Posts written by Carminia Von Dorian

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    Il sole sorse lento, malato, in quell'orario fin troppo inoltrato per il resto del mondo. In fondo, però, era così che funzionava al freddo nord, non poi così freddo data la stagione estiva che ancora lasciava i suoi strascichi nel clima di Uppsala. In un sgangherato motel nella periferia, uno di quei impertinenti raggi solari inondò una stanza disordinata del secondo piano, colpendo con svariati bagliori le molteplici bottiglie vuote ed abbandonate al suolo o sul tavolo. Un taglio di molesta luce si alzò lento sul volto di una giovane donna scompostamente gettata sul letto disfatto, colpendo come a volerlo far apposta gli occhi dal trucco sbavato. Ancora vestita dalla sera prima, Carminia stava smaltendo la pesante sbronza presa qualche ora prima in un pessimo locale dagli alcoolici economici: i jeans erano sporchi di terra e nero, gli anfibi neri, dai lacci verdi fluo, portavano sotto la suola anche le zolle di fango di chissà quale posto in cui era finita, mentre una giacca di pelle nera nascondeva una maglietta logora dal tempo. Entrando in dormiveglia, la Von Dorian mugugnò un'imprecazione, ruttò vistosamente e si portò la mano a coprirsi il volto stropiccio dai postumi; quello che però si dimenticò era che ancora reggeva la bottiglia con cui si era addormentata, finendo per schiantarsela sul naso e sullo zigomo con poca grazia. "Porco maiale!" Urlò dolorante, lanciando l'oggetto contro la parete mandandolo in frantumi. ad ogni azione, però, corrisponde una reazione, e questa fu il battere sul muro da parte dei vicini di Carminia, i quali presero ad urlare qualcosa. Da qualche parte un neonato cominciò a piangere infastidito, un cane ad abbaiare e così via, finché la Von Dorian non fu riportata con suo grande dissenso alla realtà. Tutto a causa di un raggio di sole molesto. Infastidita per il pessimo risveglio, la ragazza si mise faticosamente a sedere, lasciandosi cullare dai vari giramenti di testa che le invasero la mente e dal senso di secchezza in bocca. Accendendosi una sigaretta si diresse verso il tavolo per bere avidamente un lungo sorso di whiskey avanzato dalla sera prima: fuori dalla finestra la vita in quella periferia era già cominciata da diverso tempo e qualche fiotto di fumo usciva dalle case, segno che alcuni camini era già accesi. Che posto di merda, così misero e malmesso, però a Carminia piaceva. Fissò il panorama fino al terminar della sigaretta poi, senza una parola, accese la radio e si portò in bagno, lasciando alle sue spalle solo una scia di vestiti sporchi.

    A pomeriggio inoltrato, la giovane Von Dorian uscì dal motel malmesso con nuove energie date dalle droghe e dall'alcool che aveva consumato nuovamente in quella giornata nella sua stanza. Si era però stancata e ora voleva intrattenersi con qualcosa di più che la solitudine. Una maglietta slabbrata con le maniche a mezza spalla era nascosta sotto un chiodo di pelle logoro, imbottito per il freddo della notte da una felpa nera. Un paio di stretti jeans, anch'essi usurati dal tempo, terminavano poco sopra un paio di anfibi neri dai lacci verde fluo, ripuliti senza troppo interesse dal fango. Un paio di occhiali da sole nascondevano gli occhi color ghiaccio, incorniciati da un nero caschetto, corto tanto da scoprire completamente il coppino. Con un sorriso inebriato, la Von Dorian si gettò tra le strade della periferia, diretta ad Uppsala per trovare qualche locale un po' più interessante di quelli in periferia. Si caricò quindi su un bus, senza pagare il biglietto ovviamente e scese nel centro città, pronta a buttarsi nella calca. La missione che Amanda le aveva dato era stata completata con successo, il rapporto era stato fatto - con un misero messaggio che recitava "Tutto fatto, Amanduccia <3" - e quindi ora era il momento di divertirsi fino a farsi male, proprio come a Carminia piaceva. Si accese una sigaretta e si gettò per le strade trepidante di qualche guaio.
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    Carminia continuava a puntare ed agitare in maniera scoordinata la bacchetta verso il dissennatore, sostenendo l'argenteo cacatua che procedeva anche lui scomposto verso il suo obbiettivo, cercando di allontanarlo, respingerlo, mandarlo lontano da quel posto, o per lo meno dalla Von Dorian. Perché non si era semplicemente smaterializzata nel posto giusto qualche minuto prima? O anche perché non aveva lasciato stare quel stramaledetto lenzuolo sgualcito ed in vena di dolci effusioni? Come al solito, appena arrivavano i guai, arrivava anche Carminia, o anche viceversa. Fatto sta che la giovane non riusciva a starsene ferma e appena una situazione si complicava, anzi, più era complicata, più lei ci si gettava a capofitto per il solo brivido del rischio. Purtroppo in quel momento era troppo sobria, almeno secondo i suo standard, e quella sensazione di pesantezza e freddo non aiutavano certo. Che cosa doveva fare? Il suo patronus non sembrava abbastanza potente per tenere a bada la tenda slinguazzante e, ad incasinare ancora di più la situazione, almeno per la giovane, una donna si era gettata anche lei in soccorso della rossa a terra, lanciando a sua volta l'incanto patronus ed attirando un secondo dissennatore che cercò di colpirla alle spalle. Beh, se vuoi fare a pugni, i pugni ti arrivano, cavoli suoi, lei era anche troppo impegnata a salvarsi la pellaccia sua, anche se non le stava riuscendo benissimo. Cosa fare? "...azz'" cerco di imprecare la scapestrata ragazza concentrandosi su pensieri felici e coccolosi. Chissà perché ad un certo punto le vennero in mente i gattini, distraendosi per un attimo e lasciando ancora più terreno al dissennatore; Carminia, un po' per via delle droghe e dell'alcool, un po' per indole sua, aveva sempre avuto difficoltà a concentrarsi e spesso si perdeva in collegamenti mentali anche improbabili: pensieri felici e coccolosi, gattini, un video su internet in cui un gatto aveva un colpo di singhiozzo ed una scoreggia in contemporanea, da quante che non scoreggiava?, no, non le scappava al momento, no, nemmeno la pipi, però se avesse bevuto la birra le sarebbe scappata sicuro, ma la birra era finita, diavolo, la birra era finita, doveva andarla a comprare appena finito li, ma cosa stava facendo li,? a costa stava pensando prima?, ah! Vero! DISSENNATORE! Scosse la testa e ritorno a pensare a Ratif e tutto quello che avevano fatto assieme, al loro rapporto, alle loro risse, a come lui aveva rimpiazzato alla grande suo padre. Diavolo come le mancava, chissà lui che cosa avrebbe fatto in quella situazione: probabilmente urlato, dato che era solo un babbano, o forse avrebbe cercato di prendere a pugni lo stesso il lenzuolo, chiamando a raccolta il suo gruppo di amici di strada per giocare facile: uno contro tanti incazzati. Carminia ridacchio tra se' immaginandosi la scena ed allora, attraverso i suoi velocissimi collegamenti mentali, ebbe un'illuminazione: forse avrebbe davvero dovuto chiedersi cosa avrebbe fatto Ratif. Fiera di quell'idea, allegra per la scenetta immaginaria di Ratif e gli altri che prendono a cazzotti un dissennatore e tutti gli altri ricordi, le diedero la forza mentale per rinvigorire un'ultima volta il suo patronus contro l'aggressore, sparandogli in faccia con tutto l'impeto che poteva il cacatua, sperando di accecarlo per un attimo; quel momento che le sarebbe bastato a corrergli in contro a sua volta, azzerando così la loro distanza, tuffarsi poi sotto di lui per passargli oltre. Certo si scorticò lo scorticabile e il giubbotto di pelle si graffio non poco, ma così facendo passo alle spalle del dissennatore, alzandosi di corsa ed andando verso la rossa stesa a terra. Tese il braccio verso questa e castò un Reinnerva: dovevano essere in maggioranza, uno contro molti, era un modo facile di vincere, ed a Carminia piaceva vincere facile. Ora, però, a braccio teso, notò che nella scivolata, le maniche del giubbotto le si erano tirate su e quindi tutti gli avambracci le si erano graffiati per bene, con anche qualche sassolino incastrato sotto pelle e graffi più profondi che iniziavano a macchiarsi di sangue. "AAAAAAAAAAAHIO! - urlo la giovane, iniziando a saltare e sventolare le braccia come se questo servisse a qualcosa - CA**O! Che ca**o di male! Me**a! AAAAAAH!" Notò anche che pure le ginocchia le si erano sbucciate, dato che jeans già rotti si erano aperti ancora di più, mente la leggera canotta si era spaccata in diversi punti con buchi e taglietti non troppo grossi, anche se pure sulla pancia e sul seno la giovane sentiva dolore, probabilmente sfregatasi pure lì. Che mossa del ca**o! Neanche sapeva se aveva funzionato! Ed adesso si era grattata tutto il corpo sul dolce asfalto! Tutta per evitare quel...dissennatore. Smise di saltare dal dolore ed alzo il capo verso il nero lenzuolo. Cavolo! Se ne era dimenticata per la seconda volta! Concentrazione Carminia, concentrazione, e che cavolo! "Ahio..." Fu però l'unica cosa che riuscì a dire la giovane, sicura o comunque svogliata di avere abbastanza tempo per raccogliere i ricordi e castare un altro patronus. Concentrazione: dio in quel momento quanto le mancava.
    In poche parole: cerco dapprima di resistere al dissennatore, ma dopo un'illuminazione malsana decido di lanciargli un ultimo colpo in faccia per distrarlo, gli corro in contro e gli scivolo sotto "le gambe", scorticandomi l'impossibile. Quindi cerco di far rinvenire Lilith Ross per essere numericamente superiori.
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    Benvenuterrima! C: ed ottima scelta! ruolare è buono! xD fa bene alla salute, alle articolazioni delle dita e la circolazione del sangue!
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    Benvenuterrima C:
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    Benvenuterrima C: anzi, bentornata tra noi ruolatori!
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    Maledizione che noia! Carminia non riusciva a pensare ad altro mentre se ne stava sul suo letto disordinato mentre un programma qualsiasi le faceva da sottofondo. Erano diversi giorni in cui la giovane era stata lasciata senza alcuna missione da compiere dai suoi capi, i quali l'avevano anche calorosamente invitata a non andarsene in giro; più che comprensibile, data la sua indole di mina vagante e l'aria di violenti cambiamenti che girava per le strade dell'Inghilterra magica. Un'accoppiata che alla Von Dorian avrebbe dato la possibilità di creare ancora più casini rispetto a quelli che già c'erano. "Che noia, però!" sbuffo mentre pensava a tutto questo. Fuori la gente si stava divertendo e lei invece era rinchiusa la dentro a girarsi i pollici; per di più aveva quasi finito la sua scorta di droghe. Spegnendo insoddisfatta l'ennesima sua sigaretta in un posacenere ricolmo di mozziconi, iniziò un disperato zapping alla televisione, sperando che questa la potesse consolare. Nulla di nulla però attirò la sua attenzione; infuriata lanciò il telecomando contro lo schermo babbano, imprecando contro una divinità qualsiasi e tirandosi su di colpo per andare verso un mobiletto vicino al letto. Lo aprì con foga, tolse un paio di magliette e cartacce disordinatamente non al loro posto e prese una bottiglia di whiskey; con suo enorme disappunto, questa era ormai vuota, con un ultimo lungo sorso che non sarebbe però bastato a Carminia. Trangugiandolo, lanciò il recipiente sul letto con poca cura, mettendosi poi in cerca di una seconda bottiglia più piena; ma più la mano entrava nelle profondità del mobiletto, incontrando solo disordine, polvere e bottiglie vuote, più gli occhi della Von Dorian si spalancavano disperati. "No…no..no.NO NO NO NO!" Aveva finito l'alcool! Corse dunque verso il suo minifrigo, aprendolo con furia ma non trovandoci neanche una birra! "Opporca la miseria!" Non aveva nulla da bere! Imprecando sonoramente e con poca eleganza, prese a calci un bidone nelle sue vicinanze e si fermò a fissare la porta, passandosi le mani nei capelli. "Questo è troppo! a fa****o Amanda!" Con passi decisi e pesanti, si diresse verso l'armadio, si tolse la maglietta che aveva addosso, unica cosa a parte le mutande e si infilò un paio di stretti jeans stracciati, calzini spaiati, una larga canotta probabilmente ottenuta ritagliando qualche t-shirt da uomo e delle vecchie converse usurate dal tempo; con la sua abilità da metamorfomagus, trasformò i suoi capelli accorciandoli in una corta modicana dal colore violaceo, lasciando due lunghi ciuffi scendere dalle basette. Continuando a brontolare a voce sommessa contro i suoi capi, indossò un giubbotto di pelle nera e si ficcò nelle tasche accendino e sigarette, le chiavi e qualche soldo per il bere. Lasciando la tv accesa, senza alcun interesse, uscì dalla porta sbattendola, sgattaiolò senza essere vista fino fuori alla struttura, dove respirò a pieni polmoni l'aria aperta, cosa che le provoco un paio di colpi di tosse. "Fan***o!" Si accese una sigaretta e, come se qualcuno la stesse guardando in un film hollywoodiano, si mise dei grossi occhiali da sole girandosi verso l'edificio. "Hasta la vista, Amanda! Io vado a fare compere!" Si accese una sigaretta e nel mentre si smaterializzò.

    Un pop squarciò l'aria in una via secondaria di Diagon Alley dove apparve una giovane donna ancora intenta ad accendersi una sigaretta. Tirò con gioia la prima boccata e, mentre il fumo le usciva dalla bocca e dalle narici, si guardò intorno interdetta. "Ehi! Non queste compere! Ca**o!" Aveva così fretta di uscire e la testa sempre così messa male che era finita nella via dello shopping -per lei inutile- del mondo magico: lei voleva da bere, non comprare una mantella o qualche libro! Imprecando ulteriormente, stava quasi per smaterializzarsi ancora quando sentì delle grida e del clamore provenire da lì vicino, mentre alcune persone le stavano correndo in contro spaventate. Rimase un attimo a pensarci e poi gli occhi le si illuminarono. "Una rissa!" Senza pensarci due volte e con una appena nata voglia di prendersi a cazzotti, estrasse dalla tasca posteriore la sua bacchetta e corse in direzioni del casino. Man mano che si avvicinava, però l'aria si faceva più pesante, più fredda, più…disperata, tanto che la giovane ebbe uno scossone di brividi lungo la schiena. Non era proprio stagione per quel gelo e tantomeno era normale quella pesantezza che aleggiava, ma poco importava a Carminia che svoltò su una via perpendicolare alla principale; ormai c'era quasi, ancora un po' ed avrebbe potuto prendersi a… Non ebbe il tempo di finire il gioioso pensiero che inchiodò bruscamente la corsa: prendersi a pugni? Macché! Si era appena presa una bella fregatura, ecco cosa! Nessuno si stava picchiando, era solo un gruppo di stramaledetti dissennatori intenti a terrorizzare e succhiare le anime a quei poveracci che si erano trovati in quella situazione per caso. Proprio davanti a lei, infatti, una donna dai rossi capelli fluenti se ne stava inerte a subire una mortale slinguazzata da parte di quella orrida creatura. "Ew!" esclamò disgustata la Von Dorian immaginandosi la lingua di un dissennatore: non doveva essere una cosa bella, per niente. Spinta più che altro dalla voglia di togliersi dalla testa quell'orribile immagine, dato che della rossa non le interessava troppo, agitò la bacchetta verso la scena lanciando un non verbale bombarda al fianco della copia, giusto solo per interrompere la loro pomiciata, per attirare l'attenzione della creatura. Attirare l'attenzione della creatura?! Ma cosa le era passato per la testa! Ora quel rancido lenzuolo nero dalla lingua disgustosa se la sarebbe presa con lei! Rimanendo un attimo immobile a pensare ciò che aveva appena fatto, con un'espressione alquanto ebete sul volto, ripassò velocemente le lezioni a cui non aveva partecipato molto a scuola. "Me**a…dissennatore, dissennatore, dissennatore, com'è che si faceva?" Un certo sentimento sconsolato e di disagio le si iniziò a creare in cuore, un po' perché non si ricordava bene cosa bisognasse fare in certe situazioni, un po' perché…beh, non lo sapeva neanche lei. Era una sensazione che le stava crescendo dentro come dal nulla, così fredda, così disperata, così triste. Sobbalzò dunque a quella parola, ottenendo la sua piccola epifania personale: felicità! Un sentimento un po' sopravvalutato per Carminia, che però le sarebbe tornato utile in quel momento. Pensò velocemente a cosa la rendesse felice, dapprima a Paul, suo padre adottivo, ai momenti passati assieme, le serate con lui quando la portava al pub, a come lei si dimenava per una birra ma le veniva dato solo un succo, a quando lui si accudiva di lei o viceversa, delle risate, di quel rapporto che non avrebbe avuto più con nessun altro. Con un sorriso appena accennato, tirò dalla sigaretta ancora accesa e puntò la bacchetta verso quel mostro puzzolente. "Expecto Patronus! Gran pezzo di pupù rancida!" evocando un argenteo raggio di luce quasi liquida che si innalzò in uno scoordinato volo di un cacatua con la cresta alzata e dall'aspetto un po' trasandato, che volò incontro al dissennatore senza paura. Se questo si sarebbe allontanato, Carminia avrebbe avanzato con passo sicuro verso l'inerte rossa ancora al suolo.

    lancio in bombarda a fianco di Lilith Ross ed il suo spasimante, cercando poi di allontanare quest'ultimo con un patronus


    Edited by Carminia Von Dorian - 18/7/2014, 01:36
6 replies since 23/3/2008
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