Colloquio

pvt.

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  1. Andreas Wolff
     
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    Dieci anni e l'idea di tornare a Durmstrang non gli era neanche mai lontanamente passata per la testa. Anche perché, per quale motivo, dopo averne conseguito il diploma, avrebbe mai dovuto tornarci? Nessuno, assolutamente nessuno.
    Eppure era lì, sul ponte della nave che lo stava conducendo alla scuola, dinnanzi a lui le rive del lago e, più in alto, il castello. Lo stesso castello dove ha vissuto la sua gioventù e nel quale si è formato come mago.
    Ora è lì, pronto a tornarci. Non in via permanente, non ancora per lo meno. Quello che lo attende è un colloquio, un colloquio per la posizione di insegnante, per la precisione.
    Mai si era davvero figurato quell'idea, eppure ora, giunto ad un certo punto della sua vita, quella sembrava un'idea più che allettante. Un modo per reinventarsi si era detto.
    Inoltre era un buon modo per tenersi occupato. Se i soldi non gli erano mai davvero mancati, quello di cui sentiva ora la mancanza era qualcosa da fare. Inoltre considerava assolutamente una buona opportunità quella di inserirsi di nuovo nell'ambiente di Durmstrang.
    Certo poi c'era da considerare che ora che si era piuttosto abituato a Mats l'idea di essere circondato da ragazzini non era poi più così male. Infine, ma non per questo meno importante, non poteva che stimare l'ambiente di Durmstrang perciò tornarci non era poi così male.
    All'attraccare della nave si stringe nel suo cappotto nero, l'arrivo della primavera ha reso il clima un po' meno rigido, ma la scuola si trova pur sempre nell'estremo nord, e più di tanto non ci si può fare: fa freddo.
    L'uomo, un addetto del castello, che lo ha accompagnato fino a lì lo intima a seguirlo e senza indugio si appresa a fare quanto detto.
    Rientrando nel castello quei dieci anni non sembrano davvero essere trascorsi, tutto è come se lo ricorda. L'ambiente è sempre spartano così come lo era anni prima.
    Segue l'altro in silenzio, si guarda intorno, come a ricercare luoghi che avevano caratterizzato la sua permanenza lì.
    Poco dopo raggiungono la loro meta, l'ufficio del preside.
    <<grazie.>> Congedando l'altro, da ora in poi se la può cavare anche da solo.
    Bussa quindi la porta e rimane in attesa.
     
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  2. Bill;
     
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    Come sempre nonostante io abbia preso da quando sono rientrato a Durmstrang l'abitudine di dormire in ufficio, non c'é alcuna traccia della cosa, la magia fa un lavoro impeccabile per nascondere il tutto e lasciare un ufficio sterile e ben poco accogliente a dirla tutta. La scrivania in mogano fa da padrona e su di essa solo pile di scartoffie, verifiche, fascicoli, senza alcun ché di personale e a lato della stanza una libreria con file di libri ordinati dalle copertine rilegate in pelle, tutti per assurdo molto simili tra loro.
    In previsione dell'ospite in arrivo oggi i pochi elfi presenti a scuola hanno preparato un infuso per scaldare lo straniero probabilmente poco abituato al freddo della scuola. Sfoglio il suo fascicolo per ingannare l'attesa: giovane, proveniente da una famiglia con un proprio piccolo impero economico che gli ha permesso di mandare avanti la sua vita senza un vero e proprio lavoro finora, dotato di buoni risultati scolastici sebbene risalenti ormai a dieci anni fa. Il curriculum é ovviamente arricchito di fronzoli come farebbe chiunque, nessuno si presenterebbe a un datore di lavoro come davvero privo di qualsiasi motivo per lavorare, né per essere assunto, ma questo é quello che a primo impatto riesco a scorgere tra le righe.
    Bussa alla porta, a questo punto sono curioso di capire che genere di persona mi troveró davanti. Gli studenti di Durmstrang una volta usciti da scuola sono un'incognita. La scuola da un'eccellente formazione in innumerevoli materie, ma quello che manca ovviamente in un istituto cosí rigido é il contatto sociale e la capacitá di farsi un'idea di cosa si vuole dal proprio futuro, tutto il contrario di Hogwarts con i suoi infiniti corsi di formazione per studenti in ogni possibile ambito lavorativo. Noi sforniamo cervelli e bacchette infinitamente preparate senza idee per il futuro, Hogwarts crea giovani pieni di sogni e senza le dovute abilitá per realizzarli. A prima vista una collaborazione tra le due scuole non é poi negativa, non fosse che i caratteri di professori e studenti siano completamente incompatibili.

    Prego signor Wolff, si accomodi. Indico la poltrona dal lato opposto della scrivania, mi alzo in piedi nell'accoglierlo porgendo la mano dinnanzi a me per stringere la sua. Bill Carradine, lieto di conoscerla. Non sono una persona dedita a troppi fronzoli, soprattutto non con esseri umani di sesso maschile, ma la mia posizione mi porta a doverlo essere di tanto in tanto, una reazione fredda e scontrosa con chiunque varchi quella soglia non porterebbe alcuna crescita alla scuola, sebbene ad esempio sull'ex bibliotecario non che ex preside temporaneo avrei dovuto far affidamento alla mia prima impressione.
    Si serva pure, non c'é nulla di meglio di una tisana di elleboro bianco e camomilla per abituarsi al clima qui. Il tono é cortese, cordiale, tuttavia il volto resta inespressivo, privo di qualsiasi forma di sorriso. Mi accomodo meglio sulla poltrona, incrocio le dita delle mani davanti a me sporgendomi in avanti sulla scrivania e scrutando il mio ospite. Dunque signor Wolff, mi dica, che cosa la porta a Durmstrang esattamente? Ovviamente che cerca un lavoro come insegnante é allegato al suo curriculum, ma non deve essere solo un posto di lavoro che l'uomo cerca per se, non ne ha avuto bisogno per i passati dieci anni del resto.
     
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  3. Andreas Wolff
     
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    Durante tutto il periodo che aveva trascorso a Durmstrang era entrato si e no massimo tre volte nell’ufficio del preside. Sicuramente non era il tipo di studente dedito a essere richiamato e alle conseguenti visite in presidenza, che poi, vista la rigida disciplina della scuola nordica gli appartenenti a questa categoria non erano poi così tanti. Non si poteva però nemmeno annoverare tra coloro che per elogi e complimenti venivano nella medesima sede convocati, ma anche in questo caso, a Durmstrang questo non accadeva poi così frequente.
    Per tanto quando entra nell’ufficio è più che lecito non riconoscere la stanza, quello che può riconoscere è lo stile spartano tipico della scuola e anche lo studio della massima carica della scuola non va esente da questo tratto caratteristico.
    Prego signor Wolff, si accomodi. Il preside, cordiale, va ad accoglierlo. Stringe la mano che l’altro gli porge.
    Bill Carradine, lieto di conoscerla.
    <<andreas Wolff, è un piacere. Grazie per avermi ricevuto.>> E no, non è particolarmente avvezzo a convenevoli e moine simili, ma è sufficientemente sveglio per capire quando tenere un comportamento sia necessario, anche solo per mere ragioni di facciata.
    Prende quindi posto dinnanzi all’uomo, a separarli la scrivania di mogano dell’altro.
    Si serva pure, non c'é nulla di meglio di una tisana di elleboro bianco e camomilla per abituarsi al clima qui E fa fatica a nascondere la sorpresa, certo ripensando a Durmstrang non si sarebbe mai aspettato una tisana, di camomilla per giunta, ma considerando il freddo è infondo sensata.
    <<grazie.>> Si limita a dire, serio e con lo sguardo sull’altro nel tentativo di studiarlo o quanto meno di intercettarne i pensieri, in senso figurato chiaramente, usare la legilimanzia a un colloquio sarebbe decisamente inopportuno.
    Dunque signor Wolff, mi dica, che cosa la porta a Durmstrang esattamente? Le labbra si incurvano appena, quasi accennando un sorriso. Si aspettava questa domanda, tra l’altro più che lecita. Può immaginare che agli occhi di Carradine sia un giovane con un conto alla Gringott sufficientemente cospicuo da permettergli di scorrazzare per il mondo magico senza doversi preoccupare di altro, e conviene anche lui che ponendosi nei panni dell’altro la vedrebbe esattamente allo stesso modo.
    <<fino adesso mi sono sempre preoccupato di gestire gli affari di famiglia, investimenti, possedimenti, nulla chiaramente che possa essere paragonato ad avere un lavoro. Non mi fraintenda, non mi lamento, non sono un figlio di papà annoiato che ora cerca qualcosa per far passare il tempo. Più che altro, vorrei poter dare il mio contributo alla formazione delle nuove generazioni di streghe e maghi.- Un introduzione era pressoché d’obbligo.- <<durmstrang mi ha reso il mago che sono oggi, così come ha fatto con tanti altri, e visto che ne ho la possibilità vorrei mettermi a disposizione per i futuri cittadini del mondo magico.>> E il tutto può apparire estremamente filosofico e astratto.
    <<e a tutto questo si aggiunge l’aspetto molto più concreto e personale di un certo desiderio di stabilità da poter assicurare alla mia famiglia.>> E no, non parla di una stabilità economica, uno privo di vizi e cattive abitudini come lui non rischia di depauperare il patrimonio, quanto più cerca qualcosa che lo distolga da attività poco consone e sicure.
     
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  4. Bill;
     
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    Quali competenze avevo io, Snake Charmer, per diventare Preside di un istituto come Durmstrang del resto? É su questo che ho rimuginato per decidermi a non scartare direttamente la candidatura dell'uomo, dell'apparente annoiato figlio di papá, per cosí dire. Dal canto mio avevo anni ed anni di esperienza in diversi settori, non proprio legalmente certificati, ma al ministro Moon non interessavano le qualifiche quando mi ha chiesto di tenere alcune lezioni durante il suo governo a Londra e una volta cessato quello avevo sufficiente esperienza in quanto professore per potermi garantire poi questa carica ben piú impegnativa. Dal canto suo l'uomo mi ripropone un discorso giá sentito e risentito, carico di buoni propositi, ma a parer mio senza un vero fondamento se non l'apparente voglia di mettersi in gioco, o in mostra, che dir si voglia.
    E quali sarebbero le qualifiche che la riterrebbero adatto ad istruire i nostri futuri cittadini? Anche se come giá detto non sono le scartoffie a garantire l'adeguatezza di una persona del resto, guardate l'ex preside del resto, l'ho assunto io stesso e sulla carta aveva tutte le possibilitá per diventare grande, non fosse che poi si sia rivelato particolarmente esagerato nell'inflessibilitá con cui farsi portare rispetto.
    Sto cercando di studiarlo, di capire dal suo sguardo e dal suo portamento quanto in realtá possa avere qualcosa da insegnare e quanto invece sia solo una persona piena di se e convinto che fare l'insegnante sia un gioco come un altro. Non mi sento di escludere nessuna delle due cose, ma lascio sempre a chiunque il beneficio del dubbio.
    É consapevole delle tempistiche che l'insegnamento a Durmstrang comporta? Potrebbe davvero assicurare una stabilitá alla sua famiglia sapendo che le uniche possibilitá di tornare a casa sarebbero i fine settimana quando la nave per la posta sbarca e nemmeno tutti i fine settimana considerati i turni di ronda a cui i professori devono adempiere? Che non sia possibile andare via dall'istituto a piedi lo dovrebbe sapere, avendo studiato qui del resto. Certo, si puó parlare di un tempo dimezzato, abbiamo la professoressa di trasfigurazione umana ad esempio che lavora per noi solo a settimane alterne, ma si tratta di una cattedra a tempo ridotto ovviamente, quindi la sua presenza all'istituto dipenderebbe dalla cattedra che intende assumere. Per me e Olivia del resto il tempo pieno é obbligatorio, ad esempio, al di la del fatto che questa ormai sia diventata per entrambi come una casa, lei rinchiusa nella stanza che ha visto la nascita della nostra famiglia, io dovendoci passare davvero la maggior parte del mio tempo per convincermi nuovamente di non avere alcuna necessitá in altre distrazioni. Non prenda a male la mia rigiditá, devo assicurarmi che i professori che assumo non spariscano un paio di settimane dopo per la vita troppo rigida dell'istituto.
     
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  5. Andreas Wolff
     
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    Il preside Bill Carradine è assolutamente conforme all’uomo che ci si aspetta questo sia in virtù della carica che ricopre. Seppur debba riconoscere che quello che sta facendo non sia altro che metterlo in difficoltà, ne apprezza il modo di fare, dopotutto se si trovasse nei suoi panni farebbe esattamente lo stesso.
    Certo, quando gli viene chiesto quali effettivamente siano le sue competenze si trova quasi spinto nell’angolo. Non è l’ultimo stupido, ne ha acquisita esperienza col tempo, ma sono quel tipo di cose che non sono documentate su carta e che nemmeno si portano ad un colloquio, o quanto meno non per uno di quel tipo.
    E quali sarebbero le qualifiche che la riterrebbero adatto ad istruire i nostri futuri cittadini? Rimane immobile sulla sedia, senza dare segni di disagio.
    <<ha visto il mio curriculum, signor Preside, non ho esperienza nell’ambito dell’insegnamento. Ho studiato qui, ed anche questo lo ha visto, ha visto le valutazioni che i suoi colleghi mi avevano dato. Dopo essere uscito da Durmstrang ho talvolta collaborato con le autorità magiche del sud della Germania, nello specifico della Baviera e del vicino Tirolo, ho svolto alcune operazioni per conto loro, certo, nulla di istituzionale. Quindi, se quello che lei cerca è una strega o un mago con un curriculum ricco di studi avanzati e precedenti incarichi temo di non essere adatto a questo ruolo. D’altro canto, mi rendo ben conto che lei si trova a dover affidare un incarico di tale portata a uno che non può dimostrarle, in questo studio e in questo momento, niente di niente.>> E quello è chiaro, sulla carta non è il candidato ideale, nella pratica invece le cose potrebbero essere differenti.
    É consapevole delle tempistiche che l'insegnamento a Durmstrang comporta? Potrebbe davvero assicurare una stabilitá alla sua famiglia sapendo che le uniche possibilitá di tornare a casa sarebbero i fine settimana quando la nave per la posta sbarca e nemmeno tutti i fine settimana considerati i turni di ronda a cui i professori devono adempiere? Di questo ne è sempre stato consapevole, dal l’esatto momento in cui ha avanzato la sua candidatura. Ma infondo lo stare lontano dal mondo assicurerebbe una ben maggiore stabilità rispetto al contrario.
    <<certo, ne sono consapevole.- Dopo sette anni trascorsi lì a scuola la cosa gli era abbastanza chiara. - Potrei apprezzare la possibilità di tenere mio figlio di un anno qui a scuola, senza averlo ad interferire con l’attività o i ritmi esterni, chiaramente, ma anche in caso contrario mi trovo disposto a gestire la cosa.>> Non si è dimenticato di Mats, ma si rende anche conto che la sua presenza non sia sempre positiva per il bambino. Ha avanzato quella richiesta, ma si rende ben conto di quanto ridicola possa sembrare al preside e non si aspetta neanche che l’altro gli venga incontro, forse ci spera, ma non troppo.
    <<per quanto riguarda la cattedra, sono più spiccato negli ambiti che riguardano le arti oscure, ma non sono a conoscenza dell’attuale disponibilità.>> E su quello si rimette abbastanza all’altro.
     
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  6. Bill;
     
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    Come immaginavo dopo aver letto il curriculum: a tutti gli effetti mi sta chiedendo di dargli una possibilitá basata sul nulla, portando a suo favore incarichi non ben definiti e voti che risalgono ormai a troppi anni precedenti. Il curriculum scolastico é utile per valutare neodiplomati, certo, quando ancora é normale non abbiano alcuna esperienza lavorativa, ma quando si ha davanti un uomo adulto a tutti gli effetti quanto puó valere una pagella data un decennio addietro?
    Quindi mi sta dicendo a tutti gli effetti di non avere alcuna comprovata competenza,non solo nello specifico in materia di insegnamento, ma nemmeno specializzazioni specifiche che la renderebbero piú adatto a una cattedra piuttosto che ad un'altra? Se normalmente dopo una risposta del genere gli stringerei la mano e gli direi di riproporsi dopo essersi assicurato i requisiti minimi per rendere il suo curriculum appetibile, attualmente Durmstrang si trova in una situazione particolare, tale per cui é necessario cercare nuovi volti che da un lato rimettano in riga gli studenti, dall'altro abbiano tempo da dedicare alla gestione dell'intera scuola. Vuole magari parlarmi di qualche incarico particolare che potrebbe essere una nota a suo favore o sono stati incarichi che esulano completamente da ció che insegnamo qui all'istituto? Provare ad imboccargli in questo modo una qualche risposta non é assolutamente da me, ma Olivia mi ha giá rimproverato piú volte dicendomi che non posso continuare a cacciare chiunque non rientri al cento per cento nei miei canoni.
    Unisco le mani e incrocio le dita davanti al mio petto, picchiettando tra loro i due indici, attento e pensieroso riguardo a ció che mi sta chiedendo.
    Quindi pur di averlo qui vicino a lei toglierebbe il bambino a sua madre? Nonostante poi non sembri cosí interessato a tutti gli effetti ad avere il figlio con se non insistendo particolarmente, anzi, dicendo in pratica di poterne tranquillamente fare a meno. La risposta vera e propria alla sua richiesta, nel caso in cui l'uomo verrá assunto, dovrá essere ben ponderata. Non posso lasciare che ogni infante entri a scuola, che ognuno faccia di Durmstrang la sua culla personale, ma allo stesso tempo un no potrebbe essermi fortemente criticato, dal momento in cui presto o tardi qualsiasi neoassunto si rende conto della presenza di Sebastian tra le mura scolastiche e a vedere la sua folta chioma fulva é abbastanza chiaro di chi sia la progenie.
    Quindi le interessa lavorare qui da noi come insegnante, ma senza una particolare predilizione per un particolare ambito. Potrei sapere in quali materie vertono al meglio le sue competenze e quali esperienze ha in merito? Preferirei arrivare a parlare di qualcosa di piú concreto del resto, non sono mai stato tipo da apprezzare perdite di tempo.
     
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5 replies since 4/4/2019, 17:24   386 views
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