You are the reason.

Synni♥

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    La sera della festa era stata l’ultima sera di svago per Gwain. La vita in accademia lo aveva assorbito molto prima di quanto avesse immaginato e da un giorno all’altro si era ritrovato sommerso di lezioni ed impegni. Sapeva sarebbe stata dura, ma non immaginava così tanto. Aveva scelto un corso che a detta di tutti non era tra i più semplici, ma lo appassionava a tal punto che quel primo mese era trascorso così in fretta che lui neanche se ne era reso conto. Aveva avuto poco tempo per scrivere, ancora meno per andare al nord e con Synnove i contatti si erano diminuiti drasticamente. Gli mancava, forse troppo e in tutto quel tempo si era ritrovato a domandarsi più di un volta se quel bacio avesse significato qualcosa. Domande inutili, alle quali non sarebbe riuscito a darsi una risposta senza rivederla. Era per quello che saputo del primo week and disponibile, si era deciso a prendere quella maledetta passaporta e rivederla. Si erano dati appuntamento al Drakkar e Gwain si era preparato già una delle sue solite battute per darle sui nervi. Arrivato, però, aveva notato che la ragazza non era sola. Aveva appiccicato sul viso un tipo. Fu un attimo, prima che il sangue di Gwain smettesse di fluire in maniera normale e iniziasse a battergli tutto nelle tempie. Lo stesso tempo ci volle al ragazzo per prendere il bellimbusto e sbatterlo a terra. Non seppe se quel gesto fosse dettato dalla gelosia o dal fatto che il bellimbusto fosse lo stesso mr succo di frutta di qualche mese prima - Credevo avessi capito di dover girare al largo - ma quel messaggio non era affatto arrivato al moro che di tutta risposta si era rialzato tentando di difendersi. Volò qualche pugno e uno colpì anche il sopracciglio di Gwain facendolo sanguinare. I presenti erano tutti molto divertiti, forse troppo e la folla invece di dividerli si era accalcata attorno a loro per fare delle scommesse. Tutto finì quando Gwain notò l’espressione sconvolta di Synnove. Era orribile, la peggiore che avesse mai letto sul suo viso, lo bloccò a tal punto da ricevere un nuovo
    colpo, questa volta al costato, che lo portò a piegarsi. - Stronzo - si rimise in piedi e dopo averlo scansato, uscì fuori dal locale per concedersi una sigaretta. - Bella faccia tosta quello lì - il sangue sulle nocche contrastava nettamente con il pallore della sua pelle, resa ancor più candida dal freddo che lo circondava. Synnove lo aveva raggiunto e il suo volto non prometteva nulla di buono - Dopo il succo di frutta credevo non si sarebbe fatto più vivo. Non di trovarlo appiccicato alla tua faccia. - alzò le spalle tra un tiro e l’altro così nervoso da non riuscire a guardarla in faccia. - Non iniziare a dire che non dovevo o cose simili. Non mi piace la faccia tosta di certi tipi. Chi si crede di essere per baciarti senza il tuo permesso? - perché per lui erano andate così le cose, per lui era impossibile che in quel tempo che li aveva visti divisi lei avesse intrapreso una relazione, non glielo avesse detto e lo avesse fatto proprio con quel cretino lì. - Vuoi una sigaretta? - aprì il pacchetto verso di lei notando di aver macchiato più di un filtro di sangue - Come stai? - la domanda più banale al mondo della quale gli interessava davvero la risposta.
     
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    Qualche settimana dopo la festa, Synnove era ritornata a Durmstrang per affrontare l'ultimo anno. L'anno decisivo secondo molti studenti mentre lei la vedeva in maniera diversa. Non era ancora riuscita a parlare con i suoi e, tra l'altro, aveva riscosso un certo interesse per le materie di tipo economico e per la meteomagia. Durante le vacanze estive si era data da fare per cercare di capire cosa avrebbe fatto una volta uscita da scuola. Doveva avere un piano B, una via di fuga nel caso in cui le cose con i suoi genitori fossero andate male. Tutto ció la rendeva molto confusa e spaventata, uno stato di confusione che era già dettato da Gwain e dal loro bacio. Pochi giorni dopo la peggiore sbronza della sua vita, aveva incominciato a ricordare i vari episodi di quella serata e uno di questi era proprio il bacio che si erano dati.
    Perchè non glielo aveva detto quella mattina? Ed era quello il motivo per cui Gwain non si faceva sentire piú? In quell'ultimo mese non si erano sentiti quasi per niente e la cosa aveva reso Synnove particolarmente giú di morale. Sapeva che una volta che il ragazzo sarebbe partito per l'accademia, si sarebbe allontanato e che le cose sarebbero cambiate. Era il suo piú grande timore e si era appena avverato, con suo enorme dispiacere. Si era abituata alla sua presenza e non averlo intorno la faceva sentire vuota, come se le mancasse qualcosa. Quella lontananza, peró, le aveva permesso di avvicinarsi a Tyler, credeva che non sarebbe mai successo e che il loro rapporto si sarebbe interrotto dopo l'episodio del succo di frutta. Era successo tutto per caso quando durante una lezione di trasfigurazione, la professoressa aveva deciso di far fare alla classe un esercizio a coppie. Ne approfittarono per chiarirsi e archiviare definitivamente tutta la questione e da quel momento avevano ripreso a passare del tempo insieme, fino a iniziare a frequentarsi. Sembrava che pian piano i tasselli stavano iniziando ad andare al proprio posto e lei era anche tornata ad essere un po' piú serena. Fino a qualche giorno fa quando, Gwain, si era rifatto vivo e le aveva chiesto di incontrarsi. Tutti i dubbi, le domande che aveva accantonato, erano tornati a confonderla. Era nervosa all'idea di dover rivedere il ragazzo e cosí aveva accettato di uscire prima con Tyler, pensando che la sua vicinanza l'avrebbe aiutata ad allentare la tensione. Erano appena usciti dal cinema quando si avviarono verso il pub dove si era data appuntamento con Gwain. Si era divertita parecchio e la tensione era quasi sparita, ora poteva rivedere il suo vecchio amico. Si avvcinó al viso di Tyler posando le sue labbra su quelle del ragazzo, in un chiaro segno di riconoscimento, fino a quando non sentí il loro contatto interrompersi bruscamente. Ci volle un secondo per capire cosa fosse successo. Gwain lo aveva strattonato via da lei e lo aveva buttato per terra. Incredula e con un'espressione sconvolta sul viso, vide la scena incapace di fare qualcosa. I due ragazzi presero a colpirsi, senza esclusione di colpi e sembravano non aver nessuna intenzione di smettere. Gwain ti prego smettila... La voce le tremava appena, era molto provata da quello che stava accadendo davanti ai suoi occhi. Incroció lo sguardo del ragazzo per pochi secondi prima che Tyler riprendesse a colpirlo. Basta! Finitela! Raccolse un po' di quel coraggio che le era rimasto e decise di porre fine a quello spettacolino che aveva attirato l'attenzione dei clienti del pub. Vide il ragazzo allontanarsi e decise di seguirlo dopo aver detto a Tyler di aspettarla lí perchè non gliel'avrebbe fatta passare liscia. Lui ha una faccia tosta e tu allora? Era lui quello che aveva dato il via a quella rissa immotivata. Mi spieghi qual è il tuo problema? Era visibilmente irritata dal suo comportamento. E invece te lo dico perchè sai che mi da fastidio. Non aveva mai apprezzato quel suo modo di fare e glielo aveva sempre detto ma, a quanto sembrava, non aveva afferrato il concetto. Da dove ti è saltato in mente di fare una cosa del genere? Davvero non riusciva a capire perchè avesse reagito in quel modo. Sparisci per mesi e questa è la prima cosa che fai? Probabilmente non era il momento migliore per ri facciargli il fatto di essere sparito ma non riuscí a farne a meno. A dirla tutta il permesso lo aveva. Noi... Aveva paura di come avrebbe potuto reagire quando gli avrebbe detto di lei e Tyler ma non poteva tenerglielo nascosto. ...usciamo insieme. Non erano ancora una coppia, stavano capendo se tra loro potesse funzionare. Per il momento sto bene cosí. Incroció le braccia al petto, non le sembrava il caso di iniziare a fumare. Adesso me lo chiedi? Chiese con un tono scocciato, era tardi per una domanda simile.
     
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    - Ti devo ricordare come stavi dopo che quel senza palle ti ha dato buca? - gli amici servivano a questo, ti riportavano alla mente i momenti peggiori per cercare di farti evitare le cazzate. Un impresa impossibile, soprattutto con una come Synnove. Nel caso di Gwain, però, non si trattava di semplice gentilezza. Quella scena lo aveva infastidito e non riusciva a capirne il perché. Certo, era un tipo irascibile, ma aveva imparato a tenere a bada quella parte di se, almeno un po’. Un pugno sarebbe bastato, invece era lì anche lui con un sopracciglio insanguinato e le nocche doloranti. - Lui - rispose, senza aggiungere altro. In effetti era esattamente quello ad infastidirlo. Il modo in cui l’aveva fatta sentire, quanto fosse stato codardo da mandare un suo amico, bastava a farglielo avere sul cazzo. - Ok, tanto non cambio idea - in condizioni normali non sarebbe stato facile farglielo fare, figurarsi in quel momento. Muoveva i pugni in continuazione, aprendoli e chiudendoli, scattando a ogni sua domanda. - Scusa se cerco di studiare, sai in accademia dovrei fare quello. Ma a sua altezza non credo interessi. - avrebbe aggiunto che preferiva perder tempo a divertirsi con i cretini, ma questo fu lei ad aggiungerlo, lasciandolo di stucco. Alle sue parole la mascella di Gwain, rimase contratta, lasciando che le labbra gli si schiudessero leggermente - Con quel coglione lì, ma davvero? - accese la sigaretta, cercando di mitigare quella rabbia che non voleva affatto abbandonarlo - Che cazzo ci fai qui? Lui è steso a terra, io mi reggo alla perfezione sulle mie gambe. Poi sia mai si ingelosisca, mi toccherebbe picchiarlo di nuovo e miss pacifista si incazzerebbe. - era un tipo di poche parole lui, ma quando voleva poteva diventare una specie di mitragliatrice di cattiverie. Si voltò, lo fece quasi del tutto, lasciando solo il suo profilo a sbirciare la reazione di lei - Meglio che vada, se mr sbaciucchio ti lascia un po’ di tempo libero, ho fittato una stanza sopra. Resto fino a lunedì. Altrimenti è stato un piacere. - si contenne, non le disse il vaffanculo che sentiva a fior di labbra. Sapeva quanto fosse permalosa e in quel caso non avrebbe avuto torto nel esserlo. Nell’allontanarsi non si era reso conto di aver perso l’accendino, quello d’argento con lo stemma di famiglia su. Non capiva il perché, ma lo teneva sempre dietro, come se quel oggetto potesse aiutarlo a ricordare qualcosa.

    Salito in camera non si prese neanche la briga di disfarei i bagagli. Il sopracciglio pulsava, era infastidito da quel dolore sordo che non gli dava tregua. Cercò la propria bacchetta e fissandosi nello specchio provò con scarsi risultati a dargli una sistemata. Il sangue iniziò nuovamente ad uscire dalla ferita, insozzandogli un po’ la felpa. - Che palle! - imprecò mordessi le labbra sentendo bussare alla porta. - Non voglio nessun fottuto servizio in camera! - ma questo non bastò a scoraggiare la persona dall’altra parte della stanza. Si piazzo un fazzoletto sul occhio e andò ad aprire - Cameriera, credo abbia sbagliato - disse, cercando di apparire pacato pur non essendolo - Ah… - rimase per un paio di secondi interdetto - Sei tu. Mr sbaciucchio ti ha già abbandonata?
     
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    Alzó gli occhi al cielo quando le ricordó il giorno in cui Tyler le aveva dato buca, come se poteva dimenticarsene. Ricordava alla perfezione tutto quello che aveva provato, come si era sentita stupida e umiliata per essere stata trattata in quel modo, non erano cose che si dimenticavano facilmente. Non c'è bisogno che me lo ricordi. Incroció le braccia al petto, un gesto che faceva sempre quando era infastidita o arrabbiata. E, nemmeno a dirlo, succedeva sempre con Gwain. Come era possibile che passassero la maggior parte del tempo a litigare anche quando non c'era un vero motivo? Era capace di farla stare bene un secondo prima e terribilmente incazzata quello dopo, era un potere che aveva solo lui.
    Tutti hanno diritto ad una seconda possibilità ma per te non è cosí, vero? Con te o è nero o è bianco, altrimenti vaffanculo. Ridusse gli occhi ad una fessura mentre cercava di mantenere il contatto visivo con il ragazzo. Era consapevole di star esagerando ma era cosí arrabbiata che non le interessava se quelle parole l'avrebbero infastidito o meno. E cosa ti avrebbe fatto di male? Davvero non riusciva a capire come mai ce l'avesse tanto con Tyler. E non hai avuto nemmeno un minuto per rispondermi? Sapeva benissimo cosa voleva dire frequentare l'accademia ma non riusciva a credere che non avesse avuto nemmeno un secondo per rispondere ai suoi messaggi. Mi bastava anche un semplice: "Sono vivo, smettila di preoccuparti." Si era preoccupata un sacco in quei giorni che li aveva visti separati. Non è un coglione. Cercó di difenderlo, non le piaceva che si rivolgesse a lui in quel modo. Mi hai davvero rotto le palle tu e il tuo stupido modo di trattarmi ogni volta che sei incazzato. Avrebbe tanto voluto tirargli uno schiaffo ma sarebbe stato andare contro i suoi ideali e non poteva permettere che la rabbia che provava in quel momento, la facesse cedere. Ero davvero contenta di rivederti ma tu...tu devi sempre rovinare tutto. Felice ma al tempo stesso terribilmente in ansia per quello che le suscitava pensare al bacio che si erano dati un mese prima. Sí, vattene pure. Lo guardó allontanarsi prima di notare l'accendino che si trovava ai piedi del muretto dove si era seduto. Lo raccolse e se lo mise in tasca prima di raggiungere Tyler per accompagnarlo nel dormitorio, intenzionata a non voler rivedere Gwain mai piú. Si trovava nella sua stanza quando riprese tra le mani l'accendino e osservandolo si disse che forse doveva riportarglielo. Si rimise la giacca e raggiunse la passaporta che l'avrebbe riportata al villaggio. Una volta lí, si incamminó verso il pub dove alloggiava il ragazzo. Chiese il numero della stanza dove si trovava e maledicendosi mentalmente, bussó piú volte fino a quando non vide spuntare sulla soglia, Gwain. Sono venuta a riportarti questo. Tiró fuori dalla tasca l'accendino e glielo poggió contro il petto. Mi fai entrare o hai deciso che non mi vuoi vedere mai piú? Gli domandó con ironia. Prendi una decisione in fretta, fa freddo qui fuori. Sperava in una risposta positiva anche se aveva paura di quello che sarebbe potuto accadere.
     
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    - Sei violenta come al solito - sbuffò, infastidito dal modo irruento con il quale gli aveva restituito l’accendino. - Entra - le fece strada, per poi tornare nel bagno e cercare di ripulirsi il sopracciglio. Impresa ardua, ma non del tutto impossibile. Dopo vari tentativi un ferula riuscì a fermare il sangue. Tornò nell’altra stanza e si sedette sulla poltroncina di fronte al letto. Era in perfetta simmetria con la ragazza, fissandola negli occhi con i gomiti ben puntati sulle ginocchia a fargli da supporto alla testa. C’erano tante cose che avrebbe voluto raccontarle, tutto quello che gli era accaduto in accademia e che a causa della lontananza non aveva potuto dirle. In quel momento qualsiasi parola gli moriva in gola. Non aveva molta voglia di interrompere il silenzio dandogliela vinta, era troppo orgoglioso per quello. Sapeva che anche lei lo era allo stesso modo, ma decise di restare un altro po’ così, senza dirle nulla. Dopo venti minuti buoni decise di farla finita e di sancire una tregua con un colpo di tosse. - Da quanto va avanti con il cretino? - buffo il fato che come prese la parola il suo sguardo si distolse da quello di lei. - È una cosa seria… o - sapeva bene che quelli non erano affari suoi, ma dopo la festa c’era un pensiero fisso che di tanto in tanto gli martellava il cervello e che lo rendeva parecchio partecipe della vita amorosa della sua amica. - Avrei preferito me lo scrivessi - poteva apparire geloso e ad essere sinceri lo era. Non gli aveva mai fatto piacere quando i ragazzi le si avvicinavano, in quel momento era anche peggio. - Almeno avrei saputo che non avevi più tempo per me - cosa che anche lui aveva dimostrato di non avere, anche se non era per quello che si era tenuto a distanza. Aveva paura che lei si fosse ricordata del bacio e che il non averle detto nulla potesse complicare ulteriormente la loro situazione, ma a quanto pareva non era così. Credeva che, se così fosse stato, si sarebbe ritrovata almeno confusa quanto lui e che questo sarebbe bastato ad impedirle di finire tra le braccia del primo arrivato. - e forse non lo avrei picchiato - il forse era doveroso, non poteva prometterle nulla dato il modo in cui l’aveva trattata in passato. Ormai gli era antipatico e fargli cambiare idea al riguardo sarebbe stato impossibile. - Credevo ci dicessimo tutto… - A volte davvero non si rendeva conto di quello che diceva, ma quello spesso era uno dei suoi punti forti. - Però hai ragione - scosse il capo, lasciando che i suoi ricci ondeggiassero un po’ - Anche io non ti ho detto quello che è successo dopo la festa, del modo assurdo in cui mi sei saltata addosso e mi hai baciato - ributtò la colpa solo su di lei, come se a quel gesto lui non avesse minimamente partecipato - L’ho fatto perché credevo fosse una cazzata - e bugia più grande non avrebbe potuto dirla - E oggi mi hai dato la conferma. Meglio. - mise su una strana espressione, quasi di biasimo nei suoi confronti - Può tornare tutto come prima senza che mi faccia mille pare mentali.
     
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    Davanti alla porta, mentre aspettava, si domandava perchè fosse tornata cosí presto da Gwain. Doveva rimanere con Tyler, restargli accanto e invece era lí. Era lí e non sapeva nemmeno cosa sarebbe successo, se avrebbero litigato o se sarebbero passati sopra l'accaduto. Cosa impossibile, visto che entrambi erano molto orgogliosi. Pensieri che ebbero vita breve visto che finalmente la porta si aprí e riveló la figura di Gwain che era coperto anche lui da sangue e tagli vari come Tyler. Lo devo prendere come uno dei tuoi complimenti? Abbozzó un sorriso ironico mentre si faceva spazio per entrare nella stanza del ragazzo. Era parecchio agitata e decisamente non dell'umore adatto per sopportare le battutine del ragazzo. Sapeva bene che le sarebbe bastato un niente per arrabbiarsi e mandare all'aria i suoi buoni propositi di restare calma.
    Si sedette al bordo del letto mentre Gwain si allontanó per andare in bagno. Inizió a fissare la parete difronte a lei, non sapendo esattamente cosa fare. Forse doveva lasciar perdere e andarsene ma voleva ancora bene al ragazzo, per lasciare che le cose rimanessero cosí. Da quasi un mese. Rispose a quella sua domanda sentendosi quasi in colpa, come se avesse tradito la sua fiducia. No, non è nulla di serio. Continuó poi. Era vero, c'erano state diverse uscite e anche qualche bacio ma nessuno dei due sembrava essere intenzionato a costruire qualcosa di serio. L'avrei fatto ma tu non mi rispondevi, ho pensato che non te ne fregasse piú nulla di me. Glielo avrebbe detto se lui le avesse acennato anche un minimo segnale di interesse per quello che le stava capitando ma visto che cosí non era stato, si era limitata a raccontargli (quando si degnava di scriverle) le cose essenziali. Tu non puoi proprio farmi la predica. Sbottó sul posto. Non ti sei fatto sentire per giorni e vieni a dire a me di non avere piú tempo per te? Tra di loro era sempre andata cosí, giocavano a scarica barile da quando si erano ritrovati. Nessuno che voleva assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Sei assurdo, davvero. Se ne uscí con quella sottospecie di complimento cercando di restare calma. Non aveva voglia di fare altre scenate come quella di qualche ora prima. Forse... Ripetette come a voler credere a quello che le aveva detto. Se lo conosceva ancora, avrebbe comunque trovato una scusa per picchiare Tyler. È quello che ho fatto, fino a quando non ho notato che sembravi preso da altro per pensare alla tua stupida amica. Sapeva che sarebbe successo, che lui avrebbe trovato altro da fare e che avrebbe smesso di parlarle ma non pensava che sarebbe successo cosí in fretta. Cosa?! Sgranó gli occhi. Non ti sono saltata addosso! Non dire cazzate. Le guance le si tinsero di rosa anche se sapeva che non era andata cosí. I miei ricordi di quella sera non sembrano essere molto d'accordo con te. Ok, sapeva di essersi comportata da idiota ma non era tipa da saltare addosso a qualcuno. Nemmeno sotto l'effetto dell'alcol. È per questo che non mi hai scritto piú? Per il bacio? Non sapeva perchè glielo avesse chiesto, forse, preferiva che fosse quello il motivo della sua improvvisa scomparsa. Perchè non me l'hai detto quel giorno? Avrebbero chiarito direttamente la mattina seguente e non sarebbe successo tutto questo. Solo una cazzata. Ancora una volta ripetette le parole del ragazzo, sentendosi leggermente dispiaciuta per quell'ammissione. Va bene. Commentó secca, abbassando lo sguardo sulle sue mani che stavano giocando nervosamente con il bordo del suo maglioncino. Perchè dovresti farti mille pare se per te è stata solo una cazzata? Forse non la considerava una cazzata? Sai cosa? Forse è meglio che vada. Annunció rimettendosi in piedi. Se per lui quel bacio non aveva significato nulla, non aveva senso restare lí a parlarne.
     
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    La scena vista al bar lo aveva reso nervoso, molto più di quanto non fosse normalmente e non contento di aver sfogato la propria rabbia sulla faccia del cretino, continuava a farlo in maniera repressa su Synnove. Se si fosse fermato per qualche secondo a ragionarci su, avrebbe capito di non aver alcun diritto di farlo. Era lui quello che era scomparso senza motivo, lui ad averle scritto si e no un paio di lettere da quando si era trasferito in accademia. La scusa degli impegni accademici reggeva appena, quando voleva sapeva perfettamente trovare il tempo per svagarsi e avrebbe potuto sfruttare quel tempo per scriverle o per andarla a trovare. - Non... - è vero che non me ne frega più un cazzo di te. Avrebbe volentieri continuato quella frase, ma far uscire più di due sillabe dalle sue labbra era complicato normalmente, figurarsi in un momento come quello in cui aveva i nervi a fior di pelle. Gli era mancata, lo aveva fatto tutti i giorni da quando non erano più nella stessa scuola, ma ammetterlo, soprattutto in quel momento era complicato. Oltre alla rabbia, non era in grado di manifestare altri sentimenti, questo lo sapeva anche lei. Spesso si domandava come facesse a sopportarlo, a volergli bene. Forse perchè era l’unico a credere realmente in lei, l’unico a sostenerla quando si trattava dei suoi genitori. Ad ascoltare i suoi sfoghi, dandole una spalla silenziosa su cui appoggiarsi. La distanza, però, aveva dimostrato quanto tutto quello non fosse abbastanza. Se così non fosse stato, non l’avrebbe ritrovata tanto facilmente tra le braccia di un altro. - Però non sono io quello che aveva la lingua di un cretino ficcata in gola - la rimbeccò, deciso a voler avere ragione a tutti i costi, pur sapendo di essere completamente dalla parte del torto. Era geloso in quel momento, per aver perso la sua amica e perchè ricordava ancora chiaramente l’effetto che gli aveva provocato l’incontro con le labbra di lei. Una piacevole confusione, una sensazione diversa da quella provata con qualsiasi altra ragazza non fosse lei. - Hai bevuto tutto l’alcol presente alla festa, non sei una fonte attendibile - alzò lo sguardo in sua direzione, inarcando un sopracciglio nervoso. Era davvero una bella faccia da schiaffi. - No, lo hai detto tu. Sono uno stronzo che non pensa più alla sua stupida amica - perchè passare per stronzo era molto più semplice che ammettere la verità. Per questo non rispose neanche alla domanda seguente “Perchè non me lo hai detto quel giorno?”. Era confuso, abbastanza in colpa, tanto da sperare che lei non se ne ricordasse. - Potevi farlo tu, no? - le rigirò la domanda, credendo di conoscere la risposta. Non le interessava. Per lei non aveva significato nulla, non le aveva regalato neanche quel leggero senso di confusione che tanto faceva scattare i nervi del ragazzo. Quando la vide alzarsi, fece istintivamente lo stesso e in quel preciso istante si ritrovarono vicini come la sera della festa. Sentì la tensione svanire e un altro sentimento farsi avanti. Così, senza pensarci, le posò una mano in vita e lasciò avvicinare i loro volti fino a far scontrare le loro labbra. Un gesto delicato, morbido proprio come la bocca di Synni che aveva fatto parte dei pensieri di Gwain per tutto quel tempo. - Si, forse è meglio se vai.



     
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    Le sembrava assurdo che stessero litigando perchè avesse baciato Tyler. Erano svariati i motivi per cui pensava avessero litigato ma quello, quello era letteralmente fuori questione. Faccio fatica a comprenderti. Distolse lo sguardo da Gwain e lo portó altrove. Puoi finire la frase? Conosceva la sfacciataggine del ragazzo, la sicurezza con cui le rifilava le sue pessime battutine e come si apprestava a rinfacciarle pareri non richiesti. Perció si domandava come in un momento come quello, non riuscisse a dirle quello che realmente pensava. Voleva sapere quello che gli passava per la testa, se ci tenesse ancora a lei o se preferiva non avere mai piú a che fare con lei. Voleva saperlo, almeno si sarebbe messa l'anima in pace e avrebbe smesso di starci male.
    Perchè sí, l'assenza del ragazzo la faceva soffrire. Da quando ti importa di chi mi bacio o meno? Aggrottó le sopracciglia, mostrando tutto il suo disappunto. Io non sono di certo venuta a picchiare tutte quelle con cui hai scopato. Una punta di gelosia poteva scorgersi nel suo tono di voce mentre pensava con quante ragazze era stato e quante ancora doveva averne conquistato all'accademia. Un sentimento che non doveva provare, non per lui. Un sentimento che, peró, provava ogni volta che lo immaginava in compagnia di qualcuna che non fosse lei. Piú volte si era trovata a pensarci e ogni volta sentiva uno strano bruciore alla bocca dello stomaco, tanto che le impediva di mangiare. Non ti ho mai detto nulla sulle tue dubbie conquiste e tu non hai il diritto di giudicarmi se bacio Tyler. Chiaro? Alzó la voce, picchiettando con le dita sul ginocchio. Voleva andarsene prima che le emozioni prendessero il sopravvento e le facessero dire o fare qualcosa di cui se ne sarebbe pentita subito dopo. Credeva che quello che sentiva ogni volta che ripensava al bacio, fosse sparito ma riavere Gwain di fronte le aveva fatto cambiare idea. In quel momento si rese conto di quale persona orribile fosse, aveva usato Tyler solo per evitare di pensare al ragazzo e aveva creduto di provare qualcosa verso di lui. La verità era che le piaceva Gwain ma non poteva dirglielo o avrebbe compromesso la loro amicizia o, almeno, quello che ne restava. Perchè è cosí. Vuoi forse dire il contrario? Ne era sicura, non gli fregava piú nulla di lei e l'aveva anche dimostrato. Da quando sei partito non hai piú avuto tempo per me. Ogni volta dovevo aspettare mesi per ricevere una tua cazzo di risposta che, puntalmente, non arrivava mai. Il ragazzo non aveva scusanti, doveva ammettere la verità. Sai...pensavo che ci tenessi a me, a modo tuo. E invece mi sono sbagliata. Credeva di conoscerlo, almeno un po', ma si era sbagliata su tutto il fronte. Era palese che lei fosse stata solo un passatempo per Gwain quando erano ancora insieme a Durmstrang e lei, come una stupida, aveva creduto che potesse significare qualcosa. Eppure gli era rimasta vicino, aveva cercato di aiutarlo con la sua memoria, avevano passato un sacco di tempo insieme ma tutto quello non era bastato. Quella mattina non ricordavo nulla. Ti ho anche chiesto se fosse successo qualcosa e tu non mi hai risposto. Come un flashback, si ricordó di quello che il ragazzo le aveva detto: "hai provato a buttare un paio di persone in piscina, ma nulla di troppo sconveniente". E poi avrei voluto parlartene di persona ma... Ma lui non si era fatto vivo per tutto quel tempo e lei aveva lasciato correre, cercando di pensarci il meno possibile. E aveva fatto bene perchè per lui non contava nulla quel bacio, a differenza sua. Scattó in piedi, pronta ad andarsene, sicura di perdere Gwain. Per lei non aveva piú senso continuare a discutere ed era riuscita a mantenersi forte per tutto quel tempo, a non versare nemmeno una lacrima ma non era sicura di riuscire a farlo ancora. Gwain... Sussurró il suo nome nel momento in cui lo vide farsi vicino. La rabbia, la delusione, sembrarono svanire nel momento in cui le loro labbra si sfiorarono. Istintivamente portó le braccia dietro il collo del ragazzo come se avesse paura di vederlo svanire da un momento all'altro. Le labbra del ragazzo erano come se le ricordava, morbide, delicate, al contatto con le sue. Le premette piano contro quelle di Gwain e chiuse gli occhi peró come tutti i sogni piú belli, ti svegli e ti ritrovi a dover affrontare la realtà. Una realtà che si allontana di molto dalla meravigliosa dimensione dei sogni. E quando si allontanó dalle sue labbra e posó gli occhi in quelli del ragazzo, si ricordó del motivo per cui era lí e di tutto quello che era successo. Perchè lo hai fatto? Gli domandó, ancora vicina al suo volto.
    Io no-...devo andare, scusa. La voce tremava, segno che stava per cedere ma non poteva farlo davanti a lui, avrebbe aspettato di essere nella sua stanza per poterlo fare. Si voltó, incerta se muovere o meno dei passi in direzione della porta.
     
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