Trouble in Paradise

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    Layla Serizawa, Guaritrice, Giornalista, Mamma

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    Una vita fa mi ero sentita dire che stavamo lasciando il locale di Stoccolma un po' troppo in mano solo al personale, che lo stavamo controllando troppo poco col fatto che io effettivamente a Stoccolma non ci andavo quasi mai, mentre Liv era quasi sempre a scuola ed era pure vero, c'era da fare un ampio recap di conti, acquisti, personale e quant'altro, non era certo il tipo di locale che si poteva lasciare con una gestione un po' arrabattata, considerato quanti attori, camerieri, ballerini etcetera dipendevano da esso.
    Avevo quindi colto l'occasione dell'inizio di Hogwarts per prendermi qualche giorno di permesso dal lavoro e recarmi quindi qualche giorno al nord. La casa che Ezekiel aveva comprato quando provavamo a giocare alla famigliola felice era sempre li, pronta ad accogliermi, eppure per quanto perfetta l'avessi trovata inizialmente, i ricordi la rendevano troppo opprimente per rimanerci piú a lungo del dovuto.
    Lasciato quindi il piccolo Xander col padre mi ero subito recata giá dal tardo pomeriggio al locale. Tra scartoffie lasciate indietro, ricevute di ordini e consegne ero stata qualche ora impegnata nel retro, tanto che il locale aveva aperto e si era giá abbondantemente riempito quando ero risbucata nuovamente dall'ufficio.
    L'atmosfera cupa, le luci soffuse erano qualcosa a cui non ero abituata al momento dopo le ore passate sotto la lampada da tavolo a leggere e riordinare, dovetti sbattere gli occhi piú e piú volte prima di adattarmi alla nuova illuminazione. Una scappata in bagno a quel punto, per risistemarmi rapidamente trucco e capelli, un colpo di bacchetta per accorciare un po' il vestito e scollarlo quanto bastava da renderlo adatto all'ambiente ed ero di nuovo in pista.
    Presi quasi a forza posto dietro al bancone, perché mi era sempre piaciuto di piú il lavoro da bartender che da cameriera e la serata inizió a scorrere come se non mi fossi mai allontanata da quel mio primo lavoro. Era piú semplice, non bisognava pensare troppo, le responsabilitá erano minime e non c'era nessuno o quasi pronto a denunciarti per chissá cosa. Certo, buttare anni come giornalista e un'infinitá di ore in ospedale piú una laurea per rimettermi a lavorare dietro un bancone non sarebbe stata una scelta saggia per la mia carriera, ma ogni tanto era una boccata d'aria fresca. Del resto era in quell'atmosfera che ero cresciuta e non sembrava esserci nulla di meglio per farmi divertire un po', soprattutto ora che non avevo niente e nessuno a legarmi, che potevo cinguettare con colleghi e clienti senza sentirmi in colpa perché tanto non avevo nemmeno i bimbi a casa ad aspettarmi e a cui dover dare spiegazioni se fossi tornata scombussolata e ubriaca.
    Bevi con me? A tal proposito mi ero appena avvicinata a un ragazzo solo seduto al bancone versando ad entrambi un bicchierino di Tequila e porgendogli quindi sale e limone. Ho scoperto oggi che hanno smistato mio figlio a tassorosso, ho bisogno di ubriacarmi! Gli dissi quindi ridendo, non certa che avrebbe capito. Quanto era ampia la conoscenza degli abitanti del nord riguardo ad Hogwarts e alle sue casate? Avrebbe anche potuto prendermi per pazza in effetti senza capire di cosa stessi parlando, ma ehi, Lilliam a tassorosso... Non che non me l'aspettassi eh, ma averne avuto la conferma aveva fatto non poco storcere il naso alla serpe che era in me. Avrei dovuto mandarlo a Durmstrang, almeno non ci sarebbero stati problemi del genere! Ezekiel ne sarebbe sicuramente stato piú che contento, ma giá dovrá con ottime probabilitá andarci il piccolo Xander, non me la son proprio sentita di far fare quel percorso ai gemelli, tanto piú che erano cresciuti nel castello inglese e avrebbero picchiato i piedi a non finire se avessi detto loro di volerli mandare da qualche altra parte. Bhé... Alla salute! O meglio, per dimenticare.
     
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    Amavo Stoccolma, con gli anni avevo imparato a chiamarla "casa" e le sue innumerevoli isole, le sue foreste a picco sul mare, i giorni d'estate che tramutavano appena un paio di ore notturne in un chiaro crepuscolo, erano riusciti a sopperire alla nostalgia della mia Irlanda, in cui chissà se sarei mai tornato. Troppi ricordi legati al mio vero luogo del cuore, troppi demoni da affrontare, in primis me stesso, in una forma ben più spaventosa di quella che assumevo ad ogni plenilunio.
    La capitale scandinava mi aveva dato una possibilità, i pozionisti di Yggdrasil avevano finito per diventare miei amici e io vivevo un po' allo sbando, di musica e di opportunità più o meno stabili da cogliere al volo, senza pormi troppe domande... Per fortuna, se la mia condizione aveva un lato positivo era quello di farmi disporre di tutto il tempo del mondo per godermi la vita, che tanto qualcosa da mettere sotto i denti e un modo per pagare l'affitto si trovavano.
    L'aria fresca della sera svedese mi aveva spinto fino alla zona magica di Stoccolma, dove avevo aperto la custodia della chitarra, mi ero piantato ad un angolo della strada affollata di gente e avevo iniziato a suonare e a cantare, racimolando i Galeoni necessari per entrare al Dark Angel e farmi una bevuta come si deve. Chissà, magari sarei riuscito anche a convincere i titolari a farmi fare una serata lì dentro... Ero curioso di vedere che effetto avrebbe fatto proporre la mia musica in mezzo ad una coreografia di sexy ballerine in abitini succinti, che lasciavano ben poco all'immaginazione.
    Per stasera mi limitavo a godermi lo spettacolo, domandandomi con quale di quelle giovani e avvenenti pulzelle potessi osare un approccio che non finisse con un pugno sul naso, così, tanto per non tornare a dormire a casa da solo...
    Invece mi si avvicinò la barista con tanto di sale e limone per un inequivocabile tequila bum-bum.
    Non potrei mai rifiutare, ma non va contro gli affari del locale offrire da bere ai clienti? le chiesi divertito, mentre mi leccavo sfacciatamente l'incavo tra il pollice e l'indice e ci rovesciavo sopra il sale.
    La spiegazione arrivò un attimo dopo, accompagnata da una fragorosa risata. Un momento, cosa? Suo figlio? Evidentemente, tra noi due, non ero io quello che si portava meglio gli anni! Quell'affascinante strega sembrava una ragazzina e non solo era mamma, ma suo figlio aveva iniziato anche a frequentare Hogwarts!
    Tassorosso... Quelli paciocconi e bullizzati da tutti, giusto? Scusa, non sono molto pratico.
    Della scuola di magia scozzese sapevo solo il poco che ricordavo dai racconti di Anthony, una volta scoperto che era un mago, o dei dipendenti di Yggdrasil che l'avevano frequentata... Ricordavo quella faccenda delle quattro Casate che classificavano le persone in quattro categorie ben distinte, un'emerita stronzata secondo me, dato che nessuno poteva essere circoscritto ad un unico modo di essere: Grifondoro, coraggiosi senza cervello; Serpeverde, stronzi cronici ma ambiziosi; Corvonero, i secchioni ribelli che volevano cambiare il mondo; Tassorosso, appunto, i paciocconi troppo buoni per stare con gli stronzi, troppo intelligenti per stare con gli istintivi e troppo "api operaie" per usare l'immaginazione.
    Chissà dove sarei finito io, che ero sia istintivo che stronzo all'ennesima potenza, pur avendo lo sguardo di un cucciolo e la magia di parole e musica a scorrermi sulle dita che toccavano le corde della chitarra?
    Se devi bere per dimenticare, immagino che tu fossi stata una di quelle che li prendeva in giro dalla mattina alla sera, ai tempi della scuola. Serpeverde? le chiesi, pur avendo intuito già la risposta.
    Alla salute, giusto.
    Leccai rapidamente tutto il sale e ne spensi il bruciore buttando giù l'intero shot di tequila, solo per ripulirmi un attimo dopo il palato e spegnere l'incendio che mi era divampato in bocca con un morso vorace allo spicchio di limone, gemendo di un piacere sublime.
    Dorian, comunque. mi presentai, il mento che accennava alla bottiglia ancora sul bancone. I prossimi due se vuoi li offro io, così mi racconti un po' cosa ci fa una bella e giovane ragazza come te con un figlio già a Hogwarts a servire tequila a un povero diavolo qui al Nord...
    Nella mia testa si stava già delineando l'idea di una storia da raccontare, una di quelle un po' drammatiche e struggenti, perfette per comporci una canzone, ma mi intrigava che fosse lei a parlare, a raccontarsi, qualora lo avesse voluto.
     
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    Il piccolo rimprovero sull'andar contro agli affari del locale quasi lo presi per un attimo sul personale. Se qualche dipendente avesse sentito avrebbe potuto farmi notare che non esserci mai e la volta che ci sono offrire da bere in giro effettivamente non era proprio il massimo, ma davvero, avrebbero osato dirmi qualcosa? Diciamo che non é per un giro di Tequila che andremo falliti! É marketing, se ti riesco ad interessare finisci col bere il doppio pur di rimanere qui a chiacchierare con me! Gli risposi piuttosto sfacciatamente facendogli poi un occhiolino e ridendo. Entrambi i locali andavano a gonfie vele, tanto che capitava che Namika mi chiedesse che motivo avessi di lavorare se avevo cosí buone entrate in ogni caso solo dalla mia quota, ma starmene seduta ad aspettare che succedesse qualcosa non era certamente da me, sarei crollata in depressione dopo due giorni al massimo.
    Esattamente... Proprio quelli! E non é che io prendessi in giro i tassorosso, avevo anche vari amici tassorosso in realtá e sono stata persino fidanzata con uno di loro, ma insomma, per mio figlio speravo qualcosa di piú che essere semplicemente il buonaccione della situazione. Non chiedevo tanto, non l'avrei mai voluto tra i serpeverde, se lo sarebbero mangiato vivo, ma almeno un corvonero, almeno avrebbe avuto qualcosa di particolare a parte la bontá. Era davvero possibile che il figlio di una ex vigilantes, allenata personalmente dallo stesso DeSade a tratti, fosse finito a tassorosso? Mi sembrava davvero inconcepibile, ma del resto quando DeSade mi aveva insegnato il maledictus il mio aveva preso forma di un cucciolo di gatto tutto spelacchiato... Era stata la prova definitiva che in fin dei conti davvero cattiva non lo sarei nemmeno mai stata.
    E quindi giú, una leccata di sale, il bicchierino a bruciare la gola e subito dopo il limone. I gusti cambiavano persino negli anni, dopo l'ultima gravidanza avevo iniziato a bere meno cocktail superdolci e a darmi ai superalcolici quando mi capitava di bere, era decisamente piú sbrigativo e se volevi liberarti della persona con cui stavi parlando non avevi un bicchiere infinito a tenerti inchiodata al tavolo!

    Io sono Layla! E il fatto che lui stesse indicando la bottiglia era la prova che il mio commento iniziale sull'offrire come strategia di Marketing si era appena rivelato effettivo! Come si puó dire di no a una proposta tanto allettante? Ammiccai quindi nella sua direzione rimboccando entrambi i bicchieri e riflettendo su come avrei potuto riassumere in breve ció che mi aveva portata qui. Ma dubito tu voglia sapere davvero la mia storia, é cosí incasinata, una di quelle senza capo ne coda perse tra impegni, uomini e stati che fanno venire il mal di testa solo a sentirle! Ed in effetti era davvero cosí pensando che la mia vita a tutti gli effetti si divideva in tre diversi stati e il mio lavoro in tre diversi settori... Come il mio affetto era ben spartito tra i tre figli, insomma, il tre sembrava essere il numero perfetto per far quadrare tutto quel chaos che era la mia storia a pensarci bene. Ad esempio... Scapperesti dopo questo giro se ti dicessi che in realtá i figli ad Hogwarts sono due gemelli e che di figli in realtá ne ho tre in totale? Quanti del resto avrebbero continuato a chiacchierare cosí amabilmente con una madre disperata? Vero che ora che i bambini non erano piú a casa le occhiaie erano visibilmente diminuite ed ero giá molto meno stressata, peró non era proprio il massimo dell'attrattivitá pensare di farsi una mamma... Non era quello che si cercava in un locale del genere, o almeno, non nei miei pensieri. Per riacquistare punti posso dirti che qui ci sono finita perché parte del locale é mia e ogni tanto devo fare la bella presenza! Tirai quindi leggermente fuori la lingua mordendola tra i denti divertita prima di preparare il necessario per mandar giú il secondo bicchiere. Direi che il prossimo bicchiere é in onore della sinceritá spassionata di questa conversazione! Cielo, era cosí tanto che non interagivo con qualcuno di nuovo che ne sentivo davvero il bisogno. Per assurdo quella conversazione mi stava davvero facendo bene anche se iniziata da poco piú di una manciata di minuti!
    Tu invece? Devo aspettarmi una compagna che sbucherá a breve alle tue spalle e mi crucerá con lo sguardo per le troppe attenzioni che sto rubando o sei qui davvero tutto solo? Sicuramente discutere con una ragazza gelosa non sarebbe stato il massimo... O almeno, non in quel momento, magari dopo altri tre o quattro bicchieri con la testa molto piú leggera!
     
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    Marketing, giusto. Tutto gira intorno agli affari, soprattutto in locali come questo, per lo più frequentati da uomini disperati che, per farsi rivolgere da una donna un'occhiata poco più che frettolosa, sono costretti a pagarla.
    La strategia è quella che adottano i supermarket o le compagnie televisive, ti fanno fare un assaggio e un periodo di prova, dopodiché si genera una dipendenza e non puoi più fare a meno di quel prodotto.
    Tuttavia non è da me considerare una conversazione con una bella donna come merce di scambio, quanto piuttosto come piacevole compagnia... E devo ammetterlo, questa giovane "addetta alle vendite" è una compagnia molto gradevole.
    Quindi se ci incontrassimo fuori da qui non mi degneresti neanche di uno sguardo? Sono solo un pollo a cui spennare Galeoni in cambio delle tue attenzioni? Così mi ferisci, ragazza... replico ridendo a mia volta, non del tutto sicuro di voler conoscere la risposta. Sono abbastanza sicuro di me da incassare un rifiuto con dignità e passare oltre, del resto non tutte le volte che ci si approccia ad una bella ragazza il finale è quello che si vorrebbe... Tuttavia, sentirselo dire tanto spudoratamente è uno smacco anche per un orgoglio corazzato come il mio.
    Non fatico ad immaginare la strega che ho davanti tra i corridoi di Hogwarts, intraprendente e sicura di sé come adesso, una leader intorno alla quale suppongo ronzassero decine di studenti, pendenti da qualsiasi parola uscisse dalle sue labbra.
    Dai, magari tuo figlio impiegherà la sua bontà ed il suo impegno nelle giuste cause e ti darà comunque tanta soddisfazione, anche se una bella Serpeverde gli dovesse spezzare il cuore come ha fatto la sua mamma con un povero Tasso qualche anno prima. Perché lo hai mollato tu, deduco...
    Se la giovane e affascinante donna che ho davanti fosse stata mollata da uno della Casata degli sfigati, sarebbe stato davvero un affronto dal quale riprendersi sarebbe stato piuttosto arduo.
    Il mio sguardo indugia divertito su quello di Layla - così ha detto di chiamarsi - nell'istante in cui le sue dita si chiudono attorno alla bottiglia di tequila, ma prima di bere ascolto quello che ha da dirmi con vivo ed acceso interesse, sorpreso e pronto a ridere al momento giusto, il busto piegato in avanti alla ricerca di una prossemica più confidenziale.
    Accidenti, allora ho beccato la boss... Sono proprio un uomo fortunato! Ma hey, te lo giuro, Layla, il fatto di essere mamma in carriera con tre figli non ti fa perdere punti né mi fa scappare via, non mi hai mica chiesto di adottarli! E in realtà le storie fitte di drammi sono quelle da cui fuoriescono le canzoni migliori.
    Lecco con più disinvoltura il sale sul dorso della mano e brindo con lei, annuendo energicamente e facendo fuori anche il secondo shot, un attimo prima di mordere un secondo spicchio di limone, accennando alla chitarra appoggiata al bancone, accanto a me.
    Magari ti faccio sentire qualcosa, più tardi... Così, per strategia di marketing. la stuzzico con la stessa battuta, tamburellando con le dita sulla superficie lucida di fronte a me, sperando che l'argomento musica la distolga dal fatto che l'assoluta sincerità di questa conversazione provenga unicamente da lei.
    Se io fossi brutalmente sincero, con molte probabilità sarebbe questa bellissima ragazza a fuggire da me a gambe levate, o a puntarmi contro la sua bacchetta per farmi molto, molto male senza che io possa difendermi in alcun modo.
    La sua domanda però mi diverte e accende sulle mie labbra un sorriso furbo e vagamente stordito dall'alcool. Interessata, la moretta? Mi piacerebbe crederlo, o magari la strategia di vendita include anche il far credere ai clienti di essere più speciali degli altri.
    Sai, Layla... Anche se avessi una donna da qualche parte ad aspettarmi, di sicuro non le andrei a dire che trascorro il sabato sera in un posto come questo, perciò non corri questo pericolo.
    Non aggiungo altro, del resto lei non mi ha chiesto direttamente se c'è qualcuno ad aspettarmi fuori da qui, ma solo se stesse rischiando di essere cruciata con lo sguardo.
    E poi stiamo solo chiacchierando. Io, piuttosto, devo aspettarmi un pugno sul naso dal papà dei tuoi tre bambini, qualora volessi metti caso finire quella bottiglia insieme a te?
     
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    Layla Serizawa, Guaritrice, Giornalista, Mamma

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    Non l'avrei definito un pollo, un pochino la faccia da pacioccone ce l'aveva, okey, sarebbe potuto a prima vista essere l'aspetto tipo di un tassorosso in effetti, ma l'aspetto esteriore era anche a tutti gli effetti la cosa che meno diceva di una persona, avevo imparato col tempo, perché proprio dietro a un sorriso dolce e due occhietti teneri si potevano nascondere le peggio stronze. Diciamo piú che altro che se ti avessi incontrato per strada non avrei avuto tempo di fermarmi a parlarti. E sarebbe anche quasi stato vero considerato quanto poco tempo passavo semplicemente a passeggiare senza una meta precisa, tanto da potermi permettere di intrattenermi con sconosciuti a casa. Qui al locale era diverso, potevo davvero prendermi tempo per me stessa, per non pensare, per vedere gente nuova e scoprire un po' come girava il mondo al di fuori dei malati e dei medici stressati che mi circondavano normalmente. E poi dipende, fuori da qui faresti qualcosa per farti notare? Con gli anni avevo iniziato a notare le persone sole al bancone, a cercare di capire che tipi fossero prima ancora di entrarci in contatto e lui con affianco una chitarra non poteva che destare la mia attenzione. Quanto tempo era che non avevo tempo di dedicarmi alla musica? Con Xander piccolo e i gemelli a discutere per casa non avevo piú avuto il tempo di cantare nemmeno sotto la doccia.
    Il tempo passava cosí velocemente, sembrava un'altra vita quella in cui potevo permettermi di sedermi in cortile sotto un albero e cantare per Lil... O forse lo era davvero, visto quanto faticavo a ricordarmi gli anni in cui i bambini non erano ancora con me.
    Sarebbe successo comunque, ho messo un punto alla relazione prima che si rendesse conto di preferire i ragazzi a me. Sarebbe effettivamente stato un bello smacco se lo avesse scoperto mentre ancora stavamo assieme. Invece poi si era rivelato un fantastico amico, come lo era stato Malcolm del resto, per non parlare di Katrin, Tallulah... So che i tassorosso non sono il male del mondo, non vedo comunque l'ora di vederlo e sentire i suoi racconti sulla scuola, ma so quanto gli altri studenti possono essere stronzi con quelli della sua casata, vorrei poterlo proteggere. Ammetto con un sospiro, abbassando lo sguardo sul bicchiere. Ero stata la prima ad essere stronza con loro piú e piú volte, persino con le mie stesse amiche anche se per necessitá, avevo il terrore di immaginare che a mio figlio potesse succedere qualcosa di quello che io avevo fatto passare a loro, ma non c'erano piú i mangiamorte al potere, sicuro non correva il rischio che sua sorella per un ordine dall'alto gli lanciasse una maledizione.
    Avrei potuto dirgli che era anche per le questioni riguardanti i vari padri dei bambini che avevo cosí tanta voglia di bere, che mi faceva venire ancora mal di testa il pensiero di aver tolto definitivamente il cognome Scott ai gemelli, dichiarando al mondo che in realtá non erano figli di Lukas. Se un domani un mio futuro uomo avesse voluto adottarli e fossero stati costretti ad imparare per la terza volta un cognome quanta confusione avrebbe creato questo in loro? Ma erano ormai grandi, andavano entrambi ad Hogwarts, non erano piú bambini e di conseguenza sarebbero persino stati in grado di decidere da soli cosa sarebbe stato meglio per loro, dovevo smetterla di rodermi il fegato in questo modo!

    Quindi quella chitarra non te la porti dietro solo per farti notare? Il sorriso sul mio volto prese una piega decisamente piú interessata quando con fin troppa sfacciataggine propose di farmi sentire qualcosa. Dovresti aspettare la chiusura peró, anche se ti portassi nelle stanze su di sopra la musica del locale si continuerebbe a sentire comunque. Piccola ed innocente bugia che avrebbe potuto facilmente intuire se avesse mai usufruito delle nostre stanze ad ore, perfettamente insonorizzate per evitare che musica non gradita rovinasse l'atmosfera. Diciamo che era un modo come un altro per testare l'entitá del suo interesse, scoprire se era un cliente abituale e garantirmi magari una compagnia per le ore successive, soprattutto perché avevo molta piú confidenza col personale di Londra che con quello di Stoccolma purtroppo.
    Appurato quindi che non aveva una donna nei paraggi la mia proposta era diventata istantaneamente ancora piú valida e provocatoria, anche se il modo in cui l'aveva detto mi aveva fatto un po' storcere il naso.
    E perché mai? Credi che il locale non sarebbe il posto adatto per un bravo ragazzo e hai una reputazione da mantenere? Sai, ci sono un sacco di brave persone qui dentro con le rispettive fidanzate che vogliono solo sentire questo genere di musica e bersi qualcosa senza essere giudicati. Era proprio quello lo scopo del Dark del resto: poter tirar fuori qualsiasi aspetto di se senza essere giudicati, non mi sarei permessa di criticare nemmeno qualcuno in un elegante e coprente abito da sera, chiunque doveva sentirsi libero di fare o indossare ció che voleva tra queste mura, anche se lo stile principale ovviamente era evidente. Comunque puoi star tranquillo, il padre dei gemelli é... Morto e quello del piccolo é il mio secondo ex ragazzo a riscoprirsi omosessuale o quasi, quiiindi finché non hai intenzione di intraprendere una relazione con me puoi stare proprio tranquillo! A pensarci bene la lista di ex che mi portavo alle spalle era quantomeno tragica, con gente morta, che aveva cambiato continente o cambiato orientamento sessuale. Ero io a provocare tutto questo? Avrei dovuto iniziare davvero a lungo termine a tenermi lontana dalle relazioni per evitare succedesse qualcosa di simile? Naaah, dovevano per forza di cose essere solo coincidenze, decisamente sfortunate coincidenze, almeno per me. Ma se vuoi rischiare la fortuna... Mi morsi il labbro con fare provocatorio facendogli poi tanto di occhiolino. No, probabilmente con queste premesse la fortuna non l'avrebbe voluta tentare nessuno, ma ehi, mica gli stavo davvero chiedendo una relazione, gli avevo solo proposto di fermarsi fino a fine serata!
     
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4 replies since 7/9/2019, 11:54   404 views
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