Non era la prima volta che il braccio gli faceva male. Ma quella volta era diversa e casualmente, coincideva in concomitanza del suo incontro con Moon in vista dei recenti, miseriosi ed inquietanti avvenimenti ancora verificatisi nella giurisdizione Britannica. La sua soglia di dolore aveva raggiunto degli apici di sopportazione notevoli nel corso dei suoi anni, ma per la prima volta c'era qualcosa di nuovo ad urtarlo, una diversa consapevolezza di cosa tutto quello avrebbe significato. Mero sesto senso, eppure cercò di ignorarlo fin dove possibile, perseguendo il suo obbiettivo in una di quelle discussioni che da tempo non erano più abitudine...

2 Luglio, ore 20:15: Ufficio di Michael Moon.
Comodamente adagiato con le gambe accavallate su una poltrona sita nell'ufficio personale del Ministro del Nord, si chiude in brevi momenti di amara riflessione nel constatare i vari casi di possessione verificatisi nella città di Londra, Ministero al quale ancora non ha avuto modo di fare una sua personale visita. Il discorso affrontato non è certo delle migliori prospettive specialmente per quella fetta di comunità magica che ha sempre sostenuto ciò che di buono esiste a questo mondo perchè si, a lui fondamentalmente non importa cosa ciò possa comportare per la sua specifica persona, nemmeno avendo rinnegato da anni quell'appartenenza oscura della quale si era avvalso per tanto, forse troppo tempo, riponendo la propria fiducia nelle persone sbagliate, le stesse che prima della sua vendetta, lo hanno privato di ciò che di più caro aveva al mondo. Nessuna coincidenza, nessun equivoco... Chiude gli occhi per qualche secondo espirando rumorosamente un'abbondante quantità d'aria precedentemente inalata che vuole scaricare un misto di emozioni sebbene queste non vengano minimamente esposte palesemente. E' ormai fin troppo palese che qualcosa lo abbia risvegliato, che egli abbia trovato il modo per tornare a prendere parte in questo mondo. Chiuso in un atteggiamento impenetrabile d'apparente insensibilità e indifferenza, freddo, imperturbabile. Un discorso certamente poco entusiasmante nel quale non si spreca nemmeno di pronunciare il nome del Signore Oscuro non tanto per timore, quanto per il solo profondo senso di amarezza e risentimento reduce da un passato avverso. Senza dubbio in qualche modo a loro ignoto, questo avrebbe anche potuto segnare il loro destino, oppure no. A questo punto non abbiamo altro da chiederci se non come dover agire. Constata strofinando con la mano dx il dorso della mancina in un gesto puramente abitudinario in quella sua posa ma che date le circostanze vuole anche esprimere una profonda riflessione, attimi in cui lo sguardo viene distolto da quello di Moon navigando nell'ambiente circostante come in cerca di un'idea. Ma poco a poco quel gesto innocuo si enfatizza, salendo verso l'avambraccio da tempo zona di costante tortura che si accende di un nuovo dolore fisico, progressivamente acuto che si manifesta con forti trafitture, dettaglio che non lo lascia indifferente storcendo il viso in un espressione che trapela irritazione dai propri occhi malgrado questo cominci a provocargli una sofferenza quasi emotiva e spirituale. Emette qualche piccolo grugnito profondo prima ancora di tornare a cercare diretto contatto visivo con il suo interlocutore, analizzandolo così da capire se quel particolare stesse colpendo anche lui ma senza pronunciarsi in nessuna lamentela, trattenendo con respiri più profondi e lenti il dolere di quel marchio che ancora marchia la sua pelle. Lo stai avvertendo anche tu, non è vero? Una domanda improntata da una vana e artificiosa ricerca dell'effetto con manifestazioni di ostentata adesione emessa con voce più profonda rispetto alla norma. Ha sempre saputo che quel ricordo l'avrebbe perseguitato a vita, malgrado ciò non si è mai lasciato abbattere, mai lasciato spaventare o prendere in considerazione qualsiasi tipo di atto estremo a porre fine a quelle lancinanti sofferenze poichè mosso da un profondo senso di giustizia protezione e speranza da diffondere e mantenere quale simbolo della comunità Magica. L'epidermide comincia a rilasciare una patina di lucentezza evidente sulla fronte corrucciata, soffrendo silenziosamente ma questa volta con uno sforzo più palese pur senza emettere alcun lamento vocale. Ma alle 20:22 di quella giornata, tutto cambia. Visibilmente meno rilassato, scatta in piedi con una leggera punta di nervosismo, sollevando la manica sinistra dell'abito scuro sufficientemente da scoprire quasi interamente il proprio marchio, sorreggendo quello stesso braccio esercitando una discreta pressione sulle carni tendinee che ora più che mai accusano quegli effetti con dubbio. Dubbio si, poichè se Moon avesse parlato o meno, l'avrebbe incitato a fare silenzio con un sibilo tra i denti, alzando gli occhi verso l'alto, osservando l'atmosfera circostante farsi improvvisamente fredda e cupa, una di quelle poche sensazioni difficili da non saper riconoscere se già affrontate in passato. E' li, è vicino e il dolore fisico raggiunge l'anima avvolgendolo in un perfetto mix di emozioni negative. Il grugnito grottesco aumenta di tono a causa di quel qualcosa che nasce sul braccio che va a tingersi di scuro e per il quale d'istinto sfodera immediatamente la bacchetta sita nell'apposita custodia sita nella tasca interna della giacca formale. Ho come l'impressione che avremo visite! Esclama sarcasticasticamente rauco, spezzato dalla sofferenza consultandosi direttamente con Moon in un contatto fin troppo breve, interrotto da quell'essere impuro che nasce e prende forma dal proprio avambraccio, tetro accompagnatore della morte che osserva con ripugnanza. Il dissennatore è arrivato, ed è li per loro ma egli non si scompone, piuttosto alza e punta la bacchetta verso l'essere ben pronto e felice di respingerlo in contemporanea a quello che sicuramente si sarebbe materializzato dal marchio del suo collega. Quale piacevole sorpresa. Aride sono le sue ultime parole, anticipandosi nel raccogliere e visualizzare nella sua mente un'insieme di ricordi felici, i migliori della sua vita...