Segreti e virtù

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    La Preside ha detto che non posso dire chi mi piace

    Group
    Member
    Posts
    488
    Location
    Lenox

    Status
    Anonymous
    Erano stati giorni estenuanti, oltre il doversi riprendere fisicamente da qualcosa che mi stava ancora facendo sentire come un calzino rigirato malamente e lanciato dalla finestra, avevo dovuto fare i conti con tutto il resto, con le domande esterne, con quelli che mi credevano responsabili, con quelli che mi avevano creduto quando avevo detto che a quanto pare ero stato io, ma non potevo farci niente, non ricordavo nulla. E i mille esami dei guaritori, e poi la paura. Non avevo dormito per le prime due notti a seguire e non perché qualcosa mi urlasse nelle orecchie stavolta, semplicemente perché mi sembrava ancora di sentirlo in effetti. E non mi sentivo a mio agio a chiudere gli occhi.
    Poi li avevo sentiti commentare rispetto alla posizione di Rya, dicevano che non me l’avrebbe di certo fatta passare liscia. Ero preoccupato, sarebbe stata la verità?
    Quando mi ero svegliato, il sapore metallico del sangue mi aveva fatto venire un paio di conati di vomito, resi reali solo quando mi specchiai negli occhiali tondi del guaritore, e vidi il liquido rappreso tra i denti e sul mento. Tanto fu il disgusto che stetti male per tutta la notte. Quando poi appresi che la mia vittima fu Rya, sprofondai in uno sconforto terribile, mi impedirono di vederla per i primi due giorni, poi fu un uomo a dirmi che avrei potuto, che tutto si stava risolvendo, e sotto gli sguardi attoniti e un po’ incerti, confusi, dei presenti mi avviai lentamente verso la sua stanza.
    Il colore solito di Rya era un lontano ricordo a quel punto, la stanza era grande e non troppo luminosa, minimal, i capelli malamente tenuti lontano dalla ferita coperta, le bende appena macchiate non mi riportavano niente alla mente, proprio niente. Non sembrava sospettosa nel vedermi, non potevo dire rilassata, certo, ma non sembrava rabbiosa.
    “Mi ha fatto passare un tuo amico...” le dico indicando l’esterno della porta senza che l’uomo che avevo guardato per tutto il tragitto fosse davvero visibile in quel momento. Avrei voluto dirle che non era mia intenzione mancare così tanto, è solo che non mi avevano davvero fatto passare, dicevano di dovermi fare un sacco di analisi, poi che non era il caso, poi che lei era debole, insomma, niente di facile. Niente di automatico.
    Avrei voluto chiederle come stesse per prima cosa, invece, la prima cosa che dissi fu:”Non è stata colpa mia” specifico “...non credo almeno...”.



     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    5,319

    Status
    Anonymous
    Era la seconda volta che venivo morsa da qualcuno, la prima però era stata molto più piacevole a voler essere onesta.
    Neppure questo pensiero mi rendeva la cosa più ilare, mi ero svegliata dopo giorni interi e tutto sommato continuare a dormire non mi sarebbe dispiaciuto per niente.
    Era venuto Dell a parlarmi diverse volte, sebbene non avessi la forza per rispondere, avrei voluto tanto sapere che fine avesse fatto il mio fidanzato, se la sua assenza fosse dovuta a un malessere fisico o puramente mentale.
    “Si sente in colpa” mi avevano detto.
    “E' a disagio, dagli tempo” e io di tempo gliene stavo dando, ma mi pareva stesse esagerando, eh.
    Sapevo che non era colpa sua, come poteva esserlo?
    Non sapevo cosa si provasse ad avere dentro una cosa del genere ma non doveva essere stato facile per niente.
    Alla fine venne.
    -Ehi- lo salutai quando avanzò di qualche passo.
    Era esitante, quasi a disagio.
    Proprio come mi avevano detto.
    -Sto bene grazie- dissi in un filo di voce ignorando quasi completamente quello che aveva appena detto.
    -Tu?- mossi la mano e gli indicai di avvicinarmi – come stai tu?-
    …..
    -Lo so che non è stata colpa tua-
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    La Preside ha detto che non posso dire chi mi piace

    Group
    Member
    Posts
    488
    Location
    Lenox

    Status
    Anonymous
    Nell’aria nonostante la finestra chiusa e l’arredamento spoglio, si respirava un profumo piacevole, di pulito e fresco, come se fosse stato arieggiato poco prima, non potei fare a meno di pensare che nella mi stanza non c’era quel profumo, così mi dissi che forse, poteva anche provenire direttamente da lei.
    La sua mano roteò delicata ad indicarmi la sedia vicino al suo letto, per puro caso, posizionata dall’altra parte della ferita sul collo, come se fosse stata messa lì per non mettere in soggezione i visitatori. O me in particolare.
    “Io benone...”... in confronto almeno, pensai. Mi sentivo girato, ribaltato come un calzino sporco, ma molto più leggero di qualche giorno prima, dove quella continua sensazione di peso, di malessere e dolore non lasciava spazio a niente se non a sensazione di fame, di volersi cibare di qualsiasi cosa si trovasse davanti.
    Presi posto mentre parlava, cercando nel suo colorito pallido, l’ambrato ricordo di una pelle luminosa.
    Metto un dorso della mano sotto il mento, l’altra appesa alla piccola sponda, mentre aspettavo quasi fosse lei ad avvicinarsi, non più timorosa della situazione, semmai lo fosse stata. La brocca sul suo comodino si versò delicatamente nel bicchiere, invogliandomi la sete anche se credevo di non averne.
    “Sai quando ti dicevo che ti avrei riempito di morsini? Ecco, non credevo fosse vero” e poi ce l’avevo col suo sedere e le sue cosce in quell’occasione, non era di certo mio intento cercare di strapparle la giugulare. Era già il momento per scherzarci? Ci sperai.
    “Non sapevo nemmeno di essere stato io, quando mi hanno svegliato, mi hanno smaterializzato direttamente qui, e fermato a letto, mi sono guardato di sfuggita in una sbarra di metallo nel letto, non ci poteva credere che fosse davvero successo” ammisi ripensando alle parole degli auror e a quelle che la mia mente mi suggerì: zombie.
    Come uno zombie le ero saltato al collo, l’avevo addentata, e la strenua resistenza mi era costata cara solo in termini di debilitazione. “La spiegazione più logica... è che questa...cosa, volesse venire al mondiale, sembra non esserci stato nessun motivo personale” quando mi avevano rovistato nella memoria, nella testa, non avevano trovato nessuna colpa personale, ma mi avevano comunque guardato con sospetto e pregato in modo piuttosto incisivo di rimanere a disposizione.
    “Potremmo chiamarla la maledizione della prima uscita...” le battute erano arrugginite, un chiaro segnale di inequivocabile paura che adesso sembrava essersi placata solo vedendola “...ti giuro, non ti avrei mai fatto del male” la voce si levò a sussurro, come se avessi paura qualcuno oltre mi sentisse, e se non fossi stato tanto debole,avrei potuto di certo fare di più.

     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    5,319

    Status
    Anonymous
    Non lo sapevo perchè si sentiva così in colpa, credeva che non fossi cosciente del fatto che lui non centrava niente? Non si era accorto che ero entrata nella sua testa e ci avevo anche scambiato due parole con quel coso che lo possedeva?
    -Philip- dissi con un filo di voce -smettila di sentirti in colpa- anche se non era propriamente questo che stava dicendo si capiva che si sentiva mortificato per quello che era successo - ora almeno so quanto mordi- dissi velando le mie parole con un pò di malizia che ci stava sempre quando si voleva alleggerire la tensione - e chi lo sa, magari ora li voglio questi morsini per vedere la differenza- giocherellai con le dita della sua mano e lentamente arrivai persino ad intrecciarle alle mie - in tutto ciò, hai intenzione di stare tutto il tempo lì o vieni più vicino e mi dai un bacio? Credo di averne bisogno- poi sorrisi - siamo maledetti, sempre pensato- feci un colpo di tosse e mi voltai di lato per attutire il dolore al collo - comunque .. la seconda sarà migliore- e non mi andava assolutamente di parlare dei motivi che avevano spinto il signore oscuro ad arrivare ai mondiali, non erano fatti miei.
    Quindi mi spostai un pò sul letto e gli lasciai un pò di spazio - che dici entri? O rischi di cadere?- volevo abbracciarlo, ne avevo davvero tanto bisogno - ho avuto paura di perderti sai?- confidai presa da un insolito slancio di sincerità - ho avuto tanta paura di perderti- e mi ero anche detta "non un'altra volta" e io che avevo smesso di pregare ero tornata a farlo.
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    La Preside ha detto che non posso dire chi mi piace

    Group
    Member
    Posts
    488
    Location
    Lenox

    Status
    Anonymous
    “Sissignora subito” il leggero sorriso, come se essere perdonato fosse l’ultima impossibile spiaggia che avrei mai visitato, nascondeva malamente tutta la felicità nel vederla comunque tutto sommato bene e tranquilla. Quando ne avevo parlato con Gin all’epoca mi aveva detto che anche prima dell’essere bellissima, era una donna chiaramente tutta d’un pezzo, che mostra poco, e stavolta, pensando che mostrasse malamente quanto male potesse stare, lasciava quella energia che l’aveva sempre contraddistinta. Magica e possente.
    Mi chinai in avanti, e per la prima volta, mi resi conto che mentre le premevo le mie labbra sulle sue, non mi stavo guardando intorno, non mi stavo preoccupando dell’essere visto e non mi stavo dando pena sul cosa avessero pensato semmai ci avessero visti. Era lei su quel letto, io seduto vicino, abbastanza per sentirne il profumo, ma non sufficiente ad invadere totalmente lo spazio.
    “Dicono che la seconda volta sia migliore in molti campi, ad esempio quando si…” muto, mi mangio la lingua perché l’esempio che stavo per propinarle non era proprio del tutto divertente, o meglio io lo trovavo vero! Chissà se lei avesse avuto voglia di ridere! Nel dubbio, sorrisi come un discolo al sol pensiero.
    Si spostò appena e non mi lasciai nemmeno troppo pregare, mi sdraiai e la avvolsi in un abbraccio che forse prima di allora non le avevo mai riservato. La ascoltai, felice che il suo capo si trovasse sotto il mio mento, perché così, avrebbe perso quei miei occhi lucidi, quel groppo in gola mentre lei parlava ed io ascoltavo in silenzio. Ripercorsi cosa fosse successo, poi la solitudine in ospedale, mentre continuavo a dire che io stavo bene, si sto bene.
    Va tutto bene.
    E’ tutto ok.
    Mi sento meglio ogni giorno che passa.
    Trauma? Io? Naa.
    La verità era che ero letteralmente sconvolto, senza mai trovare il coraggio di parlarne, senza dire che no non stavo bene. Che avevo avuto una paura fottuta. La pausa che feci fu troppo lunga rispetto alla sua attesa. Quindi, nonostante la voce tremula, nonostante delle grosse lacrime iniziarono a rotolare giù lungo le guance ancora un po’ pallide lo ammisi, aiutato dall’idea che qualcuno avesse davvero potuto tenere così tanto a me.
    “Ho avuto la stessa paura” inizialmente ero certo che sarei morto, quando avevo capito cos’era successo, cosa mi stava succedendo, ero certo che non sarei sopravvissuto. Quando ha cominciato a minacciarmi ero più che certo. Mandai giù a fatica un grosso nodo all’altezza del pomo d’Adamo, e me la strinsi più forte addosso. “E poi di perdere te” ero certo che uno dei due non ce l’avrebbe fatta.
    Mi ero sentito debole, mi ero sentito umiliato. E forse mi ci sentivo ancora.
    Le baciai il capo e le carezzai i capelli.
    "Mi dispiace se avrai grattacapi per colpa di questa storia" lo dicevo, eppure la stringevo a me incurante del resto "Dovremo fargli il culo" o meglio "Cioè dovresti farglielo tu" la avviso.


     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    5,319

    Status
    Anonymous
    -Quando si..?- chiesi, perchè forse non ero ancora totalmente al top delle mie energie ma effettivamente non stavo riuscendo a collegare.
    Poco importava, mi accoccolai a lui, incurante di qualsiasi cosa, gente che sarebbe potuta entrare da un momento all'altro, personale dell'ospedale, primario, Dell.
    Chi se ne fregava insomma.
    Lo strinsi maggiormente e chiusi gli occhi, lasciandomi cullare dal battito del suo cuore.
    -Conosco un bravo terapeuta- dissi senza per questo muovermi - quello che ti è successo non è qualcosa che si può superare con una scrollata di spalle. Sei stato .. manipolato- dissi dopo aver riflettuto un pò - manipolato mentalmente rimanendo in parte cosciente di quello che stavi facendo- e di conseguenza aveva agito sebbene non fosse in sincrono con la sua reale volontà.
    -Pensaci-
    Aveva avuto paura di morire, di non farcela.
    Non potevo immaginare cosa si provasse, e neanche ci tenevo.
    -Ci vuole ben altro per farmi fuori- dissi con il volto premuto sulla sua maglia, la voce bassa, ovattata dal tessuto.
    Eppure non ero convinta neanche io delle mie parole.
    Sarei potuta morire eccome, se solo Lui avesse voluto così.
    Era chiaro che non fosse nelle sue intenzioni, o che entrambi fossimo stati tanto tenaci da dargli del filo da torcere.
    Forse era stato Phil a farlo capitolare, la sua forza di volontà, quella che lui non sapeva neanche di avere.
    -Saprò cosa rispondere- liquidai il discorso, perchè non avrei avuto dei grattacapi, se ne avessi avuto allora mi sarei fatta sentire.
    -Oppure- emisi la mia controproposta - pensiamo a noi e al posto di fare il culo a Voldy ci facciamo una bella vacanza- il che non sarebbe stato male, visto che a conti fatti i mondiali erano stati rimandati.
    -Com'era quel posto bellissimo dove mi volevi portare?- feci la vaga - tanto sole, mare, spiagge, musica , io, te .... -
     
    Top
    .
5 replies since 23/9/2019, 16:07   337 views
  Share  
.
Top