Revenge is a dish best served cold.

Zek & Fred

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    20 novembre 2018, Ufficio Segreti del Ministero Nordico.

    Aveva pensato tanto a quel momento negli ultimi mesi. Fin dal giorno in cui era stato rapito da quel folle nella sua mente aveva cominciato ad ideare mille modi per fargliela pagare, un giorno. La cosa buffa era che non si aspettava in realtà che quel "un giorno" sarebbe mai arrivato: era più che altro un esercizio mentale il suo, immaginare di farlo soffrire lo faceva sentire meglio, leniva la propria di sofferenza. Ma sarebbe stato un bene farlo sul serio? Con il passare degli anni, crescendo, Ezekiel era giunto alla conclusione che immaginare di fare qualcosa era sempre più soddisfacente del farla veramente. Strano a dirsi ma era così. La realtà era sempre meno piacevole delle aspettative, desiderare era più divertente che ottenere qualcosa. Almeno per lui, gli altri potevano anche non essere d'accordo ma quello era ciò che pensava il giovane Blackwood.
    Avrei dovuto chiedere a McAdams o Nystrom di darmi una mano? Non stava parlando da solo ma con Gatto. Il felino fulvo ormai era sempre con lui anche al Ministero: visto che viaggiava spesso e Gatto passava troppo tempo a casa da solo era riuscito a farsi dare dal Ministero una dispensa per farlo stare giù nell'Ufficio Misteri (che al Nord chiamavano Ufficio Segreti per non essere tacciati di plagio dagli inglesini). No hai ragione, questa è una cosa di cui mi devo occupare da solo. Un'arruffatina al pelo del gatto e tornò a sistemare i propri strumenti sul suo banco di lavoro lì nei sotterranei. A breve degli Auror avrebbero scortato Aldrich fin là dalla cella che occupava nelle segrete nordiche in una cella apposita che Ezekiel aveva costruito per lui. Una cella particolare.
    Non era il sadismo che gli mancava, quello era insito nel suo animo oscuro ed era solo sopito dai farmaci che prendeva. E non mancava nemmeno la pura voglia di far a quel mago del male, che è alla base della riuscita di ogni maledizione. La sola motivazione della vendetta però non gli bastava.
    Nell'attesa si sedette su uno sgabello e prese a leggere il fascicolo che il Ministro gli aveva girato. Lì c'era tutto quel che si sapeva riguardo Aldrich, che purtroppo era ben poco. Ez scorse le pagine di pergamena alla ricerca di qualcosa che non sapeva nemmeno lui cosa potesse essere. Le sue labbra si arricciarono in un mezzo ghigno alla riga che indicava che quel tipo era un lupo: gli era sempre piaciuto fare esperimenti sui lupi.
    Andò ancora avanti e alla fine trovò una bizzarra annotazione del Ministro Moon che invece titillò davvero la sua curiosità. Parla di una sostanza che Aldrich è in grado di secernere, una sostanza che al di fuori del corpo del mago sembra vivere di vita propria... Ecco che finalmente gli occhi di Blackwood si illuminarono, il ricercatore che era in lui sussultò. Quelle erano le cose che interessavano un Indicibile, i misteri più misteriosi della magia! Dopotutto forse non sarà così noioso torturarlo un pò. Ghignò tra il malefico e il contento. Alla maniera sua insomma.

    Pochi minuti dopo Friedrich August Aldrich fu portato al suo cospetto, immobilizzato dalla magia, con la bocca tappata e trasportato con un incantesimo di locomozione, legato come un salame mani e piedi. Non lo toccate! Avvisò le guardie mentre apriva la porta della cella speciale che lo avrebbe ospitato da lì per il mese a venire. L'avvertimento era legittimo, fino a che non avesse scoperto se quella sostanza fosse pericolosa e quanto.
    Con un gesto liquidò poi gli Auror restando solo con il suo nuovo ospite. Benvenuto nella tua nuova dimora temporanea. Lo salutò mentre con la bacchetta lo liberava dagli incantesimi che lo tenevano bloccato. Tutto tranne la bocca.
    Non c'erano pareti in quella cella, o almeno non pareti visibili. Avendo accesso ad alcuni tipi di magia che l'Ufficio Segreti teneva nascosti al resto del mondo magico perchè troppo pericolosi ne aveva in effetti approfittato. Se te lo stai domandando, ti trovi in una specie di bolla spazio temporale creata da un potente incantesimo di protezione, dalla quale non puoi uscire a meno che io non faccia sparire la bolla annullando l'incanto. Da quella bolla di potere magico niente poteva uscire, nemmeno la misteriosa sostanza, e questo rendeva alquanto sicuro Ezekiel. Non pensare di scappare quindi, anche perchè qui sotto ho a disposizione diversi modi per farti sparire per sempre e non ho problemi ad utilizzarli. Vedi quell'ombra oscura che striscia sul muro dietro di te per esempio? E non era l'unica cosa a strisciare mimetizzata dall'ambiente là sotto. E' un Lethifold, o Letalmanto che dir si voglia... Non gli do da mangiare da giorni quindi è molto affamato...
    Tornò a sedersi sullo sgabello, proprio davanti al suo ospite e lo fissò per un pò prima di tornare a parlare. Da quanto mi ha detto il Ministro quel giorno mi sarei solo trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, avresti potuto prendere me come chiunque altro. Sbuffò. Che cosa noiosa, mi ero quasi illuso di essere speciale sai? Ghignò. O che lo fossi tu, così geniale da catturare un Indicibile e torturarlo per carpirne i segreti. E invece no, non ne hai saputo nemmeno approfittare, per te ero solo una cavia senza importanza. E' tutto alquanto deludente. Sbuffò di nuovo. Praticamente mi hai rubato mesi preziosi della mia vita per niente. Uno spreco! A quella esclamazione balzò giù dallo sgabello e prese a camminare avanti e indietro. Sai, da ricercatore, studioso di magia o scienziato per dirlo alla babbana, io potrei apprezzare uno come te, potrei definirlo un collega, potrei persino star qui a chiederti di parlare dei risultati dei tuoi esperimenti davanti a una tazza di the. Ma una ricerca, un esperimento, devono avere uno scopo, un fine. Io ricordo tutti gli esperimenti che ho fatto nei dettagli e ricordo tutte le cavie che si sono immolate per i miei studi. Tu non avevi nemmeno idea di chi fossi quando il Ministro ti ha detto del mio rapimento. Secondo me non sei uno studioso, secondo me sei solo un sadico, uno senza alcuna importanza. Si fermò, voltandosi di nuovo a guardarlo. Secondo me tu non vali proprio niente. Fino a che non gli avesse dimostrato il contrario. Solo quando finì di parlare con un colpo di bacchetta fece sparire il legaccio che il prigioniero aveva alla bocca, in modo che potesse parlare pure lui. Volendo.


    Edited by .Ezekiel. - 21/2/2019, 12:39
     
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    La realtà non deluse le aspettative. Contrariamente a quanto avvenne in previsione del suo brevissimo soggiorno nella cella del Ministero Londinese e quasi in linea con i vecchi regimi carcerari che lo avevano visto ospite anni addietro, il Ministero Nordico si adoperò con solerzia per renderlo inoffensivo nonostante il suo costituirsi e gli fu subito chiaro che, anche volendo ripensarci e fuggire, diventare uccel di bosco gli sarebbe costato un impegno più che considerevole.
    Il completo in tela in compenso gli stava benissimo, molto meglio di quello bianco dell'ospedale psichiatrico e decisamente meglio dei due stracci indefiniti del suo primo lungo soggiorno soggiorno come galeotto.
    Non se ne rallegrò neanche un po', fu decisamente passivo, a tratti accondiscendente tanto da non attirarsi eccessi di ira o zelo particolari. Ed intanto il Lupo fiutava, saggiava, scrutava e studiava, non poteva farne a meno, anche nell'atto estremo di quello che era stato il peggiore dei suicidi la bestia non poteva esimersi dall'essere ciò che era: un cacciatore.
    Una cosa che invece apprezzò decisamente di più, mentre veniva fatto sfilare tramite incanto per i corridoi, fu non incontrare volti noti ed in particolare uno. Quanto al parlare, sia prima che dopo l'incanto non emise fiato, la chiacchierata con il Ministro gli era stata più che sufficiente ed aveva esaurito le sue ultime speranze di farsi capire da un umano con un linguaggio umano.

    Fu sotto questo stato d'animo che si trovò ad abbandonare il corridoio vedendosi infilare in una stanza. Uno degli Auror, evidentemente colui che aveva incautamente abbassato la guardia, gli toccò una spalla per accelerare di poco l'incanto forse ansioso di chiudere il turno.
    <<non lo toccate!>>
    L'uomo ritrasse la mano con sgomento quando sotto il palmo sentì qualcosa di molto più fluido della carne muoversi. Il parassita aveva fame ma per sua natura aveva metodi di caccia molto più subdoli che addentare un arto, gli era infatti bastato quel tocco per sintonizzarsi sulla frequenza sinaptica della Guardia, una cosa molto utile per lui quanto per il Mago.
    Aldrich inviò all'uomo un'occhiata penetrante.

    Non potendo abbassare la testa o muoversi in alcun modo si ritrovò a pregare per non finire con la fronte contro quella che, a tutti gli effetti, sembrava una apertura ricavata in una sorta di...campo di forza?
    La sfiorò ed i capelli sulla fronte gli si rizzarono all'istante quando graziosissimi guizzi elettrici presero a percorrerne la superficie. Il battito gli accelerò restando entro i 90 di frequenza. Il concetto era chiaro, toccare quella roba voleva dire arrostire dall'interno.
    Gli auror uscirono e le costrizioni vennero meno permettendogli di massaggiarsi i polsi e sgranchire le spalle.
    <<benvenuto nella tua nuova dimora temporanea.>>
    Alzò l'attenzione verso il giovane uomo che aveva davanti, l'odore non gli era nuovo, neanche la voce. Tornò a massaggiarsi, le catene lo avevano anchilosato e gli incanti ancora peggio.
    Il ragazzo stava dicendo cose, spiegando la composizione della sua cella e le complicazioni nel caso avesse deciso di evadere.
    Un movimento a ridosso del muro lo distrasse, fosse stato nella sua forma animale avrebbe probabilmente rizzato il pelo.
    <<e' un Lethifold, o Letalmanto che dir si voglia... Non gli do da mangiare da giorni quindi è molto affamato...>>
    Ed il suo Vellutino in quel momento era da qualche parte nella casa di Odile, forse occupato a cercare di mangiare il suo compagno. Sogghignò, non gli sarebbe dispiaciuto venire a sapere della morte del Puer.
    Intanto il suo carceriere si era accomodato e...dio se parlava e quanto.
    Frignava, o almeno così gli sembrò, il suo orgoglio era stato ferito, un gran peccato. Avrebbe sbuffato se avesse potuto ed invece doveva solo sorbirselo mentre quello faceva la maratona di gambe e di lingua, poi finalmente arrivò alla fine e si fermò, voltandosi a guardarlo.
    <<secondo me tu non vali proprio niente>>
    E gli fece il favore di liberargli anche la bocca, il legaccio si sciolse e lui s'umettò subito le labbra.
    -Avevano uno scopo.-
    Era tranquillo, infondo era lì per morire.
    -E di ciò che un ragazzino viziato pensa di me non me ne può fregar di meno.-


    Edited by Amok - 21/2/2019, 21:13
     
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    E' proprio vero che la realtà raramente soddisfa l'aspettativa, Ezekiel ne era sempre più convinto. Quando diede l'opportunità ad Aldrich di parlare era pronto ad ascoltare la sua difesa o a sentirsi pregare di lasciar perdere la vendetta e liberarlo, come avrebbe fatto qualsiasi uomo con il cervello a posto ritrovandosi nelle sue condizioni e invece... Uno scopo dici? Soddisfare il tuo sadismo? Ghignò ancora. Almeno quello lo avrebbe reputato uno scopo accettabile, anche lui in un passato non troppo lontano aveva finito con l'indulgere in certe pratiche poco etiche proprio per soddisfare la fame dell'oscurità che si portava dentro. Avrebbe potuto capirlo se fosse stato così, ma quel tipo era così altezzoso ed egocentrico che pure imprigionato lo guardava come chi si sente superiore, spazzando via solo con uno sguardo qualsiasi briciolo di empatia Ezekiel potesse riuscire a provare per lui.
    Noooo, mi hai chiamato ragazzino viziato... Rispose fingendo quasi di piangere....adesso mi hai offeso e con te non ci gioco più! Sei cattivo!!! Continuò a metà tra l'imitazione di un poppante e una checca isterica.
    Ahahahahahahh! Sul serio? Pensa a quanto me ne può fregare a me di quello che pensi tu. Rispose tornando serissimo, con la voce dura e piatta. Questa volta sei tu quello in balia del mio umore, ci hai pensato? Sarebbe più saggio per te non provocarmi, sempre che cercare di sminuirmi per te rappresenti una provocazione. Come se Ezekiel non avesse sentito di peggio in vita sua: le offese ormai gli rimbalzavano addosso, soprattutto se chi le pronunciava valeva per lui meno di niente.
    Tornò a fissarlo e tornò il silenzio. Che però fu interrotto pochi istanti dopo da urla disumane provenienti da qualche altra parte nei sotterranei. Nooooo! Pietà!!!! Nooooo! Ezekiel tornò a sghignazzare. Le hai sentite quelle urla? Le hai riconosciute le voci? Domandò riprendendo a camminare avanti e indietro con estrema calma. Erano le urla degli Auror che ti hanno accompagnato prima qui. Spiegò in tutta tranquillità. La conosci un pò di storia? Sai come Grindelwald riuscì a scappare dalle prigioni del MACUSA? Tutti conoscevano quella storia... Intortò le sue guardie nonostante tutte le precauzioni prese dal Ministero Americano ed a causa della sua evasione poi scoppiò la grande guerra tra maghi. Ad Ezekiel piaceva la storia, in realtà a lui piaceva studiare qualsiasi cosa fosse possibile studiare. La conoscenza è potere. Ora non dico che tu sia altrettanto pericoloso anzi, non saresti degno nemmeno di leccare gli stivali a un mago di quella portata... ma a me non piace correre rischi. Lo avrebbe capito così quanto teneva in conto Ezekiel la vita delle persone per lui non importanti? E comunque gli Auror quando firmano per questo lavoro qui a nord lo sanno che è pericoloso e che potrebbero perdere la vita, quindi... Sbuffò ancora. Per quanto gli piacesse parlare si stava annoiando, doveva passare a qualcosa di più pratico.
    Si fermò davanti alla bolla e con la bacchetta fece levitare una delle boccette con chiusura ermetica che si trovavano sul tavolo dietro di lui fino a lì. La boccetta fluttuava nell'aria proprio davanti al suo viso. Dunque, visto che non ti va di parlare passiamo a qualcosa di diverso. Con le dita diede una schicchera alla boccetta che sparì e si rimaterializzò all'interno della bolla un attimo dopo, fluttuando al suo interno ora davanti al viso di Aldrich. L'unico bene che puoi scambiare per un minimo di indulgenza da parte mia è quella schifezza che il tuo corpo a quanto pare secerne. Mettine un pò lì dentro per me e forse eviterò di farti soffrire come tu hai fatto con me. La tortura è una cosa così da barbari in fondo... Avrebbe accettato? Era curioso di saperlo.


    Edited by .Ezekiel. - 22/2/2019, 11:51
     
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    <<uno scopo dici? Soddisfare il tuo sadismo?>>
    Dopo Moon quella seconda forzata chiacchierata non accennava a prendere pieghe diverse, era anche per questo che anni addietro aveva preferito la vita fra le bestie e come una di queste, le loro interazioni comprendevano giudizi elementari e reazioni altrettanto logiche, non come le inferenze di colui che lì avanti gli ghignava.
    Stavolta sbuffò, aveva la bocca libera per farlo, sarebbe stato paziente.
    -La diagnosi che mi fecero fu di sociopatia, non di sadismo.-
    Puntualizzò a beneficio delle conoscenze dell'altro, ammesso che quel ragazzino fosse in grado di capire la differenza fra i due disturbi.
    -Comunque lo scopo consisteva nella rimozione di eventi traumatizzanti e riabilitazione tramite condizionamento classico ed operante.-
    In poche parole lo scopo era guarire Ezekiel dalle sue psicosi, qualcosa che avrebbe funzionato se non ci fosse stato un intoppo.
    -Poi qualcuno in Inghilterra decise che certe persone non dovevano essere curate, un manicomio rende di più.-
    Provò ad illustrargli in modo semplice la motivazione del suo improvviso rilascio pur stentando a credere che il suo giovanissimo boia potesse realmente comprendere. Ed infatti la sua reazione seguente non servì ad altro che ad accentuare in lui l'idea di trovarsi davanti ad un emerito ragazzino spocchioso.
    Non gli diede risposta in merito allo scimmiottare.
    <<sul serio? Pensa a quanto me ne può fregare a me di quello che pensi tu.>>
    Aldrich scosse lentamente la testa con pazienza sforzandosi d'apparire paternalistico più che ostile.
    -Ti sei appena contraddetto, sii più attento o rischi di rovinare l'atmosfera.-
    Due respiri e l'atmosfera si ristabilì da sola.
    "Nooooo! Pietà!!!! Nooooo!"
    Le urla gli giunsero chiare e rimbombanti, immediatamente lo riportarono con la mente ai tempi di guerra, furono un pulsante, un imput che azionò la parte di se stesso che aveva tentato di reprimere per amore degli analisti. Si irrigidì, gli occhi cangiarono lievemente dal grigio azzurro al grigio ambrato e l'acquolina gli salì dalla gola alla bocca. Deglutì fissando ora il ghigno di Ezekiel con un misto di rabbia ed appetito. L'uomo spiegava, lui lo divorava con gli occhi passando ad attento e minuzioso setaccio qualsiasi parte vitale, punto debole o nervo in rilievo che il suo corpo potesse donargli.
    -Ti stai giustificando con me per come ti senti costretto ad esercitare il comando? È naturale, se si manca di autorevolezza si deve ricorrere alla violenza.-
    La voce tradì una nota bassa e lievemente raschiante che solo alla frase prima non possedeva.
    -Inoltre fra me e te, e fra me e Grindelwald sussiste una differenza fondamentale: voi siete stati catturati, io mi sono consegnato, perché dovrei fuggire se sono venuto per morire?-

    Ma il cucciolo d'uomo aveva altri progetti, parlare non doveva appagarlo a dovere mentre invece quella provetta vuota...
    <<l'unico bene che puoi scambiare per un minimo di indulgenza da parte mia è quella schifezza che il tuo corpo a quanto pare secerne. Mettine un pò lì dentro per me e forse eviterò di farti soffrire come tu hai fatto con me. La tortura è una cosa così da barbari in fondo...>>
    Il piccolo oggetto gli si materializzò davanti. Questa volta Aldrich si accigliò.
    -Vuoi il mio sudore?-
    Perchè di tutti i liquidi tipicamente umani che era in grado di secernere il sudore sarebbe stato l'unico, con la saliva, a poter avere una provetta come giusto contenitore.
    Eppure non era stupido, per quanto la terminologia di Ez fosse errata capì perfettamente a cosa il mago si stesse riferendo, il punto è che di riflesso anche il Lethilblush lo capì e si mosse.
    Sotto le stoffe, invisibile all'indicibile, sotto l'epidermide del suo ospite, il parassita aveva avuto abbastanza tempo per accedere, a quella esigua distanza, alle onde mentali del mago così come prima era riuscito con un semplice tocco da parte dell'auror ed adesso si preparò alla caccia.

    La prima cosa che mutò in quell'ambiente fu la parete di fondo della bolla in cui Aldrich era rinchiuso, su quella parete prima spoglia comparve una porta perfettamente uguale a quella che Ezekiel aveva alle spalle, la seconda cosa che mutò fu il fatto che quella seconda porta si aprì e dalla soglia di questa entrò una persona, o almeno così sarebbe potuto sembrare, una persona perfettamente uguale a come l'Indicibile poteva ricordarsela. Era un uomo alto e snello, un Canadese.
    Entrò dalla porta sul fondo della bolla, passò accanto ad Aldrich e si fermò sul limitare della barriera translucida.
     
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    Più trascorrevano i minuti e più quel tipo ad Ezekiel pareva assurdo. Ah! Un sociopatico fiero di esserlo! Mi perdoni se l'ho definita sadico, non volevo mica offenderla. Ironizzò. No, non pareva, lo era proprio del tutto assurdo. Ma convinto, è quella era forse la cosa peggiore. Molto convinto: della sua superiorità, della sua intelligenza, della sua furbizia.
    Parli di cure... Quindi oltre le altre innumerevoli qualifiche che ti sei dato sei anche un medimago, un curatore, un magiterapeuta? A quale titolo ti occupavi della rimozione di questi traumi? E chi in Inghilterra ti avrebbe autorizzato a farlo? Da che mi ricordo nel regno della regina Elisabetta la tortura non è più usata da anni... Balle. Ezekiel era certo che non avrebbe trovato nulla a supporto di quelle spiegazioni. Aldrich tentava di giustificare il proprio comportamento dietro la convinzione di essere qualcuno degno di importanza, non si capacitava ancora del fatto che lì dentro era solo un prigioniero utile solo alla sua sete di vendetta e alla sua curiosità... scientifica.
    Lo lasciò parlare senza farsi scalfire minimamente dal suo fare provocatorio. Forse Aldrich pensava veramente di aver davanti un imbecille ma ad Ezekiel stava bene anche così, che lo pensasse se lo faceva stare meglio, dopotutto un uomo in catene ha ben poco a cui aggrapparsi. Lui aveva il suo lavoro da compiere e gli interessava solo quello.
    Se davvero vuoi morire basta dirlo. Quello che voglio da te potrei ottenerlo più facilmente da un cadavere e perderei meno tempo. Gli rispose schiettamente. Ma io non credo tu voglia morire, altrimenti avresti chiesto al Ministro di giustiziarti e basta o ti saresti suicidato e tolto di mezzo da solo. Con buona pace di tutti. A me sembri più uno che voglia mettersi in mostra con gesti eclatanti. Ma è un mio semplice parere eh! Posso anche sbagliarmi.
    Alla cosa del "sudore" nemmeno rispose, gli faceva schifo solo il pensiero e probabilmente si notò dalla sua faccia disgustata. E va bene, io ci ho provato a chiedere la tua collaborazione. Ma se vuoi fare il duro... Un leggero svolazzare della bacchetta di Ezekiel e la sfera di energia magica dentro la quale Aldrich era rinchiuso si rimpicciolì un poco, lasciando meno spazio di movimento al prigioniero. Forse sentendosi messo "alle strette" in senso letterale, avrebbe abbassato la testa e mostrato un minimo di umiltà. Forse.
    Quando ti stancherai di restare in quella posizione e vorrai sgranchirti o semplicemente muoverti lì dentro... fammi un fischio. Distolse l'attenzione da lui e si mise a rovistare sul suo tavolo di lavoro in cerca di qualcosa dimostrando il suo scarso interesse oltre che con le parole anche con l'atteggiamento. Fu allora che avvertì qualcosa di strano, come un cerchio alla testa, che gli fece scuotere il capo. Era una sensazione fastidiosa, molto simile a quella che aveva provato quando aveva lasciato Westwood o Carradine scrutare nella sua mente. Non era mai stato un bravo occlumante e questo era un punto debole per il giovane Blackwood, ed anche il motivo per cui aveva sofferto di allucinazioni: il suo inconscio era troppo facilmente impressionabile, malleabile, influenzabile. Per questo aveva iniziato a prendere delle pozioni apposite e aveva continuato a vedere il proprio terapista, per non vedere più "Elliott", per non vedere più cose che non esistevano. Mai più.
    Si voltò di nuovo verso Aldrich e la sfera, notò il suo volto sempre più compiaciuto e fastidioso e notò anche altro, come delle ombre intorno a lui. Temendo che fosse colpa di un problema con la propria cura prese dalla tasca interna della sua giacca una fialetta e la bevve tutta d'un fiato. Le ombre subito svanirono e anche la strana sensazione alla testa, ma in fondo allo stomaco iniziava sentire un nuovo fastidio. Non so se sei tu che stai cercando di fare qualcosa e nemmeno come ci potresti riuscire chiuso lì dentro, ma affinchè tu lo sappia... c'è talmente tanto casino qui... - disse indicandosi con il dito la testa - ...che c'è ben poco che tu possa fare per incasinarmi ancora di più. Se era un qualche tipo di strategia per colpirlo quella di Aldrich non avrebbe funzionato con Ezekiel. Forse con uno sano, forse con uno che non si era allenato tanto in incantesimi mentali con i migliori maghi in quel campo, forse con uno che non viveva la sua vita costantemente con il cervello annebbiato da pozioni e altre medicine per non andare del tutto fuori di senno. Ma non era quello il caso.
     
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    Come già con Moon prima di lui, anche il suo perdere fiato, tempo e speranze con l'Indicibile fu un fiasco totale. Le risposte che quello gli assestò non fecero altro che corroborare le sue idee sia sulla sua persona che sulla generalità degli esseri umani. Molto semplicemente tacque rinunciando a ribattere alle molteplici stoccate derisorie.
    "Se davvero vuoi morire basta dirlo. Quello che voglio da te potrei ottenerlo più facilmente da un cadavere e perderei meno tempo."
    -Dubito. Ciò che vuoi morirebbe con me e non avresti neanche i suoi macabri resti.-
    Questo glielo doveva, per amor di scienza, per amor di informazione.
    ". Ma io non credo tu voglia morire, altrimenti avresti chiesto al Ministro di giustiziarti e basta o ti saresti suicidato e tolto di mezzo da solo. A me sembri più uno che voglia mettersi in mostra con gesti eclatanti. Ma è un mio semplice parere eh! Posso anche sbagliarmi."
    -Se avessi voluto mettermi in mostra e uccidermi contemporaneamente avrei fatto un attentato ad Azkaban.-
    Corresse la sua teoria scuotendo il capo. Sospirando andò a sedersi in terra ben attento a restare nel centro di quella bolla trasparente ed elettrizzata.
    -Sono più un vigliacco. Ad uccidermi ci ho provato ma non ci sono riuscito.-
    Era vero a modo suo. Fece spallucce e pose i palmi sulle ginocchia flettendo e rilassando le gambe.
    Intanto la copia di quell'avvocato Canadese insisteva a fare il giro del perimetro non vista dall'indicibile che di suo pensò bene di trangugiare qualcosa. Al Parassita sarebbero bastati pochi minuti per correggere il tiro ed adattarsi alla nuova frequenza.
    "E va bene, io ci ho provato a chiedere la tua collaborazione. Ma se vuoi fare il duro."
    Un gesto della bacchetta e la superficie avanzò allarmandolo. I capelli gli si rizzarono in testa e per un attimo temette realmente che Ezekiel avesse deciso di arrostirlo immantinente, Trattenne il respiro, non si mosse....
    cautamente allungò un dito.
    Nulla.
    Una mano.
    I peli sulle braccia si rizzarono e qualcosa schioccò nella barriera segnalandogli la nuova larghezza del suo spazio.
    -Hai intenzione di cuocermi?-
    La voce voleva avere un suono neutro ma non riuscì a coprire del tutto la preoccupazione.

    Intanto il parassita si era adattato e questa volta l'allucinazione parlò.
    "Ezekiel! Ezekiel che ti ho fatto, fammi uscire!"
    Ed era la sua voce direttamente sottratta alla mente dell'indicibile.
    "Non so se sei tu che stai cercando di fare qualcosa e nemmeno come ci potresti riuscire chiuso lì dentro, ma affinchè tu lo sappia... c'è talmente tanto casino qui...che c'è ben poco che tu possa fare per incasinarmi ancora di più."
    -Io non sto facendo proprio nulla.-
    Alzò anche le mani mostrandogli i palmi vuoti.
    "Ezekiel, fammi uscire maledizione!"
     
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    Non si trattava solo di vendetta, per quella ci avrebbe messo poco, anche torturare dopo un pò viene a noia. Lui era là per la sua personale rivincita su quel mago certo, ma anche per raccogliere informazioni. Nella sua veste di Indicibile c'era da dire che si sentiva molto più a proprio agio, lo studio e l'analisi erano il suo campo, quelle segrete erano il suo piccolo mondo ed era lui a governarlo.
    -Dubito. Ciò che vuoi morirebbe con me e non avresti neanche i suoi macabri resti.- Lo guardò intensamente, fermandosi per un attimo. Interessante. Dunque ipotizzò che si trattasse di un parassita, ma i parassiti sono programmati per sopravvivere quindi probabilmente prima di morire avrebbero cercato un altro ospite. Altra ipotesi però poteva essere quella che Aldrich mentisse, per paura di sentirsi inutile e dunque sacrificabile.
    -Se avessi voluto mettermi in mostra e uccidermi contemporaneamente avrei fatto un attentato ad Azkaban.- Ghignò, nel suo modo solito. Nystrom sarebbe stato ben lieto di farti fuori in quel caso e magari persino grato... non credo che accadano grandi cose ad Azkaban ultimamente, deve essere noioso. Come passava il tempo il Capo Auror lì dentro? Glielo avrebbe chiesto alla prima occasione, magari quando si sarebbe deciso ad accettare il suo invito a cena.

    -Hai intenzione di cuocermi?- Fece spallucce. In realtà aveva solo intenzione di fiaccare la sua volontà, se poi nel processo si bruciacchiava un pò poteva anche sporgere reclamo al Ministro per quanto lo riguardava. Ops... era proprio il Ministro ad averlo mandato là! Naaa! Cerco solo di evitare che tu ti metta troppo comodo. E' vero che mi è stato concesso tutto il tempo che sarà necessario con te, ma avrei anche altro da fare, sai...
    E poi dopo quelle parole successe qualcosa di inaspettato, che non sarebbe dovuto succedere con i presupposti che Ezekiel si era assicurato.
    "Ezekiel! Ezekiel che ti ho fatto, fammi uscire!"
    "Ezekiel, fammi uscire maledizione!"

    Quelle parole suonavano strane, ma non gli dicevano nulla di particolare. Tranne che... Sei per caso pure ventriloquo? Perchè se non veniva da un'allucinazione e si era assicurato che così non fosse e non c'era nessun altro nella stanza, doveva essere per forza Aldrich. Oppure aspetta! E' quel parassita che hai dentro, sa anche parlare?? Corse al tavolo a prendere degli appunti e poi rovistò in alcune pergamene. C'è una storia, riportata da alcuni Spezzincantesimi della Gringott, riguardo la maledizione delle tombe egizie che ha fatto andare fuori di testa tanti di loro mentre cercavano tesori per conto della banca... Erano più che altro leggende, perchè nessuno era riuscito mai a dare una spiegazione chiara. Ma su una cosa concordavano tutti: Dopo essere stati per così dire infettati da questa maledizione sentivano tutti delle voci, avevano delle allucinazioni. Prese alcune di quelle pergamene sotto il braccio e tornò ad avvicinarsi alla gabbia di energia che rinchiudeva Aldrich: Parlami ancora cosa. Riesci a dirmi chi sei? Magari potrei anche pensare di farti uscire... Ovviamente no, ma tanto valeva provare a barare. Qualsiasi cosa pur di fare una nuova scoperta.
     
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