle e di certo non era il caso di fare i grandi discorsi filosofici che ultimamente facevamo nella speranza che lei smettesse di seguire il credo di Kostia Preud, manco fosse una religione poi. Quell'ucraino di merda.
    "Dopo cantiamo? Ma cosa? Boh. Ma lo sai che io so cantare? Nel senso. Non sono stonato ecco, te l'ha mai detto Sarah? Mpf, oddio in realtà spero non te l'abbia detto."
    Sgranai gli occhi come se fossi stato colto in fallo, perché l'idea che Sarah raccontasse a October la mia parte romantica, perché ehi, un po' lo ero, mi imbarazzava. Meglio cambiare argomento subito. Mi stavo incastrando da solo.
    "Senti un po', ma quand'è l'ultima volta che io e te abbiamo parlato di qualcosa che non fosse legato all'uccidere la gente perché non esiste altra soluzione alcuna in questo mondo?"
    Perfetto.
     
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    Il pattern continuava mio malgrado: stare il più possibile a lavoro e quando non c'era proprio nient'altro da fare allungare la strada per il ritorno a casa, rimandare ancora di mezz'ora, di un'ora o di due il tornare a casa e rimanere da sola. Non era la solitudine in sè il problema: non mi dispiaceva. Ma avevo notato che rimanere a casa da sola innescava una serie di flusso di pensieri che mi trascinava inevitabilmente verso il basso: non riuscivo sempre ad evitarlo in ogni caso, ma l'unica cosa che potevo fare era cercare di evitare quel posto e quelle situazioni che sapevo facessero da innesco. E non c'è molto da fare infrasettimana neanche a Londra quindi era diventata una tappa ricorrente quella di fermarsi nei pub intorno al Ministero dopo il lavoro. E quella sera non era stata solo una mia idea. Riuscivo a vedere distintamente la sagoma imponente dell'americano che brandiva la bacchetta vicino alla gola esibendosi in un canto sgraziato udibile anche dalla strada. Odiavo il karaoke con tutte le mie forze: non andavo mai al Paiolo quando c'erano serate simili. Immancabilmente arrivava il "simpatico" estroverso che riteneva opportuno coinvolgerti insistendo senza sosta perché "nella vita bisogna divertirsi, andiamoooo!" Inutile dire che i miei Silencio erano diventati pressochè impeccabili. Ma.. ma.. ma cercavo di sforzarmi di nuotare contro la prepotente corrente dell'autoisolamento. Anche se non mi andava. Anche se avrei preferito il solito clima cupo e fumoso di un anonimo mercoledì sera. Quindi entrai, strizzando automaticamente gli occhi su un "AlabAAAAAAAHHHMAAAA" tragicomico di AJ. Gli alzai il pollice con un sorriso sarcastico per sedermi davanti ad un Messicano dall'aspetto inquietantemente rilassato.
    Ah non volevo sai? Ma ho dovuto: ho trovato la tua ruga maestra, quella che vive tra le tue sopracciglia, nella hall del Ministero, giaceva là a terra tutta sola e ho detto "oh mio dio come farà senza quella ruga, tutti quegli anni di cruccio per scolpirsela.. tutto quel duro lavoro di automartirio..devo riportargliela"
    Prima o poi qualcuno mi pianterà un coltello in fronte e me lo sarà sicuramente meritato ma l'assenza di Rughy sulla fronte del Messicano è qualcosa che non vedevo da così tanto che devo riabituarmi alla sua faccia distesa e rilassata. A dire il vero sto palesemente esagerando ma è così brillo nonché sprovvisto di posate, che non posso non approfittarne. Feci poi un cenno al cameriere di portarmi qualcosa da bere: sapeva già cosa fare, niente burrobirra ma devi piccoli bicchierini con qualcosa di più forte. Sorrisi al suo invito a cantare qualcosa al karaoke, battendo gentilmente la mano sulla sua con fare accondiscendente.
    Certo caro: prepara l'Imperio.
    Poteva scordarsi che salissi di mia volontà su quel trespolo a rendermi ridicola cantando o simili. Non che non l'avessi mai fatto, ma era decisamente un altro periodo e soprattutto lui non c'era. Mandai giù il mio bicchierino per poi tirare fuori le sigarette dalla giacca in pelle e ne offrii una al Messicano.
    Non ce n'è bisogno l'appartamento è troppo vicino al vostro bagno: ti sento mentre fai la doccia.
    Non era vero ma mi divertiva metterlo a disagio vista l'espressione che gli era uscita non appena si era vantato delle sue doti canore e di possibili serenate a Sarah.
    Te la scelgo io la canzone non preoccuparti.
    Avrebbe dovuto preoccuparsi. E molto. Il mio cervello stava già sfogliando tutto il repertorio spagnoleggiante di cui ero a conoscenza alla ricerca di un brano adatto. Ispirai una boccata di fumo quando mi fece quella specie di domanda, prendendomi qualche secondo prima di rispondere: era un chiaro invito ad affrontare argomenti più leggeri, a cercare di passare una serata tranquilla, a togliersi per un po' dalle morse delle tagliole che ci attanagliavano continuamente. A lasciarle fuori e essere persone normali come ci ripromettevamo tante volte da tanti anni e non avevamo mai fatto.
    Da quando ti ho scritto una serie di esercizi per i glutei che evidentemente non hai eseguito.
    La mia risposta era ironica eppure mi spiazzò per qualche istante pensare che forse era vero, che forse davvero quella era una delle ultime volte in cui avevamo parlato senza che ci fossero questioni spinose in agguato, che incombevano alle nostre spalle. Anche se non lo dicevamo apertamente le vedevamo comunque dietro all'altro a proiettare la loro ombra su ogni parola. Erano passati quasi dieci anni... e mi sembrava impossibile che il tempo fosse volato via così, che fossero già passati così tanti anni come in uno schiocco di dita e al contempo non riconoscersi assolutamente nella ragazza che si era ubriacata e aveva scritto lettere stupide a tutti i colleghi.
    Come hanno fatto a trascinarti qua? AJ ha sfoggiato il suo irresistibile polpaccio?


    Edited by .Fay. - 25/5/2022, 12:01
     
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    "Oh, ti ringrazio. Ma ci tengo a dirti che non è stato l'automartirio a scolpirla. E' frutto dell'operato di tante persone, te compresa, ma oggi quella ruga è rilassata, oggi quella ruga non ho voglia di averla."
    Pure Sarah me l'aveva fatta notare ovviamente, quando mi innervosivo, sulla fronte quella ruga tendeva a mostrarsi e quindi chi avevo davanti lo capiva subito che c'era qualcosa che non andava, o almeno quasi tutti dai.
    Fatto stava che quella sera non avevo voglia di nessuna rottura di coglioni o fardelli che mi mettevo da solo sulle spalle, perché in realtà quel discorso sull'auto martirio non era finto, ma mica potevo dirlo così apertamente eddai.
    Sbuffai poi sul fatto che non volesse cantare, qualche anno prima sarebbe stata lei a trascinarmi a forza, com'era possibile che ora mi trovavo io a sbuffare e cercare di convincerla? Era troppo strano.
    E fosse stato un altro momento quella battuta infelice l'avrei presa diversamente. Per l'appunto, quella sera non avevo voglia.
    "Come sparare alla croce rossa praticamente, figurati se lo so fare un imperio. Non è giusto."
    La verità era che non ci avevo mai neanche provato e nemmeno avevo l'intenzione di farlo, per cui non potevo effettivamente dire che non ne ero in grado, ma nemmeno avevo curiosità di saperlo.
    E soprattutto era meglio non dire che quella che poteva preparare l'imperio era lei giusto?
    "Quindi ora quella noiosa sei tu? Come potrei dire...Sei tu una Dellores ora."
    Octobres non ci stava bene, paradossalmente "Dellores" suonava proprio bene e la cosa mi urtava particolarmente, ma non quella sera, quella sera non lo ero.
    Scoppiai a ridere poi quando disse che mi sentiva cantare dalla doccia, balle. Come se mi mettevo seriamente a cantare a caso sotto la doccia, chi lo faceva mica lo capivo. Intanto accettai volentieri la sigaretta, accendendomela a mia volta.
    "Ma secondo te perché la gente canta sotto la doccia? Boh."
    Era liberatorio? Rilassante? Li divertiva? Non che mi interessasse davvero in quel momento.
    "No no no cosa scegli tu! Conoscendoti andresti a prendere chissà che canzone spagnola ridicola giusto per minare la mia altissima reputazione."
    Feci un tiro cercando di apparire più serio e figo possibile per dare conto alla mia altissima reputazione, ma non avevo idea di cosa fosse uscito fuori in realtà.
    La mia provocazione comunque non turbò October, forse meglio così, fatto sta che non potei non guardarla con stupore prima di prendere parola.
    "Quindi mi guardi il fondoschiena. Mi spiace, ma mi ritengo abbastanza in forma. Non minerai la mia autostima."
    Il fatto era questo, il reparto auror era sempre stato una sorta di centro modelli per motivi a me inspiegabili, per anni da adolescente avevo dovuto rimediare a quanto fossi bruttino con una spiccante personalità, crescendo ero migliorato e insomma!
    Fatto stava che non potevo fare a meno di pensare che effettivamente era da troppo tempo che non parlavamo in questo modo e per farlo era servito uscire dal Ministero e diventare un po' brillo? La cosa era abbastanza triste. Sospirai, distogliendo lo sguardo cercando di pensare ad altro e la domanda di October aiutò facendomi ridacchiare.
    "Ahah stranamente no in realtà... ne... ne avevo bisogno."
    Fu forse l'unica cosa seria detta fino a questo momento, ma ora dovevo ricominciare a convincerla a cantare.
    "Forza, dimmi cosa vuoi per convincerti a cantare. Ci sarà qualcosa, giorni liberi? Meno lezioni al corso auror? Cambiare collega di ronde? No non è negoziabile la mia assenza in certe tue attività. Purtroppo per te liberarti di me sarà dura stavolta. Molto dura."
     
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    No! E ti hanno anche nominato capo Auror?
    Erano strano scherzare così su questi argomenti. Era veramente strano vederlo assecondare il dark humor senza che l'onnipresente Rughy facesse capolino. Ero contenta che fosse caduta nel corridoio del Ministero e speravo vivamente che qualcuno la pestasse a morte spianandola almeno un po'. Il messicano si caricava di troppe preoccupazioni con troppa foga, sperando di poter salvare tutti, rischiando di annegare per voler tirare fuori dall'acqua troppa gente tutta assieme. Ma il mio divertimento durò ben poco e rricciai il naso davanti a quel soprannome.
    Crudele da parte tua tirare fuori il tuo nomignolo più brutto, nonché l'unico che non ho inventato io..
    Era sicuramente per questo che era il più brutto. Gli inglesi non hanno umorismo, lo sanno tutti. Non che i norvegesi l'abbiano.. ma la mia famiglia mi ha chiamato come un festival della birra quindi credo di avere una predisposizione genetica del tutto indipendente dalla mia nazionalità e cittadinanza di adozione.
    Certo che ti guardo il fondoschiena, devo pur prendere la mira quando ho voglia di prenderti a calci Ramon. Già senti come suona meglio..Ramon...
    Un sorriso dispettoso mi si dipinse sulle labbra mentre sorseggiavo il mio drink. Aah, non avrebbe dovuto chiederlo... il problema però è che non mi venne in mente nulla di diabolico. Forse era meglio andare al San Mungo per farmi controllare...
    Allora voglio...
    roteai la lingua all'interno della bocca, sinceramente assorta nello scegliere quale terribile dispetto e umiliazione avrebbe potuto impedirgli di accettare e salvarmi così da una pietosa esibizione canora che non avevo voglia di fare neanche a discapito del mio primogenito: chiedetemi di lanciarmi a prendere un crucio, chiedetemi di farmi tagliare di nuovo la mano. Ma il karaoke no. Dopo vari rimugini però arrivai a una risposta che non era esattamente in linea con i miei piani originali.
    Un appuntamento.
    Mi premurai tuttavia di alzare entrambi gli indici e di affrettarmi a specificare.
    Con te.
    L'ultima cosa che mi ci voleva era che raccattasse il primo rincoglionito da affibbiarmi per una serata terribilmente pallosa e soporifera. Sicuro ne avrebbe anche scelto uno brutto. No. Non mi serviva un'agenzia.
    Una volta al mese usciamo, NON nella serata karaoke e ci conosciamo. Niente lavoro.. insomma tu potrai parlarmi della tizia coi capelli rossi che ti ha messo il lassativo nel caffè e io potrò parlarti del mio capo paranoico che mi fa assaggiare ogni suo caffè prima di berlo... ma solo questo. Due chiacchere di aggiornamento. Perché non esiste che tu non sappia che io sono noiosa e io non sappia che tu canti.. cristo santo.
    Non esisteva che riuscissi a leggergli nel pensiero, a prevedere la sua reazione alle mie parole ma non.. sapessi davvero un sacco di altre cose. E a dirla tutta.. ero piuttosto stanca che mi vedesse solo per... l'essere un casino. Ma il lavoro ci portava a questo. Il trascorso ci portava a questo: a vederci con quei ruoli, ad aver scoperte le parti più massicce delle nostre persone e.. dimenticarci delle cose piccole. Perché in confronto non sembravano importanti. Eppure erano le cose piccole a riempire i buchi, a rivestire lo scheletro ed i pilastri e a contare davvero. E anche se questa smielatezza non l'avevo detta ad alta voce mi sentii comunque troppo esposta. La battuta sul caffè non riusciva a farmi da coperta di Linus, e dopo qualche secondo sentii la necessità di sbattere di nuovo la sigaretta sul posacenere e tirare di nuovo su il tono sarcastico e sbrigativo di sempre.
    Ovviamente offri tu e la canzone da cantare la scelgo io. Ma puoi sempre rifiutare Messico. Ah, senti come suona meglio? Messsssico...
     
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    "Pensa che c'era addirittura la voce che volevano chiedermi di farmi diventare Ministro della Magia. Ti immagini? Assurdo."
    Effettivamente il fatto che non sapessi utilizzare la magia oscura potevano essere un problema? Forse si...più che altro per una questione di conoscenza, di avere maggior consapevolezza di quella branca della magia, ma soggettivamente parlando ero contento così e nemmeno avevo intenzione di testare questa cosa. Anche da ragazzino, senza mai dirlo ad anima viva, avevo sempre nutrito una sorta di terrore verso la magia oscura, il pensiero che potesse in un certo senso "manipolarmi" mi aveva tenuto sempre lontano. Da ragazzo me ne vergognavo, adesso no, averne paura era saggio.
    Per quanto riguardava quella voce, davvero era girata e per poco non mi veniva un infarto all'idea, manco morto avrei accettato una carica del genere. Non era nelle mie corde, non ero in grado di reggerne lo stress anche probabilmente, ma non era proprio nella mia indole occuparmi di sola politica. Potevo finirci in mezzo anche ora, ma molto più marginalmente, non volevo escludermi la possibilità di scendere sul campo.
    "Sai, non posso chiamarti "Messico". Non ha senso... come ti chiamo? "Norvegia"? Non suona nemmeno come insulto...aspetta. Perché Messico suona come un insulto e Norvegia no! Non è giusto, non capisco."
    Mi stavo forse facendo del razzismo da solo? Perfetto, ero messo benissimo. Non che avessi particolari problemi con questo tipo di battute, offendermi perché venivo chiamato Messico non era cosa, mi avevano chiamato in modi decisamente peggiori, tra i mangiamorte poi non osavo immaginare. Fatto stava che non capivo perché "Messico" suonava offensivo e "Norvegia" no, non aveva senso!
    "Sei un agglomerato di lentiggini, posso chiamarti lentiggine. Ma sembra persino un vezzeggiativo carino. Rossa? Neutrale. Senti ti ho insultato in qualsiasi modo possibile negli anni e ora non mi viene un termine preciso per farlo. Cosa mi sta succedendo."
    Questo perché gli insulti che le avevo rivolto in passato di certo non erano innocenti e nemmeno riassumibili con un termine ironico...per cui meglio non approfondire questo punto.
    Non ero stato molto carino con lei in passato, dovevo ammetterlo.
    Ora arrivava il momento peggiore di certo non le avevo detto "faccio qualsiasi cosa", per cui ciò che avrebbe chiesto poteva essere negoziabile, ma la sua mente chissà che cosa avrebbe partorito.
    Un appuntamento...Con te.
    "Un appuntamento con me... Cosa?!"
    Aggrottai le sopracciglia confuso, ovviamente non stava intendendo un appuntamento romantico no? Dai questo potevo capirlo persino da brillo, però ecco un po' mi aveva colto di sorpresa. Appuntamento in che senso?
    Rimasi quindi a fissarla, tenendo la sigaretta a mezz'aria come se il tempo si fosse fermato improvvisamente, poi con la mente leggermente annebbiata il tempo sembrava persino dilatato.
    Poi ascoltai l'approfondimento di quella proposta e il tempo riprese a scorrere più o meno normalmente mentre un sorriso mi compariva sul volto colto in modo positivo dalla proposta.
    "Mh...non mi ci ero mai soffermato effettivamente, avrai un colore preferito? Degli hobby?"
    Abbassai lo sguardo, sentendomi quasi in imbarazzo alla prospettiva di non saper rispondere a domande così banali, veramente il nostro rapporto era solo basato sui casini, il lavoro e la sopravvivenza?
    "Va bene. Accetto l'offerta. Non sei solo una bomba a orologeria giusto? Lo scopriremo."
    Probabilmente avrebbe fatto piacere anche a Sarah, forse. Non era come se improvvisamente una volta al mese uscivo con una collega che non era una nostra conoscenza, October era una delle sue migliori amiche, non c'era niente di male o strano no? Forse. Mh...ormai avevo accettato.
    "Va bene scegli la canzone! Me ne pentirò domani, ma almeno canterai con me. Sono pronto per la gogna."
    Detto ciò per siglare quello che sembrava quasi un accordo, le porsi la mano per potergliela stringere. Un'uscita al mese e davanti non avrei avuto October Fhest, l'incasinata collega in preda da rimorsi, confusione e morale distorta, ma...solo un'amica?
     
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    Lentiggine. Una smorfia apparve sul mio volto come se qualcuno si fosse appena tolto la benda da una ferita disgustosa.
    No ti prego, "lentiggine" e "rossa" sono state le battute di entrata di coglioni estremamente poco fantasiosi.. Non è carino è solo.. stupido, andiamo! Puoi fare di meglio..
    Rimasi in attesa, con la sigaretta tra le dita, squadrandolo come se credessi veramente che i suoi sforzi avrebbero dato dei frutti.. Norvegia.. niente, non ce la faceva a farcela. Scossi debolmente la testa, delusa. Quel che mi lasciò perplessa fu tuttavia l'espressione del messicano alla mia proposta. Era come se stesse per avere un infarto da un momento all'altro. O come se se la fosse appena fatta addosso. Lo vidi però rilassarsi dopo che specificai cosa intendevo per appuntamento.. Oh no.. aspetta..
    ..Dell.. pensavi che ti stessi davvero invitando fuori nel senso galante del termine?
    La cosa era a dir poco esilarante e dovetti lottare con tutte le mie forze per non ridergli in faccia, nascondendomi dietro la mano e il fumo della sigaretta.
    Andiamo, non ti odio fino a quel punto..
    Ero ben consapevole di essere totalmente incapace di qualsiasi tipo di coinvolgimento emotivo. Certo disgrazie non si augurano a nessuno.. tanta valeva scherzarci su, tanto più che in quel momento era l'ultimo dei miei interessi. Mi strinsi nelle spalle come a dire che forse avremmo scoperto effettivamente dei colori preferiti e simili.
    Ottimo! Anche perché ho comprato dei vestiti carini e non so quando cazzo metterli quindi mi crei un occasione di utilizzo per togliermi da questo merda di bianco e nero che sembro una suora.
    Il fatto che avesse accettato però significava anche un'altra cosa: mi toccava veramente l'umiliazione del karaoke.
    Prepara le maracas..
    No, non l'avrei fatto davvero. Ma si meritava fino all'ultimo di prepararsi a esibirsi in un tormentone di Ricky Martin....

    Abilità canore level: Kimmy




    1 mese dopo.

    Sventolai davanti al messicano un barattolo con dentro dei bigliettini.
    Coraggio, pesca un argomento..
    La sua espressione perplessa chiedeva evidentemente una spiegazione.
    C'è un cane influencer su instagram a cui fanno scegliere le attività del giorno da un barattolo. L'ho fatto anche con Peter. Funziona con i cani e con i bambini: secondo me può funzionare anche per i messicani..
    Glielo agitai di nuovo sotto al naso.
    Andiamo ti ricordo che l'ultima volta che ci abbiamo provato ho mutilato un tacchino... ci serve un supporto, siamo socialmente invalidi.
    Ok forse ero io quella socialmente invalida, ma restava il fatto che era da poco che io e lui riuscivamo a parlare senza scivolare in prese di posizione ostinate e argomenti pericolosi. Non volevo che finissimo in quel buco nero. Doveva essere una serata leggera, lasciando da parte macigni e dilemmi esistenziali e morali.

    Argomenti: Delusioni d'amore, Genitorialità, Domande assurde, Quello o quello//cose preferite
     
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    "Si, posso fare di meglio. Ma al momento tutti gli insulti che mi vengono in mente riguardano la tua passione per l'Ucraina, il pessimismo cosmico che ti avvolge e il tuo comportamento da "nessuno mi può capire, quindi devo fare tutto da sola gnegne"".
    Bene, tutto quello che non dovevo dire l'avevo detto. A posto così, ma dato che al momento altri insulti meno offensivi e più bonari non mi venivano in mente toccava beccarci questi. Perché si, October era diventata così, farla tornare come prima non era cosa, nessuno poteva più tornare come prima, ma almeno ridimensionare il cambiamento? Farle abbandonare certi propositi? Se fossi riuscito almeno a non farle superare quel limite...andava bene.
    Ma non era questo il momento di pensarci.
    "AHAHAHA no....no...Certo che no! Mi hai solo preso alla sprovvista."
    Senza contare che sarebbe stato oltremodo assurdo, manco in universo alternativo riuscivo a vedere me e October in quel senso e anche solo pensarci mi venivano i brividi, ma non perché provavo disgusto, ma perché sentivo già le urla possenti di una valchiria di nome Sarah Matthews venirmi a distruggere.
    "Non ti sei convertita al nero perenne per fare in modo che il colore dei tuoi vestiti rispecchi il tuo umore? Ah no?"
    E dopo ciò, ormai dovevamo cantare e quello che ne uscì fuori era meglio che non uscisse da questo locale, ero intonato si, ma in queste condizioni un po' meno e October forse aveva spaventato persino un uccellino che si era appoggiato a una finestra.

    No, non l'aveva presa bene Sarah. Non era un bel periodo per lei e quello lo sapevo, ma le uscite con October erano innocenti. Anzi dal mio punto di vista c'era l'obiettivo di conoscerla meglio, di vivere "Momenti normali" anche per farle ritornare ad apprezzare situazioni come questa, che non c'era solo "uccidiamo Castiel Westwood", era un modo come un'altra per farla ritornare su binari meno disastrosi... non avevo avuto molto modo di spiegarlo a Sarah, ci avevo provato, ma mi aveva liquidato con un "si vai". Fine. Borbottando poi qualcosa...
    Dovevo parlarci seriamente, aveva forse frainteso? Ma se fosse stato, glielo sarei pure andato a dire? "Ehi amore, oggi esco con l'amante, a dopo". EDDAI.
    Comunque si, poi ci avrei parlato meglio, dovevo tranquillizzarla, era una merda tutto quello che avevamo scoperto sull'alchimista e per lei era l'ennesimo colpo alle spalle da parte della sua famiglia.
    Sospirai, quella era un'altra bella problematica che stavamo ancora cercando di capire come superare. Questa storia doveva finire, stava durando da anni e non ci stava facendo altro che caricarci di altri dolori.
    Dunque per rilassare anche il mio cervello ora ero seduto davanti a October che mi sventolava un barattolo davanti e quando spiegò a cosa servisse riuscì comunque a infilarci già il primo insulto alla mia persona.
    "Quindi per iniziare bene hai scelto di paragonarmi a un cane. Ci tengo a sottolineare quanto tu sia decisamente più socialmente invalida di me. Ma comunque, peschiamo. Potrebbe davvero aiutarci."
    Per quanto ne sapevo Fhest poteva aver messo i peggio argomenti per una conversazione, dai...c'era tipo: Sport preferito? Qual è la cosa più pazza fatta in adolescenza? Cotte segrete del passato? Robe così?
    "Em...ok. C'è una lista di cose... questo o quello?...Bene. Partiamo semplici, mi piace...Ti dico prima i miei e poi vai tu."
    Feci un colpo di tosse, sentendomi veramente un socialmente invalido dato che mi serviva un bigliettino per dirle che preferivo i gatti ai cani. Ma dato che eravamo messi male tanto valeva dar seguito a questa cosa.
    "Cani o gatti? Gatti. Si ho anche un cane, ma è più di Sarah che mio... sono decisamente un tipo da gatto. The alla pesca o al limone? Limone. Troppo dolce alla pesca. Gobbiglie o Quiddtich? Tsk, Quidditch ovvio. Ero nella squadra Serpeverde anche e tutt'ora lo seguo. Sono fan dei Ballycastle bats. Mare o Montagna? Mmh mare. Quando vivevo in Messico vivevamo vicino al mare, ci passavo tutte le estati. Un po' mi manca. Birra o vino? Birra, ma in realtà preferisco il whisky incendiario."
    Ero stato bravo dai, avevo persino argomentato. C'era da apprezzare l'impegno.
    "Ora tocca a te...e poi pesca il prossimo."
    Stavo persino diventando curioso del resto adesso.
     
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    A mani incrociate sul tavolo, gli occhi fissi in quelli di Dell mentre mi subivo quel rimprovero sul canale di comunicazione appena utilizzato e risultato offensivo.
    Senti ho letteralmente due amici e siete tu e tua moglie.. certo che sono socialmente invalida. Ma sentiti pure libero di scrivere altri argomenti da infilare nel barattolo Delly.
    D'altro canto mi aveva detto cose ben peggiori e offendersi per una cosa vera sarebbe stato davvero stupido. Sapevo benissimo che i miei contatti potevano contarsi sulle dita di una mano. E quella mano non doveva necessariamente avere tutte le dita su.. Il capo auror però sembrò stare al gioco: probabilmente per quanto non gli piacesse l'idea, ritrovarsi da soli faccia a faccia a non poter parlare di lavoro avrebbe messo in difficoltà anche lui. Non eravamo abituati a questo. Io in generale, lui.. beh con me.
    Quanto tempo sei stato in Messico? Credo di non averti mai sentito parlare spagnolo..
    Non che lui mi avesse mai sentito parlare in Norvegese probabilmente. Ma era quasi ironico che pur chiamandolo sempre Messico.. non avessi nemmeno idea se avesse mai vissuto in Messico o fosse nato qua e fosse quindi, di fatto, molto più inglese di me.
    Allora.. nessuno dei due: richiedono troppa cura e non mi ricordo di sfamarli o portarli in giro. Thè al limone, concordo. Del Quidditch non me ne frega niente, ho sofferto di vertigini per quasi tutta la vita, odio volare sulle scope.. d'altro canto Gobbiglie è una palla.. Bah.. e Quidditch sia, meglio morire velocemente che di noia..
    Sono Norvegese, quindi montagna ad occhi chiusi.. perfetto direi, non ci incontreremo mai durante le vacanze! Non so se sarei più traumatizzata a vederti in costume o con la tutina da sci..
    E ovviamente.. come potrebbe October Fhest preferire il vino alla birra? Rossa, perché sono banale.

    E a tal proposito, il cameriere fece la sua comparsa, prendendo le ordinazioni. Una birra rossa dunque e un Incendiario. Come primo giro non sembrava andato male.. Fu quindi il mio turno di infilare la mano nel barattolone e tirare fuori il prossimo argomento.
    Dunque.. ottimo. Delusioni d'amore.
    Non so perché la cosa mi facesse quasi ridere. Ma io ricordavo la prima volta che avevo visto Dell: avevo pensato fosse odioso e vagamente bruttino. Adesso mi era semplicemente impossibile fornire un giudizio estetico dopo averlo conosciuto da così tanto tempo. Non sapevo se dipendesse dal fatto che era invecchiato... cresciuto.. sì, cresciuto, e avesse guadagnato un aspetto più maturo, se mi fossi semplicemente abituata a lui oppure se la sua.. persona era come uscita fuori rendendo il suo aspetto quasi.. trascurabile. Accessorio. Ma stava con Sarah da tantissimi anni e quindi ogni delusione d'amore doveva essere precedente a quando lo avevo conosciuto. E per qualche motivo.. ricordandomi lo sbarbatello con la faccia da stronzo e i capelli di merda.. avrei messo la mano sul fuoco che di storie ne avesse avute pochissime.
    Devo iniziare io? Beh allora.. direi che lo sono state tutte.. uno mi ha fatto le corna con una che odiavo, uno era gay, faccio scappare tutti quelli con cui esco dopo mezzo appuntamento ma oserei dire che il premio lo vince il matrimonio finito con il divorzio quindi.. Ioan.
    Avevo evitato quell'argomento come la peste per un sacco di tempo. Non volevo giudizi, non volevo opinioni, non volevo sentire nessuno, fortemente convinta che avrebbero preso le sue parti. Per me era un fallimento, sotto molti punti di vista. Era un'altra cosa in cui mi rendevo conto di non essere adatta, che non andava bene. Probabilmente non sapeva nessuno cosa fosse successo davvero.. o forse lo sapevano perché lo avevano chiesto a lui. Sapevano la sua versione. Per qualche motivo sentivo che lui fosse sempre protetto dagli altri, come se fosse la persona da "compatire" in quella storia perché doveva sopportare una come me. Una stronza egoista.
    Mi ci era voluto un sacco di tempo per fare chiarezza al riguardo. Rimaneva comunque una grossa delusione: io non avevo mai avuto cose importanti, cose durature.. e sì, l'età sicuramente c'entrava ma.. iniziavo a credere che non fosse mai dipeso solo da quello. Che semplicemente non ero adatta a quel genere di cose. Anche perché le chiamavo "cose"...
    Prego, il palco è tuo.. racconta.
     
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    "Emily ti ha visto chiacchierare con Kain, chissà che fra disagiati non possa nascere un'altra amicizia."
    Emily era pettegola quanto sua madre e appena aveva visto October e Kain parlare era corsa da Sarah per spettegolare. D'altro canto io avevo ascoltato e avevo annotato questa informazione per poterla spiattellare subito a October o Kain appena l'occasione me l'avrebbe permesso. Ed ecco qua.
    Ignorai l'appellativo Delly ovviamente, se mostravo profonda irritazione per un nomignolo del genere non me lo sarei mai staccato di dosso, quindi meglio far finta di niente, come se mi avesse chiamato tranquillamente "Dell".
    Anche se ciò avrebbe potuto farle capire che poteva usarlo senza problemi perché mi andava bene.....che fatica. Meglio comunque non reagire infastidito.
    "Va bene, aggiungo un bigliettino".
    Non avendo carta a disposizione presi un pezzo di tovagliolo e rimasi qualche secondo a fissare il bianco rendendomi conto che mi venivano in mente solo robe profonde e pesanti...ma che problemi avevo? Beh, c'era da dire che gli argomenti più pesanti erano anche quelli più interessanti e che davano più spunti di conversazione...mmh. Era ancora presto per il dramma dai.
    Così scrissi "La più grande figura di merda fatta". A posto.
    "Viví veinte años en México".
    Mi stupì del fatto che non mi avesse mai sentito parlare in spagnolo, non che lo facessi molto effettivamente, ma era soprattutto agli inizi mi capitava spesso, soprattutto quando imprecavo, ma poi con il tempo era andato a perdersi l'uso della mia lingua madre, a parte con i miei genitori.
    "Tradotto, ho vissuto per venti anni in Messico. Sono stato in orfanotrofio per 6 anni, poi i Ramirez mi hanno adottato. Mi sono poi trasferito a Londra quando ho iniziato il corso auror."
    Con annessi insulti di mio padre al seguito e problemi legati ad Audrey, un bel pacchetto ben confezionato.
    "E io non ho mai sentito parlare te in Norvegese, penso...oppure forse qualche imprecazione si."
    Lingue madri a parte, ora ascoltai tutte le brevi risposte riguardo a cose così banali eppure sconosciute. Come potevo scoprire solo adesso che avesse le vertigini? Odiava volare sulle scope! Eddai!
    "Posso accettare che non hai sbatti a star dietro agli animali, ma volare!! VOLARE. Le vertigini...hai le vertigini...Ahahahahah....comunque questo tuo profondo disgusto per la mia persona a livello fisico inizia a offendermi! Che trauma vuoi avere a vedermi in costume, santo Merlino!"
    Va bene che non voleva vedermi nudo per imbarazzo e per il rapporto che avevamo, pure io avrei evitato, ma in costume! O in tuta da scii!! Io avrei mentito spudoratamente se avessi detto che vedere October in costumo mi avrebbe traumatizzato, sembrava essere uscita da una rivista di moda, dai quanto ipocrita sarei stato. Meglio non dire niente.
    Argomento successivo. Delusioni d'amore.
    Dopo la sequenza di sfighe avute non fui stupito di sentire il nome di Ioan. Non mi sentivo comunque di giudicarla, anche se dal suo atteggiamento forse in parte si aspettava chissà che mio commento. Che potevo dire? Non conoscevo le dinamiche e Ioan era rimasto la. Lo stronzo era rimasto la. Quindi.
    "Pensi sempre che sia colpa tua vero? Non ne sono così sicuro stavolta con Ioan. Stai attraversando uno dei periodi più ardui della tua vita adesso e lui avrebbe dovuto starti accanto. Anche se tu non lo avessi voluto."
    Distolsi lo sguardo un attimo, forse era solo un parere mio, ma October era davvero in difficoltà adesso e si ritrovava da sola a capire come fare, con la mia presenza semi fastidiosa attorno.
    "Solitamente sono stato io la delusione di qualcun altro prima di mettermi la testa a posto con Sarah, maaaa...direi decisamente Lilian Moon. Em...lo sapevi che siamo stati assieme ai tempi di Hogwarts? Beh, siamo stati assieme un anno e mezzo. Metà del sesto anno e tutto il settimo. Poi beh...mi ha mollato. Non l'ho presa benissimo."
     
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    Sì, passiamo il tempo a sparlare di te..
    Risposi sollevando le sopracciglia. Non era vero, ma dovevo ancora perdonargli di avergli dato il permesso di entrare in Ministero spacciandosi per il viceauror e prendermi per il culo.
    Il suo problema quale è?
    Mi lasciai sfuggire questa domanda di curiosità: sapevo che comunque Dell non mi avrebbe spiattellato niente di troppo specifico ma forse poteva darmi una macroarea su cui poi ragionare e trarre delle conclusioni con l'irlandese.
    Infondo non era una conversazione di lavoro: non era colpa mia se conoscevo solo colleghi..
    ...lo sai che la tua intera personalità cambia quando parli in spagnolo? Sembri quasi simpatico...
    Una battuta ma fino ad un certo punto: la sua voce sembrava totalmente diversa e decisamente una persona più.. shalla.
    Jeg ser enda mer drittsekk ut hvis jeg snakker norsk
    Dirlo con un'espressione totalmente seria sicuramente confermava le mie parole
    Sembro ancora più stronza se parlo in norvegese.
    E dovetti sorbirmi l'ennesima uscita del mondo magico sul mio odio infinito per le scope.
    Sono un mezzo di trasporto scomodo e stupido. Non hanno assolutamente senso.
    Sapevo andare su una scopa. Solo che odiavo farlo. Era scomodo, era poco pratico, ti bagnavi, scendevi e avevi le chiappe da rottamare.. solo un masochista amerebbe quel coso..
    Forse ho solo paura di cedere al tuo fascino latino e caderne vittima innescando una tragedia degna della migliore soap opera messicana con l'ovvio epilogo della mia cruenta morte per mano di tua moglie.
    Già.. pensate se l'avessi detto in norvegese che simpatia!!
    Credo sia colpa di entrambi. E' colpa mia perché non avrei dovuto sposarlo. Mi sono aggrappata a quel che volevo prima della guerra. Un bellissimo matrimonio che durasse per sempre e almeno cinque figli. Come se.. averli.. rendere reale quel desiderio potesse far tornare tutto come prima.
    Kostia mi aveva detto che secondo lui non ero pronta. Che non riteneva nutrissi lo stesso trasporto nei confronti di Ioan necessario per andare all'altare. Mi ero resa conto molto tempo dopo che aveva ragione. Sul momento non era qualcosa che volevo vedere. Io volevo solo essere felice, che si sistemasse tutto. Ed ero corsa verso la vita che avevo sempre voluto, senza chiedermi se nel frattempo fosse cambiato qualcosa. Era sempre stato quello ciò che volevo... era lì che volevo andare.
    E lui probabilmente me lo ha chiesto per i motivi sbagliati. Aspettando che questo cambiamento avvenisse. Ci sono tante cose che non hanno funzionato Dell, ma non credo sia colpa solo mia o solo sua.
    Me lo aveva chiesto perché non mi allontanassi, perché temeva che potessi farlo. E ai tempi avevo terribilmente paura di rimanere da sola che avevo ceduto quando minacciava di andarsene. Quando non accettava passi indietro ma voleva solo che andassero avanti, anche se per me era presto. Me lo aveva chiesto in un momento dove non avrei dovuto decidere niente.. perché non avevo ancora capito niente di me stessa e di cosa, quella nuova versione sconosciuta di me, volesse davvero.
    A entrambi serve qualcuno di più affine.
    O nessuno. Non avrei mai pensato di voler stare da sola. Non l'avevo mai voluto. E forse non lo volevo davvero.. ma iniziavo a pensare di essere inadatta a dividere qualsiasi cosa con qualcun altro. Dubitavo che esistesse qualcuno che corrispondesse a quello che volevo da un'altra persona.. ma andava bene così. Preferivo questo al dover incessantemente cercare completezza al di fuori nell'amore di qualcuno. Vero o effimero che fosse.
    Al contrario Dell, sono felice che non mi stia accanto. Finirei a prenderlo a calci nel culo da mattina a sera, lui e il suo stupido naso gigantesco..
    Perché era questo che succedeva altrimenti. Finivi per odiare chi avevi accanto per colpe non sue.. non del tutto. Mi resi conto che il mio tono fosse risultato particolarmente brusco e duro. Mandai giù un sorso di birra, prima di pulirmi il labbro superiore con l'indice decidendo di far finta di niente.
    Dopotutto c'era una rivelazione improbabile in corso che necessitai di qualche secondo per mettere assieme.
    No aspetta.. tu sei stato la delusione altrui..
    Mi presi un attimo per rifletterci silenziosamente: la faccia da stronzo ce l'aveva. Le ragazzine amavano gli stronzi. E gli stronzi ti lasciavano col culo per terra.. Annuii alla fine, trovando la cosa verosimile. Sorprendente. Senza dubbio. Il mostro in jeans aveva avuto più frequentazioni di me. Lui. Non che ci volesse molto eh, ma.. LUI!
    Lily.. ho dei seri problemi a capire come facesse a sopportarti. Insomma Sarah ti apre il culo in due quando fai lo stronzo è abbastanza semplice immaginare le dinamiche..
    Questo era vero solo in parte: Sarah era cambiata molto con Dell. Il loro rapporto era alla pari, probabilmente mai in equilibrio statico, ma riuscivano a bilanciarsi a vicenda tra le varie oscillazioni che la vita gli buttava tra i piedi. La verità era che forse avendolo conosciuto solo in qualità di altra metà di Sarah mi era impossibile immaginarlo con qualcun'altra.
    Infilai la mano nel barattolo, tirando fuori il tovagliolo scritto appena prima da Dell. Sollevai le sopracciglia: c'era un fitto archivio tra cui scegliere..
    Credo questa tu la sappia.. quando ho spedito i gufi a chiunque in ufficio ubriaca..
    Specialmente quelle dirette ai Carter...
    Per quelle inedite tuttavia... ok, ci sono. Ho dichiarato il mio amore al professore giovane per cui mi ero fissata. Al ballo della scuola, dopo averlo invitato a ballare. Mi ha dato buca e io ho iniziato a piangere davanti a tutti dopo un eroico sforzo per non farlo. E nel fuggire ho sbattuto contro il mio ex e la sua nuova fiamma. E non sono uscita dalla mia stanza per 4 giorni per l'imbarazzo. Poi avevo finito la cioccolata quindi...
     
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    "Ceeerto...e tra un insulto e l'altro fate a gara a chi ha più dilemmi morali messi in discussione immagino."
    Feci un sospiro domandandomi come fosse successo che ora vivevamo tutti uno vicino all'altro, colpa del mio masochismo alla fine, non c'era altra spiegazione sensata. Un masochismo che condividevo con Sarah ovviamente, mica lei era esente dal cercare di salvare i casi umani. Anzi.
    Ridacchiai di fronte a quella domanda su Kain, effettivamente non faticavo a immaginarli avere anche dei battibecchi, senza contare che October aveva un dono innato per battibeccare quasi con chiunque.
    "Solo uno? Ahah va beh... diciamo che quell'uomo si è ritrovato troppo spesso a dover ricominciare da capo."
    Non sarei andato nello specifico ovviamente, ma questo era un riassunto abbastanza esplicativo.
    "Adesso capisci perché parlo poco in spagnolo? Non vorrei dare un'immagine di me sfalsata sai. Perderei credibilità."
    In realtà era più una questione di abitudine, stando a Londra ormai da così tanto tempo mi aveva dato modo di far diventare l'inglese quasi una madre lingua come lo spagnolo.
    "Perfetto, a te il norvegese sta benissimo invece. Che qua la nomea di stronzo non posso mica sorbirmela solo io, ormai mi sembra che anche per te la stronzaggine non sia poi così sconosciuta."
    Era giusto sottolinearlo, dato che praticamente ricevo più insulti che saluti da lei.
    "Mica le uso come mezzo di trasporto le scope! Le concepisco solo nel Quidditch, per il resto metropolvere tutta la vita."
    Certo, il mio fascino latino, però quella soap opera era priva di un dettaglio.
    "Se proprio vogliamo renderla una tragica soap opera, io dovrei cedere al tuo fascino norvegese e quindi finire morti entrambi per mano di mia moglie. Questa si che è vera tragedia ahaha"
    Uno scenario a dir poco terrificante, ma passando a qualcosa di più serio mi resi conto di saperne troppo poco della relazione di October e Ioan e di quello che era successo tra di loro.
    October aveva ragione nel dire che la colpa era di entrambi effettivamente se le cose stavano così.
    "Si...credo tu abbia ragione. Forse so troppo poco per giudicare. Mi è venuto d'istinto."
    Avevo giudicato troppo presto era vero, forse il fatto di non aver mai più avuto modo di parlare con lui mi aveva reso subito ostile.
    "Forse si...nel vostro caso meglio così. Però la colpa rimane condivisa, non solo tua."
    Avevo timore che October si fosse troppo fissata sul fatto che qualsiasi cosa accadesse fosse sempre e solo colpa sua, che lei era sempre artefice del male che accadeva. Non poteva vivere con questo pensiero costante.
    Solo che...non era questo il momento per scendere in questi dettagli, eravamo qua apposta per conoscerci meglio e basta, non per affrontare argomenti del genere, non adesso. Motivo per cui non aggiunsi altro passando alle mie delusioni d'amore.
    "Mi riempi di insulti e non hai mai pensato che potessi essere io un problema per qualcun altro? Sono confuso o posso addirittura azzardare che involontariamente tu mi abbia fatto un grandissimo complimento? Oh Fhest, non dovevi."
    Ero sinceramente stupito in realtà, Sarah non le aveva raccontato nulla di quanto ero problematico prima? Veramente?
    "Infatti anche Lily mi apriva il culo. In modo diverso, ma lo faceva. Ho preso ottimi voti ai M.A.G.O. soprattutto grazie a Lilian."
    Su questo non potevo dirle nulla, mi aveva messo sotto a studiare e grazie a questo avevo ottenuto i voti adeguati per poter poi entrare nel corso auror. Per il resto, era un'altra storia.
    "Ahahahahahah Merlino l'avevo scordato. Quelle lettere erano state un'opera d'arte. E ora che lo ricordo, se non sbaglio eri in fissa con il mio didietro anche allora. Per poi anche riempirmi di complimenti. Bellissimo."
    Il racconto che susseguì non fu altrettanto epico, ma sicuramente lo apprezzai. A distanza di anni faceva decisamente ridere una situazione del genere, quanta sfiga si poteva avere, essere rifiutati da un professore e sbattere poi in lacrime contro il proprio ex? Era una combo niente male.
    Mi sforzai a non ridere, si vedeva che ci stavo provando a non farlo, ma durai molto poco. Faceva troppo ridere la dinamica e dato quanto ero rincoglionito a quei tempi, avrei riso pure assistendola. Che stronzo.
    "Devo dire che il tuo repertorio è imbattibile. Io non so se riesco a competere....fammi pensare."
    Pensai a una vicenda...ma era da considerare figura di merda?
    "Vale che una mia ex è diventata una Mangiamorte? Nel senso...era una ragazza con cui ero stato molto brevemente da ragazzo...e poi me la sono ritrovata davanti durante il periodo oscuro come mangiamorte...mmmh. Se noo... ci sono. E' successo quando io e Sarah eravamo ancora amici, l'ho accompagnata a fare una guida......un gravissimo errore. Abbiamo fatto un incidente, non riuscivo ad uscire dall'auto e quando ce l'ho fatta i pantaloni erano talmente incastrati che sono rimasto in mutande in mezzo alla strada. Beh...."
    Dopo aver lasciato ad October il tempo di reagire...pescai un altro bigliettino, anche se ormai stavano finendo praticamente.
    "Genitorialità. Mh...che intendi? Nel senso, cosa vuoi sapere? E' troppo ampio come argomento così, mmh...fammi una domanda specifica dai."
     
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    Si chiama "duplicazione". Ho imparato dal mio capo. E' un'altissima forma di rispetto..
    Risposi stringendomi nelle spalle con aria angelica. Ovviamente non ritenevo che il mio essere stronza dipendesse da lui o fosse stato assorbito da lui. Tuttavia aveva anche lui una parte in questa mia nuova forma, come l'aveva tutto e tutti quelli che avevo incrociato negli ultimi anni: funziona così d'altronde, si assorbono pezzi e ci plasmiamo sugli eventi passati. Probabilmente se non avessi discusso così tanto anche con lui forse lo sarei un po' meno stronza.
    Ma alcune volte bisogna litigare e scontrarsi. E' sicuramente meglio del lasciare le cose nel non detto e farle crescere sotto alla cenere. E io non ero proprio un asso nel tenermi le mie opinioni per me..
    Riuscii a malapena a non spiegare a Dell che la mia sorpresa riguardava più il vederlo come un rubacuori ai tempi di Hogwarts che non altro.. ma se l'aveva presa come un complimento fraintendendo il senso tanto meglio: l'avrei lasciata sospesa così quella questione.
    Ecco vedi già questa mi torna di più: quanto devi essere stato stronzo con questa per farla diventare mangiamorte?
    E poi faceva la morale a me il signorino?
    Son fissata col tuo culo perché sei una persona che ama definirsi "un uomo retto e giusto".
    Evidentemente l'alcol stava iniziando ad entrare in circolo. Che battuta di merda..
    E comunque guarda caso, anche nella tua storia sei rimasto a chiappe al vento.. coincidenze?
    E infine un'altro bigliettino. Anche se li avevo scritti io storsi comunque la bocca. Era un argomento che non avrei dovuto inserire..
    ..inteso come.. Amo profondamente mio figlio eppure detesto essere un genitore e penso di star facendo un lavoro di merda/ non vedo l'ora vada ad Hogwarts così avrò meno sensi di colpa per passarci così poco tempo assieme.
    Era un argomento troppo vasto, che conteneva un sacco di cose: chili di sensi di colpa, un mucchio di pensieri su come non si meritasse una mamma così, la consapevolezza che i bambini non sono stupidi e se qualcosa di marcio c'è lo assorbono e se ne accorgono. Potevo sforzarmi quanto volevo di apparire serena con Peter, ma non escludevo che non se ne accorgesse. Era solo che non volevo trasmettergli le cose sbagliate, le sensazioni sbagliate. E ancor peggio.. avrei quasi preferito che fosse lontano abbastanza da non ricevere l'onda d'urto se un giorno il mio egoismo avesse vinto e la mia fortuna perso.
    ...qualcosa del genere..
     
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    Era stranamente divertente questo scambio di battute e di piccole pillole di vita altrui. Certo io finivo per essere preso in giro per ogni cosa che le stavo raccontando, ma poco male. Di certo non era davvero colpa mia se le persone sceglievano di diventare Mangiamorte, poi che negli anni mi ero addirittura guadagnato la nomina di "Indesiderabile n°1" ancora ne ridevo, ma era anche un trofeo no? Essere così profondamente detestato da loro era per me un enorme successo.
    "Dubito fortemente che sia diventata una Mangiamorte a causa mia ahah, non sono così presuntuoso da darmi così tanto importanza dai. Però ritengo un vanto l'essere profondamente odiato da loro."
    Ci tenevo a sottolinearlo questo, ero in grado di irritare chiunque, di questo ero consapevole, ma con loro mi impegnavo particolarmente.
    Non potei far altro che ridere sul motivo per cui era in fissa sul mio fondoschiena, c'era da ammettere che October aveva un'ironia che difficilmente non faceva ridere, almeno quando fuoriusciva nei momenti giusti.
    Ma la goliardia non poteva durare in eterno, soprattutto se uscivano fuori argomenti di una certa importanza e che soprattutto scatenavo pensieri del genere.
    Feci un respiro un po' più profondo, ascoltando le sue parole con estrema serietà. Non me la sentì di giudicarla, essere genitori era una delle cose più ardue con cui mi ero trovato ad avere a che fare e la perfezione non esisteva di certo. Combattevo ogni giorno con il mio egoismo, perché con il lavoro che facevamo io e Sarah di certo non era così tanto consigliato avere figli...eravamo in costante pericolo e i nostri figli con noi ed era anche per egoismo che comunque non smettevamo con la nostra causa, tenendo in considerazione tutti gli eventuali rischi.
    Emily era stata persino rapita, mio padre cruciato da McAdams e nonostante questo continuavamo imperterriti, quanto poteva essere visto malamente anche questo?
    Però c'era da capire cosa esattamente spingeva October a non passare il giusto tempo con suo figlio, era solo il timore di star facendo un pessimo lavoro oppure c'era dell'altro?
    "Hai mai parlato seriamente con lui di questa cosa? Lo so che è piccolo, ma sono più acuti di quel che sembra su certe cose. Non devi vedere tuo figlio solo come una piccola creatura che ha solo bisogno di attenzioni e cibo."
    Mica era una cosa che avevo imparato in fretta, anzi. Inizialmente ero fissato solo con il "Non devo essere ne come mio padre biologico, ne adottivo, passare il maggior tempo possibile con loro e fine" no, era decisamente più ampia la situazione.
    "Parliamone, quanto è sconsigliato per come abbiamo scelto di vivere noi di avere figli? Siamo egoisti e pure presuntuosi. Non so se vale anche per te, ma ci ho pensato negli anni di mollare tutto e dedicarmi solo alla famiglia e a un lavoro più tranquillo che non comporti lo scendere in campo, tutto per la mia famiglia e diminuire i rischi che corrono, ma non ce la faccio."
    Essere auror ed avere la famiglia costruita con Sarah erano entrambe parti di me indissolubili.
     
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    Io ho provato a farlo. L'ho fatto per un paio di anni.
    Non potevo dire che non fosse stato bello passare quel tempo con Peter mentre era piccolo e scopriva tutto per la prima volta. Eppure riuscivo a vedere quanto fosse di indole estremamente dolce e benevola, tranquilla e avevo il terrore di contaminare quell'aspetto: perché io ero come lui e quando lo ero.. ero più felice. Mi ci erano voluti anni per capire perché mia nonna avesse assunto quell'espressione buia e severa che mai le avevo visto in volto quando le avevo comunicato che avrei provato a diventare un'auror. Lei lo sapeva perché questa strada l'aveva percorsa per molto più tempo di me. E me l'aveva raccontata sin da quando ero piccola, alcune volte risparmiandomi le parti crude, altre volte invece, senza celarmele. Ero io che avevo interpretato quelle storie, quei racconti a modo mio. Vedendone solo la parte eroica e gloriosa, vedendone solo la morale, i salvataggi, le vittorie e le sconfitte sui cattivi. Senza vedere che chi percorreva quella strada non arrivava mai alla fine come era partito.. e che spesso, non si arrivava più forti e migliori in tutto. Ma lei lo sapeva, che se arrivavi in fondo.. alcune cose diventavano una merda. E che quella October della casella di partenza non poteva arrivare infondo senza cambiare.
    Ma farlo per tutta la vita.. no. Non ci riesco.
    mentre scuotevo la testa non riuscivo ad identificare le parole o le ragioni specifiche per cui non riuscissi a rinunciarci. Era quell'inquietudine che mi prendeva sapendo che non stavo facendo quel che volevo. A me piaceva combattere, mi piacevano gli scontri, mi piacevano le sfide. Mi piaceva quando la posta in gioco era alta. Non avrei mai potuto accontentarmi di meno. Non avrei mai potuto rinunciare a quell'adrenalina. Se avessi messo tutto da parte, anche per la persona che amavo di più al mondo, in un modo tale che era semplicemente spaventoso.. mi sarei sentita sempre, costantemente, come privata di qualcosa. Insoddisfatta. Perseguitata da mille "se", da mille scenari possibili. Mi sarei sentita in una vita che non mi apparteneva.
    Sono una persona egoista, ne sono consapevole. E le persone egoiste sono dei pessimi genitori.. perché possiamo raccontarci quanto vogliamo che si può essere una brava mamma senza rinunciare alla realizzazione personale, al lavoro... eppure... non è vero. Non con questo di lavoro.
    Era un lavoro pericoloso. E la mia indole lo rendeva ancora più pericoloso. Quei demoni nascosti sotto al tappeto, quell'inquietudine crescente.. mi portavano a rischiare di più di quanto non fosse necessario. E anche se sapevo di avere un figlio.. non mi importava. Alcune volte non mi importava che i rischi fossero troppo grandi e che non li avrei scontati solo io ma che l'onda d'urto avrebbe preso in pieno soprattutto lui.
    Non so davvero cosa potrei dirgli Dell.. penso di averlo fottuto comunque, sia a passarci del tempo assieme sia a non farlo.
    Magari però poteva fare meno male quell'onda d'urto. E potevo passargli meno merda.. tenere un grado in più di distanza sembrava la cosa migliore nel lungo termine. Peter lo capiva quando ero triste, e cercavo sempre di non farglielo arrivare. Ma non ero così brava con lui. Non potevo nascondermi dietro del sarcasmo o delle battute crudeli. Non potevo nascondermi dietro l'indifferenza e al distacco da tutto. Con lui non potevo non provare niente.
    Quindi come fai a non sentirti un genitore di merda?
    Qual'è la scusa, la motivazione da fornirgli se un giorno non dovessi più rientrare da quella porta?
     
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    Fino a quel momento avevo tenuto un tono decisamente più leggero, il tipo di conversazioni che avevamo intavolato non pretendevano chissà che serietà, ed era un bene, era proprio quello che volevamo, cercare di essere più "leggeri" tra di noi dato che non l'avevamo mai realmente fatto, ma ora la leggerezza era impossibile da mantenere quando realizzai effettivamente che le cose erano più gravi del previsto riguardo a ciò che provava verso suo figlio.
    Era indubbio l'affetto che provava per lui, ma sembrava non bastare nel suo caso, che vita aveva intenzione di dare a Peter?
    Perché era vero che si poteva diventare genitori per caso, ma si poteva scegliere però che vita si voleva dare ai propri figli se loro rimanevano al nostro fianco e questo October come lo stava affrontando?
    La mia espressione che fino a quel momento era stata rilassata si fece decisamente tesa, dopo le ultime parole di October, alle quali non intervenni per tutto il tempo, mi fecero rendere conto di quanto fosse problematica la situazione.
    Mi sentì turbato, perché era un discorso che mi toccava sul vivo su diversi punti, dato soprattutto se pensavo all'inadeguatezza dei miei genitori biologici che mi avevano lasciato in un orfanotrofio qualsiasi lavandosene le mani.
    Dunque le cose erano due per October.
    Incrociai le braccia al petto, tirandomi indietro con la schiena, mi sentivo in difficoltà perché non sarei riuscito ad essere comprensivo adesso, non sufficientemente e nemmeno volevo esserlo del tutto in realtà.
    "Il fatto che tu ti senta un genitore di merda è già di per sé un bene, vuol dire che te ne rendi conto che così le cose non vanno bene."
    Questo sicuro era un punto di partenza, se non si fosse nemmeno resa conto che così le cose non potevano andare avanti era un grave problema.
    "Che vita vuoi dare a tuo figlio? E soprattutto, quanto apporto riesci e credi di dare alla sua vita? Quando si ha un figlio non puoi più pensare solo a te stessa, con il lavoro che facciamo non dobbiamo mai pensare solo a noi stessi. Se pensi di non esserne in grado, che non ne valga la pena allora devi fare in modo di dargli la possibilità di avere una vita migliore di quella che potresti dargli tu."
    Poteva non essere un discorso motivazionale e comprensivo questo, ma era la più totale verità, perché doveva soffrire suo figlio per via del tipo di vita che lei stava scegliendo di avere?
    Senza contare che dal suo punto di vista sembrava che nemmeno io e Sarah potessimo essere dei genitori decenti per i nostri figli dato il lavoro che facevamo.
    Certo anche io e Sarah eravamo egoisti da un certo punto di vista non rinunciando al nostro lavoro, ma era ciò che ci rendeva tali e negli anni stavamo preparando i nostri figli a tutte le eventualità del caso, non volevamo renderli ingenui e inconsapevoli.
    "Io e Sarah, seppur i nostri figli non siano ancora adulti, sanno già bene che tipo di lavoro facciamo, cosa comporta, i rischi che ci sono. Mia figlia è stata rapita e non gliel'ho voluto nascondere quando è diventata abbastanza grande da capirlo. Perché devono essere consapevoli. Avere dei figli non significa solo proteggerli, ma renderli forti per il tipo di vita che gli si vuol dare."
     
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