Pericoli in agguato

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  1. Grégoire D.
     
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    Volevo ricercare nonna al ministero della magia, poco prima di recarmi a lezione all'Università magica. Devo comunicarle che stasera non torno così presto come al solito: mi sono dimenticato di comunicarglielo prima che uscisse stamattina. D'altronde stasera c'è un party organizzato da Margrethe Anderson. E diciamocelo: è una delle ragazze più in vista della facoltà. Mi ha invitato di persona e contavo di andarci. Magari estendendo l'invito a Clay. Fa sempre figo essere spalleggiati da un cugino esperto e non matricola.
    Ansante e con un sole che bacia le mie guance, giungo nell'atrio del ministero e mi sento immediatamente pervaso dalla vastità del luogo. Oh beh. E dire che pensavo di destreggiarmi senza difficoltà, trovando immediatamente l'ufficio (o la serie di uffici) presso i quali è affiliata nonna Mavis. Strabuzzo gli occhi, temendo di dover intralciare lo sciamare umano di questi maghi con ventiquattr'ore, completo classico con tanto di cravatta. Lontano un kilometro si possono notare i miei occhi sgranati, un po' persi, intenti a decifrare la geografia arzigogolata del ministero.
    MON DIEU.
    E che vanno così di fretta?! Si può sapere? Come mai sono già tutti così sicuri sulla loro destinazione?
    Mi fermo come imbambolato, cercando di sistemarmi la camicia sotto il mio cardigan azzurro, allentando il colletto quasi a concedermi un po' d'ossigeno per alleviare la vertigine.
    La mia attenzione, invece, viene colpita da una donna avvenente nell'atrio. Ha un che di enigmatico e attraente al tempo stesso.
    Al contrario di altri, non sta correndo. Anzi, sembra che stia osservando proprio me.
    CHE STRANA COINCIDENZA.
    Mi avvicino, tanto vale fidarmi.
    God Morgen, mademoiselle. Pardon, è la mia prima volta qui. Sa come raggiungere gli studi dei giudici del Wizengamot nordico? O gli uffici di diritto internazionale? chiedo un po' a caso, mi pare logico. La osservo, per poi aggiungere per sicurezza: Sempre se non la disturbo...
     
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    Sei appena rientrata con Hans da uno dei vostri giri, lui è un tipo per nulla gradevole, sorride troppo, e lo fa di pancia, mai una volta che prenda in giro qualcuno per il puro piacere di farlo.
    Con lui sei convinta che finirà male uno di questi giorni, ti trattieni dal farlo tacere per sempre per un solo motivo, forse due.
    Ti stanno cercando.
    Non ti nascondi perchè non hai paura di loro, ma quale stolto non accetterebbe una spalla su cui nascondersi qualora ne subentrasse la necessità?
    Hai tra le dita un piccolo pezzo di liquirizia, ti piace il sapore forte che ha, ti piace quando la tua lingua è tutta nera e tu puoi succhiartela ancora fino all'esaurimento del gusto.
    Ancora cinque minuti e poi sarai libera, sollevi lo sguardo sul grande orologio dell'atrio, e poi lo abbassi su quello che sembra un succulento agnello sacrificale.
    Si guarda spaurito senti anche a metri di distanza le goccioline di sudore che gli imperlano la fronte, e immagini di rubargliele leccandole via.
    E' un ghigno che compare sulle tue labbra quando lui incrocia il tuo sguardo.
    “Ciao principessa” pensi quando si dirige verso di te e sai già cosa ne sarà di lui.
    -Sei un giocattolo piccolo uomo- gli dici ignorando il fastidio che il suo saluto ha sortito alla fibra dei tuoi muscoli, concentrandoti sul piacere che potrebbe darti, con un po' di impegno.
    -Non puoi disturbare colei che è qui apposta per questo, vieni, seguimi, stavo giusto andando nella tua stessa direzione-
    Gli indichi la strada che non è al piano che lui vorrebbe, ma va più giù, un battito di ciglia più giù.
    Forse due.
    -Quale dio accompagna i tuoi passi quest'oggi? - chiedi e sei così brava che sembra veramente tu sia curiosa, o forse, dolce Coco, lo sei veramente?
     
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  3. Grégoire D.
     
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    Ascolto la sua voce un po' ipnotizzato. Ha un'aura particolare, trascinante, che mi spinge ad ascoltarla e a fare quello che mi suggerisce. Temevo di scocciarla e di rovinare un momento di pausa; invece, guardate un po', mi ha risposto in tutta cordialità e sembra che il suo compito sia proprio questo, dare delle indicazioni a chi è novellino del ministero della magia del nord. Ho la bocca semiaperta, mi decido che non devo essere così tremendamente ebete, così mi riprometto di riprendere possesso della mia verve e... Faccio l'ometto.
    Gentilissima, mademoiselle. la ringrazio educatamente, per poi trotterellare di fianco a lei seguendola. Se non è fortuna questa! Ha detto che doveva andare nella medesima direzione, quindi mi basta semplicemente tenere il passo.
    Nella strada che percorriamo con ritmo cadenzato mi rivolge una domanda, che un po' mi lusinga.
    Già, lusinga. Perché comunque ha dimostrato interesse in un qualcosa che mi riguarda.
    Mi spinge qui il vento di gloria e di buoni propositi, miss. Un giorno sarò ministeriale pure io. cerco di fare lo scafato e il brillante, mostrando sicurezza e padronanza d'eloquio. Per poi smorzare la mia tracotanza: sapete, altrimenti mi prende per un buffone. Nei secondi immediatamente successivi, infatti, soggiungo: No, beh. In questo frangente dovevo comunicare una cosa a mia nonna, Mavis Deschanel. La conosce? chiedo di rimando, con uno spiccato accento franscese. Nonna, dopotutto, non è l'ultima arrivata nel mondo dei rapporti magici internazionali. Però non è del tutto falso quello che le ho detto poco fa, sa? Sono franscese e mi sono iscritto alla stessa università magica di mio cugino. Trasfigurazione avanzata. Mi piacerebbe diventare animagus, un giorno. Anche mon pére è un valente trasfiguratore, so seguendo le sue orme. Una breve pausa. Un po' mi pento di averla subissata di tante parole; aveva espresso interesse - già -, ma forse ora sto dando l'idea di un patetico egocentrico. Cerco quindi di non focalizzare troppo la chiacchierata sulla mia persona, e cerco di mostrare altrettanta curiosità: E lei, invece? Quali materie amava nella sua formazione magica? In che cosa si è specializzata? i miei occhi cerulei brillano e le regalo un bel sorriso, a trentadue denti.
    Ah, comunque, je m'appelle Grégoire. e mi gratto nervosamente la nuca.
     
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    I modi di questo ragazzino ti fanno solo desiderare di fargli ancora più male quando tra pochi minuti te lo ritroverai alla tua totale mercè.
    Già da quando ti ha chiamato mademoiselle, ricordandoti le tue origini francesi e quanto strette ti stiano.
    Inoltre è un concentrato di fanciullezza che sa di irritante.
    Il fatto che sia il nipote del giudice Deschanel ti fa pentire di averlo scelto, sebbene sia un perfetto agnello sacrificale tu non hai alcuna intenzione di imbatterti in rogne di alcun tipo, men che meno con quella rompi scatole di donna.
    -Magia oscura- rispondi spostandoti poi lentamente sui suoi occhioni chiari - specializzazione in Torture avanzate fisiche e mentali- nel caso non fosse abbastanza esaustiva la prima -enchanté- lo sospingi nell'ascensore e premi l'ultimo livello.
    Un sorriso emblematico ti compare sulle labbra mentre il silenzio in quella scatola specchiata si fa sempre più pesante.
    -Je m'appelle Coco- ed è solo quando le ante si aprono che vi si para davanti uno scenario tanto entusiasmante per te quanto raccapricciante per lui. Le prigioni.
     
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  5. Grégoire D.
     
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    Quando l'affascinante donna mi comunica il suo ambito di studi mi fa un po' trasalire. Non potrei mai specializzarmi in Arti Oscure: in Accademia di norma non frequento chi intraprende quel ramo. Lo stesso Clay mi ha messo in guardia, rendendomi partecipe di quali personalità ambigue si aggirano per i corridoi di quel corso di studi. Mi preoccupa poi la questione tortura. Cioè, si applicata nel tentativo di spezzare le torture fisiche e mentali, immagino. Vero? Non lo credete pure voi? Com'è possibile che sia una torturatrice: ma no, ma dai, in seno al Ministero del Nord!
    La mia espressione è un po' sera e meditabonda nel momento stesso in cui entriamo nell'ascensore. Un silenzio surreale ci avvolge, quando lei stessa lo interrompe, utilizzando il mio stesso idioma. Dalla cadenza e dalla pronunzia, non ho più dubbi: anche Coco - questo a quanto pare è il suo nome - è franscese come me. A questo punto, allontano nuovamente quella paura (dai, del tutto infondata!) che mi aveva pervaso non appena ho sentito parlare di "tortura". Oh, ravi de vous avoir trouvé! Vous etes trés gentille, Coco! esclamo in francese, proprio per sottolineare la comunanza delle nostre origini. Le farà sicuramente piacere.
    L'ascensore prosegue silenzioso la sua discesa.
    Guardo l'indicatore di piano e noto che stiamo scendendo di parecchi livelli. Ma che strano. Non ricordo se nonna Mavis abbia un ufficio così in basso. La immaginavo in un grande ufficio arioso e luminoso.
    Quando la porta si apre, rimango letteralmente di stucco. A bocca aperta.
    CI SONO DELLE PRIGIONI.
    WHAT?!
    Tutto è sudicio, desolato: gli stessi muri sembrano trasudare la disperazione dei loro precedenti occupanti. Non è una bella vista, il cuore inizia a tamburellare nel mio petto. N...non capisco. biascico, guardandomi poi intorno, combattuto se chiedere ancora spiegazioni o iniziare ad esplorare quel luogo nefando, Pardon, Mademoiselle Coco, è sicura che qui ci sia mia nonna? Perché mi ha condotto qui?
     
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    Sorridi appena mentre l'ascensore continua a scendere, ormai si sarà reso conto che non è dalla cara nonnina che state andando, non hai il tempo di travestirti, sei un lupo, affamato.
    Se ne accorge nell'esatto momento in cui le porte si aprono e lui si volta di scatto a guardarti.
    E' un ghigno che gli riservi mentre i tuoi artigli si incastrano perfettamente con la stoffa del suo vestiario.
    -Benvenuto all'inferno- lo stordisci ed è qui che finisce la prima parte della storia.


    Quando si sveglia è legato a una sedia mani e piedi, gli hai risparmiato il bavaglio perchè ti piace sentirlo urlare.
    -Sei così innocuo- la bacchetta affonda nella sua guancia lasciando una piccola macchia rossa al contatto - così puro- continui fermandoti poi dietro di lui.
    Ti chini in avanti è già il terrore che sprigiona il suo odore ti piace da morire - nonnina mia che naso grande che hai- cantileni affondando il viso nel suo incavo - per odorarti meglio bambina mia- posi la mano tra i suoi capelli e tiri così forte che alcuni ti rimangono tra le mani - nonnina mia, che bocca grande che hai- e lasci che sia lui a rispondere per te .
     
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  7. Grégoire D.
     
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    Ho male, ho male al capo. Qualcosa deve avermi colpito al capo, perché mi sento ovattato, intontito. Ora ricordo tutto. Lei mi ha augurato il benvenuto all'inferno. Il mio cuore comincia ad accelerare il suo ritmo, soprattutto non appena mi rendo conto di essere immobilizzato. Su una sedia. Mani e piedi.
    I miei occhi vorticano, la mia espressione deve far trasparire un senso di spaesamento, di orrore.
    Lei, da femme fatale, conduce le redini di questo gioco perverso.
    Va da sé che non posso muovermi, né, tanto meno, ricorrere alla mia magia.
    Preme la sua bacchetta contro la mia guancia. Un calore lieve, per poi diventare ustionante in tempo zero.
    AAAAAAAAH non riesco a trattenere un grido lancinante, per poi mordermi il labbro. Voglio darmi un contegno. Deglutisco, impaurito, mentre mademoiselle dice che sono così innocente e innocuo.
    Mi fa male dentro, non voglio essere visto come un debole.
    Dopo avermi odorato, mette la mano tra i miei capelli e strappa forte.
    Mgngngngngng.... il dolore è tanto e digrigno i denti per trattenere l'esternazione delle mie pene.
    Non ho intenzione di risponderle. Non voglio darle corda in questa sessione da incubo. Questa qui è matta da legare, parbleau.
    Giro lo sguardo verso di lei, un viso che esprime tutto l'odio possibile. Sei felice ora? per poi soggiungere, sottovoce Bagascia che non sei altro.
     
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    Ti guarda, sprigiona odio il suo sguardo.
    Che si sia svegliato dai suoi modi di ragazzino francese alle prime armi?
    Non ne hai idea e francamente poco ti importa.
    Ridi sguaiatamente quando ti chiama bagascia e un manrovescio parte forte tanto da fargli voltare il capo - non ancora piccolo insetto- dici per rispondere alla sua impertinente domanda.
    Poi gli afferri le guance e gliele stringi così forte che gli usciranno i lividi - bimbo bello la mammina non te lo ha detto che non si devono mai insultare le ragazze?- e stringi ancora di più fino a sentire i denti premere sulla carne e del sangue fuoriesce dalle labbra, solo allora lo lasci andare.
    Con una spinta lo fai atterrare con le spalle al pavimento, rompi i piedi della sedia e gli distendi le gambe, fino a che non gli sei addosso.
    -Mai dare della prostituta a una donna- gli sbottoni i pantaloni e in poco tempo lui è dentro di te - poi gli viene voglia di dimostrarti quanto è vero-
    Fate sesso finchè ne hai voglia, la tua lingua forza la sua bocca e lecca via tutto il sangue che gli hai procurato.
    Alla fine decidi che ne hai abbastanza, lo lasci andare, ti rimetti su, ti sistemi e gli giri attorno.
    -So che potevi fare di meglio, magari la prossima volta- lo stordisci con un colpo alla testa e solo dopo che cade svenuto a terra sussurri un semplice - Oblivion-

    Edited by Makenzie; - 18/6/2021, 23:13
     
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  9. Grégoire D.
     
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    Non ha finito quello che lei stessa definisce il suo inferno. Parbleau, non faccio a tempo a dire bagascia che una sua sberla a manrovescio violenta mi fa voltare la faccia. Nella stanza ha risuonato lo schiocco ed ora la mia guancia destra è dolorante e in fiamme. Un nanosecondo ancora e le sue dita stringono ancora vuiolente le mie guace. Sento il sapore nel sangue nella mia bocca e so che un rivolo di sangue sta uscendo dalle mie labbra.
    Sono atterrito. Non so quali siano le sue intenzioni, forse mi ucciderà, perché non vuole di certo un testimone scomodo delle sue azioni luride e perverse. E poi chi sono io per meritarmi tutto questo? Che cosa le ho fatto per essere condotto in questa sala? Ma soprattutto...perché il Ministero, nel quale lavora una donna integerrima come nonna Mavis, ospita delle simili figure? Mentre rimbombano nell'anticamera del cervello questi interrogativi, ecco che mademoiselle Coco dà una spinta decisa alla sedia alla quale sono legato. Atterro con un tonfo secco e penso che sia giunta l'ora della fine.
    Lei... Ma... Co...Cosa fa?
    Mi è addosso. Sento le gambe libere. ha spezzato la sedia e ora è su di me.
    M...ma... i miei occhi si spalancano, a metà tra l'attonito e il terrorizzato. La sua mano mi sbottona i pantaloni e il contatto con il corpo femminile, seppure in una situazione così strana, sortisce un effetto inconscio. Ansimo nel momento in cui capisco che sta facilitando... Mon dieu, ma sul serio?!?!
    Aaah questa volta non è dolore, ma la risposta alla sua pretesa di dimostrazione. So che sono dentro di lei, completamente in erezione, mentre i miei ansimi vengono completamente zittiti da un bacio passionale, e particolarmente veemente. Se ai piani bassi io stesso seguo le sue richieste, alzando ritmicamente e con decisione il bacino per donarle tutto ciò che vuole, la mia lingua rimane inerte, decisamente stupita dalla sua furia a togliermi il gusto del sangue, da lei stessa provocato.
    Il mio corpo è come se fosse percorso da una scarica elettrica, il mio cuore all'apice delle sue palpitazioni per lo shock ricevuto. Sarò paonazzo, scompigliato e sudato, con le mani legate e solo con la parte inferiore libera. Il ritmo della danza dei nostri corpi si fa semrpe più serrato, finché con un rantolo, le faccio intuire che sto raggiungendo l'orgasmo. Quindi emetto il mio seme, a fiotti abbondanti da come posso dedurre, per quattro o cinque getti.
    Al termine, quando lei stessa ha decretato la fine. Ho ancora i miei occhi sbarrati, e osservo il suo corpo nudo alzarsi dal mio. Il mio cuore è in gola, mi viene un groppo tale che avrei tanta, tanta voglia di piangere.
    L'apice del piacere ha fatto seguito a questo senso di annientamento. Usato come un mouchoir di carta.
    I miei occhioni si riempiono di lacrime, mi dice addirittura che avrei potuto fare di meglio.
    Mais...pourquoi...?! è l'unica cosa che riesco a dire con un filo di voce.

    E poi dolore alla testa.
    E poi buio.


    Ricordi di Grégoire completamente cancellati circa questo avvenimento.
     
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8 replies since 26/2/2019, 21:29   260 views
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