II lezione di Astronomia - I e II anno

Lezione serale - ora del crepuscolo

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    La sera Hogwarts acquistava un fascino decisamente più gotico. Melan adorava attardarsi per i vari corridoi quando il sole iniziava a calare per vedere come la luce attraversava in modo diverse le finestre, creando ombre talvolta spaventose.
    Quella sera doveva per forza fare il suo giro di piacere nei pressi della torre Est, per seguire la lezione di Astronomia.
    Nonostante quella materia richiedesse la sua dose di attenzione e studio, la Corvonero la trovava comunque una lezione rilassante: perdersi a guardare il cielo mentre il professore spiegava moti degli astri o varie dinamiche planetarie la faceva sentire leggera e minuscola e la sua mente si perdeva in distratti vaneggiamenti. Molto poco produttivi, ovviamente. Come conseguenza Melan si ritrovava spesso a maledire la sua disattenzione davanti a complicate carte astronomiche e strani calcoli matematici.

    Entrò in aula e salutò il professore con il solito ed educato "Buonasera".
    Guardò poi tra i banchi, riconoscendo qualche volto. Fece un "ehi" di saluto a Mitchell e un sorriso a Vanja, per poi andare a sedersi di fianco a Robert, qualche banco più avanti.
    "Buonasera Robert" lo salutò mentre prendeva posto. Vide che il ragazzo era leggermente annoiato, un po' diverso da come lo aveva visto nelle lezioni precedenti.
    "Stanco?" Gli chiese qualche secondo prima che il professore iniziasse a parlare, dando inizio alla lezione.

    Melan ascoltò la domanda del professore e prese la macchina fotografica davanti a se, girandosela tra le mani nella speranza che le venisse in mente qualcosa di rilevante da dire.

    Melan Dayne, primo anno, Corvonero
    Salutato Mitchell e Vanja, parlato con Robert
     
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    Ascoltava attentamente le parole del professore quando una voce che non riconobbe, lo fece sobbalzare. Vestito della propria consueta diffidenza, lanciò uno sguardo al proprio interlocutore, non potendo fare a meno di guardarlo con un sopracciglio inarcato.
    “Amico.” Ripetette scettico. E non avrebbe voluto essere gratuitamente antipatico, ma il modo in cui gli si era presentato, spingeva tutti i suoi campanelli d'allarme ad attivarsi. Derek e la socialità camminavano ancora adesso, nonostante i progressi fatti, su due binari ben distinti.
    “Ma cosa... Non credo sia il modo giusto di usarla.” Cercò di fermarlo quando l'altro prese a maneggiare la macchina fotografica. Non voleva la rompesse, sarebbe stato un vero peccato, né voleva attirare l'attenzione del professore. Non per un azione così almeno.
    “E' una macchina fotografica in grado d'ottenere immagini con alto grado di precisione dei corpi celesti. Ciò che cambia da quella babbana che siamo abituati ad usare sono i tempi di esposizione e la luminosità catturata. Ovviamente, dovendo agire in un ambiente in cui i tempi sono notevolmente diversi da quelli umani, ed in cui anche la luce ha un'intensità differente, i focali devono essere diversi.” Diede la sua risposta al professore, prima di far scivolare nuovamente il suo sguardo sul grifondoro, sussurrandogli a mezza bocca un: “Immagino dovresti prendere appunti.”




    Derek Thompson, II anno corvonero.
    Interagito con Asher, risposto alla domanda del prof.
     
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    Era in ritardo, dannazione!
    Non che fosse colpa sua... no, assolutamente! Aveva passato il pomeriggio a finire di leggere I viaggi di Gulliver di Swift, mancandole solamente i cinque capitoli finali era diventata praticamente una questione di principio. Quindi non era colpa sua se si era letteralmente persa nella lettura! Letta l'ultima pagina richiuse il libro, a quel punto le cadde in grembo il foglio dell'orario delle lezioni che aveva utilizzato come segnalibro. Tragicaemente le cadde l'occhio sulla scritta: Astronomia. La lezione era prevista per quel giorno, quella sera prima di cena. La sua pancia ruggì per ricordarle che la cena era vicina... e fatalmente Hermia si rese conto che avrebbe dovuto essere già in aula poiché la lezione iniziava proprio in quel momento.
    La rossa scattò in piedi, abbandonò il libro appena finito di leggere su uno dei divani della Sala Comune, come un fulmine si armò della tracolla dove c'erano delle pergamene e la piuma per scrivere. Non si mise nemmeno a cercare il libro di Astronomia, non c'era tempo! Letteralmente corse fino all'aula di Astronomia, pregando che il Professore non avesse iniziato addirittura in anticipo. Entrò dentro l'aula con il fiatone e con un filo di voce si scusò con il professore per il ritardo. Per fortuna era riuscita ad accumulare solamente otto minuti di ritardo. Con le guance rosse quasi quanto i capelli per la corsa appena fatta, cercò il più velocemente possibile un viso amico per togliersi dall'imbarazzante situazione provocata dal ritardo. L'occhio le cadde inevitabilmente su Logan: come fosse un'ancora di salvezza Hermia ci si sedette accanto. Mollò la tracolla a terra e cercò di darsi una sistemata dato che la sua divisa era decisamente in disordine dopo la corsa. Mentre faceva questo ci furono vari interventi dei suoi compagni che rispondevano ad una domanda posta dal Professore, che però Hermia non aveva sentito ovviamente a causa del ritardo. Risistemata la divisa in una parvenza di decenza e recuperato il fiato, la rossa notò che c'era una macchina fotografica su ogni banco. Prese in mano quella che era sul suo banco e girandosi verso il biondino gli domandò, sussurrando per non disturbare la lezione: Ehi! Log, che mi sono persa?

    Hermia Crowley, I anno, Grifondoro
    Interagito con Logan
     
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    Odiava dover fare lezione di sera, anche se si trattava di una materia che, alla fine dei conti, non era nemmeno tanto male. Già ci si svegliava la mattina presto per iniziare la giornata con le lezioni, era stressante quando bisognava frequentarne un’altra a quell’ora di sera. Con la faccia annoiata e indifferente verso il mondo come al suo solito, si alzò dal letto su cui si era lanciato mezz'oretta prima, lasciò i sotterranei e si recò sulla torre insieme a tutti gli altri. "Sera." Accennò a malapena al professore, andando subito a prendere posto ad uno dei banchi liberi mentre, nel frattempo, ignorava chiunque incontrasse il suo sguardo. Sbuffò nel notare tutte le ragazze con la bavetta alla bocca per il loro insegnante, ma la verità era che lui era l'ultimo a poterle giudicare, viste certe gran fighe che c'erano a scuola tra le professoresse e a cui aveva più volte guardato tette e culo. Prima ancora che il professor cuor di panna facesse notare le macchine fotografiche magiche su ogni banco, Murphy aveva già iniziato ad osservare la sua. Astrofotografia, quello sarebbe stato l’argomento di quella lezione serale per il primo e secondo anno. Lui era al primo, perché iniziare dall'anno in cui aveva lasciato tempo addietro a quanto pare non era valsa come opzione. Già. Alla domanda del professor Arnold arrivarono parecchie risposte dalla massa di leccaculo che aveva come compagni, che a parte qualcuno più curioso di altri con le proprie domande o chi semplicemente non sapeva un cazzo, molti avevano semplicemente ripetuto la stessa identica cosa. L’astrofotografia è blablabla. Murphy in qualsiasi caso non ne sapeva nulla, quindi semplicemente se ne stette zitto, anziché ricopiare quelli prima di lui e dire la stessa cosa.

    Dylan odiailmondointero Murphy, I anno, Serpeverde.
     
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    Una giornata piena, già diverse lezioni erano state affrontate dai primini in quella giornata, ma non era ancora finita. La cosa rendeva Gwénaël piuttosto nervoso e rabbioso, non tanto per la materia, quanto per la lezione notturna. Il crepuscolo e subito dopo la notte, la parte della giornata preferita dal francese, dove l’oscurità regna sovrana. Quella notte non avrebbe potuto contemplare le acque oscure dalle finestre del suo dormitorio, o almeno non subito, perché prima aveva lezione.
    A stomaco vuoto, tra l’altro.
    Ripensandoci, però, anche la materia causava una forte ira nel francese: astronomia era una materia quasi babbana, non portava ai maghi nessuna – o poca – conoscenza in più sul mondo rispetto a quelle dei non-magici, ergo, poteva essere tranquillamente inserita nella personalissima lista di Gwénaël delle materie cosiddette “inutili”.
    Prima della lezione tornò nella sua camera si spogliò fina a rimanere in mutande (ormai era diventata un’abitudine) e si andò a fare una doccia. Una volta asciugato e rivestito posò tutti i libri che aveva utilizzato in giornata e prese dal suo comodino solo il libro di astronomia ed una piuma.
    Salutò il suo compagno di stanza con un seccato “Vado a lezione”. Non aveva nulla contro di lui quel giorno, ma spesso risultava difficile per lui non attaccare le persone se era adirato per conto suo.

    […]

    Era arrivato ai piedi della scalinata che lo avrebbe condotto alla cima della torre di Astronomia dove si sarebbe tenuta la lezione odierna.
    Alcuni ragazzi stavano già salendo, altri erano già in classe ed alcuni, come lui erano fermi sotto le scale. O meglio, quelli che erano fermi erano in gruppo, non come lui, che era ovviamente solo.
    Come d’abitudine si sistemò i capelli e controllò di essere ben ordinato prima di avviarsi a passo normale, gradino dopo gradino, verso l’aula.
    Arrivò e prese posto su un banco che trovò libero. Davanti a lui erano sedute cinque persone, tre ragazze e due ragazzi, e per l’esattezza quello che si trovava proprio davanti a lui era un grifondoro ricciolino che sembrava più grande di tutti gli altri.
    - Eccolo, ci mancava il grifonscemo ripetente da aggiungere a questa tortura – pensò il bretone immaginandosi una realtà parallela in cui poteva torturare gli altri studenti senza essere punito. Inoltre, a completare la compagnia di quello scapigliato erano altri grifondoro e corvonero.
    Pochi minuti dopo entrò in aula il professore, un bell’uomo, che posò la sua giacca presentandosi come Christopher Arnold. In seguito, pronunciò le classiche frasi trite e ritrite di ogni professore: fatemi domande, ripeterò anche mille volte, dovete porre attenzione. Nulla di nuovo, insomma.
    Pose poi una questione a proposito degli oggetti posti su di ogni banco.
    In effetti, sopra al suo banco, come per tutti gli altri, Gwénaël trovò una bizzarrissima macchina fotografica magica, un po’ diversa da quelle che era abituato a vedere nella sua abitazione.
    La lezione era iniziata oramai da qualche minuto quando, con la tipica delicatezza di un troll da un venditore di bacchette, entrò in aula una ragazza che, spiacevolmente, era di sua conoscenza.
    Sogghignò al pensiero di quella figuraccia fatta dalla aiutami-tu-Tess e la guardò con aria sarcastica. Prese posto vicino ad un suo compagno di casata: - Tra Crup – pensò, riferendosi mentalmente alla litigata in cortile - ci si intende - .
    Ecco, ora il ragazzo ricciolino davanti a lui iniziò a parlare in una specie di sproloquio: l’antipatia che il francese provava verso quel vecchio era già aumentata senza neanche essersi guardati reciprocamente negli occhi, incredibile.
    Poi rispose alla domanda, con un tono ed un discorso tutt’altro che formali e fece una domanda, apparentemente banale, e disse qualcosa sottovoce al suo amico.
    Gwénaël, preso dal suo solito spirito solare ed estremamente amichevole, fece una smorfia sarcastica e commentò sibilando, ma appurandosi che il moretto potesse sentirlo: “Così vecchio eppure così…”
    Lasciò la frase incompiuta: chi vuole intendere, intenda.
    Non rispose alla domanda del professore e passò il tempo cercando di immaginarsi un pianeta nello spazio in cui solo i maghi purosangue avrebbero potuto mettere piede.
    Un mondo perfetto.


    Gwénaël Prézé, I anno, Serpeverde
    Interagito con Charlie (più o meno) e citato il suo gruppetto di amici
    Guardato male Hermia e Logan perché sono dei Crup
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    "Mi incammino verso la torre di astronomia, intanto." Disse alla sua compagna di stanza, nonché migliore amica. Non aveva ben compreso le intenzioni di Lu quella sera, ma Sèline non si sarebbe di certo persa la lezione serale di una delle sue materie preferite. Era l’ora del crepuscolo e la serpeverde aveva appena abbandonato i sotterranei per poi incamminarsi e salire le scale del castello. Ci mise un po’, ma alla fine raggiunse la destinazione in perfetto orario. Il professor Arnold era già la ad attenderli, pronto a iniziare la sua lezione. "Buonasera." Lo salutò. Sembrava un bravo insegnante, e da come parlava ai suoi studenti pareva persino gentile, forse anche troppo. Comunque sia, dopo aver preso posto ad uno dei banchi liberi, Sèline osservò la macchina fotografica magica che il professore aveva fatto notare a tutti. Ogni banco ne aveva una, e la bionda era del tutto consapevole dell'uso che se ne faceva in quell'ambito. Essendo l’astronomia di suo forte interesse, non poteva non conoscere l’astrofotografia. Certo, non aveva ancora approfondito l’argomento e tutto ciò di cui era a conoscenza era il semplice fatto che si trattasse di fotografia astronomica, quindi di conseguenza i soggetti della foto erano i corpi celesti. Dai pianeti alla Luna, dalle galassie alle nebulose, dal Sole agli ammassi stellari. Una risposta che evitò di dare per il semplice fatto che fu preceduta dagli altri. Le sembrava inutile ripetere la stessa risposta, così rimase semplicemente in silenzio e attese di saperne di più.

    Sèline R. Hastings, I anno, Serpeverde.
     
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    Ok. Astronomia. Poteva farcela tranquillamente, nonostante la giornata di merda che si prospettava. Non aveva la benché minima intenzione di sprecare energie inutili per quei ragazzetti capaci, solamente, a farle saltare in nervi. Uscì dalla Sala Comune senza dire una parola, con l’intolleranza che le scorreva nelle vene. Era da tanto che, Seira, non si sentiva nervosa fino a quel punto eppure, era convinta, di apparire fin troppo rilassata. Il suo viso, infatti, nulla lasciava trapelare ma il suo umore stava rendendo la convivenza sociale, alquanto difficile. In tutto ciò si era unita la lezione serale.
    Camminava, con lo sguardo fisso davanti a sé, intenzionata a raggiungere la meta senza grane di nessun genere. Percorse i corridoi e raggiunse la particolare aula, adibita alle lezioni del professor Arnold. Educatamente salutò il docente e si amalgamò ai compagni già presenti, andando a sedere in una postazione a caso, lontana da occhi indiscreti. ”Oh. Ci sei anche tu. Pensavo disertassi una lezione come questa. Non ti ci vedo proprio a guardare le stelle. Ma forse potresti imparare un po’ di galanteria, oltre al resto.” Sorrise divertita. In fondo punzecchiare il serpeverde, da un po’, rientrava nei suoi hobby preferiti senza, ovviamente, esagerare.
    Si mise comoda, acchiappando dalla tracolla il materiale utile a renderle più facile lo studio post lezione. A qualche postazione da lei, la bionda serpe, sedeva assorta in chissà quale pensiero. Fece un cenno con la testa e smise di preoccuparsi del resto, focalizzandosi sulle parole del professore e, subito dopo, sul particolare oggetto posato sul banco. Lo osservò con attenzione, ammettendo a sé stessa che sarebbe stata una lezione interessante. Cosa sapeva in merito? Meno di zero. Cosa avrebbe imparato? Parecchio se nessuno avesse iniziato con domande idiote. Ci sperava. Ascoltò le risposte dei compagni di classe, appuntando, ogni tanto, quel che non le pareva essere una cazzata. Chissà, forse non sarebbe stato tutto tempo sprecato.

    Seira A. O'Hara, Corvonero, II anno.
    Interagito con Murphy e Sèl.

     
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    « Ich weiß nicht, was soll es bedeuten, daß ich so traurig bin:
    ein Märchen aus uralten Zeiten, das kommt mir nicht aus dem Sinn. »

    Il sole era già andato a dormire, ma i suoi ultimi colori persistevano in lontananza, nell'ultimo pezzo di cielo prima delle montagne dietro il lago nero. Padme non aveva davvero voglia di andare lezione a quell'ora, avrebbe preferito ritanarsi in biblioteca, gustarsi il calore di un camino nella sala grande, fare una partita a scacchi magici... E invece no, le toccava salire alla torre di astronomia per la lezione dell'omonima materia. In verità il cielo la interessava moltissimo, adorava stare a guardare le stelle nelle caldi notte estive... Però fare lezione a quell'ora, proprio no. Mentre risaliva le scale del castello, cercò dentro di sè un briciolo di entusiasmo con il quale affrontare le ore che si presentava davanti, e per quando fu giunta in aula, le sembrò di sentirsi meno incline all'indolenza. Forse però era solo merito dell'endorfina. Arrivò su che aveva un po' di fiatone, e prese posto in un angolino libero, dacché molti suoi compagni di corso erano già arrivati. Mentre lasciava cadere la tracolla accanto alla sedia, notò la testa platinata di un ragazzo di grifondoro che le somigliava parecchio. Non disse nulla, ma ogni tanto gli lanciava uno sguardo curioso, mentre con tutte e due le orecchie si concentrava sulle parole del docente. «Oggi parleremo di Astrofotografia... Che cosa sapete dirmi in merito?» domandò alla classe. Svariate mani si alzarono all'istante, e molti studenti risposero esaustivamente. Padme non pensò di dover aggiungere alcunché alle loro risposte. Esaminò invece il marchingegno che avrebbe dovuto scattare le foto al cielo. Non era così diverso da una macchina fotografica babbana, ma non le era mai capitato di vederne una da vicino. Ovviamente le foto nel mondo dei maghi si muovevano, anziché rimanere immobili, e questo le era sempre sembrato affascinante, ma normale. Padme teneva gelosamente le fotografie che ritraevano lei e sua madre prima che scomparisse, ne aveva uno in particolare sempre con sé. In quel momento pensò che avrebbe voluto avere più foto di luoghi e persone, da conservare per i momenti difficili... Forse avrebbe potuto comprare una macchina fotografica e farne un nuovo hobby. Ci stava pensando seriamente, quando, una volta di più, il suo sguardo cadde sulla nuca del grifondoro dai capelli oro pallido.

    Padme Queens - I anno - Corvonero


    « Ich glaube, die Wellen verschlingen am Ende Schiffer und Kahn,
    und das hat mit ihrem Singen, die Loreley getan. »
    SchedaCorvoneroMezzasirenaTedesca

    thanks to ©psìche

     
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    La giornata era quasi giunta al suo capolinea, ma c'era ancora un'ultima tappa da affrontare. Il tramonto era passato, ma gli studenti del primo e secondo anno non si sarebbero rintanati nei dormitori come al solito. Nessuna violazione del coprifuoco, al contrario, gli era perfettamente permesso. Questo perché, quella sera, si sarebbe svolta la lezione di astronomia. E quale momento migliore della giornata per studiare i corpi celesti se non la sera? Arrivata alla torre e entrata nell’aula, Echo portò prima di tutto lo sguardo sul professor Arnold. “Buonasera.” Stava imparando le buone maniere la ragazza, eh si. Inizialmente entrava nelle classi semplicemente ignorando e camminando diritta al suo posto, come se nulla fosse. Sua sorella l’aveva rimproverata per questo, come se fosse chissà quale assurdo dramma. Ma va bene, se proprio doveva. A quel punto, cercò quale sua conoscenza tra i banchi e, quando notò Seira, si avvicinò a lei. Si sedette al banco libero accanto al suo. “Ehi.” Si, bhe, di molte parole quella sera. Accennò un sorriso però, davvero. Poi, la lezione ebbe inizio e dopo una breve chiacchiera su quanto volesse che i suoi studenti si sentissero liberi di parlare senza sentirsi giudicati, l'insegnante fece notare a tutti i suoi studenti le fotocamere sui banchi. Echo la prese e se la rigirò tra le mani, osservandola e, contemporaneamente, ascoltando le risposte degli altri riguardo l’Astrofotografia. Da quanto detto da molti, si trattava semplicemente di ciò che la parola stessa faceva intuire: fotografia astronomica, quella dei corpi dell’universo. Pianeti, galassie e quant’altro. Echo, sinceramente, non ci capiva una mazza di quelle cose e sarebbe stato difficile per lei rispondere a qualsiasi domanda il professore avrebbe posto riguardo tale materia, a meno che non avrebbe provato ad arrivarci a logica su qualche minima cosa. In qualsiasi caso era lì per imparare, quindi il suo silenzio non sarebbe nemmeno apparso troppo strano di fronte a certi argomenti.

    Echo K. Davis, I anno, Serpeverde.
    Interagito con Seira.
     
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    Non gliene frega un cazzo dell'astronomia. A dirla tutta, non gli frega un cazzo di qualsiasi disciplina escluda difesa e pozioni. I suoi intenti sono ancora chiari ed il fatto che debba sopportare altri cinque anni (nella migliore delle ipotesi) di quella tortura, gli fa venir voglia di abbandonare sul momento.
    Eppure ci va e ci va nella speranza di non ripetere quell'anno o di trovarci Thompson.
    E' fortunato, perchè la sua è la prima faccia che vede non appena varca la soglia, biascicando un saluto fugace alla volta del professore.
    Lo sguardo che gli rivolge parla d'una vendetta messa a punto nel silenzio. Ciò non vuol dire che debba rendergli l'esistenza facile nel frattempo: d'altro canto, il corvonero ha giocato la sua carta vincente e lui non ha molto altro da perdere.

    Ignora domanda e macchina fotografica, accomodandosi a poche spanne di distanza da Derek con le braccia incrociate al petto. La sua voce gli provoca una scarica di nervosismo tale da istigarlo alla violenza. Resistere non è mai stato tanto difficile.

    Leon Tzara, II anno serpeverde.
    Citato Derek.

     
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    Appena entrata in aula resto un attimo sconcertata. A parte che a parte Chris non conosco nessuno, fatico ad individuare una divisa tassorosso tra tutti i presenti! Com'è possibile? Che fine ha fatto Justin? Mi manca un pochetto, vorrei fosse qui per potergli chiedere secondo lui come devo comportarmi a lezione! Insomma, devo dare del lei a Chris? è COOOOOSìììì strano!
    Gli faccio, un po' imbarazzata, "ciao ciao" con la mano e a quel punto vado a sedermi al banco con l'unica ragazza tassorosso presente in aula, perchè molti sembrano già conoscersi ed essere piuttosto affiatati tra loro, mentre io, sarà per l'età, sarà perchè a quanto pare sono più timida di quanto credevo, non saprei nemmeno come iniziare un discorso con loro.
    Ciao, sono Lilly! Ti spiace se mi siedo qui? Almeno ci facciamo forza tra tasse! Rivolgo un enorme sorriso alla ragazza e prendo posto tirando fuori quaderno e penna e sperando che Chris non mi faccia la predica come il prof di storia della magia sul fatto che dovrei prendere pergamena, piuma e calamaio come qualsiasi mago normale! Che stress! Ogni volta che ci provo mi finisce inchiostro ovunque!
    Chris inizia la lezione e non sto più nella pelle! Vorrei chiedergli un sacco di cose, ma tutti partono a razzo con spiegazioni e domande e più parlano, più fatico a farmi spazio nei loro fiumi di parole e pensieri e istintivamente mi faccio sempre più piccola seduta composta al mio posto.
    Eddai, è solo Chris, non mi mangerà, no? Magari potrei chiedergli se mi fa lezione in privato visto che in questo chaos di studenti non riesco nemmeno ad aprir bocca e per me è davvero strano!
    Ma non dire sciocchezze Lilly, non puoi chiuderti così nel tuo guscio o dimostrerai a tutti che effettivamente i tassorosso sono troppo timidi e impacciati per esporsi e tu certamente non sei così! Tira fuori la leoncina che è in te, su!
    Allora prendo coraggio, mi schiarisco timidamente la voce e alzo la mano attendendo il mio turno.
    Funziona come i telescopi babbani? Cioè, è un insieme di lenti o specchi che si riflettono o rifrangono tra loro per riprodurre quello che stiamo inquadrando, o è una sola lente, ma incantata in modo da... Non lo so, da fare da sola il lavoro di tutte quelle che usano i babbani? Ed essendo una macchinetta così piccola, messa a confronto con la lunghezza di un telescopio, non si rischia di storpiare l'immagine che andiamo a fotografare? Non ho idea di come funzionino tutti gli aggeggi magici del resto, ma almeno quelli babbani li conosco e posso farmene un'idea, solo che proprio avendo fatto astronomia anche nella scuola babbana e avendo visto un vero telescopio non riesco proprio ad immaginarmi il funzionamento di quella macchina fotografica... Mi sembra così assurdo e da far venire un mal di testa impressionante solo a guardarci dentro! Spero che Chris non pensi sia una sciocca!


    Lilianna Ross, Tassorosso, I Anno
    interagito con Sophie Williams
     
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    Ok, gli studenti dei primi anni erano davvero davvero tantissimi, molti più di quanto Chris potesse immaginare e la cosa lo spaventava un pochino, non era mai stato un tipo molto loquace o un gran compagnone, per questo motivo nell'ultimo anno aveva cercato di migliorarsi, di dimostrarsi più socievole, più disponibile all'ascolto... meno rigido, ecco. Sì, anche perchè, nonostante ci provasse non sembrava essere ancora riuscito a farsi piacere dagli studenti, forse per colpa della materia o dell'affetto che essi provavano per colui di cui aveva preso il posto ormai quasi due anni prima, ma sembrava appurato che lo avevano rinnegato agli ultimi posti della classifica degli insegnanti più amati e ben voluti di tutta Hogwarts. E, anche se non lo avrebbe mai ammesso, un pochino gli dispiaceva. Ok, più che un pochino. Puntava quindi sui nuovi arrivati, su coloro che ancora ne avevano di tempo per farsi una valida opinione di lui come Professore. Solo quando tutti si furono accomodati, e dopo aver accennato un piccolo occhiolino a Lilly, iniziò la sua lezione. Come aveva sperato non tardarono ad arrivare le prime risposte e, per fortuna, anche le prime domande, e non furono poche, anzi, le mani si alzavano ed uno dopo l'altro tutti gli studenti snocciolavano interessanti quesiti. Sorrise, uno di quei suoi rari e leggeri sorrisi agli studenti, cercando di annotarsi mentalmente i nomi ed associarli ai loro volti per le lezioni successive, prima di rispondere ad ognuno di loro con studiata attenzione. "Quelle che avete sui vostri banchi sono macchine fotografiche magiche. Questo tipo di macchina fotografica, così come le macchine fotografiche digitali babbane, sono state ideate negli anni 2000. Sono diverse perchè le loro lenti vengono modificate in fase di creazione con metodi speciali conosciuti solo ai loro artigiani" iniziò a spiegare Christopher, spostandosi dalla scrivania e camminando fra i ragazzi, i suoi ragazzi. Sapere come modificare una lente magica era in realtà anche un suo sogno - che uomo dai sogni strani - ma non era mai riuscito a comprenderne il mistero nemmeno dopo mille incantesimi e mille tentativi, tutti falliti ovviamente. "Le macchine babbane non si possono incantare Mr. Puckett, se si vogliono usare macchine fotografiche babbane è consigliabile utilizzare quelle con rullino così da svilupparle in una apposita pozione che permetterà loro il tipico movimento. Così si risolve anche il problema di cosa fotografare, per rispondere alla sua domanda Mr. Fukiyama. Anche perchè, diciamocelo, esistono moltissimi programmi ormai per far animare anche le foto babbane " rispose tornando verso la scrivania per poter recuperare dalla propria borsa un grande libro e dei documenti che sarebbero serviti successivamente. Annuii poi alla dettagliata spiegazione di uno dei figli di Rowena. "Ottima spiegazione Mr. Thompson! Con questa macchina fotografica andremo oggi a fare delle fotografie molto semplici quindi non ci sarà possibile ingrandire troppo l'immagine, per quello servono obiettivi con focali differenti, lenti e strumentazioni molto più di difficile utilizzo e, soprattutto, costose. Ci sono due cose da tenere a mente prima di iniziare a cimentarsi con l'astrofotografia. La prima è che non bisogna correre troppo, bisogna procedere per step al fine di ottenere i risultati migliori. Seconda cosa, lo studio. Le immagini hanno tutte una preparazione che inizia con una cosa fondamentale, ossia lo studio a tavolino dell'oggetto da riprendere, è importante conoscere la natura di ciò che si andrà a fotografare." mentre parlava appese alcune fotografie alla grande lavagna alle sue spalle, fotografie che rappresentavano tutto quello che il cielo offriva ogni giorno. Sole, Luna ed eclissi, Pianeti, galassie, cieli aperti e comete. "Vengono distinti quattro tipi diversi di astrofotografia che vanno in ordine di facilità in base a ciò che viene fotografato " disse Christopher, annotando i nomi con la bacchetta sulla lavagna "Fotografia Notturna, Astrofotografia a largo campo, Deep Sky e l'Astrofotografia Planetaria. Chi sa dirmi cosa è possibile fotografare con ognuno di esso?"


    Bimbi belli, nuovo giro... :quo: scusatemi se non vi ho citati tutti o forse ho saltato domande ma siete in tantissimi e io player sono un po' rinco! Vogliatemi bene lo stesso please.
    Prossimo post il 5 Maggio
     
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    Lo avrei fatto, amico, se solo ti avessi visto. Giuro che la prossima volta ti farò arrivare puntuale. faccio al riccio, dandogli una leggera gomitata d'intesa. Mi è capitato di parlarci anche durante un'altra lezione e posso dire con assoluta certezza che è uno simpatico. Non mi dispiace averlo come compagno a lezione, visto che le ragazze sembrano essersi alleate. Parlano dei professori, commentano la loro bellezza e cose così. Sembrano delle groupie: non mi sorprenderebbe vederle tutte in fila dietro al professore di turno che incurante si aggira per i corridoi. Tu quale preferisci, Charlie? Quello di trasfigurazione, di incantesimi o questo di astrologia? gli domando, prendendo per il culo le ragazze. Io invece preferisco la Sokolov. scherzo, quando Diana mi sussurra che tra tutti preferisce me. Certo la prof di Erbologia sa il fatto suo, ma la realtà è che Diana è Diana. Ma come cazzo ti chiami, veramente? faccio al riccio, perplesso nel sentirlo dare al professore un nome diverso da quello che aveva detto a noi altri. E mentre faccio un cenno alla nuova giunta, una certa Corinne, la Ivanov cattura nuovamente la mia attenzione, scattandomi una foto che mi costringe ad assottigliare lo sguardo. Oh, ora il soggetto della tua foto sono io e non le chiappe del professore? Interessante. la prendo in giro, mentre con un pizzico sul fianco cerco di vendicarmi della foto.

    Tolto il fatto che fa perdere la testa a tutte le ragazze del corso, rovinando la piazza a noi altri, il professore non è male. Sembra non essere particolarmente severo, tiene ai ragazzi ed è appassionato mentre parla delle macchinette fotografiche. Vengono distinti quattro tipi diversi di astrofotografia che vanno in ordine di facilità in base a ciò che viene fotografato. Fotografia Notturna, Astrofotografia a largo campo, Deep Sky e l'Astrofotografia Planetaria. Chi sa dirmi cosa è possibile fotografare con ognuno di esso? domanda alla classe, fiducioso che qualcuno gli dia le giuste risposte. Sorprendentemente, nonostante sia la prima volta che mi approccio alla materia, credo di conoscere una delle risposte. Penso che l'Astrofotografia Planetaria tenti di riprendere tutti i corpi celesti presenti nel sistema solare ad alta risoluzione, magari catturando dettagli che altrimenti non sarebbe possibile notare ad occhio nudo. intervengo, dopo aver alzato democraticamente la mano come un qualunque altro educato studentello. E' così che si fa, Fuyakima. sussurro ironicamente al ragazzo.
    Mitchell Thatcher, II anno, Grifondoro.
    -Interagito con Diana, Charlie e Corinne.
    -Risposto alla domanda del proff.
     
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    Attendendo le delucidazioni del prof mi alloggiai con le schiena al primo sostegno che trovai, avevo veramente fame e non avrei esitato a palesarlo di li a poco.
    I miei tre amici, posti di fronte a me, mi imitarono nei gesti; ponendo delle domande e attendendo che venissero delucidate dalle parole del professore.
    In tutto quel tripudio di noia notai Hermia che mi si avvicinò con passo svelto, chiedendomi cosa si fosse persa.

    " Hei Hermia! Non ti sei persa quasi nulla in realtá, il prof deve ancora spiegare cosa faremo oggi. Ah sì, una cosa importante, io ho una fame nera."

    Sorrisi complimente alla mia concasata e tornai a volgere la mia attenzione verso il punto in cui si trovava il professore.
    Nel girarmi, però, la mia attenzione fu attirata da uno sgorbietto biondiccio di Serpeverde, il quale pareva talmente interessato da me e Hermione da concederci una bellissima occhiata di sdegno.
    < Poco male... > cogitai tra me e me, mentre mi portavo una mano all'altezza del petto lanciando un chiaro messaggio al mio nuovo "amico": < Sei alto come un berretto rosso > .
    Sorrisi divertito, sperando con tutto me stesso che il concetto fosse chiaro al mittente.
    Dopo poco il professore riprese a spiegare il perché ci trovavamo lì, cogliendo l'occasione per porci una domanda sul cosa differenziasse quattro tipi di astrofotografia.
    Dal canto mio, ovviamente, non sapevo quasi un cazzo sul argomento.
    Tuttavia non mi risultó difficile ipotizzare una risposta basandomi su dei ragionamenti logici, così decisi di provare.

    " Dunque, con la fotografia notturna basilare immagino che sia possibile catturare un immagine del firmamento senza poterla dettagliare troppo, mentre l'astrofotografia planetaria dovrebbe concentrarsi più su un singolo soggetto fornendo un immagine più completa dello stesso.
    Per quanto riguarda le immagini Deep Sky e l'astrofotografia a campo largo non credo che si differenzino molto. È probabile che la prima si concentri sul singolo soggetto mentre la seconda offra una visuale più panoramica. Inoltre, professore, sono abbastanza sicuro di aver letto da qualche parte che entrambe queste categorie mirino a catturare soggetti esterni al nostro sistema solare."


    interagito con Hermia, sfottuto Preze perché è alto come un berretto rosso 😏
    Risposto, più o meno, alle domande del professore
     
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    Fu un sollievo sentire Logan comunicarle che non si era persa niente di importante. Per fortuna non era arrivata troppo in ritardo. Ah sì, una cosa importante, io ho una fame nera. aggiunse il concasaneo. Hermia ridacchiò e gli rispose: Allora devo sperare che tu non voglia placare la fame mangiandomi! Mentre finiva di dire ciò la sua pancia gorgogliò, quasi come volesse dire "ci sono anch'io e anch'io ho fame".
    A quel punto però Logan si girò per tornare a dare attenzione al Professore, ma il suo sguardo indugiò su qualcos'altro. Hermia vide che il Grifondoro stava guardando il nanetto Serpeverde, anche lui presente alla lezione, il quale li stava bellamente guardando male. La rossa si limitò a ricambiare lo sguardo ben poco amichevole ma McCormac decise anche di sbeffeggiarlo un poco andando a puntare sulla sua "grande" altezza. Trattenne una risata a stento. Il Professore però riprese la parola e iniziò a porre nuove domande. Hermia non ci aveva capito assolutamente nulla, per lei era arabo o aramaico o greco... insomma qualsiasi lingua sembrasse il più incomprensibile possibile ad una madrelingua inglese.
    A fianco a lei il biondino cercò di fornire una risposta che si aggregò a quella degli altri alunni. La rossa decise che non voleva dire cavolate: tirò fuori la pergamena e armata di piuma iniziò ad appuntarsi i vari tipi di fotografia di cui aveva parlato il professore attendendo che quest'ultimo fornisse delle definizioni per ognuna. Mentre ascoltava scarabocchiò sull'angolo in alto a destra della pergamena: HELP! Chiaramente Hermia voleva trovarsi da qualche altra parte in quel momento.

    Hermia Crowley, I anno, Grifondoro
    Interagito con Logan e guardato male il nanetto Gwénaël
     
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