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    Quando aveva trovato quel biglietto nel calderone, aveva preso a guardarsi intorno cercando di capire chi fosse stato ad inserire quella piccola missiva nella sua postazione. Non riuscì ad individuare nessuno. Gli studenti erano intenti a lasciare l'aula e lui era l'unico ad essere fermo nel bel mezzo dell'aula. Si arrese all'anonimato di quel biglietto, tirando un sospiro. Sapeva che accettare quell'invito sarebbe stato da stupidi, ma in fin dei conti non aveva nient'altro da perdere. Quella ghianda pungolò il suo interesse, portando il suo cuore a perdere un battito. Non avrebbe potuto lasciar perdere.
    Così, fece come indicato dal biglietto, raggiungendo il punto indicato all'ora prestabilita. Posò le mani su quel recinto lasciandosi dondolare per un po' nel vano tentativo di stemperare l'ansia. Ultimamente gli sembrava di non poter vivere senza. Aveva ansia e timore di ogni cosa. Del giorno quanto della notte. Sperava solo quell'incontro non si rivelasse un'inutile perdita di tempo.
    Si voltò di scatto quando sentì dei passi farsi vicini. Vide la Cavanaugh, la piccola grifondoro, farsi sempre più vicina. Chiaramente non pensò affatto di essere lì per lei. Il Thompson si aspettava ben altro volto. “Scusami Karen, non vorrei sembrarti sgarbato ma aspetto una persona.” Le disse quindi, cercando di risultare il meno sgradevole ed acido possibile. Un tentativo probabilmente mal riuscito. “Potresti fare qualunque cosa tu stia facendo da un'altra parte?”


     
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    -Svegliaaaaa! Oggi è il gran giorno!-, Karen si affacciò sotto il letto, trascinando il mini calderone in peltro allo scoperto per prelevare Cippy, che stava sonnecchiando beato con la pancia incollata sul fondo.
    -Non sei contento? Rivedrai il tuo padrone… finalmente-, la Grifondoro afferrò lo scoiattolo e lo infilò nella tasca della camicia, che affondò all’istante sotto la pressione esercitata dal peso di quella palla di pelo. Grazie a un intenso programma dimagrante Cippy era tornato più in forma che mai e si era preso la rivincita sugli asticelli che fino a quel momento lo avevano preso bellamente per i fondelli, tornando quel pomeriggio con un cospicuo bottino di foglie. Prelevate rigorosamente dai culi e dalle teste di quelle creature, divenute le sue acerrime rivali. Era stata così fiera di lui, che all’idea che quelli sarebbero stati gli ultimi minuti insieme era scoppiata a piangere. Aveva sempre saputo che quel momento sarebbe arrivato, solo non immaginava che si sarebbe rivelato così traumatico. Per due mesi aveva portato quello scoiattolo ovunque, se ne era presa cura come se fosse un bambino da accudire, era stato di distrazione nella fase peggiore, quando tutti le avevano voltato le spalle. Sapere che alla fine di una giornata di merda ci sarebbe stato lui ad aspettarla in dormitorio era stato il pensiero che le aveva impedito di crollare. Rinunciare a Cippy le stava costando più di quanto avrebbe ritenuto possibile, e nonostante una parte di sé avrebbe preferito tenerlo con sé per sempre, a prevalere fu l’altra, quella tormentata dai sensi di colpa. Il tempo per le esitazioni era finito: lasciata la sala comune dei Grifondoro fu con la morte nel cuore che si avviò a destinazione. Derek era già lì, in apparenza da solo; Karen si fermò a pochi passi da lui, indugiando qualche secondo. Corinne ed Ellie le avevano chiesto più di una volta se lui le avesse fatto del male, facendola andare in paranoia. Non aveva la più pallida idea di come avrebbe reagito il Corvonero, ma in caso estremo era pronta a sfoderare la bacchetta per crearsi una via di fuga.
    -Aspettavi me-, rivelò infine, infilando la mano nella tasca per recuperare la palla di pelo e mostrargliela. Lo scoiattolo batté le palpebre un paio di volte, infastidito per essere disturbato dal sonno, ma appena riconobbe il suo padrone scattò sull’attenti e compì un balzo per planargli sui vestiti, comportandosi come un pazzo. Come ogni volta che erano passati insieme davanti alla sala comune dei corvonero.
    -Ero convinta che fosse una femmina...-, si giustificò, dispiaciuta. -L'ho trovato due mesi fa davanti al ritratto della frutta, all'angolo del settimo piano. Nessuno lo ha reclamato... così ho pensato di tenerlo. Non credevo fosse il tuo Cippy, finché non ci siamo parlati non sapevo nemmeno che fosse sparito... ho smesso di leggere quel giornalino da quando, beh... da quando i cazzi miei ci sono finiti sopra.-, la rossa tacque, guardandolo con diffidenza. Non aveva idea di cosa aspettarsi da lui e questo la spaventava.


    Edited by Elhaz - 6/9/2021, 15:44
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    “Si?”Corrugo la fronte alle sue parole. Era difficile credere che il messaggio fosse stato inviato da Karen. Era difficile che lei avesse ancora delle cose da dirgli dopo quel che era successo tra loro. Il Thompson non aveva assolutamente nulla nei suoi riguardi, sebbene fosse difficile da credere viste le cattiverie che aveva scritto più volte sul TLTT, ma non poteva affermare il contrario. Attese quindi curioso che l'altra si spiegasse. Quando dalla tasca estrasse una palla di pelo familiare, la sua sorpresa toccò il culmine. “Cippy!” Il suo volto in quel momento dovette illuminarsi come quello di un bambino, o come quello di chi incontra un proprio familiare dopo tanto tempo. Era esattamente quella la sensazione provata. Riavere Cippy tra le mani lo fece sentire come di nuovo ricongiunto ad una parte della propria famiglia, tanto che, per quanto non fosse incline all'emotività, soprattutto in pubblico, i suoi occhi si fecero lucidi. “Cominciavo a credere fosse morto.” Si lasciò scappare mentre carezzava il pelosetto che, felice, scattava di qua e di là come dinanzi ad una montagna di golose ghiande. Era felice, lo era sul serio. Eppure, non poteva spiegarsi il perchè di quel gesto. “Perchè me lo dai allora dopo quello che ho fatto?”


     
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    Sarebbe stato impossibile per lei rendere con esattezza a parole il modo in cui la gioia del corvonero aveva toccato l’apice nel rivedere il suo amico a quattro zampe. Karen si rivide in lui, la sera in cui al termine di un estenuante pomeriggio di battaglie aveva potuto ricongiungersi a suo padre e riabbracciarlo: immedesimandosi nel suo sollievo dovette distogliere lo sguardo per non fargli vedere che quella scena era riuscita a commuoverla più di quanto ti sarebbe aspettata. Insieme alla commozione furono i sensi di colpa a fare capolino, per aver aspettato così tanto tempo a restituirglielo: avrebbe potuto farlo poco dopo che aveva affrontato Danielle e Corinne al lago nero, ma a quello scoiattolo si era affezionata così tanto da non esserci riuscita. Quando rispose alla sua domanda lo sguardo era ancora fisso per terra mentre teneva le mani nelle tasche della gonna.
    -Per chi mi hai preso?-, domandò di rimando, profondamente offesa. Quando veniva punta nel vivo sapeva diventare incredibilmente vendicativa e contrattaccava con scherzi e dispetti, ma si trattava sempre di cosette innocue… non avrebbe mai e poi mai puntato sul procurare dolore agli altri, perché lei per prima ci si era trovata in mezzo e sapeva perfettamente quanto ci si sentisse un vero schifo.
    -Quel che hai fatto riguarda me e te. Cippy non c’entra niente-, quello scoiattolo non aveva colpa, era stato tirato giustamente in ballo in una faida che non lo riguardava e che se Karen avesse potuto impedire fin da principio il suo coinvolgimento lo avrebbe fatto. Indipendentemente dal suo proprietario, che si era comportato di merda.
    -Le mie amiche non volevano che venissi da sola. Avevano paura mi facessi qualcosa.-, esordì, perplessa. Fino a pochi minuti prima era stata così tesa che aveva temuto che Derek se la sarebbe presa davvero con lei, ma parlandogli non le dava più quell’impressione.
    -Ma credo siano solo prevenute perché non ti sei fatto una buona reputazione a scuola.- finalmente trovò il coraggio per guardarlo a testa alta. Indugiò qualche secondo sul volto del Corvonero, trovandolo completamente diverso dallo stronzo che aveva messo nero su bianco la vita privata di mezzo castello.
    -Ci detesti tutti? È per questo che scrivevi quelle cose su di noi?-, domandò, cercando una risposta al motivo che poteva averlo spinto a comportarsi in quel modo con tutti loro, anche con chi non aveva mai interagito.


    Edited by Elhaz - 6/9/2021, 15:44
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    Corrugò la fronte, stupito dalle sue parole. Inarcò persino un sopracciglio nel guardarla. “Cosa avrei dovuto farti?” Le chiese lasciandosi scappare un mezzo sbuffo, prima di andare dedicarsi alle attenzione che un eccitato Cippy sembrava volergli dedicare. La mancanza a quanto sembrava, era stata reciproca.
    Non si stupì della sua domanda, eppure dovette rimuginarci su qualche attimo per formulare una risposta. “Non conosco la metà di voi.” Confessò infine poco dopo, facendo spallucce. Non aveva nulla di personale verso gli altri. La Miller era un caso a sé stante, ma persino lei era finita nel vortice del suo astio per puro caso. Negli anni aveva scritto cattiverie un po' su di tutti, anche su persone che non aveva mai conosciuto e no, non era per invidia o odio o qualsiasi altra motivazione che avrebbe reso le sue azioni se non giustificabili almeno comprensibili.
    “Immagino di aver voluto trovare un riparo preventivo. Essere cattivo prima che potessero esserlo gli altri.” Le spiegò poi dopo qualche attimo di silenzio. Non si era mai concesso la verità, non dinanzi al prossimo. Dire alla grifondoro quelle cose, era il suo modo di dimostrarle riconoscenza per avergli permesso di recuperare Cippy. D'altro canto, per quel che le aveva fatto, avrebbe potuto non riportarglielo affatto. “Ho vissuto in una casa-famiglia per un po'. Lì se non sei cattivo preventivamente, gli altri lo saranno con te.” Aggiunse poco dopo, concedendole quella rivelazione. “Hogwarts mi sembrava simile.”


     
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    -Che ne so. In questa scuola non mancano i pazzi-, commentò, facendo spallucce. Poteva mai biasimare Corinne ed Ellie per aver pensato male di lui? Karen sembrava attirare i guai come se fosse un magnete, e se l’astio di Evans alla fine si era concluso in un nulla di fatto non poteva dire la stessa cosa per Cavendish, da cui era stata tormentata per mesi finché non era stato cacciato dal castello. Derek non le era parso quel tipo di ragazzo: in Sala Grande si era scornata con lui a parole, così incazzata che in quel momento davanti a lui non ricordava nemmeno cosa gli avesse detto, ma era finita là. Certo, per molto tempo gli aveva serbato rancore e astio perché vedere messe nere su bianco le proprie insicurezze l’aveva costretta ad ammettere a sé stessa l’esistenza di una parte di sé che non si reputava abbastanza matura, abbastanza grande per poter avere un ragazzo; una parte con la quale aveva in seguito dovuto fare i conti quando tutto era andato allo scatafascio, ma che dopotutto le aveva permesso di capire che tipo di persona voleva al proprio fianco. Quel che cercava non era qualcuno che si sentisse in dovere di proteggerla ponendola su un piano di inferiorità, ma qualcuno che avesse fiducia in lei e nelle proprie capacità, come quando giocava con il suo team a cod online: lei copriva le spalle al proprio capitano, lui faceva altrettanto con lei. Nel gioco come nella vita, qualcuno con cui raggiungesse un livello di fiducia e di complicità tale da dirle “so che sei in grado di cavartela da sola ma proteggiamoci a vicenda”. Stefan stava dimostrando di appartenere a un pensiero completamente diverso…
    -Vieni anche tu da Durmstrang? Questa totale mancanca di fiducia non mi suona nuova-, commentò, aggrottando un sopracciglio. Derek la sorprese con una confidenza molto importante: non veniva da Durmstrang, ma da una casa famiglia. La Grifondoro si morse il labbro e incrociò le braccia al petto, a disagio. Non osava immaginare cosa potesse significare non avere una famiglia a guardarti le spalle, ancora più difficile se non si riusciva ad avere degli amici. Per certi versi Derek le ricordò le difficoltà a interagire dei suoi amici trasferiti da Durmstrang, e cercò di pensare a un consiglio per aiutarlo a sbloccare quella situazione. Se si fosse limitata a prenderne atto e a voltargli le spalle non si sarebbe dimostrata poi molto diversa da quelli che scrivevano per il giornalino, non sapeva come ci si sentiva nel contesto in cui era cresciuto ma ricordava molto bene quanto si era sentita sola al suo primo anno ad Hogwarts.
    -Al primo anno mi sentivo molto sola. Non avevo amici ed ero troppo timida per avvicinarmi a qualcuno… mio cugino è molto più grande di me quindi aveva già la sua vita, mia sorella invece ha legato dal primo giorno. Un po’ ne ero gelosa-, ammise, sospirando.
    -È grazie a Genna se ho cominciato ad avere più fiducia in me stessa. La paura è sempre stata in agguato ma… a poco a poco mi sono buttata. Adesso va meglio. Sai, anche se hai fatto incazzare mezzo castello non credo che ti serberebbero rancore per sempre. A parte Rya-, ironizzò, rivolgendogli un mezzo sorriso.
    -Non passerà sopra i ritocchini magici finché non ti sarai diplomato, con lei puoi rassegnarti. Con gli altri… puoi fare un tentativo. Beh, forse te ne occorrerà più di uno… ma non tutto è perduto. Puoi ancora farti tanti amici: non tutti siamo cattivi-



    Edited by Elhaz - 6/9/2021, 15:45
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    “Vero.”Si ritrovò ad annuire alle parole, lasciandosi andare a quel commento. Avrebbe voluto dirle che per fortuna di recente alcuni pazzi sembravano essere scomparsi per sempre dalle mura di Hogwarts ma gli sarebbe sembrato di andare fuori tema ed in quel momento il fulcro della loro discussione era un'altra.
    Grattò un sopracciglio lasciandosi andare ad un mezzo sbuffo divertito. “No. Per fortuna quella me la sono evitata.” Aveva evitato Durmstrang per fortuna, ma non il dramma del bullismo. Ne era stato vittima per anni al punto da diventare anche lui, quasi senza rendersene conto, bullo. A volte provava ribrezzo per quel che aveva fatto. Forse alcuni avevano meritato le sue stoccate velenose in quegli anni, ma altri come la ragazza che aveva dinanzi, non lo avevano meritato. Avrebbe dovuto fare i conti con quelle pessime scelte per sempre. “Già. L'avevo capito che con la preside non si scherza. La sua punizione me lo ricorda ogni giorno.” Annuì mesto. Dover ripulire i bagni tutti le settimane, non era grandioso. Nulla di troppo avvilente visto quel che aveva fatto, ma sapere di dover farlo a vita era sì, un po' demoralizzante. Di sicuro, pensò, avrebbe saputo come far brillare un wc senza bacchetta uscito da quelle mura. “Non credo lo siate.” Commentò alla ragazza. Non erano cattive. Né lei, né la Miller, ne era cosciente. Sperava solo sarebbe stato più facile appianare le loro divergenze. Ad annullare le loro distanze in quel momento ci pensò Cippy che sgattaiolò via dalle sue mani per precipitarsi sulle braccia della grifondoro, fino a raggiungere la sua testa su cui sostò.
    “Credo si sia affezionato anche a te.” Rise guardandoli. Forse fu Cippy ad aiutarlo in modo inconscio, ma gli sembrò di avere davanti un'ottima opportunità per provare a porre rimedio ai suoi errori. Almeno con lei. “Se ti va possiamo incontrarci qualche volta. Così puoi assicurarti che stia bene e magari stare un po' con lui.”


     
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    -Sia ringraziato Merlino. A Durmstrang tira davvero una gran brutta aria-, ironizzò, concedendosi un sorriso. -Si vocifera che nel loro castello ci sia una multa salata per chi sorrida per più di una volta al giorno. O quella o una pena capitale, altrimenti non mi spiego certi musi lunghi…-, nessuno di loro aveva fatto da eccezione, a partire da Ade e Stefan, che si erano trasferiti ad Hogwarts da due anni ormai, per finire con l’esercito di stranieri in erasmus.
    -Non ti invidio per niente-, una parte di sé, nonostante tutto, era dispiaciuta per quella punizione. Spalare cacca di ippogrifo fino alla fine dei suoi giorni non era il massimo, e se all’inizio Karen si era detta che meritasse anche di peggio aveva capito che la vendetta non avrebbe certo contribuito a rimediare ai fastidi che aveva provocato con i suoi articoli, ormai il danno da quel fronte era fatto.
    -Sappiamo esserlo… ma solo per difenderci. Un po’ come è stato per te-, se Corinne lo aveva costretto a uscire allo scoperto e gli aveva sottratto le lettere e lo scoiattolo era stato solo per salvare il salvabile, non perché godesse nel vederlo soffrire. Solo un pochino forse. Fu Cippy a contribuire a stemprare definitivamente la tensione, saltandole in braccio per accoccolarsi sulla chioma rossa. Quel gesto giunse inaspettato e la commosse più di quanto avrebbe voluto lasciar trapelare: si era affezionata alla palla di pelo come se fosse un amico a quattro zampe, sebbene non potesse parlare Cippy le era stato accanto nel momento peggiore, contribuendo ad uscirne fuori.
    -Vorrei ben vedere. Mi ha dato un sacco di filo da torcere-, riuscì a dire quando fu sicura che il tono non sarebbe parso anomalo.
    -Prima ha attaccato briga con l’asticello del mio amico, poi è scampato a uno stormo di augurey incazzati… ho cominciato a portarlo fisso con me perché mi sfasciava il dormitorio. Quando ti ho trovato nel corridoio ho sudato freddo, stava dormendo nel cappuccio. Per un attimo ho temuto la caccia alla strega-, poteva immaginare da sé perché non gliel’aveva restituito in quell’occasione: al di là di voler indagare a fondo alla faccenda, doveva sapere se fosse davvero lui lo scoiattolo disperso e se le sue amiche le avevano mentito. Ma questi dettagli preferì ometterli, vennero surclassati soprattutto dalla proposta di Derek che la colse totalmente alla sprovvista. Corinne non sarebbe stata felice se li avesse scoperti insieme, ma conoscendosi sapeva che non avrebbe resistito a lungo lontano da Cippy. Gli occhi della grifondoro brillarono di felicità nel rispondergli positivamente.
    -Davvero posso rivederlo?-, Cippy si aggrappò sui capelli fino a scendere sulla sua spalla, Karen gli accarezzò la testa e lo fissò a lungo, contenta.
    -Mi va eccome. Non ho ancora avuto tempo per raggruppare le sue cose… ultimamente ha preso l’abitudine di dormire sul fondo del calderone. E ha scoperto di essere un appassionato di paracadutismo, occhio che potrebbe rubare un reggiseno per lanciarsi nel vuoto.-, un giorno gli avrebbe ordinato un paracadute vero su ebaymagic per ovviare il problema.
    -Mi dispiace per le tue lettere. Non sono riuscita a trovare niente di utile-, era forse l’unico rammarico in quella storia, ma non avrebbe tradito la sua amica. Se Corinne fosse stata davvero in possesso di quelle lettere spettava a lei decidere cosa farne.
    -Alla fine non tutto quello che scrivevi su quel giornale era falso. Io e il mio… io e Stefan avevamo davvero qualche problema. Spesso mi sono chiesta se davvero ti sei basato su voci di corridoio… o se fosse così evidente a tutti tranne che a me. Come per Cippy.-, era ancora visibilmente abbattuta per come era finita col Serpeverde. Soprattutto si sentiva stupida per non essersi accorta prima che c'era stato qualcosa di strano in corso d'opera.


    Edited by Elhaz - 18/9/2021, 19:51
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    “Deve essere il freddo. Congela loro le espressioni.” Le tenne lo scherzo, commentando a sua volta la scarsa emotività ed empatia mostrata dai loro compagni del nord. Gente strana con cui era meglio non mettersi ad avere a che fare. Lasciò che Cippy scivolasse da quella che era stata la sua padroncina. Era sempre stato molto geloso di quel che riteneva sua, eppure non riuscì a non provare empatia. “Certo.” Annuì quindi alla sua domanda. Le avrebbe dato la possibilità di rivederlo perchè era giusto fosse così. Sembravano legati, nonostante tutto e la Cavanaugh aveva messo da parte il proprio rancore e l'orgoglio per raggiungerlo. Accettare di non chiuderle la porta in faccia era la cosa più matura che Derek potesse fare. “Al contrario di me, è molto socievole. Ama stare con gli altri. Potrei lasciartelo... due volte a settimana?” Le chiese, piegando il capo e mostrandole un mezzo sorriso.
    Scosse poi il capo. “Non... non fa niente.” Ed in realtà era dispiaciuto di non aver avuto modo di recuperare le sue lettere, ma non sarebbe dovuto comunque essere un problema della Cavanaugh. Quella era una parentesi tra lui e la Miller. Dovevano risolverla tra loro.
    Morse il labbro inferiore rimuginando un po' sulle parole da lei pronunciate. Un po' si sentiva in colpa per aver stimolato simili pensieri in qualcuno. Paradossalmente non aveva mai pensato a come potessero sentirsi gli altri dinanzi alle sue parole. Per lui erano sempre state solo parole.
    “Per la maggior parte erano voci di corridoio conditi con tanta fantasia. Non devi credere a tutto quello che vedi.” Fece spallucce, provando a minimizzare nel tentativo di toglierle quel peso dalle spalle. “E poi chi non ne ha di problemi? Una coppia è l'unione di due persone che hanno i rispettivi problemi. Quindi due persone, doppi problemi.” Aggiunse poco dopo. “Non credo tu debba fartene una colpa.”

     
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    Thompson riuscì a strapparle una mezza risata. L’ipotesi di una paralisi facciale dovuta al freddo era divertente, senz’altro più della verità: a Durmstrang gli studenti conducevano un’esistenza di merda. La rossa non era un’amante delle regole, tuttavia era convinta che un po’ di struttura fosse necessaria per evitare il caos, e se da quel punto di vista Hogwarts era più permissiva non si poteva dire la stessa cosa per il castello del nord da cui diffidava sempre più, ogni giorno che passava.
    Sapere di poter rivedere Cippy non poteva che renderla contenta: nella sua testa si era arresa all’idea di doversene separare, non avrebbe potuto sperare in un epilogo migliore.
    -Strano, di solito tendono ad assomigliare ai loro padroni-, ironizzò, afferrando una ghianda dalla tasca per riporla tra le zampette dello scoiattolo.
    -… mi stai proponendo un affido congiunto?-, ironizzò, rivolgendogli un sorriso furbesco.
    -Dove devo firmare?- domandò retorica, accarezzando la testa dello scoiattolo che nel mentre aveva cominciato la discesa dai suoi capelli per poggiarsi sulla spalla. L’atmosfera rilassata che si era creata tra loro per un attimo venne spezzata quando Derek minimizzò sulle sue lettere. Karen sapeva che non era affar suo né doveva intromettersi, erano conti in sospeso tra lui e Corinne, sempre che fosse lei a possedere quelle lettere e non qualcun altro… non era neanche rimasta in buoni rapporti con la Corvonero per poterle parlare. Se c’era qualcuno che poteva sistemare quella faccenda una volta per tutte quello era proprio Derek. Sentirsi dire che le voci tra lei e Stefan erano infondate in parte la rincuorò. Che fosse o meno una bugia bianca Karen vi si aggrappò con tutte le sue forze. Non si era mai sentita all’altezza di quella relazione: lui era più grande di lei, come le aveva ribadito anche Logan i cinque anni che si passavano non erano noccioline… Stefan era più avanti di lei, e ancora una volta non aveva esitato a dimostrarlo. Al contrario di Karen riusciva a convivere con quella decisione, per quanto poteva essere dolorosa.
    -Hai ragione. Almeno… posso dire di averci provato-, abbozzò un sorriso, dopo di che afferrò Cippy, a cui rivolse uno sguardo malinconico prima di lasciare che salisse sulle spalle del suo padrone. Per un attimo parve come se lo scoiattolo fosse indeciso su cosa fare.
    -Corinne è ancora incazzata con te. Parecchio anche- lo avvertì, lasciandosi sfuggire un sospiro.
    -Guadagnarti il suo perdono non sarà facile ma credo che non dovresti lasciare niente di intentato. Nel peggiore dei casi ti resta una nemica, nel migliore potresti guadagnare un’amica. Non mi sembra una prospettiva tanto brutta… no?-
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    “Una cosa del genere.” Il giorno prima non avrebbe mai pensato di poter proporre una cosa simile a qualcuno. Non era solito ad atti di puro altruismo, ma dinanzi al buon cuore mostrato dalla grifondoro, non avrebbe potuto esimersi da andarle incontro. Era stata buona nei suoi riguardi nonostante le cattiverie che il Thompson le aveva rivolto. Esserle grato era il minimo che potesse fare. E dopotutto grato lo era sul serio. Tra le mani di qualcun altro, Cippy avrebbe potuto perdersi o non sopravvivere ed invece sembrava star bene. Di questo non poteva che esserne felice.
    Ascoltò le sue parole circa la Miller, stringendo le labbra. Provare a parlare con la corvonero in quel momento gli sembrava una cosa irrealizzabile. Si erano fatti troppi torti per riuscire a far finta di niente, e per quanto tempo fosse passato, non riusciva a fingere che niente fosse successo. Non aveva ancora ricevuto le sue lettere e questo continuava ad infastidirlo. In quella guerra ci aveva solo perso. “Non abbiamo uno scoiattolo da dividerci.” Le rispose semplicemente facendo spallucce, come a dire che in definitiva tra loro ci fossero ben poche cose per cui valesse la pena condividere del tempo. La cosa migliore da fare a quel punto per entrambi, era stare a distanza. Forse soltanto così i loro dissapori si sarebbero attenuati.
    Richiamò Cippy con un verso della bocca, lasciando che ritornasse sulla propria spalla. “Grazie per esserti presa cura di lui.” Le sorrise sinceramente. A quel punto era ora per entrambi di ritornare al castello ma era felice di averla incontrata e di aver chiarito almeno con qualcuno dell'enorme orda di odiatori che si era fatto. “Torniamo dentro, dai. Passiamo per le cucine a rubare qualcosa agli elfi.”


     
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