Posts written by Roar;

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    Ha ragione, Jane, in proporzione a quanto io mi senta impotente in questo momento.
    Come possono i miei secoli non dare aiuto a quest'uomo.
    Secoli di studio, di conoscenze, di approfondimenti.
    Sono dunque una stolta, al pari di tante altre.
    Sono una qualsiasi, che non può nemmeno vantare della sua esperienza per andare in suo soccorso.
    Ma c'è una cosa che posso fare, la mia idea è chiara e potrebbe avere esiti positivi.
    Vorrei fargli notare che il mio cuore ha smesso di battere quella notte di 227 anni fa, eppure è un sorriso quello che mi compare sulle labbra.
    Dopo tanto tempo ho trovato un uomo che mi apprezza, che beffardo il destino che ora decide di togliermelo.
    Abbiamo discorso molto sul concetto di scelta, io dicevo che è un atto impulsivo, dettato dal momento quando dinanzi a noi ci si presentano più alternative e allora scegliendone una si innesca una successiva azione.
    Tu sei sempre stata più romantica di me, dicevi che era un atto volontario, dettato dal cuore.
    Dal sentimento che in quel momento suggeriva fosse la scelta giusta.
    Solo oggi ho compreso le tue parole, e solo oggi te ne do ragione.
    Scelgo di dargli una possibilità, non potrei sopportare un'altra dipartita, purtroppo, o per fortuna, dopo secoli son tornata a ricordare cosa si prova a stare accanto a una persona che vale la pena di conoscere, e con cui vale la pena aprirsi.
    Il fato però mi punisce togliendomela rammentandomi la vita di tormento a cui siamo costretti.
    Il suo sguardo mi fa dimenticare per un attimo che sono sprovvista di anima.
    Mi riscalda come avrebbe fatto un ardemonio e mi vergogno per quello che so che ora sta vedendo.
    Un vampiro dagli occhi scarlatti.
    Eppure non sono più freddi come quelli del nostro primo incontro, persino nel silenzio cerco di essere convincente, “sono la tua possibilità” vorrei che vi leggesse.
    E lui lo fa; di contro mi spunta un sorriso più marcato questa volta e abbasso lo sguardo sul suo avambraccio.
    -Va bene- lo assecondo, ma non basteranno poche once, persino tu, così oculata e attenta, glielo faresti notare.
    -Esotico.. per me sei come un filetto di manzo con contorno di patate. Il mio preferito- faccio dell'umorismo ma neanche tanto si discosta dalla realtà.
    Immagino la consistenza del suo sangue, caldo, denso, speziato.
    I miei occhi sono attratti inesorabilmente da quella vena pulsante, mi distoglie da essa solo la sua mano, che si frappone tra noi due, allora sollevo lo sguardo sul suo e cerco di comprendere le sue parole, sebbene sia alla stregua di un tossico che anela la sua droga.
    -Jack, vorrei tu fossi cosciente di una cosa- rispondo ristabilendo l'ordine nella mia mente.
    -Io darei la mia vita per te- lo bacio, in esso c'è la consapevolezza che potrebbe essere l'ultimo col pieno potere dell'intelletto.
    Il sangue quando maledetto potrebbe portarci alla pazzia, ricordo Dandy e non lo vedo come un concetto così surreale.
    -Non indugiare oltre, Jack- sussurro sulle sue labbra poi mi discosto da lui e vado a prendere dalle mie riserve delle sacche di sangue del suo gruppo sanguigno.
    Non basterà un'oncia.
    -Questo è il sangue che dovrai mettere in circolo nel tuo corpo quando sarà il momento.
    Probabilmente, se funzionerà, non verrà eliminato tutto, non escludo che resti traccia della maledizione, ma in forma ridotta uno spezzaincantesimi adeguato lo troverai-

    Ho usato il mio potere ammaliatore su di lui, per la prima volta da che ci conosciamo, ritengo sia necessario ora che avrà sicuramente compreso la portata del mio intervento – resta seduto- gli dico pacata sebbene lo percepirà come un ordine.
    Delicatamente prendo il suo polso e lo porto alle labbra.
    Delicatamente affondo i canini.
    E' speziato, come pensavo, ma c'è qualcosa che lo rende intollerabile, la maledizione fa si che il sapore buono si mescoli al cattivo, non penso al disgusto ma a quanto dolore gli causi un marcio così forte.
    Tuttavia desisto, magari vomiterò dopo, probabilmente lo farò, ma un'oncia non basterà per ridargli il colore che vorrei vedergli in viso.
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    Cara Jane,
    a volte è la paura a muovere i passi dell’umana persona, nel mio caso lo è sempre stata.
    Per decenni, persino secoli, mi sono spenta dinanzi alle disgrazie altrui.
    Tu ha visto non c’è stato umano che abbia sostato nella mia vita più di un tempo tale da potermene rammaricare per qualcosa. Potresti ricordarmi Siim, e in quel caso ti direi che è stato lasciato ben prima che potessi pentirmene.
    Forse si tratta anche di stanchezza, stanca di vivere e veder passare a miglior vita persone a me care.
    Perché non farla finita prima, ti sarai domandata prima d’ora.
    Sai che non lo so?
    Ci penso solo ora, mentre con lo sguardo passo da una lettera all’altra, da una parola all’altra.
    Perché non farla finita prima?
    Mero coraggio.
    Ma ora posso fare qualcosa che faccia la differenza, posso dare a un padre la possibilità di poter ancora godere della compagnia di suo figlio, posso fare un misero atto d’amore, che fino ad oggi ho ignorato potesse ancora appartenermi.
    -Potrebbe essere così- gli rispondo senza includere nel concetto la mancata riuscita della cura.
    Allora mi trovo nuovamente a chiedere – conosci uno spezzaincantesimi così potente da poterti aiutare?- sono risolutiva nella domanda che pongo, appongo l’accento nei punti giusti affinchè possa capire quanto seria sono mentre glielo domando.
    Lascio perdere questi tomi, non hanno null’altro da dirmi, finchè posso godere delle sue braccia che cingono la mia vita.
    La fiducia che ripone in me fa si che non pensi a qualsiasi contro indicazione possa far parte della proposta che ho avanzato, eppure lui è più scaltro di Lucifero stesso, e mi pone la fatidica domanda.
    -Non puoi esserne sicuro- gli rispondo omettendo ciò che io in realtà so.
    -Ma c’è una differenza di base tra me e te- e lui sa perfettamente qual è – ve ne è più di una in vero, là dove non fossero i secoli di vita che ho abbondantemente vissuto oltre il lecito apporrei l’attenzione sul fatto che io sia in realtà già morta, che non abbia alcuno da lasciare se non forse l’unica persona che salverei e di cui ne sarei rallegrata- gli sfioro il viso con lo sguardo, non vi è tentennamento nel mio.
    -Pensa a tuo figlio, ha già perso una madre, non vi è motivo alcuno perché rischi di perdere anche il padre, neanche la possibilità che il tuo sangue corrotto possa annientare il mio-
  3. .
    Lo vedi, cara Jane?
    Posso dire con assoluta certezza di non aver mai avuto un uomo così fiero.
    Io me ne sto qui, comodamente seduta su questa poltrona in velluto bordeaux, dovrei anche avere un'espressione incalzante e lui cosa fa?
    Quisquilia sulle parole che ho pronunciato, senza approfondire i fatti.
    Decido di non irritarmi e sorrido alle sue considerazioni – direi che ho varcato da parecchio ormai il confine dell' indisposizione- e se non se n'è accorto direi che dobbiamo affinare le nostre arti seduttive, mia cara cugina.
    Per fortuna si tratta solo di una premessa, prima che arrivi al nocciolo della questione.
    Si tratta di una malattia che ho avuto modo di conoscere, o per lo meno sembra abbia gli stessi sintomi.
    Solo che a causargliela è stata una maledizione.
    Allora i pipistrelli nella mia testa iniziano a battere le ali e formulo ipotesi, confutandone alcune, portandone avanti delle altre.
    -E' una maledizione- confermo seguendolo con lo sguardo, quando poi si avvicina e mi porge il suo avambraccio non posso fare a meno di soffermarmi sulla piaga che è comparsa e le mie dita gelide la sfiorano immaginando quanto quel piccolo refrigerio potrebbe portare giovamento ai suoi sensi.
    La forza del suo pensiero è stata così forte che non ho potuto fare a meno di leggervi attraverso, e sebbene la tristezza mi abbia invasa con la forza di un nottetempo in corsa, comprendo che il pensiero possa essere perdonato, per chi non sa con esattezza cosa voglia dire vivere avendo seppelito chiunque della propria famiglia, vivere con la smania del sangue, non provare più nulla, vivere con i ricordi di ciò che si prova quando si ama, quando si è felici e persino quando si è tristi. E provarne solo finchè quest'ultimo sopravvivrà.
    E seppur si tratta solo di ricordi mi si stringe il cuore quando colgo per un solo attimo l'essenza del suo reale stato d'animo tramite le sue parole.
    Mi alzo, gli prendo una mano, cerco il suo sguardo – è giusto avere paura, sarebbe strano se non ne avessi. Grazie per avermene paralto- solo ora che so posso provare a provvedere in tal senso.
    Sciolgo la stretta delle nostre dita e raggiungo un angolo della mia biblioteca, là dove ho riposto i volumi più antichi. Ne sfoglio alcuni con cautela, vi sono pagine sin troppo datate per non rischiare il collasso.
    E poi trovo quella di mio interesse.
    I miei occhi scorrono veloci le frasi in latino e solo quando giungo fino alla fine sollevo il capo su di lui.
    -Sembrava tu stessi parlando della leucemia, sebbene non lo sia, ho preferito rinfrescare la memoria su informazioni affini prima di avanzarti una proposta.
    Non tutto è perduto-
    voglio dargli una speranza, sebbene una di queste potrebbe portare alla mia stessa dipartita.
    -Potremmo percorrere due strade, la prima consisterebbe nel consultare qualcuno che potrebbe provare a spezzare la maledizione- in tal senso non vi sono molte persone a cui affiderei la sua vita, ma non sono neanche nulle come opzioni.
    -Oppure potrei aiutarti io stessa.
    Cosa ne pensi se depurassimo il tuo sangue?-


    Edited by __Grace__ - 6/2/2022, 15:01
  4. .
    Cara Jane,
    cosa posso dirti di particolare quest'oggi se non che il nostro caro Jack seguita a nascondermi qualcosa?
    Taci, so perfettamente che potrei sapere tutto, sarebbe sin troppo semplice, oltre che oltraggioso, non trovi?
    Questo filo invisibile che ci tiene ancora legati, nonostante lo scorrere dei giorni, non deve avere lesioni causate dalla mia imprudenza, o dalla mia mala fede.
    «Nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de’ Principi ... si guarda al fine ... I mezzi saranno sempre iudicati onorevoli e da ciascuno lodati» diceva Machiavelli, e così mi diresti tu.
    Ma io non condivido.
    Per questo anche oggi gli do la possibilità di correggere il suo silenzio.
    Non gradendo particolarmente gli occhi ostili del suo elfo perennemente puntati su di me, ho deciso di prendere una abitazione in questa terra Irlandese, per scopi secondari, preferisco dirmi, e poi anche per la sua compagnia.
    E' dinanzi a me da un pò ormai, e sebbene il mio tempo sia infinito non posso dire altrettanto del suo.
    O non lo può di certo dire lui stesso.
    -Per quanto ancora vorrai tacermi le tue condizioni?- gli chiedo sperando di spronarlo a parlare.
    -Gradirei non essere trattata da stolta, e neppure vorrei ti sfiorasse l'idea ch'io sia priva d'interesse- nel caso remoto in cui l'idea possa essergli balzata in mente.
    -Stai male e vorrei sapere perchè, è davvero così difficile parlarne?-
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    Una volta mi hai detto “I sentimenti d’impeto devono essere guidati dalla ragione e ogni sforzo deve essere proporzionato all'obiettivo.”
    Talvolta rimembro queste tue parole, soprattutto in momenti come questo dove la ragione sembra avermi abbandonata.
    Eppure come te anche io ricordo il giorno in cui decisi che mai più un essere umano avrebbe conosciuto l’impeto della mia passione.
    Una contraddizione ora che mi trovo dinanzi a quest’uomo e non faccio altro che assecondarlo; come chiedi? Ebbene lascio che le sue labbra infuocate traccino il mio gelido collo, avvolgo istintivamente le gambe attorno al suo corpo e sento che i lineamenti del mio volto stanno per cambiare.
    Non ora, mi dico, e tu lo sai quanto sforzo io stia facendo per trattenermi.
    Ma lui morde le mie labbra,… cara Jane, la lussuria sta per prendere il sopravvento.
    Il mio collo ricade all'indietro, vorrei poter riacquistare l’autocontrollo, ah come lo vorrei.
    Le mie mani si muovono da sole mentre lo scorgo slacciare il mio corpetto, lo imitano e scorrono fino a prendere i lembi di stoffa fino a liberarlo totalmente dalla maglia.
    Vuole guardarmi.. va bene, mi dico, che mi guardi mentre scivolo da questa scrivania e lo scosto un po' perché possa “vedermi” meglio mentre sfilo via i pantaloni di pelle.
    A discapito di tutto amo la lingerie, amò viziarmi e apprezzo l’unica cosa che questa immortalità mi ha donato, la bellezza eterna.
    Sono provvista di questi due unici lembi di stoffa mentre lo attiro a me e unisco le labbra alle sue; non mi sono sfuggiti i segni sulla sua pelle, né i suoi tatuaggi, non ora ma chiederò.
    Intanto esigo che sia al mio stesso livello, non resterò esposta da sola e in tutta onestà fremo dalla voglia di sentire il suo corpo caldo sul mio.
    [...]
    E’ così le fiamme hanno divampato e noi non le abbiamo fermate.
    Lui ubriaco, di bourbon o di whiskey, cosa importa? Non mi sento comunque di aver approfittato di un suo momento di debolezza né che possa averne a pentirsene. Gelida ma appagata in ogni singola cellula non conosco perfettamente le dinamiche di un seguito, visto che non mi sono mai lasciata andare su una scrivania, c'è sempre una prima volta.
    Credo che rivestirmi sia d’obbligo, così lo faccio, sebbene senza alcuna fretta, dopo di che mi avvicino a lui e gli sfioro il viso con una mano prima di congedarmi.
    -E' stato illuminante scambiarci le informazioni- aggiungerei anche appagante, ma immagino sia abbastanza chiaro cara Jane -dovremmo farlo più spesso, caro Jack-
  6. .
    Io mi son solo trovata davanti a un fatto compiuto, ti ricordi Jane? Quando mi son trovata davanti quella Dampir? La figlia del vampiro che mi ha negato la maternità per lussuria, e codardia.
    Per i sentimenti che nutriva nei confronti di una nata babbana come me.
    Covo ancora del risentimento verso di lui, e verso me stessa per essere stata così debole a credere alle sue parole.
    Lui il potere che è nelle nostre mani lo ha sempre usato, a differenza mia.
    Ma forse sono io l’illusa, colei che non abusa per crogiolarsi in una parvenza di normalità.
    Ma cosa c’è di normale nel non invecchiare mai? Nel vedere le persone amate spegnersi giorno dopo giorno? E nonostante tutto non avere il coraggio di fare altrettanto.
    Questo comunque amica mia si chiama flirt.
    Ho trecento anni di esperienza in merito e sebbene ogni cellula morta del mio corpo mi suggerisce di andare via, perché, come ben sai, è un umano cara Jane, io non riesco a farlo.
    Non riesco ad andarmene.
    Dopo Siim mi sono imposta un veto, te lo ricordi? Solo e soltanto simili.
    L’essere umano è provvisto di sangue pulsante, di battito cardiaco, di calore e un miscuglio di ormoni come anche il testosterone che mi manda fuori di testa.
    Ha ragione lui, dovrei decisamente andare via.
    Questo Bourbon, qualsiasi sia il suo sapore, lo prendo come un’ancora di salvezza.
    Ma non ha molta durata.
    E’ alle mie spalle e io non sto pensando agli aspetti negativi della questione, o meglio li sto annientando tutti, uno dopo l’altro.
    In tutto ciò che segue io vedo solo i lati positivi.
    Sento la pelle fremere, ricordo il pulsare delle mie vene, e non è vero che dentro di me è tutto morto o non si potrebbe spiegare il rimescolio delle sensazioni nel mio basso ventre.
    Sensazioni che esplodono quando le nostre labbra si toccano e il bacio infiamma le labbra di entrambi.
    Non lo inseguo quando le abbandona, assaporo le mie e volto lo sguardo verso la bottiglia che ora impugna tra le sue mani – dopo tutto avevano ragione, il whiskey Irlandese è il migliore-


    Edited by __Grace__ - 2/11/2021, 19:39
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    -Perchè, ne dubiti?- chiedo studiando appena i suoi lineamenti, sono particolarmente interessata ai suoi occhi in questo momento, sembrano voler comunicare qualcosa, ma ho troppo da controllare per poter effettivamente cogliere il messaggio.
    Non si tratta di fiducia, è pura deformazione professionale, i sensi sono tutti allerta perchè la vita, se c'è una cosa che mi ha insegnato, è di tenere sempre la guardia alta.
    Sebbene ci si sta mettendo d'impegno per distrarmi, quando non sono le sue parole lo sono i suoi gesti.
    Cosa sta succedendo Jane?
    Una fortuna io non possa arrossire o in questo momento sarei al pari dello scarlatto delle mie labbra, o delle iridi dei miei occhi.
    Sarei un peperone, non ricordo neanche più il sapore di quell'ortaggio, ma ricordo perfettamente la sfumatura del suo colore.
    Sfioro con le dita le sue, sono calde, ruvide, l'esatto opposto delle mie.
    -Voglio dirti proprio questo- non ho bisogno di usare dei toni alti, siamo così vicini che basta un sussurro – vuoi dirmi che non ne sapevi niente?- mi chiedo come può non esserne a conoscenza? Possibile che il suo amico e collega non gli abbia detto questa informazione così basilare?
    Perchè soprattutto, mi domando.
    -Comprendi allora, quanto problematica potrebbe essere la questione- per loro e per noi altri.
    Giunge il suo domestico, l'elfo al quale non sto per niente simpatica e le mie iridi si posano sulla sua figura minuta e astiosa.
    Non comprendo la sua ritrosia, ma qualcosa mi dice che probabilmente ha avuto un vissuto non brillante con qualcuno della mia specie.
    Non provo alcun interesse a indagare, non ho voglia di rovinare questo momento facendo domande la cui risposta mi rattristerebbe.
    Emetto un solo respiro, finto quanto è fasullo il battito del cuore che provo nel ritrovarmelo così vicino al mio viso.
    Eppure .. io lo sento.
    -Perchè dovrei..- non riesco neanche a porla come una domanda, e il suono è così flebile che dubito di averlo persino pronunciato ad alta voce.
    Sento l'odore del liquore che ha bevuto, ne è colmo, forse fatica a non lasciarsi andare all'ubriachezza?
    Mi dico no, non lo è. Nessuno nell'oblio dell'alcol avrebbe ancora le facoltà mentali per giungere a delle considerazioni così complesse.
    -Posso disporne a mio piacimento, dici- le labbra si allargano in un sorriso – attento a quello che concedi Jack- lo ammonisco – potrei voler assaggiare del buon whiskey Irlandese- sto per assaggiarlo direttamente dalle sue labbra ma desisto – Dicono sia migliore del bourbon, ma immagino siano solo gusti- che dire, rimaniamo fedeli al nostro liquore preferito Jane? -Prenderò del Bourbon- e con nonchalance mi alzo per versarmene - tu vuoi qualcosa?-
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    Edited by Roar; - 30/10/2021, 10:37
  8. .
    Cara Jane, conferma, senza indugio, che l’unico interesse di Keegan sia proprio il ragazzo di cui improvvisamente sono diventata responsabile, in attesa di una strategia da parte della donna che mi paga.
    Tu dirai, perché l’aiuti?
    Lo sai che mi annoio nel mio vecchio castello, a Londra ancor di più che in Transilvania.
    Non credo comunque che a muoverlo sia la mera gelosia, avrebbe potuto farlo nei diciotto anni passati, quando era più piccolo e quindi anche più abbordabile.
    Ha voluto che ci fosse un corso, nella sua testa ha un senso giungere ora, quando il ragazzo sembra aver risvegliato anche un altro lato del suo potere.
    Ed ecco giungere anche lui al nocciolo della questione.
    Parla di un rituale che abbia tra gli ingredienti principali il sangue del ragazzo.
    Sono imperturbabile mentre lo ascolto e intanto elaboro le informazioni a favore di dinamiche plausibili e possibili.
    -Non conosco il suo nome, ma so che è un diplomatico al ministero inglese.
    Riguardo alle mie ipotesi..-
    sono costretta a fermare le mie parole perché non siamo più soli in questa stanza.
    Un elfo domestico fa il suo ingresso visibilmente trafelato.
    Dallo sguardo che mi riserva capisco che sono io la causa prima del suo affanno, ne sono rammaricata, forse sarebbe stato opportuno da parte di Jack avvertirlo per tempo.
    Ora non sarebbe in procinto di avere un malore.
    Non fosse che potrebbe davvero risentirne la scena è ha dir poco epica e fa si che un sorriso spunti sulle mie labbra.
    Oh Jane, non so cosa darei per averti accanto a me in questo esilarante momento.
    -Caro Jack- mi permetto di dire una volta che l’elfo è fuori portata – ha tutti i diritti di essere sospettoso. Per natura potrei averti … ammaliato e dunque costretto a portarmi qui. Il fatto che io non abbia usufruito dei miei poteri non vuol dire che gli altri non lo possano pensare possibile- torniamo comunque a parlare dei nostri affari, siamo rimasti al motivo per il quale il vampiro potrebbe essere interessato al sangue del ragazzo.
    Non mi discosto certo ed è con un tono adeguato alla nostra ristretta vicinanza che pronuncio le parole che seguono.
    - Sono pochi i motivi per cui un vampiro così antico possa esporsi tanto per qualcosa di così effimero come del sangue umano.
    Il piacere, non abbastanza valido da rischiare tanto.
    Il potere. Più se ne ha più se ne vuole.
    Si racconta di creature della notte che hanno potuto generare dei figli.
    E se fosse stato possibile grazie a un particolare tipo di sangue?
    - gli lascio il giusto tempo per elaborare la cosa prima di continuare – cosa credi che si genererebbe dall’unione di un vampiro con un umano?-
  9. .
    Non indago oltre, non sono certa della veridicità dei suoi pensieri, ma se questo lo fa sentire in pace con se stesso allora glielo lascerò credere che sia come dice.
    Prendo dunque posto sulla panchina che mi indica e quando lo faccio accavallo la gamba sinistra sulla destra.
    La sua risposta desta il mio interesse quindi volto il capo verso di lui e lo guardo, come del resto non si vergogna di fare lui stesso con me.
    E' incerto se rivelare o meno quello che sa, dovrei forse dirglielo che potrei saperlo comunque? Che potrei indurlo a farlo? Che sto proprio ora leggendo nei suoi pensieri?
    Distolgo lo sguardo e mi concentro su altri rumori, ad esempio i due passanti ubriachi che svoltano l'angolo poco dopo, l'uno pensava alla pizza nel cartone sul tavolo della sua casa, vecchia di due giorni, si chiede se non sia ammuffita nel frattempo.
    L'altro inveisce contro se stesso, secondo lui avrebbe fatto meglio a lasciare quella zavorra nel locale, sarebbe sicuramente arrivato prima a casa.
    L'amicizia per noi vampiri è un concetto particolare, non ci affezioniamo mai ai mortali, perchè la loro dipartita ci causerebbe dolore.
    La smaterializzazione congiunta è una sorpresa per me, per la prima volta, dopo molti decenni, sono rimasta senza parole e nel ricomparire ho perso l'equilibrio.
    Annuso l'aria, piombo, niente di meno.
    Mi adagio comunque sulla sedia che mi ha offerto e accolgo con un cenno di assenso la notizia che cita il nome di questa casa.
    La sua casa. I sotterranei della sua casa, per meglio dire.
    Mi ha portata cosciente che non potrò comunque ritornarci, se non per suo invito, interessante comunque..
    -Tecnologia babbana, non lo avrei mai detto- non posso fare altro che commentare mentre Jack trova ciò che è di suo, e a quanto pare mio, interesse.
    -Mi sta bene- gli rispondo.
    Lo sguardo scorre sullo schermo, ci sono date, omicidi, presunti tali.
    E' lui, Keegan.
    -Lavoro, vengo pagata per scoprire quanto più possibile su questo antico; dove si trova ora, come sia possibile rintracciarlo, quali sono i suoi attuali interessi; il vero movente per il caso Salvatore- inevitabilmente gli occhi scorrono su quel nome – e le vere intenzioni sul figlio di quest'ultimo- era lunga la lista delle cose che le venivano chieste, ma lei, che sapeva muoversi in determinati ambienti, non avrebbe avuto problemi a ricavarne, se solo lo avesse trovato.
    -Sai dove si trova adesso?-
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    Cara Jane, mi domando spesso, quando sono in compagnia di un uomo, se le sfumature che leggo nel suo sguardo siano per me come entità piacente o è semplicemente ammaliato come diretta conseguenza della mia natura.
    A volte mi fermo davvero a pensare a questo.
    Non posso più vedere il mio riflesso nello specchio, la mia esistenza è fatta di sguardi, da ciò che gli altri mi trasmettono, e a volte anche questo è falso.
    Ricordi quando eravamo ragazze? Amavo i balli a casa di Bingley , tutti quei ragazzi che ci chiedevano di ballare, che volevano passeggiare con noi il pomeriggio, a Kingsmead Square.
    Non so neanche come mai mi sia venuto in mente proprio in questo momento questo dilemma, non ci bado ormai da anni al mio aspetto, quello che indosso è espressione del mio stato d'animo.
    Al momento mi chiedo cosa passi per la testa a Jack.
    Lo so, potrei farlo.
    Potrei sapere qualsiasi cosa io voglia ..
    Ma Jane, stiamo instaurando un rapporto basato sulla fiducia, non potrei e neanche vorrei tradirla anzi tempo.
    -Chissà. Forse all'inizio era così, o forse lo è ancora e io sto mentendo-
    Mi piace confonderlo, la verità è che difficilmente una persona potrebbe mai sapere cosa io stia realmente pensando.
    Le mie parole sono enigmi, lascio a loro il piacere di interpretarle come meglio credono.
    -Preferisci che ti definisca conoscente?- gli sorrido amabile – a tua discrezione Jack, scegli il termine che ti può far sentire meglio-
    Mi hai sempre detto che il mio difetto maggiore è non saper mentire, non lo faccio neanche quando potrei andare contro i miei stessi interessi, come in questo momento in cui gli ho chiaramente detto che avrei volentieri infilato i miei canini nella carne di quel ragazzo.
    Senza ucciderlo, bene inteso.
    Quello che Jack non sa è che il tipo avrebbe provato una profonda sensazione di appagamento e godimento, una vera inezia il piccolo dolore iniziale rispetto a quello che sarebbe venuto.
    Il tempo che scorre non sembra essere un problema, se lui lo impiega pensando a cosa dire io lo faccio notando i segni sulle sue braccia.
    Alcuni sono tatuaggi celtici, mi chiedo se abbiano un fine che va oltre la pura estetica.
    -Non è la prima volta che me lo dici, ti stai forse proponendo?- oh suvvia, è solo una domanda la mia, voglio solo capire, cosa c'è di male in questo?
    Decide di agire lui stesso, non ho mai avuto dubbi su questo punto; personalmente evito di guardarli e sorseggio il mio inutile drink.
    Seguo la conversazione però, e non ci mette molto prima di ritrovarmelo alle spalle.
    Convengo che ha ragione, meglio parlarne fuori.
    Senza alcuna fretta poso il bicchiere sul tavolinetto e scivolo via per mettermi in piedi.
    Gli sguardi di cui parla neanche li vedo, non sono di mio interesse in questo frangente.
    Mi precede aprendo per me la porta d'uscita.
    -Allora Jack- gli faccio eco – la mia prima scelta verte sull'amico. Il Jack auror è indisponente talvolta- siamo soli tranne per pochi vagabondi che stanno poco pensando a noi.
    Non percepisco altre presenze quindi sono pressocchè certa che nessuno mi stia seguendo in questo momento.
    E del resto come potevano prevedere questo colpo di fortuna se io stessa non ne ero a conoscenza?
    -Le informazioni di cui ho bisogno riguardano un antico- non specifico altro perchè con questa parola ho già ristretto la nicchia – si fa chiamare Keegan. Sai dirmi qualcosa?-
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    Non sono estranea a quello che sta succedendo, percepisco ogni singolo colpo d’aria in questa stanza, ogni battito di cuore accelerato.
    Così come percepisco che non sono sgradita qui, a questo tavolo.
    Ebbene si, cara Jane, il buon vecchio Jack non mi è ostile.
    Il suo tacere è per me una risposta, sebbene colgo una lieve distrazione che lo incalza al di là delle mie spalle.
    -Qualche volta- chiaramente lo sto prendendo un po' in giro, non abbiamo iniziato nel migliore dei modi, ma non si può dire che il tempo non ci abbia dato modo di apprezzare l'uno la compagnia dell'altro.
    Sorrido e porto alle labbra il drink che mi è stato provvidenzialmente portato dal cameriere.
    Sarà insapore e inodore, come ogni cosa che non sia il rosso scarlatto del sangue, eppure me lo farò andare bene.
    I miei occhi non si discostano dalla figura di Jack neanche quando è lui stesso a ritenere necessario che i suoi scrutino la mia cena.
    -Ipotesi corretta, com'è vero che sono gli affari a indurmi su questa isola- alzo il bicchiere di rimando e mi bagno appena le labbra.
    Il fruscio dell'oggetto lanciato alle mie spalle mi passa accanto muovendo appena i fili d'ebano che mi appartengono.
    Non mi avrebbe colpita, non sono io l'oggetto di tanta acredine.
    -Puoi forse biasimarlo?- le mie orecchie stridono appena quando si rivolge a me con “quella”.
    Sai bene che non mi elevo a esimia sostenitrice del culto ma “quella” si può dire di un oggetto, neanche di una creatura.
    -Prego- dico lasciando a Jack il gusto del divertimento.
    Le iridi del ragazzo si posano sulle mie quando viene spinto con forza sul tavolo dinanzi a me.
    E' con tranquillità che i miei occhi lo scrutano mentre Jack spiega dei piccoli dettagli che se non definitivamente almeno parzialmente debbono averlo convinto.
    Ma non ci giurerei.
    La magia di cui siamo provvisti, la dipendenza che in essi creiamo fa si che sia quasi indispensabile per loro cercare i nostri consensi.
    Chiaro che se incarna un bifolco tale resterà anche nell'esposizione ti tanta patetica possessione.
    -E' sempre un piacere scoprire le usanze del paese ospitante-
    Indecisa se rispondere o meno alla sua domanda indugio quanto basta sulla sua mano che ora porta il drink alle labbra, percorro il suo volto e sono nuovamente con gli occhi nei suoi.
    -A volte per arrivare in alto bisogna solo passare per dei compromessi- distacco le spalle dalla mia spalliera e sporgo il busto verso di lui, con fare confidenziale – sono comunque giunta qui, il mio compromesso ha svolto pienamente il suo compito- increspo le labbra in un sorriso ed è chiaro che non assaggerò nuovamente il mio bourbon.
    -Sai l'Irlanda mi piace, sono sempre allegri, disponibili.. affabili, soprattutto dopo qualche pinta di Guinnes, e ciò può essere molto di aiuto per chi, come me, è a caccia di informazioni- chiaramente ora vorrà sapere che tipo di informazioni ho bisogno di avere, non tarderò ad aggiungere dettagli, ma prima voglio sapere un'altra cosa.
    --Devo sapere con chi sto parlando ora, sei l'auror McCormac o sei semplicemente il mio amico Jack il suo nome esce come un soffio dalle mie labbra mentre volto lo sguardo verso il ragazzo che sta ancora bevendo la sua pinta e seguita comunque a guardarci.
    Riservo un sorriso anche a lui che in risposta avvampa e distoglie lo sguardo – lui era il mio drink- gli rivelo senza troppi giri di parole – lo è ancora, non cederà finchè non godrà sotto la pressione dei miei canini- gli allungo una fiala e il mio sguardo è abbastanza eloquente mentre gli suggerisco di fargliela annusare – eviterà di ritrovarmelo sotto casa al mio rientro; mi è sembrato di capire che siete.. conoscenti, tuttavia posso anche fare da me .. .- a te la scelta Jack, non mi piace essere osservata mentre parlo di lavoro, o te ne liberi tu o lo faccio io.
  12. .
    Ho camminato per ore sgombra di ogni pensiero.
    L’unica verità in questa serena notte di luglio è che ho sete, sebbene mi stia costringendo ancora una volta a una caccia animale.
    Le prede sono più interessanti da cacciare rispetto alla deludente specie umana, ma il loro sapore è rivoltante.
    Sono uscita dal fitto della foresta con un graffio sul viso che si sta per rimarginare e un rivolo di sangue al margine della bocca che ho tirato via con un lembo del candido fazzoletto che ora giace nella tasca del mio aderente pantalone in pelle.
    Con indifferenza, cara Jane, mi dirigo verso la mia prossima meta.
    Un solo goccio, te l’ho promesso, nessuno l’indomani ricorderà nulla.
    Accanto all’uomo , qui al Giltraps Pub, mi riscopro a scrutare l’ambiente, quante volte mi hai chiesto perché proprio qui, in Irlanda? Immagino lo stesso numero di volte in cui mi sono rifiutata di darti una risposta.
    Lui mi sorride, ormai è totalmente alla mia mercè.
    Non aspetta altro che essere il calice dalla quale sorseggiare il nettare più pregiato, ma un odore mi dissuade dall’infilzarlo coi miei canini.
    Chiudo gli occhi e mi lascio guidare dai sensi di cui sono provvista, l’odore acre e pungente alla fine me li fa riaprire proprio alle mie spalle, oltre la penombra c’è una spalla seduta accanto un camino spento.
    Sono ancora voltata, cara cugina, quando lui decide di prendere il mio viso tra le sue dita e mi riporta con gli occhi nei suoi.
    Un sorriso di scherno mi dipinge le labbra scarlatte – un’altra volta- gli dico solo questo liquidandolo.
    Con leggiadria e senza alcuna fretta mi alzo in piedi lascio ricadere alcuni euro sul tavolo e mi muovo nella direzione dell’oggetto di mio interesse.
    Gli siedo di fronte e lascio che mi veda realmente prima di proferire parola – Buonasera Jack- il cameriere che ha appena portato il drink all’ auror ora fissa me, così gli do ciò che vuole, una prenotazione – un bourbon, per favore-
    Lascio che si allontani prima di chiedere – preferisci che me ne vada?-
  13. .
    Il cielo questa sera è più terso del solito, cara Jane.
    La luna emana il suo intenso bagliore illuminando la zona come fosse giorno.
    Lo osservo mentre dà al morto la sua privacy, il nome a me non dice nulla, ma la domanda che mi pongo è .. perché lui.
    Perché non la salma più vicina o più lontana.
    Perché questa che si trova nel mezzo.
    Mi guardo attorno per vedere di scorgere qualche movimento.
    So che non vi è nessuno, ho già compiuto questi movimenti.
    -Chieda pure- gli dico collaborativa.
    Io sono tante cose, ma non amo queste situazioni.
    Non amo che i defunti vengano disturbati.
    E’ una cosa che non si fa, mai.
    -In questo cimitero una- non ne ho scorte altre e sono certa che non ve ne siano – uguale sorte è toccata a un defunto di Bergenwiz- annuisco alla seconda domanda, esattamente solo adulte, se per adulte si intende aver compiuto i diciassette anni di età.
    Indubbiamente non sono bambini.
    -Uomini- specifico.
    -A tal proposito le pongo una domanda, lei sa cosa sia la mano della gloria?-


    Edited by __Grace__ - 10/4/2021, 22:17
  14. .
    Non posso fare a meno di notare come gli auror inglesi siano più eleganti di quelli irlandesi.
    Si, sto pensando a Jack e al fatto che Mr Smith sembri essere il suo opposto.
    Un sorriso mi compare sulle labbra mentre lo supero e lascio che mi segua.
    Credi che sia a suo agio qui, cara Jane?
    A giudicare dal battito accelerato del suo cuore direi di no.
    -Se vi ho fatto la segnalazione- cerco di intavolare una conversazione che sia da premessa a ciò che si appresterà a vedere – è perché ritengo che i morti debbano essere lasciati in pace, ne conviene Mr ?- so che sembrerà la passeggiata più lunga della sua vita, in realtà neanche tanto, siamo giunti nei pressi della prima profanazione.
    Alla vista una tomba è stata privata della terra che ricopriva il corpo e di esso tutto è rimasto intatto meno la mano.
    -Non è il solo caso, né in questo cimitero né in quelli oltremare.
    Qualcuno prende la mano destra di alcuni defunti. La domanda che vi pongo è.. perché?-
  15. .
    -Preferisco il bourbon – se si parla di whiskey che sia quello che bevevamo di nascosto dai nostri genitori no?
    Mi dice che comunque è uno scenario che non disdegna.
    Non so, Jane, quest’uomo è un enigma.
    A volte sembra che sia accomodante, altre volte sembra che voglia impalettarmi il cuore.
    Certo che ne abbiamo uno, ha smesso di battere ma non è mai andato via da li.
    Paradossalmente, pur essendo priva di vita è ancora in grado di porvi fine alla stessa.
    L’odore del sangue in questo posto è così devastante che alla fine sono fuori dallo stesso, sento i tratti del mio volto tornare normali, sai che non sono vanesia, ma sai anche che non mi piaccio con i canini esposti.
    Sollevo lo sguardo mi perdo a guardare la luna.
    Che serata incantevole, cara cugina.
    La nostalgia mi pervade, da una parte penso che se non fossi chi sono ora non sarei qui, questione di numeri.
    Penso che non avrei potuto conoscere tanta gente, penso però che avrei anche sofferto di meno.
    Percepisco la presenza di Jack ancor prima che lui proferisca parola.
    Discorre con qualcuno, Frank.
    Bel nome, penso. Jack, Frank, se resto qui dovrei chiamarmi Kat.
    Molto più semplice di Katherine.
    Mi spiega la situazione, chiunque ella sia è scaltra, niente da dire.
    Con lo sguardo seguo la sua mano che tampona le mie labbra, pare siano ricoperte di sangue, questa volta il mio.
    Che dire, ha picchiato duro il ragazzo.
    -Quello che lei fa è contro ogni logica e natura. Non mi piace chi sfrutta la materia prima destinata ai babbani per puro scopro di lucro. In fondo abbiamo una vita agiata, il denaro ci serve ben poco- e a ben pensarci con tutto il tempo che abbiamo dinanzi siamo tra i più facoltosi, che bisogno c’è di usare questi mezzi indecorosi? Anche ammesso non dobbiamo neanche pagare per nutrirci, là dove manca un umano consenziente c’è un’animale.
    -Mettiamola così, Jack- mi è così vicino che posso sentire le vene del suo collo pulsare, oh Jane, mi sta provocando forse?
    Sfioro con le dita il suo collo, è caldo, e i miei occhi sono posati sullo stesso.
    Ma poi si spostano su di lui, quindi lo stesso dito finisce sulle sue labbra perché non possa ribattere – Per oggi va bene così- arretro di qualche passo, segue un inchino e la mia sagoma svanisce subito dopo.
113 replies since 13/1/2011
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