bad liar

privata.

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    Studente Serpeverde
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    Poche cazzate. Si trovava in quel posto di merda per rimorchiare, come non faceva da molto, moltissimo tempo. La sua collezione di ragazze, oramai, scarseggiava e ringraziava Merlino di non essere stato espulso dalla maledetta scuola. Insomma, il periodo che stava attraversando, non era di certo di quelli più brillanti. Così aveva deciso di ritagliarsi un po’ di tempo per il suo hobby preferito: la caccia senza fucile o almeno, non il classico fucile, almeno. Banale? Forse si. Da sottolineare, però, il fatto che si era pur sempre un ragazzo semplice, con la mente proiettata a ciò che il maschio alfa desidera ardentemente. Chi lo avrebbe mai detto?
    Si guardò intorno e attivò il radar del marpione. Quanti due di picche era riuscito ad incassare nella sua carriera di seduttore, eppure non aveva mai gettato la spugna, combattendo per mantenere un minimo di dignità. Una volta, però, aveva perso clamorosamente la sua preda, facendosela scappare per un soffio e, soprattutto in favore di un ragazzo che, dal suo punto di vista non aveva nulla di particolare. Preferire quell’individuo, beh, era stato un vero e proprio affronto, scivolato giù solo dopo alcuni shots di svariati super acolici serviti gentilmente al Dark Angel. Roba seria.

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    Per il giovane Lennox, l’amore era l’unica parola estranea al suo vocabolario. Non si era mai preoccupato di trovarsi invischiato in una situazione così insidiosa anche se, doveva ammettere che una volta, inaspettatamente, aveva preso una bella cotta per una moretta poi svanita nel nulla, dopo una breve flirtata a senso unico. Una brutta storia. Certo, la consapevolezza che, un giorno o l’altro, sarebbe arrivata colei che avrebbe rapito il suo cuore –ammesso che ne fosse provvisto-, incatenandolo a sé… per sempre. MA, beh, non si trovava poi così vicino quel giorno.
    Il suo comportamento, però, celava una grande sofferenza, confinata solo grazie alla sua apparente spensieratezza e coglionaggine. Cercò di reprimere quel soffocante pensiero e riprese in mano il bicchiere con il suo fidato whiskey incendiario, di cui andava matto. Ottima annata, tra l’altro.
    La sua mente stava ancora cercando di reprimere i ricordi poco felici della sua adolescenza quando, improvvisamente, come in un sortilegio, davanti agli occhi comparve una creatura angelica e pseudo conosciuta –anche se non direttamente-. L’aveva incrociata qualche volta lungo i corridoi, tra una lezione e l’altra, portandolo a voltarsi ogni volta per osservarla meglio. Poco sapeva di lei ma, fortunatamente, quella sera, avrebbe potuto sanare le sue gravi lacune.
    Si avvicinò alla compagna e sfoggiò uno dei suoi sorrisi migliori, guardandosi bene dal sembrare totalmente pazzo maniaco. Era abituato alle buone maniere e, forse, calcò la mano per marcare il suo voler a tutti i costi apparire il perfetto gentiluomo.
    ”Buonasera, mia cara!” Scivolò accanto a lei. ”Devi essere Rue, giusto? Abbiamo seguito insieme un paio di lezioni. Sai, sono uno studente modello che ricorda qualsiasi informazione utile!” In realtà qualche informazione l’aveva estorta ai suoi compagni di casata. Così, in amicizia e promettendo erballegra. ”Io sono Seth. Seth Lennox. Molto piacere.” Allungò la mano, sperando di non fare la figura del fesso. ”Posso offrirti qualche cosa? Stasera è il mio compleanno e cosa c’è di peggio di passare il proprio compleanno solo e sconsolato?” Balle. Il suo compleanno cadeva in ottobre e, lui, stava cercando solo di fare colpo sulla bionda la quale, probabilmente, avrebbe sgamato in meno di un secondo la sua risma di cazzate sparate a vanvera, senza alcuna logica. Idiota, non poteva che calzare a pennello con la descrizione accurata del moro. ”Allora? Posso contare sulla tua preziosa compagnia?” Ammiccò, ancora una volta, continuando a sfornare informazioni sulla vasta gamma di alcolici che avrebbero potuto deliziare le papille gustative di entrambi –sarebbero stati meno felici i loro fegati, ma è un’altra storia-.


     
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    Studente Corvonero
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    Quella serata non si stava esattamente svolgendo nel modo in cui si sarebbe immaginata. Era stata invitata al Dark Angel da un suo compagno di scuola e lui le aveva dato buca. Per un momento le era sembrato di tornare ai tempi in cui frequentava l'Istituto di Salem, quando era vittima di pregiudizi e l'emarginata della scuola. In quegli anni le era capitato di essere vittima di certi scherzi, seppur nel caso di adesso non la vedeva tanto una burla quanto in realtà solo il risultato di essere tanto buona e generosa nel dare a tutti una chance. Non che d'ora in poi si sarebbe comportata diversamente, perché nonostante tutto continuava a credere fin troppo nel genere umano da lasciarsi sopraffare lei stessa dai pregiudizi di cui un tempo era lei stessa vittima. Persino al ragazzo che non si era presentato a quell'appuntamento concedeva ancora il beneficio del dubbio, in fondo poteva anche darsi che aveva avuto un contrattempo che gli aveva impedito di presentarsi. Sospirò, sperando che quest'ipotesi fosse vera e che non fosse, ancora una volta, lei stessa il problema. A quel punto altro non le restava che andarsene di lì, anche perché non le piaceva l'idea di restarsene sola al bancone di un locale che tutto aveva tranne che un aspetto accogliente, altra cosa che le insinuava dubbi circa l'invito del suo compagno; perché scegliere proprio un posto del genere per una prima uscita insieme con tutti i bei locali che esistevano? Insomma, quello non era esattamente il più romantico, se non addirittura per nulla, e in più per chi era ancora minorenne come lei veniva impedita la permanenza oltre la mezzanotte. Sospirò, mettendosi il cappotto sulle spalle e intenta ad alzarsi dallo sgabello per raggiungere l'uscita nel corto vestito, ma anche solo prima di accennare a farlo venne fermata da qualcuno. Per un momento pensò persino che forse, alla fine, il suo compagno si era presentato e invece no, non era lui. Voltandosi con lo sguardo al suo fianco riconobbe un viso familiare, anche se appartenente a qualcuno con cui fino a quel giorno non aveva mai interagito prima. Non sapeva il suo nome, le uniche cose che poteva ricordare erano il suo essere altrettanto uno studente di Hogwarts, casa Serpeverde se la sua memoria non la ingannava. Un dettaglio che le era rimasto vagamente impresso per via di alcune lezioni frequentate assieme o di quelle semplici volte in cui si erano incrociati per i corridoi o in Sala Grande. "Sera a te.." Rispose, lasciando che continuasse la sua frase. "Sono proprio io, si." Un punto a favore per lui che non aveva nominato il suo nome completo, ossia Ruelle, con la quale nemmeno lei stessa ormai si presentava più. "Piacere di conoscerti, Seth. Strano comunque, di solito sono io quella con una buona memoria e non ricordavo il tuo nome fra gli studenti modello." Lo punzecchiò leggermente con quella frase, ma senza alcuna intenzione di offenderlo o farlo andare via, le era solo stato impossibile non scherzare su qualcosa che era effettivamente vero, alla fine dei conti. Per quel paio di lezioni in cui lo aveva visto, non si era esattamente dimostrato un modello di studente. Comunque, la serata era quello che era e quella sarebbe potuta essere l'opportunità per risollevarla, no? Oltre al fatto che aveva un estremo bisogno di socializzare, visto che ancora faticava a lasciarsi alle spalle il suo passato di solitudine. A Hogwarts c'erano persone che le stavano dando occasione di rimettersi in gioco, un esempio ne era la sua compagna di stanza, o persino Blake che era sempre gentile con lei, ma la sua vita sociale non aveva ancora avuto un grande risvolto. C'era qualcosa nelle parole del Lennox che però non le erano risultate così sincere, e se le intuizioni fossero vere a giudicare dallo sguardo e dal tono che aveva percepito quando lui le aveva detto che era il suo compleanno, si chiedeva perché dire una cazzata per riuscire ad estorcerle un si. Comunque, lasciò correre, scuotendo leggermente la testa e sorridendo al ragazzo. "In realtà stavo per andarmene ma.. sai cosa, perché no?" In pratica, si, aveva accettato di farsi offrire qualcosa, ma questo non voleva dire che Seth doveva farsi chissà quali strane idee sul finale di quella serata. Era un bel ragazzo, davvero un bel ragazzo e questo fatto aveva fatto capolinea nei suoi pensieri già più di una volta, ma questo non significava nulla; se voleva solo quella cosa, allora aveva si era avvicinato alla persona sbagliata. Ma intanto perché non dargli una minima occasione? "Non vorrei mai avere sulla coscienza la colpa di aver lasciato solo qualcuno la sera del suo compleanno, quando questo sarebbe potuto essere stato evitato." A quel punto si sfilò nuovamente il cappotto dalle spalle, scoprendole e lasciando che nulla facesse più ombra sul suo vestito, per poi poggiarlo su quello accanto - in fondo era così pieno di sgabelli liberi quella sera che a nessuno avrebbe potuto dare fastidio. "Lascio all'esperto la scelta del mio drink, allora." Visto che pareva conoscere l'intero menù alcolico. E nell'attesa di avere il tanto tesso bicchiere, fu lei questa volta a iniziare la conversazione. "Allora, festeggiato, come mai qui da solo anziché stare con i tuoi amici a divertirti?" Quell'aggettivo marcato, il sorrisetto e lo sguardo che facevano ben intuire all'altro il suo dubbio sulla veridicità di quella storiella.

     
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1 replies since 7/1/2022, 23:40   165 views
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