La storia che non abbiamo mai raccontato.

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    Capitolo 5



    Corsi fuori dall'aula dove avevo tenuto il mio ultimo orale. Cavolo avevo studiato tantissimo speravo che tutto era andato secondo previsione. Non mi sarei mai perdonata un punteggio basso rispetto ai miei calcoli. Ero precisa e ci tenevo molto. Ormai l'anno era terminato tra poco avrebbero esposto i risultati degli scritti, delle prove pratiche e degli orali. Non stavo più nella pelle e un po' di ansia mista a preoccupazione si stava prendendo gioco del mio stomaco nell'ultima settimana. Ero stressata, mangiavo meno e avevo una nausea perenne. Avevo anche condiviso poco tempo con Jon e un po' mi faceva sentire una stupida perchè mi ero rintanata a studiare da sola in assoluto silenzio. Avevo deciso negli ultimi mesi che la mia strada sarebbe stata nelle vicinanze di casa, avrei studiato pozionistica e un giorno sarei diventata così brava da poter decidere di partire con progetti personali. Chissà cosa ne pensava Jon, oggi, al termine del mio orale pomeridiano gli avevo detto che volevo vederlo. Soffiai fuori aria carica di tensione e lo raggiunsi appena lo vidi nel corridoio. Eravamo stressati in quel periodo lo si vedeva dalle nostre facce. Gli avevo anche detto che dalla tensione per gli esami stavo un po' sotto sopra.
    Eravamo diretti al villaggio magico, infine dovevamo uscire dalle mura per tirare il fiato. Hei Jon, come sono andati i tuoi esami? Gli domandi sedendomi nel vagone con lui. Mi spostai i capelli di lato, erano un po' sparati, ero stanchissima. Ancora qualche giorno e avremmo lasciato Hogwarts per una piccola pausa estiva prima di iniziare gli altri studi. Avevo un'idea o meglio una proposta da fargli a cui pensavo da un po'. Aspettavo la sua risposta per fargli la proposta che avevo in mente: ci avevo pensato tanto, sapevo che nulla sarebbe stato facile se lui avesse scelto di studiare in Germania piuttosto che in Inghilterra ma ce l'avremmo fatta. Non mi aveva più detto dove lo avevano accettato ma ero speranzosa fosse da qualche parte in Europa.
    Io spero di ottenere un alto risultato, ho dato il massimo! Come stai? Lo vedevo un po' sulle sue, forse gli esami avevano prosciugato anche lui. Infine era molto bravo e quando doveva raggiungere un obiettivo ci metteva tante energie.
     
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    Jonathan rimase a lungo a fissare il vuoto, era talmente assente al presente e con la testa fra le nuvole che non si accorse neanche di essere rimasto totalmente da solo in quell'aula. Era particolarmente nervoso, non tanto per gli esami che erano ormai passati, tanto più per il futuro. Era felice di aver ottenuto una risposta positiva ma era anche titubante, non sapeva come dire a Zoya che l'America lo stava aspettando e che lui avrebbe voluto fare qualunque cosa affinché il suo sogno di diventare guaritore si realizzasse. Lo avevano scelto in una delle università più prestigiose del mondo, avevano visto il suo potenziale e da qualche giorno ormai ha deciso: andrà via, per questo si alzò impietrito e si diresse all'appuntamento con Zoya. Non sapeva proprio come fare, si tenne pronto per ogni cosa, non sapeva proprio come sarebbe andata a finire. < Secondo me proprio bene sai? Credo di averle indovinate tutte.. Ne sono quasi sicuro. > disse mentre erano seduti uno di fronte all'altra sul vagone del treno per Hogsmeade. Lui continuava a guardare fuori dal finestrino, non riusciva a mantenere il suo sguardo. < Tu sei soddisfatta per i tuoi esami? Sono sicuro sia andata alla grande! > allungò la mano e prese quella della ragazza, la baciò delicatamente e finalmente immerse i suoi occhi in quelli della corvonero. Si ricompose e tirò un sospiro. < Comunque devo dirti una cosa. > disse di punto in bianco, ma aspettò che il treno si fermasse completamente. < Che dici se andiamo nel nostro albero? > se la richiesta era questa allora il discorso era davvero importante. La prese per mano e insieme scesero dal treno, molto lentamente passeggiarono, voleva godersi ogni attimo, dopo non sapeva come sarebbe andata la cosa, forse avrebbero trovato un modo o forse un modo non c'era. < Qualche giorno fa mi è arrivata l'ammissione per l'università. > non aggiunse altro, voleva vedere la faccia di Zoya in quel momento, guardò la ragazza per un attimo e fece un lieve sorriso, quasi forzato, mentre raggiungevano l'albero e si fermavano ai suoi piedi. < Sono stato contattato da una sola università. > si vedeva che stava dicendo una bugia, non riuscì infatti a resistere per molto e subito negò scuotendo la testa.< Due in realtà.. Ma una di queste due me l'hanno sconsigliata se devo raggiungere una preparazione impeccabile, e l'ho scartata. >

     
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    Jon voleva andare nel "nostro" luogo il che voleva dire che c'era qualcosa di cui parlare. Deglutii un attimo perplessa ma mi risposi da sola che c'era molto di cui parlare in effetti: gli esami terminati, il fatto che avremo lasciato le mura di Hogwarts per sempre, i progetti futuri. Anche io ho una cosa da dirti! dissi infine con un ampio sorriso dando poco peso ai dubbi che la sua faccia mi mettevano. Magari erano gli esami che lo avevano stancato, pensieri per i voti, dubbi per gli studi, chi lo poteva sapere. Non volevo vedere tutto negativo per cui ascoltai con leggerezza il fatto che aveva ricevuto un sì' dalle università più prestigiose. Ne fui felice, di certo era ciò che voleva. Ero certa quelle due si trovassero in Europa, mi ero convinta di ciò quindi tutta eccitata gli risposi: allora quale scegli? Quella in Inghilterra o in Germania? Stavamo camminando, il clima era caldo ma le temperature non erano esagerate in Scozia. Gli esami si esano prolungati per tutta l'estate e ormai settembre era alle porte. Ad ottobre ufficialmente ogni studente avrebbe iniziato il suo nuovo percorso in un altro istituto, una piccola percentuale era decisa ad andare direttamente a lavorare. Alcuni erano dei figli di papà con il lavoro già assicurato e una piccola parte di me pensava che studiare avrebbe fatto bene a loro in tutti i casi. Non erano comunque pensieri a cui dedicavo troppo tempo, ognuno doveva essere felice delle sue scelte. Io della mia ero contentissima, mi sarei dedicata a ciò che amavo. Jonathan era convinto di sè e questo era molto importante. Inizio io dissi con una smorfia e mezzo saltello mentre percorrevamo il sentiero che conduceva all'albero. Mi fermai poco prima e arrossendo tutta presi fiato. Ecco.. io pensavo.. è vero che siamo giovani mi mancavano le parole per quello che gli stavo per proporre, era una cosa fantastica che probabilmente non avrei mai pensato di dire a qualcuno. Però.. se trovassimo un posticino per noi? Ecco io potrei fare un lavoretto part time e studiare allo stesso tempo. Mi toccai il viso: gli stavo chiedendo se voleva vivere insieme a me, studiando e lavorando ce l'avremmo fatta in qualche modo. I-io.. come sai.. studierò non molto distante da casa.. gli ricordai. Lui sapeva che quella scelta era legata alla mia situazione famigliare e che avevo fatto una promessa a cui non volevo e non potevo rinunciare. In qualche modo ero convinta che la sua scelta fosse stata presa anche in base al nostro rapporto, al fatto che vi erano delle cose importanti per me. La mia famiglia per esempio. A-anche se studierai in Germania.. un guizzo degli occhi si posarono su di lui, non so perchè mi ero convinta che avesse scelto quella o che avrebbe studiato a qualche parte in Europa. O da qualche parte negli stati intorno all'Inghilterra.. Quando tornerai a casa io ci sarò.. ti aspetterò e.. e potremmo in qualche modo iniziare il nostro futuro insieme. Infine con le passaporte e la smaterializzazione poteva tornare al nostro nido d'amore quando voleva. Sarebbe stato presente in qualche modo. E nonostante tutte le difficoltà sarebbe funzionata. Aveva senso. Ero solo emozionata e pertanto la voce mi tremava, era una dedica a tutti gli effetti. Infine lo amavo e lui anche, perchè non potevamo iniziare così?
     
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    Jonathan si rese subito conto che Zoya si era già fatta delle idee ben precise sul futuro,ma come dire a lei che i loro due pensieri non coincidevano? cosa aveva pensato lui per il suo futuro? ormai aveva chiaramente deciso di diventare uno dei medici migliori al mondo e anche un abilissimo guaritore, gli studi che stava per intraprendere richiedevano sforzo, molto tempo, decisamente tante cose che gli avrebbero portato via non solo le energie, ma la gran parte di tempo. Io.. non riuscì a rispondere, quale scuola avrebbe scelto fra quelle? aveva già scelto ma non sapeva come rispondere. Zoya però si fece prendere dall'entusiasmo, allora lui stette zitto e ascoltò la proposta della ragazza. La sua faccia diventava sempre più incerta, la sua espressione era problematica. Si dai, inizia tu! finse coinvolgimento, entusiasmo.. ma non ci riuscì molto. Quando sentì la proposta di Zoya molto probabilmente la sua faccia sbiancò. Si ritrovo straziato. Infilò nervosamente le mani dentro le tasche, poi le uscì di nuovo e si mise a braccia conserte. Aspetta.. A-aspetta Zoya.. mise le mani in avanti appoggiandole sulle sue spalle. Sapeva che lei avrebbe studiato nelle vicinanze, sapeva già tutto ma.. questo non se l'aspettava. Divenne estremamente serio. Ascolta.. cioè la tua idea è bellissima.. è s-stupenda.. respirò profondamente. Ma io .. non posso. ci fu un silenzio nel quale si guardarono negli occhi, lei sembrava sconvolta, come se Jonathan stesse dicendo fesserie. Andrò in America.. l'aveva detto, e sentiva il bisogno di riempire quel momento di tante parole.. come se potessero placare in qualche modo gli animi. Si sentiva elettricità nell'aria, aveva una strana sensazione. E' la migliore.. ho dovuto fare una scelta difficile.. mi hanno sconsigliato quella in Germania, era quella l'altra università che mi aveva contattato e.. non me la sono sentita di andare a studiare lì. stringeva ancora le sue spalle, cercando di leggere una reazione nei suoi occhi. Ti prego Zo'.. parla.. dii qualcosa. si staccò Non sei felice?... okay non lo sei..



    Edited by ;dr.strange - 4/4/2021, 16:58
     
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    Le braccia di Jon erano tese sulle mie spalle, quel gesto non mi piaceva perchè significava che doveva dire qualcosa di importante. E con questa parola intendevo anche qualcosa di cui discutere. Un brivido mi percorse la schiena poichè la sua voce era diversa ed era chiaro che quello che gli avevo appena proposto non era condiviso. Le mie labbra si appiattirono, le perle azzurre intersecarono le sue grigie e volevano in qualche modo implorarlo a ragionare. In A-America? ripetei incerta. Avevo sentito benissimo ma quella informazione trapassò un'orecchio ed uscì dall'altro poichè non volevo crederci: quindi aveva rifiutato la scuola tedesca perchè gliela avevano sconsigliata e aveva deciso di volare oltre Oceano per studiare. I-io non posso venire a New York o dove questa miglior università si trova, Jon la mia voce traballava ma si stava instaurando anche una vena differente che non ero solita usare con lui. Ero delusa per il fatto che aveva già compiuto una scelta senza mai effettivamente parlarne insieme, era chiaro che al primo posto c'era la sua carriera. Il che non mi faceva arrabbiare nel vero senso della parola ma una parte di me era ferita dal fatto che io non ero compresa in quello che lui stava dicendo. Non l'aveva chiaramente detto ma le cose stavano proprio così. Sapeva che mia madre aveva bisogno di me ancora per alcuni anni e quindi era scontato che io non potevo seguirlo. Avrei studiato all'Accademia nei dintorni e non avrei cambiato le mie idee per il semplice fatto che non potevo fare molto altro. Nonostante questa delusione volevo parlare con Jonathan per trovare una soluzione adeguata. Non hai pensato di iniziare in Europa e poi completare i corsi più avanzati nel territorio Americano? Forse potevamo fare così ma qualcosa mi diceva che l'università tedesca era stata scartata del tutto e non ci sarebbe stata nessuna possibilità di fargli cambiare idea. Il che non era esattamente ciò che volevo fare: cambiare le sue idee. Volevo trovare una soluzione. Si staccò da me e posai i palmi della mani sulla faccia. Sentii il viso caldissimo e gli occhi bruciare, erano colmi di lacrime che di lì a poco sarebbero uscite. Speravo di mantenere il controllo. Ti prego troviamo una soluzione. Sentivo lo stomaco sotto sopra, la nausea di quei giorni venne a galla come un'onda e mi travolse di nuovo. Lo stress degli esami e questo erano davvero troppo. Dubito che tu possa fare avanti e indietro, non puoi smaterializzarti da una distanza simile, sarai colmo di impegni e di studio mormorai. La carriera da lui scelta non era banale e non avrebbe avuto molto tempo per se stesso. In tutto questo trambusto che mi faceva pulsare la testa io non riuscivo apertamente a dirgli di accantonare le sue idee perchè era una cosa che non mi piaceva fare. Per me l'orgoglio personale e i sogni andavano realizzati pertanto Jonathan doveva fare lo stesso. Dalla mia bocca non sarebbero mai uscite quelle parole, se lui attraverso i nostri dialoghi cambiava idea o adattava le sue scelte doveva essere una sua volontà, non da imposizioni terze. Se non ci sarebbe stato verso allora avevo una chiara risposta: Jonathan non voleva.

     
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    Vide la faccia di Zoya cambiare completamente, non riusciva a crederci e neanche lui stesso in fondo riusciva a credere alle sue stesse parole. Si rese conto che aveva già preso una decisione, che aveva paura di fare delle scelte sbagliate se veniva influenzato dalla ragazza. per questo aveva deciso da solo, lo aveva fatto egoisticamente e aveva fatto male, forse? questo se lo chiedeva.. aveva appena iniziato a chiedersi de davvero la corvonero era più importante del suo futuro lavoro. Continuò a guardare in un punto indefinito, era lì davanti a lei, più rigido di un tronco d'albero diventò. Lo so Zoya, lo so che non puoi venire. molto lentamente spostò i suoi occhi nei suoi, ebbe il coraggio di guardarla. Non hai pensato di iniziare in Europa e poi completare i corsi più avanzati nel territorio Americano? rispose con un no deciso della testa, non sapeva aggiungere altro per il momento. Ci pensò, cerco di usare le migliori parole che aveva in mente, non aveva neanche un discorso preparato.. niente di niente. Non ti permettono di studiare in due università diverse, perderei degli anni preziosi e.. Non voglio sprecare questa opportunità. ammise sinceramente, davanti a lei con una fermezza disarmante. La vide mettersi le mani in faccia e lui provò una fitta sul cuore, si stava letteralmente strappando il cuore da solo a vederla in quello stato. Io ci ho pensato ad una soluzione.. davvero.. sospirò allargando le braccia. Ma non ne ho trovata una o forse.. potremmo vederci ogni estate.. questa è l'unica soluzione che ho trovato. si portò le mani nei capelli, se li strinse forte chiudendo gli occhi. Io non lo so, non sapevo cosa fare e.. non volevo rinunciare all'università .. capisci? io non posso farlo.. forse non sarei capace a fare altro che il dottore. nei suoi occhi c'è la disperazione di perdere quell'unica e rara opportunità, ma c'era anche il dolore di sentirsi dire cose da Zoya, il dolore della vista che aveva davanti a lui.. quella di una ragazza amareggiata da una scelta forse troppo solitaria. Scusa se ho scelto da solo, ti chiedo scusa. Ma c'era il rischio di influenzare una scelta così decisiva. Mi dispiace.. mi dispiace.

     
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    Lo sai che non posso venire pensai silenziosamente, si accorse che le sue iridi grigie puntavano sulle mie azzurrine. Distolsi lo sguardo incapace di sostenerlo. Non ci riuscivo. Non ci hai pensato mormorai e allora le mani andarono nuovamente a coprirmi gli occhi. Non hai voluto pensarci risposi tutto d'un fiato. La voce tremava. Hai preso una decisione da solo, non ci posso credere.. E' così che si fa in una coppia? La domanda era chiaramente posta per farlo ragionare. Valgo.. Noi.. Valiamo così poco secondo te? Le lacrime infine cominciarono a sgorgare, irrefrenabili e il petto fu smosso da tremolii involontari. Non potevo credere che Jon non avesse messo in conto le conseguenze del suo studio in territorio americano. Mi sembrava una decisione presa alla leggera. Eppure le sua mani strizzavano i ricci scuri in modo nervoso. Era palese che la cosa si stava allontanando da una discussione pacata. Dimmi.. singhiozzai, quando pensavi di dirmelo? La voce era chiaramente amareggiata ma si stava instaurando una leggera nota irritata in essa. Quando Jon? Il tono si alzò chiaramente e con sè i palmi si allontanarono dal viso. Il giorno prima della partenza? In modo da non lasciarci il tempo di trovare una soluzione?
    Annuii e sbracciai per aria, mossi dei passi avanti e indietro soffiando fuori l'aria. Il battito cardiaco cominciò ad accelerare. Non ti ho mai chiesto nulla Jonathan. Aggiunsi. Sapeva che lo chiamavo con il nome esteso quando ero chiaramente provata od arrabbiata. Mai. E mai te lo chiederò. Non ti dirò di rinunciare al tuo futuro. Ma.. le parole venivano soffocate dal fatto che mi mancava l'aria per continuare. Agitazione, tristezza e quant'altro stavano trainando me verso il basso. Ho dato per scontato che.. che il nostro amore fosse abbastanza. Quello che abbiamo.. dissi guardando ovunque tranne che lui. ..od oserei dire quello che io provo a questo punto - di me ero certa -.. è profondo.. Il mio era un urlo disperato. Ogni estate? Ma cosa vuol dire Jonathan! Dimmelo! Ci andremo a perdere prima che giunga la prima.
    Non ci credevo all'ipotesi che aveva detto poco prima, la vedevo come un appiglio trovato all'ultimo secondo per avanzare una possibilità. Era vana in questo momento, Avevo bisogno di risposte concrete.

     
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    Lui rimase a fissare la ragazza che era disperata, non riusciva a parlare e a cercare un motivo valido che potesse far sembrare il suo comportamento giusto. la verità era che aveva deciso da solo e sapeva di aver sbagliato. Ma l'altra verità profonda che era chiusa nel suo cuore e nel suo volere era una, e solo quella riusciva a superare quel sentimento troppo forte che provava per lei, ma non troppo da distruggere il suo ideale di diventare il miglior dottore, il migliore. Non rispose, non rispose a quelle domande ma rimase assorto , con lo sguardo perso a pensare ad una risposta adeguata che non arrivava. Valgo.. Noi.. Valiamo così poco secondo te? IO NON LO SO! rispose ad alta voce, così forte che gli uccelli posati sul ramo scapparono volando via. No, non valiamo poco. rispose poi con una voce più pacata .. Ma è difficile spiegare è.. si alzarono i suoi occhi sulla ragazza che era fuori di se per la delusione, per la rabbia. Adesso Zoya, te lo sto dicendo adesso. rispose poi fermo, con una freddezza da far congelare qualsiasi discussione. Non era riuscito a trovare tempo migliore, forse in questo caso era stato troppo pessimista ma sapeva che le soluzioni per quel problema non esistevano, in questo modo secondo lui, avrebbe abbreviato il tempo di sofferenza che Zoya già stava provando.. e se ve lo chiedete anche lui stava soffrendo.
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    Non era affatto indifferente, il suo volto da qualche minuto era cambiato, il suo sguardo era sofferente come uno che non ha alcuna speranza di poter fare diversamente, poi le parole vere di Zoya tagliarono letteralmente il suo cuore, facendolo sentire ancora più in colpa davanti a tutto quello che stava succedendo. Fece qualche passo indietro, si guardò intorno non sapendo cosa dire, si portava frequentemente le mani ai capelli, si sentiva un nodo nella gola. QUELLO CHE PROVO ANCH'IO precisò a voce alta C'è ancora .. prosegui con tono basso Voglio dire che all'amore non c'è limite.. credi che la distanza lo consumi? credi che io abbia preso questa decisione con estrema leggerezza? allargò le braccia forse ho sbagliato, hai ragione.. ma sarebbe andata lo stesso così. Quale poteva essere la soluzione? si fermò un attimo poteva esistere una soluzione? girò su se stesso infilando le mani dentro le tasche, si guardò intorno e poi rispose. No. Non esiste una soluzione.. ci sono cose che non hanno una soluzione.. tranne che soluzioni estreme. e la soluzione estrema era vedersi raramente, stare lontani, ma poteva davvero funzionare? si avvicinò alla ragazza Io non voglio perderti.. ma non voglio perdere neanche l'occasione che aspettavo..

     
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    Non puoi avere entrambe le cose Jonathan! la mia voce si alzò di alcuni decibel come non avevo mai fatto prima. Non con lui, forse raramente me l'ero presa con l'anta dell'armadio per aver preso un brutto voto o aver deluso me stessa ma in questo modo non avevo mai reagito davanti a lui. Perchè infine non vi era stato motivo. Avevamo sì litigato alle volte, ma le nostre discussioni avevano trovato conforto e un punto di arrivo in breve tempo, certo mi ricordavo di un paio di volte che me ne ero andata nervosamente dal settimo piano verso il dormitorio Corvonero e lui si era dileguato verso i sotterranei. Un paio d'ore dopo eravamo nuovamente a cercarci con le dita che volevano accarezzare a vicenda il viso dell'altro. Oggi non ci riuscivo, no, era più forte di me e probabilmente in lui stava accadendo lo stesso: non ci si poteva legare in un abbraccio riparatore. In questo momento si stava verificando una falla troppo grande e dalle parole di Jon di certo non riusciva a venire fuori una soluzione adeguata: si limitava a dire che le cose andavano così e che in qualsiasi modo avrebbero avuto quel decorso.
    In cuor mio sapevo che l'amore che ci legava era sincero, alle sue parole credetti per davvero perchè lui non osava mentire su questo genere di cose. Il tassorosso non era un bugiardo. Eppure una parte di me sapeva che la distanza non era il vero problema in tutto questo casino. Era che lui aveva scelto senza di me. Non mi aveva interpellata. Ti rendi conto? singhiozzai, lo sguardo che cercava in qualche modo di fargli capire che mi stava riducendo a pezzi. Lui, quello che mi aveva sollevato dalla depressione che mia madre stava in qualche mondo conferendo anche a me a causa della situazione famigliare. Hai sbagliato? Sì, Jonathan è così, eppure vai dritto per quella strada! Mi aveva messo al secondo posto e se ne rendeva conto. Eppure non stava cambiando nulla. Tu non me ne hai parlato, me lo stai dicendo a decisione presa, hai anche prenotato il volo? La situazione mi stava veramente mandando fuori di testa. La vista appannata e il naso umido facevano da contorno al mio petto che reclamava una pausa. Inspirai lentamente soffiai fuori l'aria tutta d'un colpo anche se non funzionava per calmarmi. La gravità di tutto questo sta nel fatto che l'hai deciso tu.. è questo il punto! Non aggrapparti al fatto che potremmo vederci.. in estate ogni tanto. Hai preso una decisione da solo, nonostante tu sappia che io ho sempre sostenuto i sogni a cui ambisci! Mi domando.. mi mancavano le parole perchè quello che stavo per dire era più tagliente di una lama di rasoio. ..se tu sia così, Jonathan.. quando si tratta di te decidi da solo.. e dimentichi chi condivide l'altra metà del tuo cuore.. Con estrema forza piegai le braccia al petto, dondolandomi un po'. Un abbraccio solitario che serviva a darmi forza da sola. Tu vivi nel mio cuore e io ho sempre avuto enorme rispetto per te.. e sempre lo farò.. ma non credo che tu abbia compiuto un'azione corretta per noi.. nei miei confronti.. fui chiara, anche troppo. Potrei dirti che la distanza ci farà soffrire.. che sopravverremo ma mi rendo conto che c'è un altro problema.
    Mi ammutolii quindi lo guardai in faccia, gli occhi gonfi e rossi, il petto che tremava.
    Se per questa decisione è andata così.. in futuro per scelte ben più importanti farai lo stesso?
    Aveva capito benissimo, era un ragazzo intelligente: dubitavo che in futuro avrebbe messo noi o una futura famiglia al primo posto. Se aveva scelto la carriera questa volta, avrebbe scelto se stesso sempre.
    Non vuoi perdermi.. sussurrai rimarcando le sue parole. E io non voglio perdere te. Eppure devo sapere.. questa risposta devo saperla.

     
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    Non puoi avere entrambe le cose Jonathan! Lui si mise a riflettere a lungo su questa esclamazione, ma non era lei a dirle che avrebbe sempre appoggiato le sue scelte, i loro rispettivi sogni? non era lei a dirgli che non avrebbero rinunciato e ci si sarebbero aiutati a vicenda? ecco che cosa accadeva nella mente di Jonathan. Se l'amore era davvero forte forse neanche la distanza poteva spezzarlo, avrebbero sofferto si, ma dopo aver raggiunto i loro sogni ne potevano realizzare uno più grande. Ma le cose purtroppo non combaciavano come nella testa di Jon, il suo errore stava costando molto caro al tassorosso. Non ancora.. devo prenotarlo oggi il volo. risponde con voce spezzata, aveva pensato che solo dopo avergli dato la notizia sarebbe andato a prenotarsi il volo, da solo e per conto suo gli sembrava fin troppo eccessivo.. anche se la sua decisione era ormai irremovibile. Hai preso una decisione da solo, nonostante tu sappia che io ho sempre sostenuto i sogni a cui ambisci! Mi domando....se tu sia così, Jonathan.. Come fai a dire che hai sempre sostenuto i miei sogni se dici che non posso avere entrambe le cose? ti contraddici! il suo tono divenne sostenuto, forte.
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    Poi rimase zitto ad ascoltarla, strinse i pugni e i suoi occhi iniziarono a bruciare, le sue sopracciglia erano sempre più corrugate, l'espressione di sofferenza si accentuava. Stava combattendo cntro se stesso in una situazione difficile che richiedeva una scelta difficile, forse drastica. La domanda di Zoya per lui era troppo difficile, come avrebbe potuto sapere il futuro? come si sarebbe comportato? quella era una situazione singolare, lontana da ogni tipo di situazione simile.. Lo so. rispose quando lei disse che aveva compiuto un'azione scorretta, ed aveva ragione la corvonero. Però lui adesso voleva dire altro, adesso non aveva più senso soffermarsi su quella faccenda. Ma sono sicuro di una cosa.. se avessimo deciso insieme, io avrei optato lo stesso per l'America.. avremmo litigato prima, sarebbe andata esattamente così .. Non puoi avere entrambe le cose Jonathan! Non posso risponderti adesso Zoya, la tua domanda non ha un fondamento.. non ha un argomento preciso.. io credo che non deciderei da solo nel futuro.. Non puoi avere entrambe le cose Jonathan! Ma forse.. siamo giovani, abbiamo bisogno di rifletterci un attimo e.... Non puoi avere entrambe le cose Jonathan! Forse hai ragione, io probabilmente sono egoista o.. non ti amo nello stesso modo in cui tu ami me, il mio sentimento non è pari a quello tuo. oh no, bugia Jonathan , fece spallucce e si portò una mano sugli occhi, togliendo via quelle lacrime che arrossavano le sue iridi costantemente puntate su di lei. cos'altro dovrei dirti se non.. prese un respiro allora io ti lascio. Non puoi avere entrambe le cose Jonathan! Se devo scegliere una cosa allora scelgo di non farti maggiormente soffrire quando me ne andrò lontano.... e si mise a ripetere con la voce spezzata dall'amarezza che le loro soluzioni non funzionavano. Ti lascio Zoya.

     
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    Il tono di Jon si alzò di alcuni decibel, credevo di non averlo mai visto così ed era la pura verità. Rimasi ad osservare la sua reazione perdendo un lembo di cuore ogni volta che le sue parole mi colpivano come uno schiaffo. Ero cosciente che non saremmo andati da nessuna parte continuando ad urlarci addosso e continuare a rinfacciare gli errori. Ci Si doveva sedere e decidere chiaramente cosa fare. Io non avrei rinunciato alla promessa fatta a mia madre e lui a quanto pare non avrebbe mai rinunciato al suo sogno. Forse quello che desideravo di più erano le sue scuse o erano delle promesse. Esattamente non sapevo se dicendo una di queste due cose avrebbe effettivamente sanato la situazione. Probabilmente il fatto di aver deciso da solo aveva ferito me più di quanto lui immaginava.
    Le parole uscirono dalla bocca del tassorosso a fiumi, la sua faccia era tirata e i suoi occhi brillavano, pensavo di non averlo mai visto piangere di rabbia o di dolore prima di adesso. Forse io avevo pianto con lui di felicità, questo certamente. Diceva che non sapeva rispondere alla domanda, anche lui in qualche momento si contraddiceva e quando tirò in ballo la nostra età le mie viscere si contorsero. Dove vuoi arrivare con questo discorso? domandai piegando la testa di lato incredula. Lui continuò a parlare e probabilmente non sentì nemmeno la mia voce. Non ti amo nello stesso modo in cui tu ami me, il mio sentimento non è pari a quello tuo. Se fossi stata una vigliacca e di noi non me ne fosse fregato nulla avrei preso e me ne sarei andata. Invece rimasi dove ero, con al schiena pietrificata sciogliendo le braccia dal mio petto. Le lacrime si fermarono e probabilmente quello che vedeva lui era l'immagine di una Zoya come non l'aveva mai vista. Che s-stai dicendo? La mia voce aveva un tono differente: era incredula e impreparata. E se potevo anche aggiungere mi sentivo spaventata. Stava crescendo dentro di me una strana sensazione: è la conferma del fatto che fra noi non ci sarà un futuro solido? Tu me lo hai detto Jonathan. Mossi dei passi verso di lui, veloci, i pugni stretti e le braccia tirate. Ero davanti a lui e osservai per bene le lacrime che lasciavano i suoi bellissimi occhi. Puntai il dito verso di lui, in altra occasione poteva essere interpretata come una minaccia ma in quel momento era un gesto mosso dalla situazione straziante. Perchè menti? Cristo! Perchè lo stai facendo? La cosa che non ti si addice è dire bugie. Per cosa esattamente.. per sentirti meno in colpa? ..non assumerti la responsabilità che tutto questo sta accadendo unicamente perchè sei egoista come tu stesso hai ammesso. La verità era quella e quella soltanto.



    Tu cosa? Pensavo di non aver sentito bene. Invece era chiaro perchè lo ripeté un'altra volta. T-tu cosa? Lo incalzai di nuovo.
    Se avevo preso coraggio adesso le lacrime ricominciarono a zampillare. Cosa stai facendo Jonathan? Volevo fuggire lontano, se esisteva un modo, un incantesimo capace di sistemare le cose avrei voluto saperlo fare. Non ero più una bambina che sperava fosse tutto un tremendo incubo o che fantasticava sul fatto che domani le cose sarebbero andate a posto nel migliore di modi. Jonathan stava rompendo con me per andare a studiare in America. Cosa stai f-facendo? Ero allibita, una parte di me ripetendo quel quesito, voleva spronarlo a ragionare anche se il tono con cui l'aveva detto era piuttosto fermo. Di certo non era un insensibile: leggevo nella sua espressione, voce ed occhi tutto quello che stava provando. Per questo non credevo a ciò che mi aveva detto o non a tutto almeno. Voglio sentirlo.. così mi farò da parte.. il petto tremava la voce anche e ormai rauca dissi Dimmi che non mi ami più.. e allora prendi il tuo biglietto per l'America e di me avrai solo i ricordi di questo anno passato insieme.
    Non lo avrei pregato di rimanere. Se il suo egoismo avrebbe prodotto menzogne anche in risposta a questa ultima domanda mi sarei fatta da parte d'ora in poi. Non gli avrei mandato una lettera per dirgli che mi aveva strappato il cuore.
    Ero convinta che il dolore provato da bambina quando scoprimmo la doppia vita di mio padre fosse ineguagliabile. Questo era molto più lacerante.

     
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    Jonathan aveva completamente perso la ragione, la valanga di domande da parte di Zoya le sembravano così pesanti ed era quasi impossibile cercare nella sua mente, la sua mente complessa e incredibilmente geniale si inceppò totalmente davanti a tutte quelle emozioni contrastanti che stava provando. Zoya riuscì ad intuire che dietro le parole di Jonathan c'era una bugia, lui la amava ma aveva le mani legate da un sogno forse più grande ancora di qualsiasi altra cosa. Era confuso con se stesso e quasi non riusciva a dare delle risposte a se stesso. La domanda era Lui amava davvero Zoya almeno quanto lei amava lui? forse no? o forse si ma con grande rammarico doveva dire a se stesso di non essere pronto ad un amore così enormemente importante?
    Ormai la sua gola era diventata secca, non aveva più lacrime da versare, per un attimo tutto si fermò.. anche le sue lacrime smisero di uscire, la sua faccia divenne più convincente. Sono egoista.. lo era per davvero, ed era sincero ad ammetterlo, come avrebbe fatto qualunque Tassorosso. Le domande della ragazza si susseguivano e rispose lui quasi in modo meccanico. Ho detto c-che ti lascio.
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    lei rimase completamente shoccata dalla frase del ragazzo, lui se ne stava in mobile e con il respiro che si faceva sempre più veloce, più insistente. Si sentiva morire, avrebbe preferito essere investito da un treno in corsa piuttosto che vivere tutto ciò che stava vivendo. Il suo cuore era squarciato, letteralmente diviso a metà, sanguinante, eppure era stato lui a causare tutto questo , era stato lui a giungere a quella conclusione che sembrava davvero essere l'unica soluzione. Per un attimo passarono davanti ai suoi occhi tutti i ricordi migliori di quell'ultimo anno trascorso ad Hogwarts: la maggior parte erano tutti con Zoya, il loro primo viaggio insieme, tutte quelle volte in cui si erano divertiti a creare le pozioni, le lunghe passeggiate in luoghi stupendi, la gita in mezzo alle farfalle, la prima volta insieme e poi.. alzò la testa e guardò l'albero, quell'albero era stato il sigillo del loro amore, un amore bellissimo che stava finendo nel peggiore dei modi.. l'albero del primo bacio, della felicità che si erano promessi a vicenda, era tutto lì davanti a loro.. e lui lo stava facendo, lo stava per dire veramente. Tutto si stava sgretolando rapidamente e distruggendo completamente. Con un nodo alla gola tornò a guardare Zoya, ormai erano entrambi allo stremo, avevano pianto, avevano urlato, avevano parlato.. eppure Jonathan trovò la forza per dire ciò che forse non avrebbe mai voluto dire. Se è questo che voleva sentirsi dire allora lui lo avrebbe detto... Non posso.. dirtelo.. era questa la conclusione di tutto, era convinto di amarla.. ma probabilmente si rendeva conto di non amarla abbastanza, se questo non era bastato a convincerlo a rimanere, a scegliere un università diversa da quella che lo avrebbe preparato ad essere uno dei migliori guaritori e neurochirurghi al mondo. .. io Ti amo.. le sue parole erano tremanti Ma non posso più amarti.. sembravano incerte le sue parole ma la sua espressione era ferma, convincente. Si sentiva addosso il peso di questa grande responsabilità, di questa scelta cruciale. Probabilmente più tardi se ne sarebbe pentito in ritardo. la stava perdendo, lui era artefice del suo destino. Non posso più amarti. si mise a ripetere affinchè capisse bene. E' finita. disse per finire quasi in un sussurro debole.

    Ti ho deluso o abbandonato?
    dovrei sentirmi in colpa o lasciare che i giudici mi guardino male?
    Perché ho visto la fine prima che iniziassimo
    si, ho visto che tu eri cieca ed io sapevo di aver vinto,
    quindi ho preso quel che era mio per diritto divino
    Ho preso la tua anima durante la notte
    potrebbe essere finita ma non finirà lì,
    sono qui per te se solo te ne importasse
    hai toccato il mio cuore, hai toccato la mia anima
    hai cambiato la mia vita e tutti i miei obiettivi

    e l'amore è cieco e l'ho saputo quando
    il mio cuore era accecato da te
    ho baciato le tue labbra e stretto a me la tua testa
    ho diviso con te i tuoi sogni e il tuo letto
    ti conosco bene, conosco il tuo odore
    sono diventato dipendente da te

    Addio amore mio,
    addio amica mia
    sei stata l'unica,
    l'unica per me
    Addio amore mio,
    addio amica mia
    sei stata l'unica,
    l'unica per me

    Sono un sognatore ma quando mi sveglio,
    non puoi spezzare il mio spirito, sono i miei sogni che prendi con te
    e visto che stai andando via, ricordati di me
    ricordati di noi e di quello che eravamo

    ti ho vista piangere, ti ho visto sorridere
    ti ho guardata per un pò mentre dormivi
    sarei stato il padre dei tuoi figli
    avrei passato il resto della vita con te
    conosco le tue paure e tu conosci le mie
    abbiamo avuto i nostri dubbi ma adesso stiamo bene,
    e ti amo, giuro che è vero.
    non posso vivere senza di te

    Addio amore mio,
    addio amica mia
    sei stata l'unica,
    l'unica per me
    Addio amore mio,
    addio amica mia
    sei stata l'unica,
    l'unica per me

    Ed io ancora stringo la tua mano nella mia
    nella mia, quando mi sono addormentato
    e denuderò la mia anima in tempo
    mentre mi inginocchierò ai tuoi piedi
    Addio amore mio,
    addio amica mia
    sei stata l'unica,
    l'unica per me
    Addio amore mio,
    addio amica mia
    sei stata l'unica,
    l'unica per me

    Sono così vuoto, tesoro, così vuoto
    sono così, così, così vuoto
    Sono così vuoto, tesoro, così vuoto
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    Lo ripeté ancora: sono egoista. Quella frase cominciavo a detestarla e per un millisecondo pensai di essere ad un passo di sbraitargli addosso il fatto che non era un bravo attore. Certo, sapevo che era determinato ma in fondo non lo credevo capace di fare del male alle persone. Per questo gli avevo chiesto di dirmi in faccia letteralmente di non amarmi più. Forse cercavo della parole forti, così taglienti da ferirmi abbastanza da scollarmi da lui. In pratica era masochismo puro: volevo che mi ferisse così tanto da costringere il mio cuore a odiarlo. Così avrei sofferto meno che essere lasciata con frasi che confermavano il fatto che era il decorso delle cose a farci allontanare e non il sentimento.
    Jonathan non lo disse chiaramente, nelle sue parole sentii tutto l'amore che ci eravamo promessi in quell'anno entro e fuori le mura del castello. Lo sentivo tutto ed era puro e nonostante ciò per lui non era sufficiente. Come era possibile che scegliesse di partire e abbandonare chi amava? Questo non riuscivo a capirlo. Come puoi.. mormorai con gli occhi azzurri ormai venati di rosso, mi bruciavano gli occhi, le palpebre erano pesanti. Come fai.. mi corressi. Mi voltai verso il ramo di quell'albero dove ci eravamo seduti molti mesi prima. Calpestare tutto quello che abbiamo condiviso, non me ne capacito. Stavo parlando da sola perchè ormai non desideravo un cambiamento alle sue decisioni e alle sue parole. Credo che non riuscirò a guardare un altro tramonto come l'ho visto con te. Gli parlai con le spalle girate e un'ampia percentuale di me era convinta non potesse sentire, tanto la voce era bassa. Non mi importava che lui sapesse questo, non mi vergognavo dei miei sentimenti. Ero solo delusa, amareggiata e affranta. Poi alzai il tono di voce dandogli le spalle. Non si tratta di non potere, Jonathan dissi alzando il capo e facendomi forza. Non vuoi, è ben diverso. Volere è potere, oltre ogni ostacolo. Mi dispiace Jonathan. Non sapevo perchè mi stavo scusando io, forse perchè gli avevo dato troppo amore e nonostante lui mi stesse dicendo che era tutto finito io gliene avevo regalato ancora. Nonostante tutto, nelle mie parole glielo avevo detto ancora una volta, l'ultima.
    Non attesi un secondo in più, non riuscii a voltarmi per guardarlo in faccia. Inspirai un paio di volte come se l'ossigeno non fosse mai sufficiente e mi diressi verso il sentiero del boschetto. Sarei tornata al castello da sola. Indugiai a livello del tronco dell'albero e ci appoggiai il palmo della mano socchiudendo gli occhi. Penso che amerò questa corteccia per il resto della mia vita.
    Forse ero una sognatrice, una che amava le speranze fino alla morte.
    Quel gesto era un ti amo che sigillava quello che provavo.
    In quel momento lo ritenevo indistruttibile.
    Credevo davvero che anche se Jonathan spariva lo avrei amato e lo avrei aspettato un domani.
    Forse ero giovane e troppo.
    Forse stavo promettendo a me stessa qualcosa che avrei dimenticato anni avvenendo: la mia testa, ma non il mio cuore.



    Edited by ZoyaVS - 13/4/2021, 23:44
     
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