The past returns

Privata

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    Dipendente Ministeriale
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    -Lo hai capito o no che voglio delle risposte?- ero al Ministero per sbrigare delle faccende legali in merito ad alcune sentenze che sarebbero state portate in corte d’appello da li a pochi mesi ma già che c’ero avevo deviato per l’ufficio dei rapporti con le Creature della notte che vedeva come capo reparto niente di meno che mio padre!
    – La domanda è semplice, cosa ci facevano quei tre vampiri a Hogsmeade? C’erano due miei studenti lì, potevano morire! Spetta a te controllare che ciò non accada! E non m i dire che non è tua competenza controllare cosa accade in suolo inglese perché erano vampiri schedati in questo ministero! - oramai passati a miglior vita per mano di una sua conoscenza, persino.
    La stessa che meno di quattro anni prima aveva cercato di uccidermi!
    -Sono morti no? Tutto risolto- dovetti trattenermi dall’inveire ancora, erano appena entrati la sua segretaria e la sua vice, forse attirati dal tono della voce leggermente alto, onestamente non lo sapevo e non mi interessava, erano tutti incapaci, questa era la verità.
    -Non finisce qui- presi le mie cose e uscii da quell’ufficio con i nervi a pezzi.
    Kyran non poteva saperlo che il nervosismo che avevo non era solo per lui, per quello che era successo e neanche solo per aver rivisto Katherine che mi faceva la maternale.
    Troppe situazioni tutte in fila, mi sentivo devastata.
    Mi sarei fermata al bar del ministero, avevo bisogno di una camomilla, doppia magari; intanto per scaricare meglio me la sarei fatta a piedi nonostante il tacco dodici ai piedi.
    Ero alla seconda rampa quando dovetti rallentare perché avevo davanti una persona che si era fermata.
    Pensando che sarebbe ripartita subito attesi e usai quei secondi per osservare meglio il tutto.
    Lo sguardo corse dapprima al cappotto di ottima fattura, poi al bastone infine alla mano che ne stringeva il pomello.
    -Ezekiel?- chiesi aspettando che si voltasse per appurare che fosse realmente lui, in caso contrario mi sarei scusata e ne avrei approfittato per superarlo e andare avanti.
    Non mi sbagliavo e il cruccio sul mio volto si distese in un radioso sorriso – Ez, quanto tempo, come stai?- scesi di un gradino per stargli accanto e poterlo quindi abbracciare – quanto mi sei mancato..- il passato continuava a bussare alla mia porta ma quella volta aveva bussato bene. Il tempo ci divideva costantemente a noi due, ma bastava un attimo per sentirsi di nuovo a casa.
    -Stavo andando a prendermi una camomilla, mi fai compagnia? Così parliamo un pò-
     
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