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Privata

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    Aver perso potere sul proprio figlioccio, rappresentava per lui una grave perdita da cui comunque non si era lasciato sopraffare. Hubert Chesterfield, aveva infatti ampliato i suoi affari, ampliato la sua schiera di seguaci e piazzato nuove pesanti punizioni a tutti coloro che, per sfida o stupidità, osavano commerciare all'interno di quello che tacitamente – m a mica tanto – era diventato il suo territorio. Nessuno avrebbe dovuto anche solo pensare di immaginare che Hubert fosse stato ferito e difatti, nessuno lo faceva.
    Così, tronfio delle proprie vittorie, aveva continuato ad imporre il proprio potere e a cercare nuovi modi di ampliarlo. Quando un nuovo progetto aveva raggiunto la sua scrivania, agire era diventato impellente. Aveva cercato il miglior pozionista su piazza per creare quella che riteneva essere l'arma del secolo. Trovare il migliore però richiedeva dei sacrifici, e soprattutto un'elevata attenzione perchè i migliori erano difficili da scovare. Aveva così chiesto ad uno dei suoi uomini di fingere una contrattazione così da poter attirare la persona designata lì dove Hubert avrebbe potuto parlargli, lontano da orecchie indiscrete.
    Il luogo d'incontro era un magazzino abbandonato. Tra vecchie cianfrusaglie ed un mucchio di polvere, spuntò d'improvviso, con i suoi uomini a seguito. “Signor Kontos.” Bloccò la transazione tra l'uomo ricercato e la propria esca. “Avere un incontro con lei è davvero complicato.” Aggiunse poco dopo, sgranocchiando una mela che affettava lentamente fetta a fetta. Avanzò di qualche passo, col suo fare evidentemente claudicante, prima di fermarsi dinanzi all'altro. “Lo sa che questa zona non le compete?” Chiese, indicando poi il posto in cui erano. “Ogni centimetro del suolo che calpestando appartiene a me. Di conseguenza, anche la borsa di galeoni che ha tra le mani.” Annuì rivolgendo al signor Kontos un sorriso quasi affabile. Non lo era affatto, ovviamente.
    “Non sono qui per questo però. Oggi, voglio soltanto proporle una collaborazione.” Spiegò poco dopo, prima che gli animi potessero scaldarsi. Non era un duello quel che voleva, non avrebbe giovato a nessuno dei due e soprattutto non avrebbe fatto bene ai suoi affari. Erano lì per parlare di grana e di grandezza, cose che avrebbero potuto metter pace tra animi differente solitamente in guerra. “Parliamo a bacchette abbassate o dobbiamo prima giocare al mago più forte?”
     
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    Ethan
    Con questa siamo a venti. Venti boccette di polisucco perfettamente imballate all'interno di un'anonima scatola marrone. Porca puttana ci ho messo una vita a prepararle, se l'acquirente non si fosse offerto di pagarmi più del doppio lo avrei mandato sonoramente a fanculo dandogli in omaggio il kit del giovane pozionista. Che se la preparasse da solo la polisucco. Troppo noiosa per me. Non c'è sfida.
    Se neanche il lavoro riesce più a darmi gli stimoli che desidero, significa solo una cosa: o sono diventato troppo esigente, o la gente è diventata troppo noiosa. So già la risposta, ovviamente è la seconda. Io mi accontento solo del meglio. ALMENO CHE non arrivino bei soldoni a ripagare la mia noia, lì faccio un'eccezione.
    Se quel cazzone di Axel non si fosse magicamente reso irreperibile, ci avrei mandato lui a fare 'sto lavoretto di serie zeta, invece vedi come mi tocca perdere tempo «Andiamo, non fare l'idiota. Prima la sacca» esistono anche acquirenti principianti a cui devi spiegare che prima si consegna il pagamento e solo dopo gli si cede la merce. Ma potrò mai insegnare tutto a tutti? No, sennò facevo il professore. Da quanto pesantemente sono poggiato alla fiancata dell'auto tra poco ci lascio l'impronta del mio culo sopra «ETCIU'!» mi prude il naso, dannazione «e poi questo posto è una merda! Pieno di polvere!» pima ero annoiato, ora vedi come mi indispongo ed uso la camicia del tizio come fazzoletto. Così, per dispetto. «E dà qua, ho fretta» gli tiro via dalle mani la maledetta sacca a cui l'uomo sembra pure troppo affezionato. Ho già aperto la portiera della macchina quando un inaspettato imprevisto mi ferma. L'imprevisto, ha l'aspetto di uno zoppo probabilmente vegano. A cosa sto assistendo? Chi cazzo è questo tipo con la faccia da nemico di Batman? «Mi fa piacere, significa che sono bravo» a non lasciarmi dietro la scia di briciole che qualche auror impettito potrebbe seguire.« È il fidanzatino?» domando retorico all'ormai palesemente finto acquirente, ed un pensiero mi sfiora la mente: porca puttana, ho preparato venti, ripeto, VENTI ampolle di polisucco per niente?! Vaffanculo. Mi sfogo sulla portiera che richiudo sbattendola con forza. Ma torniamo a noi. Qua mi si è preso per il culo.
    «Mh» annuisco «bel territorio di merda» la sincerità, virtù per pochi «oh, lungi da me mancarle di rispetto, sono sicuro che il suo territorio abbia anche panorami migliori da offrire» in tutta sincerità, non mi frega un cazzo della questione dei territori, non sapevo di star girando un film sulle lotte tra le gang di quartiere. Come funziona, lui è tipo il boss davanti a cui dovrei arrendermi? Alzo platealmente le mani lasciandomi scivolare la sacca che, rumorosamente, si va a schiantare contro il suolo. Penso che come carriera alternativa, sceglierò quella dell'attore. Sì ma la domanda resta, chi cazzo è questo? «Dipende quanto è interessante la proposta» spallucce a sottolineare l'ovvio «si è impegnato tanto per trovarmi, con il saparietto del finto acquirente eccetera... quindi non me ne andrò senza prima averla ascoltata. Ma sprecare il mio tempo, mi fa girare i coglioni molto di più che perdere una sacca di galeoni» lo avverto, velatamente. Ma manco troppo. Facciamola finita con il gioco dei ruoli. Con aria rilassata, mi tiro fuori dalla tasca la mia bella scatolina di metallo da cui estraggo la prima delle cinque sigarette giornaliere. Vuole contrattare, giusto? Non vedo perchè dovremmo prenderci ad incantesimi sulle gengive, allora. Inoltre se ha cercato proprio me, deve essere uno che se ne intende «parlo con il signor...?» così me lo appunto: boss mafioso geloso del suo territorio.



    Edited by -Ethan - 11/2/2022, 16:39
     
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    Mandò giù la voglia di rispondere in modo acido ed isterico come sarebbe solito fare, costringendosi ad un atteggiamento pacato seppur rigido. “Ovviamente.” Affermò infine, distendendo le labbra in un sorriso finto e cortese. “Ho anche tanti ettari che necessitano d'essere concimati.” Aggiunse poi poco dopo in una breve battuta atta a chiarificare che in effetti, se le cose si fossero messe male, non ci avrebbe poi messo molto a far diventare l'altro cibo per vermi. La superbia che lo contraddistingueva, era un ottimo fertilizzante per la sua poca pazienza.
    “Hubert Chesterfield.” Non porse la mano al suo interlocutore. Poggiò entrambi le mani sul pomello del suo ombrello, prendendosi qualche attimo prima di continuare. Spiegare a qualcuno del suo piano sarebbe potuto essere pericoloso. Non temeva ritorsioni o furti però. Qualunque cosa avesse deciso di fare l'altro, Hubert lo avrebbe comunque costretto a lavorare per lui. In effetti quel preambolo era per dargli la possibilità di lavorare come soci invece che come schiavo e padrone. “Cerco un pozionista per un progetto audace sul lungo periodo. Lei viene catalogato tra i migliori.” Dirlo gli costava fatica, ma andava fatto. Non aveva nulla di preciso contro l'uomo che aveva dinanzi e che in definitiva non aveva mai conosciuto fino a quel periodo. Ad infastidirlo era, oltre il suo atteggiamento, la consapevolezza di dover riverenza a qualcuno. Rispettava però le doti altrui. Non farlo sarebbe stato da sprovveduti.
    “Sono un uomo d'affari ed il mio business prevede la vendita di, ecco come definirli, sistemi di protezione preventiva o offensiva.” Spiegò all'altro, cercando di dissimulare all'inizio l'intento reale della sua idea. “Armi.” Chiarì però poi poco dopo, concedendosi un nuovo sorriso.
    “Avevo un socio, abile quanto lei che purtroppo ha abbandonato il suolo londinese. Ed è per questo che siamo qui.” Grattò un sopracciglio. Parlare, sebbene indirettamente di Ellis, gli provocò un fastidio alla bocca dello stomaco che si costrinse a mandar via, per riportare la propria attenzione a quel momento. Non c'era niente di più importante degli affari e del denaro, oltre che della fama che ne sarebbe derivata. Se avesse trovato qualcuno di abbastanza abile da aiutarlo a mettere in porto la sua idea, il suo potere sarebbe stato smisurato. Tutti si sarebbero rivolti a lui per ottenere una dose della pozione che avrebbero creato e sarebbe stato il re indiscusso di quel mondo. “E' da anni che il nostro mondo è popolato da ragazzi con abilità particolari. Ne avrà sentito parlare. Magie accidentali, elementaristi, obscurus.” Palesò quindi la propria idea, puntando il proprio sguardo in quello dell'altro come a voler assicurarsi le proprie parole attecchissero nella mente altrui. “Immaginiamo di poter estrarre il loro potenziale e racchiuderlo in una pozione da poter bere all'occorrenza. Sarebbe utile, non crede?”
     
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    Hubert Chesterfield. Hubert dalla faccia da psicopatico, Hubert lo zoppo, la carrellata di nomignoli potrebbe continuare per giorni ma è meglio che mi fermi prima che ci prenda troppo gusto. Annuisco, memorizzo. Huberino lo chiamerò. No, ok, la smetto.
    Huberino sembra usare la tecnica dell'adulazione. Con me funziona. Con me funziona sempre. maledetto gallo che sono, non appena mi si dice che sono ritenuto "il migliore su piazza", mi si gonfia il petto e mi si dipinge sul volto un riconoscibilissimo ghigno soddisfatto «modestamente» parola che dalla ma bocca esce solo con intento ironico, ovvio.
    Man mano che ascolto le sue intenzioni, mi dico che forse forse il mio tempo lo sto impiegando bene alla fine dei conti. Questo lavoro è una figata. Il problema è che rischia spesso di essere ripetitivo. Odio. Che odio.
    Ma sto per fare una metafora che Oscar Wilde spostati: questa proposta sta assumendo la forma di una mano provocatrice ed intrigante che, lo ammetto, mi inizia a solleticare proprio qui, da qualche parte alla base della testa. Occhi sul mio interlocutore interessato ora più che mai alle parole di Huberino:
    lo fisso. Un angolo della bocca si alza in un sorriso. Mi si allargano gli occhi. Schiocco la lingua.
    Questa storia l'ho già sentita, molti e molti anni fa «ambizioso» un rigolo di fumo mi lascia le labbra per sempre «lei è un megalomane, signor Chesterfield» intendiamoci, non che per me sia un difetto «c'è stato qualcuno pazzo tanto quanto lei che anni fa mi ha avanzato una proposta simile. Non è andata bene, sennò adesso sarei in qualche isola del pacifico circondato da donne abbronzate» fantastico, sogno, mi perdo nell'immaginare quella mistica visione... poi mi perdo in quegli anni addietro, quando qualcuno ebbe davvero la faccia di propormi più o meno la stessa cosa. Me lo ricordo l'eccitazione che provai all'epoca. Cazzo se sono malinconico.
    Cazzo che progetto. Imbottigliare tutta quella potenza fuori controllo ed essere capaci di farla fluire come meglio si desidera. Toh, avrei anche la cavia perfetta! Quella ragazzina del cazzo, adesso che è senza madre quanti danni starà facendo la sua magia accidentale? Ah ma riderò quando ci scapperà il morto, ECCOME SE RIDERO' «so di cosa parla» torniamo seri a fare affari, la sigaretta brucia «vuole approfittare di una mandria di ragazzini instabili e faro diventare un esercito»cazzo che follia. Di nuovo, non riesco a trattenere un ghigno «ha la più vaga idea di quanto sia estrema l'idea tappare quella magia lì dentro una boccetta? Ha idea di quanto sia difficile da controllare?» Bisogna estrarla. Intrappolarla. Darle una consistenza. Renderla stabile. Cazzo, lo sento, quel sorriso da folle che mi si sta creando sulle labbra. Eccolo.
    «Voglio lavorare nel mio laboratorio» inizio a dettare le condizioni del patto, senza esplicitamente dire che ci sto, eh no, qua dobbiamo tenercelo un pelo sulle spine «ha altri collaboratori? Materiale? Possibili acquirenti? Ho bisogna di sapere se il gioco vale la candela» troppi, troppi rischi. Troppi punti di domanda. Troppe incertezze.
    Ma mi piace.
    Terribilmente.
    Sono un coglione ad accettare.
    Ma cazzo.
    Mi diverte.


     
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    Scrutò il suo interlocutore, cercando di capire quale sarebbero state le sue prossime mosse. Avrebbe accettato? No? Era una cosa che non poteva prevedere con certezza. Poteva affermare senza remore però che per uomini del loro calibro, quella proposta poteva sì essere una follia, ma con ampi margini di guadagno e notorietà. E per quanto peso potessero avere entrambe le cose, ad avere importanza ancora maggiore era la soddisfazione carpita dal riuscire lì dove altri avevano falliti. Essere vincenti. Essere i migliori. Era questo più che altro a muovere tipi come loro, o almeno tipi come Hubert. Sarebbe stato lo stesso per l’altro? “Non sono megalomane. Sono un uomo d’affari. Non propongo sogni.” Commentò all’altro senza troppi giri di parole. Non era intenzionato ad offrire possibilità. Non era così che aveva creato il suo impero. Si era anzi impegnato a cercare opportunità stabili in cui investire per poter crescere e così era stata. Quella che gli dava era la chance di poter ottenere un posto in un regno che li avrebbe visti come sovrani assoluti. “E’ per questo che mi rivolgo a lei. Il miglior pozionista in circolazione.” Lo canzonò volutamente, pungolando il suo ego mentre attendeva una sua reazione.
    Lui ci avrebbe messo le abilità, Hubert i soldi e tutto ciò che sarebbe servito.
    “Ho un impero, ogni giorno in continua espansione. Chieda in giro di me, Hubert Chesterfield e si farà da solo un’idea.” Gli sarebbe bastato chiedere del suo nome per ottenere un’ampia risposta su quali fossero i suoi possedimenti, i suoi traffici e probabilmente anche le sue malefatte. Chissà che non sarebbe bastato a convincerlo.
    “Non amo perdere tempo, glielo assicuro. Non avrei perso tempo e risorse per cercarla se non ritenessi questo progetto valido.” Annuì, allargando le labbra in un sorriso ambiguo. “Ci pensi, ma non troppo.” Non indugiò oltre. Così, dopo aver dato due pacchette sulla sua spalla, si voltò per andar via. “In ventiquattro ore mi aspetto un gufo recante la sua risposta.”


     
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4 replies since 27/1/2022, 20:57   122 views
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