Posts written by Elhaz

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    Dobbiamo parlare. Ti aspetto dopo pranzo in cortile.
    Puoi rilassarti, l'ascia di guerra è sepolta in riva al lago (non posso dire lo stesso della bacchetta, non si può mai sapere nella vita).

    K.
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    Nome e Cognome: Karen Cavanaugh
    Anno: IV
    Casata: Grifondoro

    Nome e Cognome: Rick O'Connell
    Anno: V
    Casata: Serpeverde

    Edited by Elhaz - 3/9/2022, 08:58
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    Aye Finnik,

    Io torno a casa. Le tempistiche non sono state delle migliori, quindi ti saluto qui. Ci si rivede a settembre!
    A meno che tu non voglia farti in giro nel Connacht. In tal caso potremmo organizzarci con Fry... e Astrid.
    Sareste i benvenuti, dai miei nonni a Galway c'è spazio per tutti.

    Slàn

    K.
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    In caso di restringimento o di una persistente puzza di palude non mi assumo responsabilità: i nuovi elfi sono terrificanti, mai quanto i miei incantesimi casalinghi!
    Ad ogni modo sono mentalmente pronta per la lezione di nuoto, dimmi solo dove e quando.
    Giuro solennemente che questa volta non ci saranno sorprese ammiccanti: habemus costumen!

    K.


    Il biglietto viene recapitato insieme a una tshirt nera nella casella postale sbagliata: l'elfo domestico che doveva occuparsi di incollare il bigliettino con il nome del destinatario si è dato a una sbronza colossale con una burrobirra, per quella sera tutti gli indumenti delle varie camerate potranno subire variazioni della consegna!
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    -Può scommetterci che lo farò. Non esistono segreti che un irlandese non possa svelare-, Baggins non la contava giusta: se nascondeva una discendenza diretta con gli Hobbit, la rossa l’avrebbe scoperto. Non sarebbe stata la prima volta in cui il reparto dedicato all’araldica e alle antiche famiglie di maghi l’avrebbe vista sua ospite fissa. Quando il vice le confidò che il sistema adottato tra i banchi di Hogwarts di quaranta (o forse più?) anni fa era identico a quello attuale, Karen incrociò le braccia al petto e inarcò un sopracciglio, mostrando apertamente il suo scetticismo. Pazienza e dialogo. Forse era una metafora per nascondere che anche loro si scannavano, ma in modo più sottile… magari con la puzza sotto il naso tipica dei corvonero. Una smorfia le sfuggì nel sentir nominare scopa e scacchi.
    -I duelli sono più divertenti. Vuole mettere la soddisfazione di mandare culo all’aria chi le sta sulle scatole? Nessun traguardo o scacco al re potrà mai equiparare la stessa sensazione. Almeno credo, mai potuto verificarlo di persona- erano due sport nelle quali era profondamente negata, e la seconda in più la annoiava a morte. Però le partite a spara schiocco e con le gobbiglie la rendevano ugualmente competitiva… forse Baggins non aveva poi tutti i torti al riguardo.
    Avrebbe ribadito che aveva i suoi seri dubbi riguardo alla cattiveria, se il volto di Derek non fosse emerso con prepotenza davanti ai suoi occhi: Thompson si era guadagnato non poco astio per la faccenda del tltt, Karen ne aveva pensate e dette di cotte e di crude di lui, salvo poi ricredersi e rivalutarlo dopo la faccenda di Cippy. Derek non era cattivo: era soltanto arrabbiato e spaventato come tutti loro, aggrediva per non essere aggredito per primo. Per Oliver poteva essere lo stesso? Cosa lo spingeva ad essere uno stronzo patentato?
    -Proverò a rivalutarlo-, ora che Sbirro era al sicuro la rossa poteva fare un passo indietro e ripartire daccapo, provando a valutare il Serpeverde sotto un’ottica diversa. Stava alle sue azioni confermarle di essersi sbagliata o di essere nel giusto.
    Karen si alzò e gli allungò la mano per stringerla, poi infilò la tracolla in spalla e riacciuffò Sbirro, tenendolo in braccio.
    -La ringrazio per averci ascoltati. È stata una chiacchierata interessante, dovremmo farlo più spesso-
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    La professoressa Stojnov non aveva apprezzato il suo comportamento a lezione, era evidente. Più che arrabbiata le era parsa delusa e forse questo era anche peggio: spinta dai sensi di colpa più che dai punti sottratti alla casata, consapevole di non essersi comportata al meglio, il giorno dopo Karen si era ritagliata del tempo per cercare di rifare la pozione, lasciandola nell'ufficio della docente insieme a una lettera di scuse. La pozione rifatta non era perfetta, probabilmente a stento raggiungeva la sufficienza, ma per lo meno non poteva dire di non averci provato, con più serietà.

    Professoressa Stojnov,
    ho rifatto la pozione "Occhiopallato" seguendo i passaggi alla lettera. Non sarà perfetta ma spero che questa volta possa andare meglio.

    Firmato

    Karen Cavanaugh

    PS: mi dispiace averle dato fastidio durante la lezione, non si ripeterà più.


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    Mentre parlava con Derek, Karen sentì un formicolio lungo la schiena: più dell’occhiataccia di Felix la inquietava quella della professoressa, se avesse potuto era certa che sarebbe rimasta pietrificata come se avesse ricevuto lo sguardo di una gorgone. Strano non essere stata richiamata, motivo che la spinse a cogliere la palla al balzo e a ritornare dalle sue compagne per evitare di tirare troppo la corda.
    -Cos’è che dovrei sapere?-, era presto per carnevale, per questo la rivelazione di Kynthia fu più spiazzante di quanto avrebbe previsto. Al punto che Karen finì per spezzare male la seconda zanna, attirandosi un sibilo minaccioso del serpente che strinse la coda intorno alla mano come una morsa prima di scattare via sotto i tavoli.
    -Cazzo… e chi se lo aspettava-, Karen si piegò sotto il tavolo per cercare di raccattare la bestiola, ma invano: la sua vista era ostacolata dai vari zaini dei presenti, chissà dove si era infilato…
    Striscia verso la libertà piccolo rettile, tu che puoi… salvati!, fu con nonchalance che l’irlandese riemerse da sotto il tavolo, le due zanne le aveva prese, la figura di merda l’aveva appena fatta, non le restava che completare la pozione e ammazzare Logan. Karen si voltò alla ricerca del caposcuola e quando i loro sguardi si incrociarono il gesto che gli rivolse era eloquente: “ti aspetto al varco per farti un culo così”.
    -Povero gabbiano… hai perduto la compagna-, cominciò a canticchiare a bassa voce, recuperando l’ampolla con l’ingrediente base. Mettere quattro misurini nel calderone non avrebbe dovuto essere la fine del mondo, poteva farcela.
    -Non ti va più la vita, ti capisco io perché: lei se n’è andata, tu hai finito di volare. La tua storia è la mia… stavo bene insieme a lei… incendio
    -, una fiammella intensa si accese sotto il calderone, mentre Karen controllava che il termometro raggiungesse i 50° smise temporaneamente di cantare. Gettò sei pungiglioni al suo interno, poi riaprì il quaderno con gli appunti per controllare il processo.
    -La tua storia è la mia, stavo bene insieme a lei… e non so cosa darei… per dirle di tornare insieme a me… ragazze ma le zanne di serpente in che punto vanno inserite? Ho perso il passaggio!-

    -Interagito con il gruppo e a distanza con Logan e Derek.
    -Il serpente scappa sotto un tavolo dopo avergli estratto la seconda zanna
    -Aggiunto quattro misurini di ingrediente base, acceso la fiamma e gettato sei pungiglioni nel calderone
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    Karen si voltò verso Evans rivolgendogli uno sguardo accigliato. Fortemente combattuta tra l’assecondare la richiesta di Baggins standosene buona e la voglia di rispondergli per le rime, fu battuta sul tempo da Logan che la precedette con un invito tipicamente irlandese. Di suo Karen approfittò di essere coperta da Logan, invitato a raggiungere la prof. per la dimostrazione pratica, per fare una linguaccia al Serpeverde. Dispetto che venne stroncato non appena in aula fece il suo ingresso un altro Serpeverde, la cui presenza era del tutto inaspettata. Karen non vedeva Stefan dal giorno in cui era passata in ospedale per sincerarsi con i propri occhi che fosse vivo, non sapeva fosse ritornato al castello e scoprirlo in quel modo non fu piacevole. Fu con disagio e un mezzo sorriso impacciato che ricambiò il suo cenno di saluto, prima di voltarsi in fretta verso la professoressa. Non sapeva come comportarsi con lui: avrebbe dovuto prendere l’iniziativa e avvicinarsi? E se nel farlo gli avesse dato fastidio? Stefan li aveva salutati ma non si era seduto vicino, probabilmente era di cattivo umore; l’ultima cosa che avrebbe voluto ricevere era una rispostaccia o freddezza, tanto bastò a scoraggiarla dal lasciare la propria postazione. Ade restava un’altra incognita: con lei c’era un discorso in sospeso dalla serata al Dark Angel. Karen aveva sbollito e lasciato passare tempo in attesa di affrontarla con lucidità ma per quanto le dispiacesse essere arrivata a sfiorare un punto di rottura con lei ancora non aveva mandato giù il suo gesto e a frenarla era la paura che potesse ripeterlo.
    Ricambiando il saluto di Kynthia con un cenno della mano, trovando strani gli sguardi che si scambiarono lei e suo cugino. Nessuno dei due gliela contava giusta.
    -Mi sa che nel calderone mi ci butto io per disperazione…-, borbottò tra sé e sé incrociando le braccia al petto. Era più forte di lei, pozione contendeva il primo post ex aequo con volo nel suo indice di antipatia, avrebbe preferito mille volte affrontare un molliccio o un maledictus piuttosto che giocare allo scienziato pazzo. Per quanto avesse provato a seguire spiegazione et similia restava troppo distratta, ogni parola era entrata da un orecchio per uscire dall’altra fatta eccezione per lo scopo di quell’esercitazione: staccare le zanne alle bestiole.
    -Ma non esiste un incantesimo apposito che le faccia cadere?-, per un attimo si immaginò la scena, il pugnale era troppo grosso per andare di precisione… forse con una tronchesina per unghie… come diavolo glielo staccava senza ferirlo o senza farsi colare il veleno sulle mani?
    -Cominciate voi, torno subito-, Karen si allontanò dalle sue compagne di squadra per raggiungere Derek.
    -Thompson, hai programmi dopo lezione?- lo tirò per una manica facendogli cenno di mettersi un attimo in disparte.
    -È il mio turno di tenere Cippy ma fa troppo freddo per restare fuori. Ho delle castagne da arrostire… non chiedermi come le ho trovate-, il tempo delle castagne era finito da un pezzo ma la Grifondoro aveva i suoi canali di contrabbando.
    -Se ti va di unirti a noi sai dove trovarci.-, il camino della sala grande era perfetto in combo con il calderone di pozioni, a cui avrebbe dato un’utilità. Karen lanciò uno sguardo di sottecchi a Felix, socchiudendo appena gli occhi.
    -Ma è il tuo stalker per caso? Non ti perde di vista un secondo, hai rotto il cazzo anche a lui con quella rivista?-, scrollò le spalle, scettica. Prima che la prof. potesse richiamarla si allontanò, tornando da Ade e Kynthia. Karen tirò fuori dal suo kit di pozioni un pezzo di avvincino essiccato. Si aiutò con il coltello per tagliarlo in piccole sezioni che usò per sfamare il serpente: vedere il suo vicino irrequieto dopo aver perso i denti doveva averlo messo in agitazione di rimando, se si fosse tranquillizzato da solo vedendo che non aveva una minaccia davanti a sé lo avrebbe preferito al doverlo immobilizzare. Dopo alcune ritrosie il serpente inghiottì i bocconi e fu allora che Karen lo afferrò per il capo e per la coda.
    -Bravo… così-, fatta pressione sulla testa il serpente scoprì i denti, così la Grifondoro si apprestò a tagliargliene uno.
    -Guai in paradiso, capitana? Cosa sono quegli sguardi languidi tra te e mio cugino?-
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    -Non oserei mai insinuare niente del genere-, scrollò le spalle, il tono pacato e disinvolto contrastava nettamente con il rossore sulle guance lentigginose.
    -Ma nel caso in cui la stesse valutando come opzione per il futuro… mi tocca informarla che sprecherebbe tempo e risorse. Non mi abbattono nemmeno i sedativi per erumpent-, incrociò le braccia al petto con fierezza, sperando di essersi rifatta della gaffe con un po’ di ironia. Nonostante le rassicurazioni sulla qualità della vita che il coniglio avrebbe condotto al castello Karen dubitava fortemente che Oliver se ne sarebbe rimasto con le mani in mano: il rosso aveva dimostrato di essere un degno figlio di Salazar, capace di agire a distanza di mesi dalla presunta offesa e di farlo senza provare alcun rimorso. Essersi attirato addosso i riflettori del professore di Difesa e dello staff scolastico per quella bravata era sufficiente a farlo desistere per un po’ dal riprovarci, ma la Grifondoro sapeva che si trattava di una mera questione di tempo; non appena le acque fossero tornate calme Evans si sarebbe fatto vivo e lei non si sarebbe lasciata cogliere alla sprovvista. Di positivo c’era che il vicepreside sembrava ben disposto a prenderla sul serio, mostrando quanto la faccenda gli stesse a cuore. Importanza che a volte sentiva non fosse stata data nella stessa misura alle bravate combinate da Cavendish.
    -Mi sembra una persona sincera. Voglio fidarmi-, Karen incrociò le braccia al petto, aderendo con la schiena allo schienale della poltrona, più rilassata. Tra le tante cose prendeva seriamente anche le promesse: Baggins le aveva dato la sua parola e la rossa in cambio la sua fiducia, poteva solo immaginare quanto sarebbero state catastrofiche le conseguenze se un giorno fosse venuto meno. Trattenne una smorfia contrariata quando giunsero all’altra parte dell’accordo: la convivenza.
    -Sarà uno scherzo da ragazzi. È quel che stavo già facendo prima che venisse a rompermi le palle-, non aveva chiesto una convivenza pacifica, volendo cavillare. Quando l’aveva approcciata nel corridoio non era stata un fiorellino nel rispondergli, doveva ammetterlo, una reazione tuttavia giustificata in virtù del fatto che figuriamoci se a Evans poteva fregare qualcosa di come aveva passato lei le vacanze. Chiunque al suo posto avrebbe sentito puzza di prese per il culo. Karen sciolse la postura di chiusura per sporgersi incuriosita, cercando di capire cosa il vice stesse tirando fuori dal cassetto.
    Lo sapevo che avrebbe provato a drogarci. Quest’uomo è un mito!
    -Gli avevo offerto una fetta di crostata. L’avevo preparata io, sono brava con i dolci… non so neanche se alla fine l’ha mangiata, comunque… grazie-, prima di infilare il sacchetto in tasca ne offrì una al vice, giusto per stare sicura che non volesse sbarazzarsi di una studentessa problematica.
    -Quindi Madama Piediburro non è l’unica tappa del vicepreside. Adoro quel locale, ma che non esca da questa stanza: tutti pensano che il mio negozio preferito sia Zonko, ho una reputazione da mantenere!-, da Madama Piediburro il rosa, le tazzine di porcellana e i fiori regnavano sovrani con i loro colori e profumi. Nessuno si sarebbe mai sognato di associarlo a lei, era il rifugio perfetto quando voleva restare da sola.
    -Baggins. Non mi suona nuovo… è imparentato con Bilbo della Contea?-, domandò, curiosa. Chissà che lo scrittore non avesse tratto ispirazione da loro per il suo romanzo!
    -Com’era Hogwarts quando lei era uno studente? In che modo si risolvevano le faide tra le varie casate?-, dopotutto Evans rappresentava soltanto la punta dell'enorme iceberg che stava colpendo le mura interne del castello.
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    -Beh?-, la rossa se la sghignazzò sotto i baffi godendosi l’espressione corrucciata di suo cugino, che era stato appena svegliato di soprassalto.
    -L’ultima volta lagnavi per non averti svegliato, visto? Me ne sono ricordata-, prima che Logan potesse lanciarle un cuscino in faccia Karen sgusciò verso l’uscita della stanza. Gli lanciò un ultimo sguardo divertito e aggiunse poche parole, che sarebbero suonate più come un ultimatum che come una nota puramente informativa.
    -Ti aspetto davanti al buco, muovi il culo o faremo tardi-, i suoi passi echeggiarono rumorosamente giù per la scala a chiocciola finché non soggiunse nuovamente il silenzio. Pozioni come materia non se ne scendeva manco per sbaglio e ogni volta che avevano più ore di fila, per di più di mattina, Karen riceveva una grande mazzata in fronte; per questo aveva cercato in Logan una sorta di “compagnia” che smorzasse la sua grande voglia di fare sega altrove. C’era stato chi aveva provato a convincerla che non fosse poi così male, considerato che a lei piaceva cucinare partiva perfino avvantaggiata, sostenevano; balle galattiche, aveva ribadito lei, perché la cucina le permetteva di pasticciare quanto voleva, in pozioni bastava un margine di errore ridicolo per mandare tutto a puttane.
    -Se finisco di nuovo in coppia con Evans sua madre si ritroverà a lutto molto presto-, biascicò mentre entrava in aula affiancata dal caposcuola. Ancora una volta Vanja era assente: era da un po’ che la rossa si domandava che fine avesse fatto, facendo due calcoli per quell’ora Abigail avrebbe dovuto essere nata… le aveva preso un pensierino per la bambina ma nonostante la tentazione piuttosto che chiedere alle sue consorelle si sarebbe data fuoco da sola.
    Dopo aver preso posto al banco aprì svogliatamente il libro alla pagina indicata e poggiò la testa su una mano, annoiata.
    -È quella che ci vorrebbe in questo momento per svegliarci, prof. Schiumata e piena di caffeina-, neanche un caffè sarebbe servito per la causa, ma le creature che la professoressa mostrò nell’acquario ebbero un effetto di gran lunga migliore. Karen si raddrizzò a sedere, scrutando curiosa i serpenti al loro interno.
    -Sono velenosi?-, che finalmente qualcuno avesse deciso di sbarazzarsi della biscia di Evans? Merlino sia lodato.

    Karen Cavanaugh, Grifondoro IV anno.

    Interagito con L. McCormac e la Prof.


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    Karen venne spiazzata dalla pacatezza con la quale venne accolta, degna del più potente distillato della pace. Permalosa e incazzata com’era, vedersi offrire quella tisana fu quasi surreale e contribuì ad accigliarla per la perplessità, ma non le impedì di cogliere l’implicito invito alla calma. Se non fosse rientrata nei ranghi all’istante sarebbe passata dalla parte del torto e non avrebbe ottenuto giustizia per Sbirro.
    -Non ci sono sedativi dentro… vero?-, domandò mentre sprofondava nella poltrona. Karen afferrò il piattino e la tazzina, provando a sorseggiarne il contenuto. Era così bollente che si ustionò la lingua!
    Porco Merlino, risputarlo nella tazza sarebbe stato oltremodo scortese, quindi fece ricorso all’autocontrollo riuscendo a ricacciarlo giù per la gola dopo qualche secondo. Sbirro cominciò a grattare all’interno dell’oblò, richiamando la loro attenzione: la Grifondoro ne approfittò per lasciare sulla scrivania del vicepreside la brodaglia imbevibile e dopo aver rivolto un cenno al mago, in attesa di un suo tacito assenso, aprì lo zainetto liberando la creatura. Il coniglietto si lasciò prendere tra le braccia dopo qualche ritrosia e si godette le carezze sulla testolina spelacchiata, muovendo il nasino freneticamente. Non era mai a proprio agio in ambienti che non conosceva.
    -Grazie-, erano rari i momenti in cui veniva lodata. Karen sapeva di non brillare per studio né per carisma: la Grifondoro faceva parte di quella fetta di studenti che pur applicandosi molto non sempre trovava riscontro positivo in quel che faceva, pozioni ne era la prova schiacciante. Il suo carattere molto diretto nel tempo le era valso diversi nemici e le aveva fatto perdere non pochi amici, conseguenze che nonostante il dispiacere si diceva ugualmente ben lieta di pagare - preferiva un’amara verità a una dolce bugia. Se poi si aggiungevano la burrascosità del sangue irlandese e la sua naturale inclinazione nel combinare guai, veniva da sé che non era una studentessa con cui fosse semplice interagire. Baggins sembrava essere partito col piede giusto: non aveva sminuito le sue preoccupazioni e si era mostrato bendisposto se non altro ad ascoltarla.
    -Lo ha richiamato nel suo ufficio, è quanto a cui ho assistito prima di andarmene. Posso solo presumere che siano seguite una lavata di testa e una punizione come ha fatto con me. Capirà quanto se ne possa fregare uno come Evans-, scrollò le spalle, irritata. Si rendeva conto di non avere prove tangibili al riguardo – era lì anche per quello. Per un chiarimento. – ma anche in quel caso per lei una lavata di testa non era abbastanza. E se c’era una cosa che proprio mal tollerava era venire deliberatamente ignorata come aveva fatto il professor White: per un po’ Karen aveva atteso una sua risposta giustificandolo in tutti i modi possibili. Si era detta che avesse da fare con le lezioni, che il corpo docenti magari ne era al corrente stava decidendo il da farsi prima di darle l’esito della sua denuncia… poi i giorni erano susseguiti nel silenzio e l’irritazione aveva preso il sopravvento. Così la rossa era giunta alla conclusione che gli stava semplicemente sui coglioni e l’aveva considerata una perdita di tempo. Del resto era palpabile quanto i Grifondoro non rientrassero esattamente nelle sue grazie… avrebbe potuto sollecitarlo, ma non era quel tipo di docente che trasmetteva serenità e apertura al dialogo. In altri termini… da brava figlia di Godric se l’era fatta sotto in previsione di una rispostaccia.
    Quando Baggins le chiese di delucidarlo sulle origini dei loro dissapori Karen si fece sfuggire Sbirro, che saltò con un balzo in giro per l’ufficio.
    -Ogni motivo è valido, professore… visto che non ci piacciamo-, davvero doveva dirgli che era partito tutto da uno stupido scherzo che Evans non aveva apprezzato… ? Sarebbe stato oltremodo imbarazzante.
    -Ho provato tempo fa ad offrirgli un “trattato di pace” ma lo ha ridotto a brandelli prima di dargli fuoco-, un tentativo verso di lui lo aveva fatto, e solo sotto insistenza di Stefan. Fosse dipeso da lei quella fetta di crostata gliel’avrebbe tirata in faccia, altroché!
    -L’ho anche invitato a risolverla alla maniera dei gentiluomini, con un duello ufficiale nel club. Non deve avermi ritenuta un avversario all’altezza-, che non si dicesse che non ci aveva provato, quanto meno.
    -… ma non è per me sono qui. L’ho attaccato, lui si è difeso, per quel che mi riguarda siamo pari. È con lui-, si voltò verso il coniglio, alzandosi di scatto per raccattarlo non appena si accorse che stava sgranocchiando la copertina di un tomo voluminoso da uno scaffale più basso.
    -Che non deve permettersi mai più di alzare le mani. È un ragazzo, porco Godric, che tiri fuori le pall... il fegato, e la risolva con la diretta interessata senza prendere ostaggi!-, fu il gufo del professor White a interromperli: Karen fissò la lettera con il cuore in gola, in trepidante attesa del verdetto. Baggins la girò e gliela porse affinché potesse leggere con i propri occhi di non essere stata ignorata.
    Ci voleva tanto?, gliela restituì, mettendosi nuovamente a sedere. Fu con sospetto che guardò il vice.
    -Quindi… è andata a buon fine? Dovrà tenersi cento passi lontano dal mio coniglio?-, era a dir poco incredula. Davvero era filata così liscia?

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    -Benvenuta alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Normale amministrazione, ti ci abituerai in fretta-, la domanda non era rivolta a lei ma ritenne opportuno sdrammatizzare. Opporle resistenza era l’ultima cosa che avrebbe fatto, per questo la stranì essere portata via per un braccio: Karen la guardò aggrottando un sopracciglio e mentre lasciavano le cucine si preparò mentalmente ad affrontarla cercando una delle palle più credibili del repertorio, in alternativa valutò cosa avrebbe potuto usare a proprio vantaggio per corromperla e convincerla a lasciar cadere per quella volta – l’idea di finire in punizione non la allettava, da parte di una Serpeverde poi manco a parlarne – ma con suo grande stupore la Haugen mostrò di non essere minimamente interessata alla faccenda.
    -Sono innocente fino a prova contraria-, ribatté, sollevando il mento in un impeto d’orgoglio. Mica era colpa sua se i domestici del castello soffrivano di un qualche strano disturbo post traumatico da stress sulla lingerie del vice…
    -Sarebbe difficile diversamente, considerato che in questa cucina non ho mai messo piede.-, avrebbe retto il gioco, in fin dei conti rientrava nell’interesse di entrambe non attirare l’attenzione delle alte sfere. Karen le indicò con un cenno del capo le armature nel corridoio, toccandosi poi un orecchio e indicandosi gli occhi, come per metterla in guardia: quadri e fantasmi non erano i soli guardiani a tenere Hogwarts sotto scacco, dove non arrivavano questi a sopperirne i limiti c’erano armature e statue animate.
    -Così mi spezzi il cuore-, commentò sarcastica, portandosi una mano al petto con fare teatrale.
    -Ma tanto peggio per te: conosco il castello come le mie tasche, avremmo potuto fare grandi cose insieme.-, concluse con un sorriso malandrino. La Haugen non era l’unica che si augurava di non averla tra le palle ma Karen sapeva che, nel bene o nel male, presto si sarebbe rassegnata all’evidenza: sbarazzarsi di lei era impossibile.
    -Accetto con piacere la tua offerta, era da un po’ che non mi muovevo sotto scorta. Per ringraziarti di tanto disturbo giuro solennemente di non fare deviazioni lungo la strada-
    Normalmente non avrebbe accettato di farsi trattare come una detenuta sottoposta al 41 bis, ma aveva abbastanza spirito di sopravvivenza residuo da non stuzzicare il drago che dorme. Dopotutto la prefetta l’aveva graziata evitando di esporla alla gogna pubblica…
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    Aveva atteso pazientemente, più di quanto fosse lecito. Ma alla sua richiesta non era che seguito un ignobile silenzio, nessuna risposta pervenuta né per posta né di persona, non un rifiuto né cenni di vita. Certa di non ottenere risultati diversi con un sollecito, Karen fece l’unica cosa che reputò ovvia e sensata: scavalcare l’autorità del professor White per rivolgersi a qualcuno più in alto di lui. Avrebbe proseguito per gradi, rivolgendosi dapprima al proprio capo casata se solo il professor Krueger non fosse parso irreperibile come un fuggiasco verso il confine messicano, così la Grifondoro si ritrovò costretta a rivolgersi al vicepreside Baggins, chiedendogli di essere ricevuta il prima possibile.
    Mentalmente aveva vagliato tutte le possibili risposte negative, quindi si diceva pronta al peggio; non avendo mai interagito prima con una figura tanto enigmatica provava un po’ di soggezione, soprattutto se pensava che oltre ad essere vice preside ricopriva anche il ruolo di vice ministro. Già si immaginava la sua espressione imperturbabile nascondere lo scetticismo mentre la Grifondoro gli spiegava che erano lì… per un coniglietto. Il suo, per inciso. Nel suo piccolo contestualmente si era ritenuta giustificata: una sola vita doveva fare la differenza, sempre. Poco importava se si trattava della salvezza di un animaletto babbano o di una creatura magica.
    -È permesso?-, Karen si fece avanti dopo un cenno del vice preside, stringendo la tracolla del suo zainetto.
    -Karen Cavanaugh insieme alla “parte lesa”, signore. Voleva vederci… per parlare meglio di quella faccenda.-, per lettera gli aveva menzionato a grandi linee di essere già stata punita insieme all’aggressore per aver dato il via a un duello fuori dall’aula apposita.
    -Ci tengo a precisare… che non l’avrei scomodata se non la ritenessi una cosa importante. Noi irlandesi prendiamo molto seriamente il rispetto per la natura e per la vita, indipendentemente da quanto possa essere piccola… e ritengo non sia stato dato il giusto peso al gesto del signor Evans.-, se ripensava che quello psicopatico avrebbe potuto davvero buttare Sbirro giù per la tromba delle scale o darlo in pasto alla sua biscia del cazzo il sangue le schizzava al cervello.
    -Non posso fare finta che una cazziat… una strigliata mi stia bene per archiviare tutto come se niente fosse, e non intendo aspettare con le mani in mano il giorno in cui la testa del mio coniglio mi venga consegnata in una squallida cassetta di legno prima di reagire.-
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    "Ciao Tizia, Hogwarts da un ballo il giorno della Vigilia e ho pensato sarebbe fantastico andarci insieme. Una delle organizzatrici è la Grifondoro più figa del castello, non vedo l'ora di fartela conoscere! Dress code: ballo da favola."

    Tieni pure il fac simile e modificalo come ti pare, non ringraziarmi

    K.
68 replies since 19/11/2007
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